1.1 La popolazione
Nettuno era cresciuta ulteriormente. Il censimento ISTAT del 1981 registrava una popolazione di 29.423 (+18.6% rispetto al 1971), il tasso di crescita si era ridotto rispetto a quello rilevato tra il '61 e il '71, ma rimaneva comunque ben al di sopra della media nazionale (10.5% di crescita tra '71 e '81), considerando in aggiunta che l'espansione demografica italiana nei vent'anni precedenti si era concretata per 2/3 nelle grandi città, spopolando circa il 70% dei comuni non ca-poluogo di provincia.
La densità di popolazione era aumentata, passando da 347 a 412 abitanti per chilometro quadrato, raggiungendo i livelli tipici dei comuni italiani maggiormente urbanizzati. Il totale degli alloggi era passato dai 9.111 del 1971 ai 1 3.289 di dieci anni più tardi.
1.2 Le abitazioni, il lavoro e l'istruzione
Pur mantenendosi molto elevata, la crescita edilizia in questo decennio aveva subito un forte rallentamento, passando dal 75% di sviluppo tra '61 e '71, ad un tasso del +45.8%. Significativo era il dato delle case non occupate: 4.377, circa il 33% del totale, che metteva in evidenza la cospicua presenza di seconde case, i cui proprietari erano soprattutto persone residenti in altri comuni, Roma in testa.
La definitiva trasformazione del comune in città urbanizzata e residenziale era evidente anche nel netto calo della popolazione dedita ai lavori agricoli, passata dall'11.8% della popolazione attiva rilevato nel 1971 al 7.2% del 1981, dato sensibilmente inferiore alla media nazionale, attestata sull'11.1%. Si protraeva, tuttavia, il ritardo formativo e culturale della città. La percentuale di laureati si attestava sull'I .4%, esattamente la metà della media nazionale e meno di un terzo della media regionale (4.5%). Notevole era stata nel decennio '71-'81 la crescita del tasso di diplomati, dal 5.5% all'11%, percentuale, quest'ultima, che rimaneva comunque ampiamente al di sotto delle medie regionali (15.6%), del comune di Roma (19.1%), e poco inferiori a quelle nazionali (11.5%). I dati comunali per l'istruzione obbligatoria, invece, coincidevano sostanzialmente con quelli regionali e nazionali.
La carenza formativa e culturale era quindi evidente soprattutto per i livelli superiori di istruzione, i più qualificati e importanti per l'adeguamento del sistema socio-economico alla profonda trasformazione e complicazione del mondo delle professioni intervenuta alla fine degli anni 70 e che si manifesterà pienamente nel decennio successivo. Questa carenza certamente va annoverata tra i determinanti più decisivi dell'ennesimo ritardo nello sviluppo della città di Nettuno. |