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UNA REGINA SEDUTA SUL MARE
di ALBERTO SULPIZI

 

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01 PESCANDO NELLA STORIA - 02 LA CARTOLINA - 03 NETTUNO IN CARTOLINA - 04 IL BORGO - 05 IL DIO NETTUNO, PIAZZA MAZZINI ...LE ALTRE PIAZZE - 06 IL FORTE SANGALLO - TORRE ASTURA - 07 IL MUNICIPIO E LA PASSEGGIATA - 08 LA COSTA, LE SPIAGGE E I VILLINI - 09 LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO - 10 TRASPORTI - 11 MILITARIA - 12 FEDE E TRADIZIONE - 13 PLATEA IN PIEDI - 14 LA POSTA 15 RISTORANTI ED HOTEL - 16 LA NEVICATA DEL ‘56 - 17 QUARTIERI, FRAZIONI, PERIFERIE - 18 I GEMELLAGGI 19 MISCELLANEA - IL DIALETTO NETTUNESE - VOCABOLARIO NETTUNESE-ITALIANO

 

18 - I GEMELLAGGI

 

Su le rose si possono far poesie,
quando si ha a che fare con le mele, bisogna morderle.
Wolfang Goethe

 

 

Al termine del secondo conflitto mondiale, ricorda il prof. Giorgio Pagliuca presidente dell’Istituto ulturale Italo Tedesco sezioni di Nettuno, Anzio ed Ardea nonché responsabile dei gemellaggi per il comune di Anzio, inizia lentamente, una lunga e faticosa ricostruzione di un’Europa da riedificare su macerie anche intellettuali e morali; un’Europa diversa che non è solo un concetto geografico, dopo un conflitto che ne aveva annientato lo spirito e l’esistenza, un’Europa che torna ad essere una realtà percepita da menti illuminate sempre più numerose.
In tutta Europa, durante il conflitto mondiale, nascono spontaneamente movimenti e correnti di pensiero che vedono nell’europeismo il loro ideale. Nel 1942 gli antifascisti al confino sull’isola di Ventotene, emanano il “Manifesto per un’Europa libera e unita”.
Pochi anni dopo De Gasperi, Schumann, Adenauer, “i grandi europeisti”, danno un coraggioso e lungimirante inizio a quel processo di unificazione europea che, 60 anni dopo, è in parte concluso.
Il 1° gennaio 1958, con l’entrata in vigore dei trattati di Roma del marzo 1957, nasce la Comunità Economica Europea (Italia, Germania, Francia, Belgio e Lussemburgo e Paesi Bassi).
Nel 1946 vengono alla luce: la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) e 5 anni dopo il MEC (Mercato Comune Europeo) e l’Euratom (Comunità Europea dell’Energia Atomica); queste tre comunità, confluiranno poi, con il Trattato di Maastricht, il primo novembre 1993, nella Comunità Europea a formare il pilastro della Unione Europea.
E’ in quegli anni che si comincia a costruire l’Europa su un fertile terreno che, a vari livelli, già conosce il seme di una cultura europea e mitteleuropea e che, nonostante diversificazioni linguistiche ed una storia apparentemente diversa, ha destini comuni, in totale contrasto con i nazionalismi che avevano spinto le varie nazioni nel baratro della guerra. Con la pace, i cittadini europei riprendono i viaggi: dal nord riprende il flusso turistico ed intellettuale verso i paesi del Mediterraneo, caldi, accoglienti e ricchi di storia, cultura, ospitalità. Dal sud riprendono i viaggi della speranza di milioni di emigranti verso le fredde e ricche terre del nord.
Gli uni e gli altri portano con loro una lingua, una cultura, una filosofia e un modo di vita: inizia una lunga marcia che porterà milioni di persone a protendersi verso il futuro, nella pace e nella libertà, nel ripudio delle guerre e con la costante aspirazione alla fratellanza fra i popoli, il diritto alla cultura e all’istruzione, il diritto al lavoro, alla libertà di movimento, alla conoscenza e alla ricerca del bene comune di tutti gli individui e di tutta la società.
Ma mentre i confini tra i vari stati dividono ancora i cittadini europei e fermano la loro inconscia voglia di Europa, la maggiore facilità di viaggiare, di informarsi, di comunicare, di vedere e di sapere, la facilità di conoscere avvicinano inesorabilmente i destini dei futuri cittadini europei.
Uno degli sbocchi di questa voglia di conoscersi, di confrontarsi, di frequentarsi sono i primi gemellaggi tra gruppi di cittadini, tra città e paesi della vecchi Europa.
All’inizio nascono quasi per caso. E’ l’emigrante che, nella sua voglia di integrarsi, avvicina il proprio paese d’origine a quello di adozione; è il turista che cerca una continuità ideale intellettuale e culturale nei paesi che visita; è il politico che cerca di allargare le prospettive internazionaliste dei propri concittadini; è l’insegnante, lo studente, l’amico di un’altra città europea che si apre a rapporti molto diversi da quelli che pochi anni prima vedevano soldatesche straniere marciare per le contrade europee.
Il gemellaggio tra città europee più vecchio è quello del 1946 tra Orléans (Francia) e Dundee (Regno Unito) fondato sulla volontà di rafforzare un’alleanza vecchia di 700 anni.
Nel 1950, iniziano i primi gemellaggi tra città francesi e tedesche, fino a pochi anni prima le une contro le altre armate.
Nel 1951 si crea il “Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa”, organo preposto alla costruzione europea e dal 1990 questa attività si estende ai paesi dell’Europa centrale e orientale.
Con il Trattato di Maastricht, l’Unione Europea inizia ad avviare azioni culturali tese allo “sviluppo delle culture dei diversi Stati membri”.
Nel nostro territorio l’avvicinamento europeo ha però già aperto i suoi varchi: nel 1958 si stipula il primo gemellaggio tra Anzio e Bad Pyrmont, ridente cittadina termale della Bassa Sassonia, vicino ad Hannover, il più antico gemellaggio tra una città italiana ed una tedesca.
Nettuno, anni dopo, segue l’esempio di Anzio, prima attraverso il gemellaggio con la cittadina bavarese di Traunreut (1973), poi con quella francese di Bandol, sulla costa azzurra (1994).
Nel 2004 poi Anzio festeggia il suo nuovo gemellaggio con Pafos, cittadina marittima greco-cipriota ed è di questi giorni l’inizio di un futuro gemellaggio con la cittadina polacca di Kudowa, nella Slesia meridionale.
Contemporaneamente le due cittadine, coscienti delle potenzialità dei rapporti gemellari, iniziano relazioni con altre realtà, sia più povere, come le popolazioni sahariane alle quali il benessere raggiunto in Europa potrebbe sicuramente giovare, sia con realtà più moderne, come l’Arkansas di Van Buren.
Molte ed interessanti le attività svolte in questi anni dalle due municipalità, attività portate avanti con il lavoro volontario di tanti, molti ormai scomparsi; attività e personaggi che hanno aperto alle due cittadine ed ai loro abitanti le strade dell’Europa degli stati e dei cittadini nonché le strade di un mondo ormai vicino e facilmente raggiungibile.

