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BANCA DI CREDITO
COOPERATIVO DI NETTUNO
1899 - 1999
UN SECOLO DI STORIA

Crescita della Banca
Trasformazione della Città

di Stefano Canali

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CAPITOLO V

18 - NETTUNO E LA CASSA RURALE
DAL 1971 AL 1980

4. La crisi economica del '70:
conseguenze locali sulle attività della Cassa;
sulla produzione privata e sugli investimenti
pubblici e privati a Nettuno


La recessione economica dell'inizio degli anni '70, contraendo, anche a Nettuno, gli investimenti e la produzione, frenava la domanda di denaro alla Cassa, facendo al contempo salire le offerte ed accrescendo così la liquidità. Dal '70 al '71, la massa fiduciaria saliva del 30% e gli impieghi aumentavano di oltre 170 milioni, soprattutto per effetto dell'incremento dato dalle operazioni a medio termine. Le partite in sofferenza si riducevano a grande velocità. Mentre il dato dell'ulteriore aumento del movimento generale, rispetto al precedente esercizio, registrava il nuovo afflusso di lavoro da parte di molti operatori economici su piazza, sempre più orientati a stabilire rapporti con la Cassa Rurale ed Artigiana.

Negli anni a seguire, l'accresciuta fiducia dei risparmiatori locali poneva alcuni problemi di liquidità e d'investimento, per risolvere i quali la Cassa si muoveva, con cauta attenzione, alla ricerca di iniziative imprenditoriali sicure. Oltre ai settori produttivi di interesse istituzionale, le scelte si indirizzavano sul settore dell'edilizia. Nonostante il freno ad essa imposto dalla crisi economica, e la razionale limitazione dettata dall'adozione del piano regolatore e dall'approvazione delle sue norme definitive, nella zona di Nettuno l'edilizia aveva infatti mantenuto un grado di redditività comunque superiore agli altri comparti economici. Dai primi anni '70, questa produttività traeva origine anche dalla nuova domanda di abitazioni per la villeggiatura. L'incremento dei flussi turistici era in quegli anni un fenomeno che cominciava a profilarsi con evidenza, determinando soprattutto nei mesi estivi, sensibili sviluppi nell'occupazione e nei redditi, alimentando la costante crescita dei depositi e dei movimenti generali della Cassa.

Le politiche di trasformazione e ammodernamento intraprese dall'amministrazione comunale e soprattutto dai singoli operatori economici sulla spinta dello sviluppo turistico dei primi anni 70 si rivelavano - in prospettiva - insufficienti e deficitarie, incapaci di reale adeguamento e soprattutto carenti nella definizione delle linee caratterizzanti dell'offerta turistica e nel controllo della sua qualità. Da ciò una disseminazione di investimenti pubblici e privati poco coordinata e dispersiva e l'affermazione di una identità imprecisa della proposta turistica della città, in un momento in cui le località di vacanza entravano in dinamica competizione, specializzandosi per sviluppare le capacità d'attrazione. Da qui, forse, la congenita fragilità del settore turistico nettunese.

Nel 1973 si registrava un nuovo cospicuo ampliamento della compagine sociale, con l'ingresso di 40 soci e l'uscita di 3 membri soltanto. Rispetto all'esercizio precedente del '72, la massa fiduciaria subiva un incremento del 10,9%, gli impieghi salivano del 9.3% e il movimento generale aumentava di 22.6 punti percentuali. Questi dati riproponevano all'attenzione il problema di un nuovo ulteriore adeguamento della sede della Cassa. L'argomento veniva affrontato in alcune riunioni del consiglio di amministrazione e nell'Assemblea ordinaria generale dei soci in cui veniva approvato il bilancio 1973.

La fine del '74, segnava l'inizio di un nuovo biennio di crisi economica per l'Italia. Inflazione fortissima, con punte del 20% di aumento dei prezzi al consumo, caduta verticale degli investimenti, notevole aumento medio della disoccupazione. L'andamento generale della Cassa Rurale ed Artigiana registrava puntualmente questi fenomeni nazionali. Tra '74 e '75 la domanda di denaro all'istituto di credito cooperativo nettunese subiva una forte contrazione, testimoniando l'arrivo e la permanenza della recessione nella nostra città. La crisi a Nettuno frenava l'intraprendenza di tutti gli operatori economici e soprattutto rallentava l'attività nel settore edilizio. I movimenti bancari presso la Cassa della popolazione attiva nel settore delle costruzioni e degli impianti, infatti, si riducevano sensibilmente, tanto da diventare oggetto di evidenziazione in sede di relazione sul bilancio 1975 da parte del Consiglio di Amministrazione.
La crisi nella domanda di denaro faceva aumentare le giacenze e così il risparmio, affidato con fiducia alla Cassa, rimaneva in buona parte inutilizzato nonostante la politica dei tassi contenuti perseguita, volta ad agevolare le iniziative produttive. Il rapporto impieghi-depositi nel 1975 toccava il minino del 44.9%.

