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BANCA DI CREDITO
COOPERATIVO DI NETTUNO
1899 - 1999
UN SECOLO DI STORIA

Crescita della Banca
Trasformazione della Città

di Stefano Canali

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CAPITOLO III

11 - NETTUNO E LA CASSA RURALE
DAL DOPOGUERRA AL 1960

4. La Cassa Rurale e Nettuno
dal 1951 al 1956


 


Nettuno nella prima metà degli anni '50

Nel 1952, il consigliere D'Annibale, ormai stanco e anziano, si dimetteva dal Consiglio d'amministrazione. Ad esso subentrava il ragionier Francesco Lotti, che, nell'Assemblea generale ordinaria del 20 aprile 1952, al salone borghese, in piazza Colonna, messo a disposizione dalle suore Figlie della Croce, si distingueva subito per una serie di proposte innovative: sul prestito da concedersi ad ogni socio, sulle modifiche da apportarsi allo statuto sociale e sull'ammissione a soci delle donne e la concessione del prestito alle medesime che rivestivano la qualifica di capofamiglia. Quest'ultima proposta era un segnale d'apertura in direzione dei sostanziali mutamenti nella considerazione delle donne nella cultura e nel sistema legislativo italiano. Nel "paese legale", la parità di diritti tra uomo e donna era stata raggiunta già nelle votazioni per il referendum istituzionale e la costituente del giugno '46, e solennemente ribadita nella Costituzione entrata in vigore nel '48. | Nel "paese reale", invece, molti erano i ritardi e tanto restava da fare. L'impossibilità per le donne di associarsi alla Cassa Rurale era uno dei molti casi di discriminazione di genere e neppure uno dei più gravi.

Crediamo interessante riportare il brano della relazione presentata da Lotti al Consiglio di amministrazione prima dell'approvazione del bilancio 1951:
"si potrebbe anche considerare la possibilità di estendere un fido, magari minore, alle donne. Mi spiego non tutte le donne, ma coloro che per contingenze varie quali cause di guerra o comunque belliche, o per ragioni di malattia o per altre cause diverse, che lascio alla Vostra Superiore intelligenza, diventino ca-pifamiglia e regolino direttamente una attività artigiana o rurale.
Oggi la donna ha assunto nella vita nazionale un carattere di potenza e ha diritto come un qualsiasi di altro sesso nel pieno delle sue responsabilità, abbia se non gli stessi, almeno benefici parziali. Questo potrebbe essere anche un incentivo a sedare l'immoralità onde non mettere la donna alla stato di Inferiorità finanziaria e di bisogno estremo.
E ciò è sociale - Altamente sociale"
Le proposte di Lotti non erano affatto rivoluzionarie, e per di più apparivano venate da un malcelato paternalismo maschilista, laddove, ad esempio, egli i sosteneva l'importanza della concessione dei prestiti alle donne come forma di prevenzione dell'immoralità. Eppure, esse non venivano nemmeno messe a votazione dall'assemblea, a dimostrazione della forte resistenza al cambiamento propria della comune mentalità nettunese e della stessa Cassa Rurale di quell'epoca.

Trasferitosi a Roma per lavoro, Lotti si dimetteva nel 1955, gli subentrava Andrea Monaco che, soltanto un anno più tardi nell'assemblea generale ordinaria dell'8 aprile 1956, veniva eletto Presidente.
Nel '56, il sodalizio conosceva una notevole estensione, segno di un considerevole apprezzamento da parte dei cittadini del lavoro svolto negli anni della ricostruzione. Entravano 86 nuovi soci e ne uscivano solo 10: al 31 dicembre "\956 la Cassa Rurale contava 263 soci. Rispetto all'anno precedente, i depositi aumentavano del 30%, mentre l'erogazione del credito saliva del 100%.
Nella relazione del Consiglio di Amministrazione sull'esercizio 1956 veniva indicata la ripartizione dei 150 libretti che costituivano il deposito. Crediamo interessante riportarla qui di seguito come dato storico significativo:
117 libretti con deposito fino a lire 25.000;
5 libretti con deposito fino a lire 50.000;
7 libretti con deposito fino a lire 100.000;
9 libretti con deposito fino a lire 250.000;
10 libretti con deposito oltre 250.000 e fino a 1.000.000 lire;
2 libretti con deposito oltre 1.000.000 di lire.

