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UNA REGINA SEDUTA SUL MARE
di ALBERTO SULPIZI

 

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01 PESCANDO NELLA STORIA - 02 LA CARTOLINA - 03 NETTUNO IN CARTOLINA - 04 IL BORGO - 05 IL DIO NETTUNO, PIAZZA MAZZINI ...LE ALTRE PIAZZE - 06 IL FORTE SANGALLO - TORRE ASTURA - 07 IL MUNICIPIO E LA PASSEGGIATA - 08 LA COSTA, LE SPIAGGE E I VILLINI - 09 LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO - 10 TRASPORTI - 11 MILITARIA - 12 FEDE E TRADIZIONE - 13 PLATEA IN PIEDI - 14 LA POSTA 15 RISTORANTI ED HOTEL - 16 LA NEVICATA DEL ‘56 - 17 QUARTIERI, FRAZIONI, PERIFERIE - 18 I GEMELLAGGI 19 MISCELLANEA - IL DIALETTO NETTUNESE - VOCABOLARIO NETTUNESE-ITALIANO

 

11 - MILITARIA

Vivere ardendo e non bruciarsi mai
Gabriele D'Annunzio

 

 

Già nell’ottocento, lo Stato Ecclesiastico fa compiere le grandi manovre dell’esercito pontificio nella landa a levante di Nettuno, verso le paludi Pontine deserte e desolate. Dopo l’Unità d’Italia ed il trasferimento della capitale del Regno a Roma, il Ministero della Guerra costruisce caserme nel centro della Città Eterna, la circonda con corona di forti e colloca a Nettuno, raggiungibile facilmente per ferrovia, la Scuola Centrale di Tiro che, istituita da S.M. il Re Umberto I col regio decreto 24 giugno 1888, entra nelle Storia Militare Nazionale dal 1° luglio successivo.
Ceduto dall’Università Agraria, il territorio sotto servitù, lungo quasi dieci chilometri e largo da uno a due, ha superficie di circa 1500 ettari; si estende da Cretarossa a Valmontorio ed è compreso fra il litorale tirreno a sud e la strada che unisce dette località, passando per Quadrivio Acciarella, a nord.
Nel poligono, compiono addestramenti ed esercitazioni varie Armi dell’esercito e, soprattutto, l’Artiglieria, Corpo colto che richiede la conoscenza della balistica, cognizioni di chimica (propulsione dei proiettili), fisica (dinamica delle traiettorie) e matematica (calcoli relativi). Ad inizio secolo, per l’importanza raggiunta, il balipedio viene visitato da S.M. il Re Vittorio Emanuele III e, nel 1908, il Municipio ne propone, senza esito, l’allacciamento alla stazione con un raccordo ferroviario.
Dalla succitata Scuola scaturisce, nel 1915, una Sezione Sperimentale, denominata Direzione dal 1921 e che, ulteriormente potenziata nel 1927, diviene 1° Centro Esperienze d’Artiglieria.
Suo scopo sono controlli e collaudi di armi, mezzi e munizioni d’ogni tipo e calibro per verificare l’efficienza degli equipaggiamenti esistenti nonché i progressi nelle polveri piriche ed i miglioramenti nella metallurgia introdotti dall’industria nei programmi di produzione del moderno materiale.
Negli anni trenta il Centro, ammodernato nelle attrezzature, riceve una rete di ferrovie tipo Decauville per i trasporti interni verso Torre Astura mentre, contiguo alla costiera, è costruito un campo d’aviazione, con pista in terra battuta, piccolo hangar e manica a vento, d’ausilio per le attività dell’artiglieria antiaerea.
Va ricordato che secondo il giornalista Cesare Falessi, in Vie del cielo e primi aeroporti a Roma e nel Lazio, pubblicato su Strade del Lazio a cura di Armando Ravaglioli, per le edizioni Newton Compton, che a Nettuno c’è uno dei più vecchi campi d’aviazione del Lazio, forse il più vecchio, una striscia d’involo dentro il comprensorio del Poligono d’Artiglieria, striscia sulla quale fin dal 1913 si compiono esperienze – forse le prime nel mondo – di tiro con la mitragliatrice, dall’aereo, contro bersagli terrestri. Durante la seconda guerra mondiale la striscia, potenziata dagli americani, servirà a far discendere sul campo di Nettuno i bimotori da carico DC-3 degli alleati per sgomberare i feriti dalla testa di ponte creatasi a seguito dello sbarco del 21/22 gennaio 1944.
Frattanto, tra il 1934 ed il 1935, quasi a confine con Anzio, sul pianoro dedicato a santa Barbara, patrona delle fiamme nere ed oro, viene edificata la Caserma Piave per ospitare la specialità ippotrainata che è trasferita a Bracciano subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale, nel 1941, anche la contraerea aveva lasciato il nostro Comune per Sabaudia, dov’è tuttora.