 

4.1 La nuova sede dì Piazza Mozzini e il potenziamento dell'impegno per il territorio


Ufficio sportelli nella sede
di piazza Mazzini

La Cassa Rurale comunque aumentava la propria posizione patrimoniale, affermandosi sempre più nel sistema economico locale. Questa crescita costante, nonostante la crisi generale, trovava la sua più adeguata rappresentazione nel cambio della sede.
"In perfetta conformità con l'importanza raggiunta ed in risposta alle legittime aspettative della nostra clientela, abbiamo finalmente realizzato l'antico sogno di una moderna e dignitosa Sede Sociale", si affermava nella relazione del Consiglio di amministrazione sul bilancio 1975, 76S esercizio sociale. La nuova sede era sita in piazza Mazzini, esattamente di fronte alla fontana del dio Nettuno, nel cuore della città. Posta su due piani, con lo sportello al piano sul livello stradale e gli uffici di segreteria al primo piano, più un seminterrato ad uso archivio. La sede era prestigiosa per ubicazione, per grandezza, per modernità e funzionalità delle strutture e degli arredi interni ed era la rappresentazione più evidente della strada che la Cassa Rurale aveva fatto da quando funzionava nella piccola sede al borgo in via S. Giovanni.

L'avvenimento, che premiava gli intensi sforzi sostenuti dall'intero sodalizio in direzione del rafforzamento e dello sviluppo, veniva avvertito come sprone ad un ulteriore impegno non solo verso i soci ed i clienti, ma nei confronti dell'intero territorio. Si leggano in questo senso le affermazioni del Consiglio d'Amministrazione nella relazione sul bilancio 1975: "L'Azienda d'ora in poi non potrà limitare la propria attività alla gestione del risparmio locale ed alla erogazione del credito, ma dovrà imporsi come fattore di sviluppo e di incentivazione dell'economia cittadina. In questa prospettiva dovrà essere posta la massima attenzione a tutte le iniziative imprenditoriali, con particolare interesse riguardo a quelle minori, svolgendo un'opera di promozione e di agevolazione alle stesse.

In altri termini, la funzione bancaria dovrà essere esercitata in funzione sociale anche al fine di veder realizzato, attraverso il miglioramento delle condizioni economiche e morali dei Soci, un miglioramento dell'intera collettività.
Le scelte operative dell'Azienda dovranno quindi tener conto di tali fini e ad esse dovrà portare il proprio contributo anche il corpo sociale, in una unità di intenti che tenga conto della funzione essenziale che la Cassa è chiamata a svolgere nel processo di sviluppo della nostra cittadina."


Il monumento ai Caduti nella sua
originaria collocazione a Belvedere

Negli anni successivi la Cassa dava ampia prova di aver assunto questo impegno con convinzione e coerenza. La politica di frazionamento del rischio e della patrimonializzazione degli utili, fin dal '68 perseguita con determinazione dal presidente Giovanni Lazzaro, aveva portato ad una costante crescita degli utili d'esercizio e a un consolidamento generale dell'azienda. Dal finire degli anni '70, così, la Cassa poteva far sentire con grande autorevolezza la sua presenza sul territorio e per la cittadinanza sia attraverso le funzioni bancarie che per mezzo di iniziative benefiche e sussidi. A proposito delle prime, la Cassa Rurale aumentava la remunerazione dei depositi, riducendo al contempo il costo del credito, in un periodo in cui la svalutazione selvaggia erodeva il potere di acquisto della moneta ed incrinava la sicurezza economica delle famiglie e delle piccole imprese.
Questo indirizzo di gestione si raccordava idealmente con la pratica di aprire il credito senza discriminazioni, senza lungaggini burocratiche, valutando più le qualità personali, la moralità, la volontà di operare, piuttosto che la solidità certificata o la potenzialità economica. In tal modo, dal '75 al 79 la Cassa faceva lievitare gli impieghi in progressione: 78% in più dal 1975 al '76, 42.9% dal 76 al 1979. È interessante notare la notevole riduzione dei finanziamenti richiesti dal settore dell'edilizia, scesi al 12.6% del totale, contro un 31.3% destinato ai consumi e agli investimenti familiari, un 27.6% per il commercio, settore economico in grande ascesa in quegli anni a Nettuno, e un 20,2% per l'artigianato.
Con un tasso ancora più elevato cresceva negli stessi anni l'utile netto d'esercizio: 6.021.044 di lire nel 75, 17.810.941 nel 76 (+195.8% rispetto all'anno precedente), 97.366.397 lire nel 77 (+446.7%), 216.166.556 lire nel 78 (+122%), 263.698.192 lire nel 79 (+22%).

3.2 II monumento ai Caduti in Piazza Cesare Battisti

Così nel '79, anno dell'80° anniversario della sua fondazione, la Cassa Rurale poteva dare finalmente il primo rilevante segno della vicinanza alla comunità locale, con la realizzazione e la donazione al Comune di Nettuno del Monumento ai Caduti, la copia in bronzo della statua raffigurante la "vittoria alata" trafugata durante il secondo conflitto mondiale dall'esercito tedesco dal Belvedere, dove era stata originariamente eretta. Il monumento veniva scoperto alla presenza delle autorità civili e militari domenica 4 novembre 1979.


La copia in bronzo del monumento ai Caduti
collocata in Piazza Cesare Battisti




La pubblicazione dell'opera è stata autorizzata dalla BCC NETTUNO
e dall'AUTORE STEFANO CANALI

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