4.1) Nettano all'alba dello sviluppo: nuove strutture e servizi per la città


Inaugurazione dell'acquedotto di Carano

Anche a Nettuno si cominciavano ad avvertire i primi effetti del boom economico partito dal centro-nord. La città si modernizzava rapidamente nei servizi urbani e sociali. Il 29 novembre 1953, veniva inaugurata la Casa di Riposo Comunale "G. Tosi". Sita all'angolo tra via Romana e via Diaz. La struttura per gli anziani sorgeva su un terreno e in un edificio adattato che l'amministrazione presieduta dal Sindaco Ennio Visca aveva acquistato per 4 milioni di lire. Due anni più tardi, venivano portati a termine I lavori di costruzione dell'acquedotto di Carano un intervento di fondamentale importanza per il territorio, che segnava un progresso notevole nell'igiene e nella qualità complessiva della vita della città, ancora segnata comunque dalla presenza di zone malsane da bonificare, come l'area dell'attuale parco Loricina. Il Consorzio per l'acquedotto di Carano era stato costituito sin dal 1935 dai comuni di Nettuno, Anzio e dall'Università agraria di Nettuno, per l'acquisto delle sorgenti e la realizzazione e la gestione dell'acquedotto. Ma un lungo contenzioso con i proprietari, i fratelli Ezio e Galileo Scavizzi (scopritori della sorgente nel 1929) e poi la guerra aveva frenato il progetto comune delle tre istituzioni. Alla presenza del Sindaco Giuliano Cibati, l'inaugurazione ufficiale finalmente si svolgeva a piazza Mazzini il 25 maggio 1955, intorno alla fontana del dio Nettuno, da alcuni anni sistemata in quella che è la sua attuale collocazione. Nel 1956 si apriva la nuova sede della posta in piazza S. Francesco, una struttura molto grande ed efficiente per la città di Nettuno di allora.

4.2) La discussione sull'ampliamento dei servizi e la nuova sede. La crisi agricola '56-'5 7


Nevicata del '56

La crescita economica italiana e lo sviluppo della città si traducevano in un aumento generale dei movimenti economici: produttivi e finanziari. Ciò spiega anche l'impennata nella crescita dei depositi della Cassa Rurale nel '57, con un incremento del 64% rispetto al bilancio precedente. Il movimento complessivo e il progresso socio-economico della città era tale da far pensare ormai ad un salto di livello nell'offerta dei servizi, negli orari, nelle strutture, nel sistema del personale. Il Consiglio d'Amministrazione cominciava a preparare la delicata ed importante svolta nello sviluppo della Cassa nelle riunioni in vista dell'Assemblea generale ordinaria dei soci. In questa occasione, venivano invitati il Presidente dell'Ente Nazionale e di zona, sostenitori dell'ampliamento della Cassa Rurale ed in grado di rassicurare i soci sul sostegno dell'ente nella realizzazione di questo difficile passaggio.
All'Assemblea del 13 aprile 1958, così, il Presidente dell'Ente di zona, Di Marino, prendendo la parola affermava: "la presenza del Presidente dell'Ente Nazionale è indice di interessamento allo sviluppo della vostra cassa. Si compiace che il nostro Presidente per il lavoro svolto presso i vari enti e perché è riuscito financo a far partecipare alla nostra Assemblea il Presidente dell'Ente Nazionale.} Occorre aprire la Cassa in luogo più centrale e con orario regolare di banca. Con queste decisioni la Cassa farà certamente progressi notevoli."


Il vecchio porto "Puzzonitto"

Prendeva quindi la parola il Presidente dell'Ente Nazionale, dottor Gargiullo,] che si compiaceva per la resistenza dei soci, nonostante tutti i tempi e tutte le avversità, augurandosi che la Cassa si sviluppasse maggiormente. Allo scopo citava il positivi esempi di altre Casse Rurali che, nella stessa situazione del sodalizio nettunese, avevano investito con determinazione nel potenziamento e nell'espansione,! Chiudeva auspicando che anche la Cassa Rurale di Nettuno avesse una sede più! centrale e più degna con tutti i servizi di banca ed assicurando i presenti che l'ente avrebbe finanziato il pagamento dell'affitto del nuovo locale fino a quando vij sarebbe stato bisogno.
Il Presidente Andrea Monaco ribadiva i ragionamenti esplicitati da chi lo aveva preceduto negli interventi e adduceva un altro argomento pratico in favore! della necessità di dare un maggiore sviluppo alla Cassa, anche con una nuova se-| de; invitando a considerare altresì il fatto che "i meno giovani debbono faticosamente salire per accedere alla nostra sede". A seguito della discussione e messa al votazione, le proposta di sviluppo della Cassa con l'effettuazione di tutti i servizi bancari ed il trasferimento della sede, venivano approvata all'unanimità.


