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BANCA DI CREDITO
COOPERATIVO DI NETTUNO
1899 - 1999
UN SECOLO DI STORIA

Crescita della Banca
Trasformazione della Città

di Stefano Canali

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INTRODUZIONE


II volume celebra i cento anni della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, già Cassa Rurale ed Artigiana. Narra la sua secolare biografia, il lungo percorso di un'idea felice, nel più vasto racconto della storia di Nettuno nel Novecento, il secolo più intenso e creativo della Storia umana.
Fondata il 23 agosto 1899 da un gruppo di 12 notabili nettunesi, passata indenne attraverso la bufera di due guerre mondiali e cresciuta nella prodigiosa trasformazione cui è andata incontro la città di Nettuno e l'Italia dal dopoguerra ad oggi, la Banca di Credito Cooperativo costituisce attualmente una delle realtà economiche più importanti del territorio, sostegno fondamentale per i bilanci e le necessità familiari, per l'avvio e lo sviluppo delle piccole imprese: le unità produttive che sorreggono e muovono l'economia nettunese.
Ma il ruolo di questa Banca non si limita alle funzioni, peraltro vitali, di carattere economico e finanziario per la comunità locale. La Banca di Credito Cooperativo non è infatti un'impresa fondata e retta in nome del principio del profitto, ma una cooperativa, una società di persone unite dall'ideale fondante dell'aiuto reciproco, della collaborazione e della solidarietà. È per questo che la storia del Credito Cooperativo nettunese prende le mosse dalla storia minuta ma determinante di molti dei nostri concittadini, dalle vicende umane dei più umili, si identifica con i loro bisogni, si sviluppa nell'intreccio complesso di relazioni umane che nel tempo hanno fatto la trama e la consistenza dell'identità attuale della nostra città nelle sue dimensioni materiali e culturali.
La sua storia racconta allora l'evoluzione di Nettuno da un punto di vista privilegiato, da dove risaltano realtà altrimenti inaccessibili o considerate irrilevanti e mette in evidenza il rapporto di reciproca influenza tra le trasformazioni della Cassa Rurale e quelle della città nel corso del nostro secolo. Il racconto di questi cento anni della Banca di Credito Cooperativo nettunese comprende quindi necessariamente la ricostruzione e l'analisi dei mutamenti sociali, economici ed urbanistici cui la città di Nettuno è andata incontro in particolare dal dopoguerra ad oggi, nell'età Repubblicana. Sarebbe stato altrimenti impossibile comprendere il senso degli sviluppi dell'istituzione cooperativa nata nel 1899, l'importanza della sua prepotente affermazione per l'economia del territorio.

Nella sua parzialità ed incompletezza, questo viaggio nel passato intende stimolare la scoperta e la riappropriazione della memoria, aspira ad essere il punto di partenza per ricerche più approfondite ed elemento d'apertura di un dibattito ampio e documentato sulla storia della città. L'assenza della storia nella cultura della nostra città si avverte infatti pesantemente nella difficoltà con cui si tenta di dare un volto preciso alla natura dei suoi problemi e nell'apparente impossibilità di definire soluzioni adeguate ed efficaci.
L'identità della nostra città, con le sue bellezze e le sue irrisolte questioni, si costruisce infatti nel passato. Solo la storia, così, può aiutarci a ricomporre la sua immagine, oggi purtroppo frammentaria e sfocata. E solo la cognizione del passato, quindi, può offrirci quegli elementi di conoscenza della natura di un territorio che sono alla base della comprensione e della soluzione dei problemi che lo affliggono.

Scrivere la storia della Banca e della città inoltre mette in evidenza gli sforzi, i sacrifici, la fatica con cui i concittadini che ci hanno preceduto hanno trasformato il territorio, l'economia, la vita intera del nostro Comune. Da l'esatta dimensione del valore della città che abbiamo ereditato, facendocela apprezzare ed amare più profondamente, rafforzando in tal senso il senso civico.Porta talora allo scoperto gli sbagli e le decisioni fallaci: l'inevitabilità degli errori umani; così facendo però ci insegna a non ripeterli, indicandoci le scelte più adatte per la nostra città e le soluzioni personali migliori per vivere in essa.