 

Città gemelle

TRAUNREUT
Nel 1945 una trentina di famiglie provenienti da alcune località devastate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, giungono su di una vasta distesa pianeggiante situata a ridosso delle Alpi Bavaresi, a circa 50 chilometri dal confine austriaco. Nel 1950 gli abitanti diventano 1400. Nasce così il Comune di Traunreut, prendendo il nome dal fiume Traun che percorre il suo territorio.
Nel 1973, con la firma degli atti protocollari, si instaurano i primi rapporti di gemellaggio fra Nettuno e la giovane città tedesca di Traunreut. Li sottoscrivono il borgomastro Franz Haberlander ed il sindaco Antonio Simeoni. Centro bavarese di notevole importanza industriale, nato dopo la Seconda guerra mondiale, moderno, conta oltre ventimila abitanti. In un trentennio, compiuto il primo aprile 2003, molti e proficui sono stati gli scambi culturali e turistici fra le due cittadine. Traunreut attualmente, si presenta ordinata ed efficiente, scuole, servizi pubblici e privati, impianti sportivi e ricreativi sono curati e funzionali e costituiscono un importante punto d’incontro per i giovani della città. L’economia si basa sull’industria, tra cui la Siemens, importante industria europea e la Dr. J. Heidenhain, operante nel settore strumentale e di precisione.