Stabilimento dei ferrovieri
e la Marciaronda

Il 1957, tuttavia, era stato un altro anno difficile per la produzione agricola nettunese. Il freddo eccezionale dell'inverno '56, la neve abbondante: a Nettuno impensabile ed anomala manifestazione atmosferica, avevano danneggiato in modo considerevole il raccolto e la produzione dei prodotti agricoli, in primo luogo del vino. Il decollo economico generale, comunque, era riuscito a tamponare sensibilmente gli effetti a cascata sull'economia cittadina prodotti dalla crisi agricola, anche in considerazione del fatto che una parte non piccola della popolazione dedita all'agricoltura era passata ad altre attività.
Forse tra tutti gli agenti importanti dell'economia locale quella che pagava di più il prezzo delle calamità atmosferiche era proprio la Cassa Rurale, legata tradizionalmente al lavoro agricolo. La Cassa Rurale di Nettuno chiudeva il bilancio del 1958 con una serie di dati in negativo tra cui spiccavano una notevole flessione nei depositi e un discreto totale di crediti in sofferenza. Ne analizzava le cause il Presidente, Andrea Monaco, presentando la relazione del consiglio di amministrazione all'Assemblea generale ordinaria per l'approvazione del bilancio 1958:
"Passando a presentarvi la relazione sul bilancio 1958, di cui oggi vi rendiamo conto, va senz'altro detto che il decorso esercizio non può essere considerato fra i più prosperi anche se la causa deriva unicamente dall'annata, che per l'economia locale non è stata favorevole; ed è a tutti noto che quando la produzione agricola non è considerevole tutti ne risentono le conseguenze. Malgrado tutto siamo riusciti a soddisfare la quasi totalità delle richieste da parte dei soci."


Lavori di demolizione del cinema Sangallo
e palazzo Borghese

Nell'opinione del Consiglio di Amministrazione, le difficoltà vissute della Cassa dimostravano ulteriormente quanto fosse pericoloso e limitante mantenere legami quasi esclusivi con l'economia agricola e servizi bancari circoscritti e poco diversificati. Ciò doveva rafforzare l'impegno e la determinazione verso l'ampliamento dei settori di attività ed intervento della Cassa e dei suoi servizi. Nella stes-1 sa relazione sopra citata, infatti, il Presidente continuava: "Per le cause su esposte dobbiamo comunicare che i depositi questo anno hanno subito una flessione di circa 5 milioni rispetto all'anno precedente [quasi il 30%, n.d.a.]; per cui a nostro avviso si rende necessario che la Cassa operi anche in altri settori, iniziando e sviluppando altri servizi, naturalmente con quella gradualità necessaria affinché si arrivi alla metà con tranquillità e successo."
Il 29 aprile 1958 era stato comunque approvato dal Consiglio di Ammini strazione il trasferimento della sede a via Vittorio Veneto (angolo via C. Donati nei locali di Manlio Vari al prezzo di affitto di 18.000 lire mensili.


Lavori al Santuario fine anni '50

Col '59, la consistenza del sodalizio faceva un altro balzo in avanti. Entrava no 81 nuovi soci, mentre ne uscivano soltanto 8. Al 31 dicembre 1959, la Cassi Rurale contava quindi 368 membri. Lo stesso anno iniziava, subendo poi fino ac oggi aggiustamenti nel tempo, una delle attività della Cassa Rurale più significative ai fini della promozione dell'istruzione e della cultura a Nettuno. Si decideva su invito dell'amministrazione comunale di creare 15 libretti di risparmio a favore di alunni meritevoli.
L'esercizio 1960 era un anno cruciale per la Cassa Rurale. Difficoltà d'ordine patrimoniale, quali la carenza dei depositi, non permettevano l'erogazione dei prestiti richiesti e creavano difficoltà per le spese di amministrazione. In concomitanza con la crisi si avevano le dimissioni del Presidente Andrea Monaco e di altri consiglieri. In qualità di Vice-Presidente, nell'agosto 1960, Luigi Giusti sostituiva Monaco, in attesa del rinnovo delle cariche sociali alla prima Assemblea generale ordinaria. Giusti instaurava immediatamente una politica di riduzione delle spese di amministrazione, licenziando ad esempio il direttore-contabile, e riusciva a portare a chiusura di esercizio un bilancio positivo, che segnava un notevole progresso su quello dell'esercizio precedente, come risulta dal seguente raffronto:

la massa fiduciaria che al dicembre 1959 era di £ 13.376.315, al 31-12-1960 saliva a 20.549.353 lire, con un aumento di £ 7.173.038, pari in percentuale al 54%.
Gli investimenti di portafoglio che al 31-12-1959 erano di £ 11.538 al 31-12-1960 salivano a 15.835.775 lire, segnando un incremento di £ 4.297.775, pari in percentuale al 37%.
La Cassa Rurale, inoltre, durante la crisi vinicola, perdurante ancora nel 1960, erogava oltre 18 milioni di nuovi prestiti venendo così incontro alle pressanti necessità di circa 200 soci.


Squadra edile dei lavori al Santuario

Lungomare fine anni '50

 





La pubblicazione dell'opera è stata autorizzata dalla BCC NETTUNO
e dall'AUTORE STEFANO CANALI

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