Effetti delle mine per ostacolare lo sbarco |
Già traballante, il regime fascista si dissolveva dopo lo sbarco alleato in Sicilia tra il 9 e 10 luglio '43. Il Gran Consiglio del Fascismo nella seduta tra il 24 e il 25 luglio aveva sfiduciato Mussolini, inducendo il re a trarre il duce in arresto (25 luglio 1943). La fine del Ventennio veniva ovunque vissuta come una liberazione. Le basi di massa del regime e la fiducia degli italiani in Mussolini erano state disgregate dalla tragica impotenza del fascismo di fronte alla guerra: l'immane disastro umano della campagna di Russia, le sconfitte in Africa, i lutti infiniti inflitti ai civili dai bombardamenti aerei sulle città italiane, la fame, il collasso economico. Veniva immediatamente formato un nuovo governo composto da tecnici e militari, presieduto da Pietro Badoglio. A dispetto delle aspettative degli italiani, quest'ultimo proclamava il proseguimento della guerra a fianco dei tedeschi. In agosto, tuttavia, Badoglio avviava trattative segrete di pace con gli alleati. Nello stesso periodo, i tedeschi avendo appreso delle intenzioni italiane facevano velocemente affluire otto nuove divisioni nella penisola, assumendo di fatto il controllo dell'Italia. Il 3 settembre a Cassibile, in Sicilia, veniva infine firmato l'armistizio, che prevedeva la resa senza condizioni dell'Italia e l'introduzione di un'amministrazione alleata su tutto il paese. Badoglio ne dava l'annuncio l'8 settembre, mentre le truppe alleate, già sbarcate in Calabria, prendevano terra anche a Sa-lerno. La notizia della resa provocava lo sbando delle unità italiane impegnate
nella penisola, nei Balcani, in Francia, in Grecia. I soldati lasciavano le armi e fuggivano in massa per evitare di finire nelle mani degli ex alleati, altri cercavano di organizzarsi per resistere. Purtroppo la maggior parte di essi, circa 600.000 finirono catturati e deportati nei lager o subito uccisi. I tedeschi occupavano tutti i ter-ritori non liberati dagli alleati, Nettuno compresa. Iniziava così anche il periodo della Resistenza.
L'8 settembre il presidio militare di Nettuno si era arreso ai tedeschi. Il giorno successivo però scoppiava una rivolta cittadina. Ufficiali, soldati e cittadini insieme insorgevano contro i tedeschi allontanandoli ed impadronendosi della città. Tre giorni più tardi, minacciando di usare contro Nettuno una divisione corazzata in viaggio verso la linea Gustav a Cassino, i tedeschi riprendevano il controllo della città ed emanavano il primo ordine di sfollamento. La tristezza e gli stenti dell'esilio forzato venivano acuiti nei nettunesi dalle requisizioni di viveri, dalla sistematica distruzione delle case coloniche dell'entroterra, dal lavoro coatto che i tedeschi cominciarono a praticare ed imporre.
Capanne di sfollati
nell'entroterra di Nettuno |
Successivamente, alla fine del 1943, la campagna italiana degli Alleati entrava in fase di stallo. La linea Gustav saldamente organizzata a difesa nella roc-caforte di Cassino resisteva ai reiterati attacchi degli Alleati. Il 20 dicembre così il generale Dwight Eisenhower, comandante in capo delle forze Alleate, decideva di aggirare le forze ne-miche con uno sbarco nella zona di Nettuno e Anzio. Lo sbarco fu poi differito al gennaio '44 e concordato con l'azione combinata della Quinta armata sulla direttrice Cassino-Frosinone. La zona di Nettuno ed Anzio era stata scelta perché facilmente accessibile via mare e particolarmente adatta alla costituzione di una testa di sbarco ricca di potenzialità tattiche per ulteriori operazioni verso nord. La zona prevista dello sbarco era limitata dai fossi Astura a Sud e della Moietta a nord. Il piano prevedeva la costituzione di una salda testa di sbarco (raggio di 11 km.), il proseguimento verso le pendici sud dei Colli Albani per tagliare le vie Appia e Casilina ed ostacolare i rifornimenti delle truppe nemiche a difesa della linea Gustav e la minaccia alle spalle della linea Gustav stessa. L'operazione diretta dall'ammiraglio Lowry, impiegava forze preventivamente addestrate agli ordini del generale John Lucas, il VI corpo anglo-americano, truppe miste: 2 divisioni di fanteria, 2 gruppi corazzati, un reggimento paracadutisti, 3 battaglioni rangers, 1 commandos. Shingle, in italiano ciottoli, nome in codice dell'operazione, era stato scelto da Winston Churchill stesso.