Il 22 gennaio 1944, gli eventi bellici investono Nettunia con l’arrivo degli alleati anglo-americani: gli statunitensi sbarcano ad oriente della cittadina ed occupano il Poligono dove, per mesi, ammassano ingenti truppe e depositano gran mole di materiali logistici traghettati con anfibi dalle navi ancorate in rada o trasportati con apparecchi che atterrano nell’aeroporto appositamente approntato.
Cessate le ostilità, la Caserma Piave passa dal Ministero della Difesa a quello degli Interni che, restauratala nel 1946 - 1947, v’insedia dapprima la Scuola di Pubblica Sicurezza per Allievi Guardie poi, dal 1° maggio 1969, quella per Sottufficiali e, infine, dal 28 maggio 1985, l’Istituto d’Istruzione per Sovrintendenti, Ispettori ed Ispettrici della Polizia di Stato.
Un cenno ai centri Arti Marziali e Cinofili, primi ed unici in Italia, che hanno laureato campioni di fama internazionale sia fra gli sportivi, come Romano Polverari che fra …gli amici dell’uomo come il pluridecorato cane pastore tedesco Bero del m.llo Loreto Sulpizi.
Con la pace, riprende anche l’attività dell’Artiglieria. Nel 1945 il piccolo poligono per armi leggere di Santa Severa è posto alle dipendenze di quello di Nettuno dove, dal 1953, opera pure una sezione delle Marina Militare, distaccata dalla base navale di La Spezia, i cui pezzi di grosso calibro e lunga gittata, fino a trenta chilometri, possono sparare sul mare in un’area ampia 260 kmq che, interdetta alla pesca, funge da parco marino, consentendo il ripopolamento ittico locale.
Inquadrato dal 1979 come stabilimento militare, quello nettunese, deputato al Collaudo ed Esperienze per l’Armamento è utilizzato pure dalle industrie private, anche del campo civile, e dagli eserciti europei per le avanzate attrezzature disponibili e per la professionalità del personale dipendente: quivi, per esempio, si è qualificato il famoso carro armato Leopard in dotazione alla NATO.
L’Ente che ha assunto il nome di Stabilimento Militare Collaudi ed Esperienze per l’Armamento ovvero SMCEA, diviene poi dal 1998, Ufficio Tecnico Territoriale, Armi e Munizioni.
Dal 2002, assume il nome di Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti Terrestri, il cui compito principale consiste nella gestione dei contratti di approvvigionamento di materiali militari presso l’industria, stipulati dalla Direzione Generale Arm. Terr. del Ministero della Difesa da cui dipende l’Ente.
Altro compito riguarda le prove su armamenti convenzionali e relativo munizionamento destinati a tutte le Forze Armate, principalmente però all’Esercito ed alla Marina Militare; infatti quasi tutti i moderni sistemi d’arma in dotazione all’esercito, quali il carro armato Ariete ed il blindato Centauro sono stati sperimentati ed omologati presso il poligono di Nettuno.
Il poligono è dotato di complesse infrastrutture, come la Camera climatica che, per le sue dimensioni e le sue caratteristiche di resistenza, uniche nel suo genere in tutta Europa, consentono di sparare dall’interno con un cannone o un carro armato completo, dopo averlo portato a temperature estreme, da meno sessanta a più settantacinque °C, al fine di simulare tutte le condizioni di impiego reale.
La Camera climatica è stata utilizzate per prove a varie temperature su materiali di uso civile quale, un vagone completo destinato alla metropolitana di San Francisco o tubature per gasdotti siberiani. A partire dal 1980, la polemica provocata dal progetto, inattuato, di prolungamento del Poligono verso il Circeo, in presunta pericolosa prossimità con la centrale nucleare di Borgo Sabotino, fa focalizzare la fatiscenza della centrale termo-elettrica di cui è decisa la definitiva dismissione.
In pari periodo, si addiviene altresì alla revisione dei rapporti fra l’Amministrazione Militare e quella Civica a vantaggio di quest’ultima cui vengono ceduti alcuni edifici urbani e relative pertinenze come il palazzo del Presidio o la Caserma Donati per pubblici riusi civili.
Inoltre, la compagine cittadina è ammessa ad accedere agli arenili fino alla foce del fiume Astura: eden eccezionale dal punto si vista ecologico, ricco di aria pura, sabbia pulita, mare limpido, notevole per natura, grazie al bosco ed alla macchia mediterranea ed infine attraente per archeologia con i suoi ruderi romani e torre medioevale di vigilanza.

