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BANCA DI CREDITO
COOPERATIVO DI NETTUNO
1899 - 1999
UN SECOLO DI STORIA

Crescita della Banca
Trasformazione della Città

di Stefano Canali

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SOMMARIO - INDICE - 01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23


CAPITOLO II

04 - NETTUNO E LA CASSA RURALE
DAL 1899 ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

1. Nettuno dal 1899 al 1939


 


passaggio del tram davanti alla posta
Anni '20

Alla fine del XIX secolo, la città di Nettuno attraversava una fase di notevole espansione demografica. Dal ventennio precedente, infatti, la popolazione era raddoppiata, passando da circa 2.700 a 5.500 abitanti. L'apertura del Centro Esperienze di Artiglieria dell'Esercito Italiano, all'epoca il più moderno ed attrezzato poligono di tiro del Regno d'Italia, aveva dato un notevole contributo a questo sviluppo, costituendo per l'economia e la società nettunese del tempo, ancora saldamente legate alla vita rurale, un forte polo d'attrazione demografica e un motore per la crescita economica.
Lo sviluppo della città si accompagnava così ad una considerevole moder-nizzazione delle infrastrutture e dei servizi. Il primo marzo del Novecento veniva attivata l'erogazione dell'energia elettrica nella città. Il 27 agosto del 1910 entrava in servizio la tranvia elettrica che univa il centro di Nettuno con quello di An-zio. La linea assicurava corse di collegamento ogni 20 minuti, con percorrenze medie di circa 12 minuti tra i due capolinea distanti 3 chilometri.
Il 12 dicembre di due anni più tardi, nel 1912, veniva invece inaugurata la nuova residenza municipale del Comune di Nettuno, ancora oggi sede dell'amministrazione comunale. L'opera era realizzata su progetto e sotto la direzione di Talenti e Serri, due tra i maggiori ingegneri italiani del periodo. Ancora due anni più tardi veniva ultimata la costruzione di un'altra delle opere più caratterizzanti ed importanti della città: il nuovo santuario dedicato a Nostra Signora delle Grazie. L'edificio sacro, eretto nella contrada S. Rocco, all'epoca desolata periferia del comune dava un cospicuo impulso allo sviluppo edilizio sul lungomare.


la nuova stazione ferroviaria

La crescita trovava riscontro nella nuova impennata demografica registrata nel 1920, quando la popolazione censita si attestava sui 7.300 abitanti e quindi sui 10.000 residenti contati nel 1930. In trentenni, quindi, dal 1900 al 1930, la popolazione era praticamente raddoppiata.
Nel Ventennio fascista, il processo di trasformazione della città aveva conosciuto una spinta in avanti vigorosa, anche se per certi versi contraddittoria. Dopo il trattato tra Italia e Jugoslavia che regolava le condizioni degli italiani in Dalmazia, firmato da Mussolini nel forte Sangallo il 20 luglio 1925, il fascismo procedeva a modificare in maniera sostanziosa l'assetto urbano ed amministrativo di Nettuno. Sul fronte delle infrastrutture gli interventi erano volti ad un positivo ed ulteriore ammodernamento. Era il caso della realizzazione nel 1934 del nuovo tracciato della ferrovia, spostato nell'entroterra e scavato in una trincea, e la costruzione della nuova stazione, recentemente ristruttura dalle F.S. L'anno successivo, nel 1935, la linea Roma - Nettuno veniva elettrificata.
Dal punto di vista amministrativo, sotto il fascismo il Comune di Nettuno diveniva oggetto di provvedimenti straordinari. Nel 1934, con R.D.L. n. 1682, il territorio di Nettuno subiva un'amputazione: le frazioni dell'Acciarella, Conca e Le Ferriere venivano incorporate nel neonato comune di Littoria, oggi Latina. Cinque anni più tardi, con il Regio Decreto Legge n. 1958 del 17 novembre 1939, il regime fascista all'acme della sua parabola, univa le città di Nettuno e di Anzio in un unico comune, con il nome di Nettunia. Questa unità amministrativa verrà revocata alla fine della seconda guerra mondiale, il 3 marzo 1945.


L'Isolotto demolito durante
il periodo fascista

Gli interventi più controversi realizzati dal fascismo sulla città di Nettuno furono senza dubbio quelli di natura urbanistica. Sull'esempio dei numerosi lavori di sventramento e riassetto urbano fatti nelle grandi città dal regime, anche Aurelio Leoni, Commissario Prefettizio del Comune di Nettuno, intraprendeva eccezionali lavori di ristrutturazione urbanistica. Tra il 1937 e il 1938 venivano demolite le case antistanti la Chiesa di san Giovanni nel borgo medievale -realizzando la piazza S. Giovanni - e quelle nella piazza fuori le mura, che costituivano il cosiddetto isolotto, ricavando l'attuale piazza Mazzini. Sempre nel 1937 veniva demolito anche l'antico oratorio del Carmine a lato della Chiesa Collegiata. Questi lavori risolvevano certamente alcuni annosi problemi di igiene abitativa. Tuttavia, la loro radicalità cancellava per sempre tracce significative della storia della città ed alterava repentinamente la struttura insediativa del centro e le consuetudini materiali ad essa associate.
Nel 1938 erano ultimati i lavori di sistemazione a lungomare della riviera antistante il Municipio sino al Santuario della Madonna delle Grazie, con la costruzione di un muragliene, una balconata e due grandi scalee che scendevano a mare.
Nel 1939, la tranvia veniva sostituita con una filovia che collegava le stazioni ferroviarie di Anzio e Nettuno e i due centri cittadini. Il 1939 era l'anno in cui iniziava la Guerra mondiale. Nettuno viveva ignara i pochi anni che la separavano da uno degli eventi che più ne segneranno la storia.





La pubblicazione dell'opera è stata autorizzata dalla BCC NETTUNO
e dall'AUTORE STEFANO CANALI

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