Truppe inglesi durante lo sbarco |
Alle 5 del 21 gennaio le truppe e i mezzi vennero imbarcati a Napoli. L'impressionante convoglio di 374 mezzi navali (navi da trasporto, mezzi da sbarco, incrociatori, cacciatorpediniere e altre unità), 36.000 uomini, 5.200 carri armati e altri automezzi, accompagnato dagli squadroni dell'aviazione giungeva alle 24 al largo di Nettuno ed Anzio. Alle 2 del 22 gennaio, a Foglino, iniziavano le operazioni di sbarco. Lo sbarco coglieva di sorpresa i tedeschi che opponevano soltanto una debole resistenza. Sfortunatamente, gli attacchi della V armata americana sulla linea Gustav pur avendo attirato le forze tedesche non erano riusciti a sboccare nella valle del fiume Liri. Nessun sostegno diretto poteva quindi essere dato dalla V armata alle forze dello sbarco. A ciò si aggiungevano le esitazioni del comando, che non intendeva rischiare l'avanzata verso l'interno prima di avere adeguati armamenti e la completa copertura dell'artiglieria. Dieci giorni cruciali furono così spesi ad ammassare ed ordinare truppe ed equipaggiamento sulla costa. Il ritardo per l'organizzazione e il consolidamento della testa di sbarco, serviva ai tedeschi per riprendersi dalla sorpresa e disporre il contrattacco. Ben otto divisioni, forti di 70.000 uomini, vennero fatte affluire per arginare lo sbarco e respingere gli alleati in mare.
Bambini durante lo sfollamento |
Vani furono i tentativi alleati di conquistare una base d'attacco ai Colli Albani. Infruttuosi allo stesso modo, però, furono anche i furiosi attacchi contro il corpo di sbarco, ulteriormente rinforzato da Gennaio a Febbraio ed efficacemente sostenuto dall'aviazione, tanto che i tedeschi decidevano di rinunciare. Ciò vanificava gli obiettivi originari dell'operazione e faceva entrare in stallo il fronte dello sbarco, dove gli anglo-americani, ormai incapsulati, dovranno aspettare sotto i bombardamenti tedeschi quattro lunghi mesi per ritornare in azione.
In questo periodo numerosi convogli navali condurranno gli sfollati nei territori dell'Italia già liberata, a meridione, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia.
Finalmente l'11 maggio 1944 la resistenza della linea Gustav cadeva sotto l'ennesimo assalto alleato. Due settimane più tardi, il 23 maggio, il VI corpo rompeva l'accerchiamento movendosi verso Borgo Grappa, dove il 25 incontrava le unità della V armata provenienti dal Garigliano unendosi ad esse nelle operazioni di abbattimento delle difese tedesche a sud di Roma.
Circa sessantamila soldati (alleati e tedeschi) furono uccisi o feriti nei quattro mesi di sanguinosi combattimenti intorno Nettuno ed Anzio. Molti dei caduti americani riposano nel Cimitero e Sacrario Americano della Campagna Sicilia/Roma, costruito sul cimitero temporaneo stabilito dagli alleati due giorni dopo lo sbarco.
Lavori di costruzione del Cimitero Amaricano |
Iniziata nel 1953, la costruzione del Cimitero Americano terminava nel 1956, quando veniva dichiarato cimitero permanente dall'amministrazione statunitense. Nel cimitero Americano di Nettuno, uno tra i maggiori cimiteri americani di guerra, riposano 7.861 soldati, il 35% dei caduti nella campagna d'Italia dalla Sicilia a Roma. L'immane sacrificio di giovani vite nella lotta contro il totalitarismo nazista è ricordato da un Mausoleo, un monumento con due figure in bronzo - i fratelli in armi - una cappella ed una sala museo, in cui sono illustrate le tappe della liberazione dell'Italia meridionale fino a Roma.
La permanenza degli americani nei mesi dopo lo sbarco e nel periodo di costruzione del cimitero della campagna Sicilia/Roma è testimoniata ulteriormente dalla vivacità e dalla forza del movimento del baseball a Nettuno. Fu infatti Charles D. Butte, sovrintendente del Cimitero Americano dal 1946 al 1950, a diffondere il gioco del batti e corri a Nettuno e a costruire il primo campo di baseball a Villa Borghese.
A partire dagli anni Cinquanta, grazie agli insegnamenti americani, la squadra del Nettuno baseball ha fatto incetta di titoli nazionali, risultando a tutt'oggi la compagine più scudettata d'Italia, e conquistato numerosi riconoscimenti internazio- nali. Attraverso il baseball i giovani americani morti a Nettuno durante la guerra continuano a vivere. Le corse, i giochi, le fantasie, i sogni fatti intorno al prato verde del diamante: la loro vita e la loro gioia di vivere immutate rapiscono e vivi- ficano i ragazzi nettunesi che oggi praticano questo sport.
La prima squadra di baseball 1947
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Squadra degli anni '50
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