BANDOL
Nel 1992, per la diffusione dello spirito di fratellanza fra i popoli, Nettuno sottoscrive con Bandol a quasi venti anni di distanza dal gemellaggio con Traunreut, un nuovo atto di gemellaggio.
Bandol è una località balneare ed invernale, in situazione amena, all’estremità ovest di una baia ben riparata. Appartiene al dipartimento di Var, a pochi chilometri da Tolone.
Dal 1933 al 1938, insieme con l’altrettanto bella e vicina Sanary sur mer, sarà punto d’incontro e residenza di numerosi scrittori fuggiti dalla Germania. Ciò avverrà grazie all’iniziativa di Renè Schickele, che abita a Bandol. Vi risiederanno fra gli altri, Thomas ed Heinrich Mann, e Arnold Zweig. Nel 1916, vi vivrà ed opererà la scrittrice Katherine Mansfield.
Dal 1945 è sede di una importante scuola di tennis. La baia è circondata da lungomari pieni di fiori, ha tre spiagge ed è ben protetta dai venti di tramontana. L’antico porto di pescatori conta circa 7/8 mila abitanti e le colline circostanti sono ricche di vigneti famosi. Oltre al buon vino, in comune conNettuno vi è una bella passeggiata ed un fortino (XVII sec.).
Bandol offre una ottima ricezione alberghiera ed oltre al casinò, si può visitare l’antistante isoletta di Bendor, raggiungibile in appena sette minuti che ospita un museo del vino ed uno marino, nonché una esposizione permanente d’arte (dipinto di Dalì) ed un centro subacqueo.

CORINALDO
La leggenda sull’origine del nome narra che trovandosi Corinaldo in prossimità della distrutta città di Suasa Senonum, l’invocazione curre in altum, fuggi verso l’alto, sia pronunciata dai sopravvissuti alla violenza dei barbari.
Più probabile che il toponimo indichi un colle in alto.
Le sue origini si devono al fenomeno storico dell’incastellamento ed alla ricostruzione della cittadina romana di Suasa.
Nel Trecento, è ghibellina. Dopo lunga appartenenza al Papato viene distrutta dai pontifici.
Sul finire del Trecento viene ricostruita ex novo con l’attuale cinta fortificata e gli Sforza e i della Rovere succederanno ai Malatesta.
Nel Cinquecento vi giunge in missione per conto della Signoria di Firenze, Niccolò Macchiavelli (famosa lettera in cui si anticipano i temi del Principe).
Dal Seicento in poi, terminati i lavori per la chiesa del Suffragio, Corinaldo vive secoli di splendore, grazie alla protezione del Papato e si arricchisce di eleganti dimori.
Nel 1786 Pio VI conferma a Corinaldo il titolo di città datogli da papa Leone X per la fedeltà mostrata nel Cinquecento contro Francesco Maria spodestato duca di Urbino.
Ancor oggi è cinta da mura medioevali in posizione panoramica tra le valli del Cesano e del Nevola ed offre al visitatore una caratteristica atmosfera con i suoi vicoletti e le sue torri; è nota per la produzione del Verdicchio.
Patria di santa Maria Goretti, motivo che ne favorisce il gemellaggio con Nettuno dal 2005, conserva la casa della santa, meta di numerosi pellegrinaggi.

 

 


Immagine che testimonia la visita dell’Istituto Culturale Italo-Tedesco Goethe, sezioni di Anzio, Nettuno, Ardea, guidata dal presidente Giorgio Pagliuca, ricevuto nella sala del Consiglio Comunale di Traunreut dal borgomastro Franz Parzinger; agosto 2002

 

 


Veduta aerea di Traunreut

 

 


Cartolina commemorativa del gemellaggio fra i comuni di Nettuno e Traunreut, edita dallo studio Wiegner di Traunreut

 

 

Sei cartoline d’epoca illustrano in modo più esauriente di qualsiasi frase la splendida cittadina di Bandol

 

 

 

 

 

 

 

 

Due cartoline: anni cinquanta, edizione Bernardini Nicola con il monumento a Maria Goretti
ed una gruss successiva edita da Giuliano Spinaci con tre vedutine

 

 


 

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