Scrivere la storia della città e della Banca, inoltre, aiuta a svelare i confronti, i contrasti tra gli individui e l'aiuto reciproco, l'incessante dinamica dei bisogni personali e degli interessi di gruppo, la tensione ideale e l'obiettivo pratico: l'infinita varietà della vita umana, una costellazione di singole vicende legate assieme, comunque segnate, al di là delle diverse intenzioni e dei difformi bisogni, dall'impegno e dall'intelligenza.
In tal senso, questa storia, come ogni racconto storico, ci pone a contatto con il meraviglioso spettacolo delle attività umane che hanno costruito la realtà in cui viviamo oggi. Scopriamo i volti e le scelte di chi ci ha preceduto, dei nostri parenti, delle persone care, di tutti gli individui che continuano a vivere nelle realizzazioni a cui hanno dato un contributo, nelle convinzioni cui hanno dato alimento con le loro parole: elementi e fatti che si prolungano in noi e che ritroviamo lungo le strade, negli edifici, nei luoghi di lavoro, in ogni tratto del panorama che ci circonda, nei valori e nelle abitudini che condividiamo. Vediamo l'altro e noi stessi, il passato e il presente, in una trama che allarga il dominio della nostra stessa vita, e della conoscenza degli altri cittadini. Riuscendo a rompere i confini delle nostre limitate esistenze individuali, al di là degli angusti limiti in cui è necessariamente confinata l'esperienza della nostra quotidianità, comprendiamo più a fondo noi stessi, ci avviciniamo agli altri, sentiamo meno estranea la diversità, più leggero e chiaro il patrimonio del passato: credo che studiare e scrivere la nostra storia, quella delle istituzioni che hanno segnato l'evoluzione della città, come la Banca di Credito Cooperativo, abbia senso già in questo.

Passo fondamentale per la ricostruzione delle trasformazioni socio-economi-che della città nella storia repubblicana è stata la ricerca e la lettura dei dati dei censimenti generali della popolazione e delle abitazioni dell'ISTAT dal 1951 al 1991 curata dalla Dottoressa Marina Litri. I dati comunali sono stati successivamente elaborati, comparati con i relativi indici provinciali, regionali e nazionali per avere un quadro di riferimento interpretativo e quindi messi in serie storiche per comprendere la loro evoluzione nel tempo.

Scrivere un libro è sempre un'impresa collettiva. Anche quest'opera è frutto delle conoscenze già stabilite da altri, della collaborazione, delle indicazioni, delle testimonianze, dei suggerimenti, del sostegno, dell'assistenza diretta ed indiretta di moltissime persone. Lo spazio per ringraziarle tutte individualmente in maniera opportuna è senz'altro insufficiente e la semplice elencazione dei nomi credo sminuirebbe il significato del loro prezioso contributo. Esprimo ad esse tutta la mia gratitudine riconoscendo che senza il loro appassionato aiuto non avrei potuto portare a termine questo lavoro.

Ringrazio infine e soprattutto il Consiglio d'Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno e il suo Presidente, Ragionier Domenico Righini, per la stima e la fiducia che hanno voluto dimostrarmi affidandomi questo delicato ed importante incarico.
Dedico questo libro a mio padre che non potrà vederlo alle stampe. Allo stesso modo di tutto ciò che ho fatto finora anche quest'opera è profondamente sua. Essa, come gli altri miei scritti e come ogni mia convinzione o atteggiamento, nasce dalle sue parole e dai suoi insegnamenti, è una parte della sua vita che continua, vincendo la fine del corpo.

Nettuno, marzo 1999





La pubblicazione dell'opera è stata autorizzata dalla BCC NETTUNO
e dall'AUTORE STEFANO CANALI

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