La raccolta del risparmio raggiungeva nel 1961 la somma di £ 51.377.086, con un balzo in avanti rispetto all'esercizio 1960 di £ 30.827.733, pari ad un eccezionale aumento in percentuale del 150%.
Anche l'erogazione del credito registrava un notevole impulso agli investimenti di portafoglio che al 31-12-1960 erano di 15.835.775 di lire salivano nel 1961 a £. 24.748.000, segnando un incremento di oltre otto milioni, pari in percentuale al 56%. Rifacendosi ad una deliberazione dell'Assemblea generale del 1958 la Cassa Rurale riusciva finalmente, grazie al decisivo aumento dei depositi, a concedere il fido massimo di £ 300.000 ad ogni socio, diminuendo inoltre il tasso di sconto dal 9 all'8%.
Nell'ultimo scorcio del '61, attuando così quanto avevano auspicato numerosi soci in precedenti assemblee, la Cassa Rurale impiantava infine il servizio di conto corrente con la clientela, attività che dava immediatamente lusinghieri risultati. L'apertura dei c/c potenziava notevolmente i servizi della Cassa e poneva la antica istituzione di credito cooperativo al livello delle altre aziende di credito locali.
II 1963 era un anno segnato da scelte importanti per la Cassa. In questo esercizio cominciava infatti l'emissione di assegni circolari del Banco di Roma e della Banca Nazionale del Lavoro, dove venivano costituiti dei depositi a garanzia, complessivamente nell'anno venivano emessi 376 assegni per un importo complessivo di 107.435.905 lire.
In quest'anno venivano fatte tre nuove assunzioni con le quali si andava finalmente ad ampliare il magro staff della Cassa, fino ad allora costituito soltanto da due unità di personale. Il primo marzo 1963 venivano assunti Luigi Buongarzoni e Giorgio Marigliani, entrambi con uno stipendio mensile di 74.990 lire. Il 9 giugno successivo Gaetano Mancinelli entrava a far parte del personale con uno stipendio iniziale di 60.000 lire.
Il 5 giugno 1963, poi, prendendo la parola in Consiglio d'Amministrazione, il Presidente Giusti faceva presente che la Cassa aveva ricevuto l'avviso di abbandonare i locali da parte del proprietario e che si rendeva pertanto necessario trovare al più presto altri locali capaci di soddisfare le esigenze crescenti della società. Giusti raccomandava di acquistare i locali da adibire a nuova sede sociale: "L'accresciuta mole di lavoro della cassa, rilevabile anche dalle voci "Depositi ed impieghi" del bilancio al 31 dicembre 1962; la necessità di dare una sede ampia e decorosa, rispondente all'importanza ed al prestigio raggiunti dall'Azienda nella zona; il desiderio unanime di tutti i soci, oltre che della cittadinanza Nettunese; il dovere di raccogliere l'invito già a suo tempo rivolto dalle superiori autorità, rendono improcrastinabile tale opera."
Per quanto riguardava gli oneri economici connessi a tale iniziativa, Giusti prevedeva una spesa di 20 milioni di lire, comprensiva tanto di quella inerente all'acquisto dei locali che di quella relativa ad un arredamento idoneo ed adeguato alla funzione ed all'entità assunte dalla Cassa stessa. Ciò premesso, il Presidente proponeva di reperire i sopraddetti fondi attraverso l'aumento del capitale sociale variando la quota di partecipazione di ogni socio da 500 a 10.000 lire. Il consiglio approvava e deliberava l'aumento della quota di partecipazione, modificando l'art. 4 dello statuto sociale.
Era una decisione che provocava l'allontanamento di 120 soci per non aver adempiuto all'adeguamento della quota sociale. Ciononostante, La raccolta dei depositi (£. 271.644.528) aumentava del 50% rispetto all'anno precedente.
2.1 La nuova sede di via Vittorio Veneto
Cerimonia di inaugurazione della Sede ampliata
22 maggio 1964 |
Dopo una serie di vane ricerche sul mercato degli immobili, l'idea di acquistare una nuova sede sfumava. Così, il 15 ottobre 1964, il Consiglio di Amministrazione deliberava i lavori di ampliamento della sede nei locali retrostanti presi in affitto dallo stesso proprietario Manlio Vari, con un contratto che portava l'importo di locazione da 31 mila a 55 mila lire mensili. Le ragioni della scelta venivano illustrate dal presidente Giusti nella lettera di richiesta di autorizzazione alla Banca d'Italia del 20 ottobre 1964: "per quanto gli amministratori si siano adoperati, nulla si è potuto trovare che possa soddisfare questa Amministrazione e la clientela. Ci sono stati prospettati degli acquisti di immobili, non molto ampi, ma è un passo che riteniamo non poter fare, momentaneamente, dato le poche disponibilità. Presentemente ci è stato prospettato dal proprietario degli attuali locali di prendere in fitto altri due locali retrostanti a quelli occupati attualmente, però il proprietario non intende sostenere alcuna spesa per l'adattamento."
I nuovi locali erano privi di pavimento, di intonaco, di porta a serranda, ed occorreva realizzare un muro divisorio e l'impianto elettrico, inoltre si doveva provvedere all'acquisto di arredi e scaffalature, di una nuova cassaforte, nonché allo spostamento dei servizi igienici, per una spesa preventivata totale di 4 milioni di lire.
La sede ampliata veniva inaugurata il 22 maggio 1964. Il dettaglio finale delle spese superava di molto il preventivo; ma con 6.333.940 di lire si era praticamente raddoppiata la vecchia superficie utile, rendendo la Cassa più elegante e funzionale.
Gli investimenti a fine esercizio 1964, ammontanti a 72.337.278 di lire, presentavano un aumento del 55% rispetto all'anno precedente. Il movimento generale saliva da £ 4.875.763.742 a £ 19.758.617.167 e si sceglieva di assumere due nuove unità di personale: Tito Magliozzi e Francesco Cibati, che diventeranno in seguito direttori della Banca.
In virtù degli ulteriori incrementi dei depositi e delle operazioni complessive (rispetto all'anno precedente, i depositi aumentavano di 1 32 milioni di lire, cioè a dire del 49%), la relazione del Consiglio di Amministrazione sul bilancio 1965 ritraeva ancora "risultanze sostanzialmente positive, sia sotto l'aspetto patrimoniale - in dipendenza dello sviluppo avutosi nelle diverse attività operative -, sia dal punto di vista economico, in virtù dei caratteri prudenziali che hanno presieduto al controllo delle spese generali e di organizzazione costantemente graduate al ritmo di incremento delle operazioni."
La forza della Cassa si misurava anche nell'accresciuta dimensione dei contributi benefici: nel 1966, ad esempio, concedeva un rilevante contributo di 2 milioni alla Collegiata S. Giovanni per l'acquisto dell'organo.
Organi sociali e personale della Cassa 1964
Da sinistra a destra:
N. Laganà, E. Mariola, A. Serra, F. Carbonari,L. Giusti (Presidente)
A. Cancelli, A. Fiori, M. Masullo, G. Andolfi,F. Cibati, A. Coppola,
L. Buongarzoni, S. Bellobono |
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