 

I CINOFILI

L’istituzione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza risale al 1852, durante il Ministero D’Azeglio, con la legge 11 luglio 1852. In seguito, pur cambiando denominazione, rimangono inalterati i compiti sanciti all’atto dell’istituzione: la tutela della libertà, la sicurezza dei cittadini, il soccorso nelle calamità pubbliche o private.
Per adempiere a ciò, il Ministero degli Interni, verso la fine del 1919, per completare l’organizzazione della Pubblica Sicurezza, istituisce il servizio cinofilo delle Forze di Polizia. Ha lo scopo di fornire agli organi di polizia Giudiziaria, un mezzo ausiliario per la vigilanza e la sicurezza dei cittadini. Inizialmente il compito delle unità cinofile sarà: il controllo della frontiera terrestre soprattutto per evitare l’espatrio clandestino e la lotta al contrabbando ed al brigantaggio che dopo la prima guerra mondiale diviene particolarmente aggressivo.
Lo scopo dell’uso dei cani poliziotto lungo la frontiera terrestre alpina è principalmente quello di evitare l’uso di armi da fuoco da parte delle pattuglie in perlustrazione evitando così la perdita di vite umane: l’impiego dei cani in determinate circostanze può rivelarsi più efficace di qualsiasi proiettile sparato, infatti, un cane bene addestrato può esser fermato anche un solo istante prima del morso.
Successivamente, il CAACP (centro allevamento addestramento cani polizia) addestrerà unità cinofile impiegate per la ricerca di persone e cose o per la cattura di pericolosi malviventi. Quest’ultimi, soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, divengono particolarmente agguerriti e pericolosi, quindi si istituiscono speciali nuclei cinofili per la cattura di quei banditi rifugiatisi prevalentemente sui monti. Con la diffusione dell’uso di sostanze stupefacenti, la Polizia Italiana addestra per la prima volta, con il metodo americano, cani antidroga da inviare presso gli scali aerei, marittimi e terrestri nazionali.
Negli anni settanta, con il verificarsi di atti di terrorismo su tutto il territorio, la Pubblica Sicurezza istituirà presso la scuola di Nettuno nuclei di cani addestrati per la ricerca di sostanze esplodenti: gli artificieri a quattro zampe. Attualmente in Italia sono dislocati distaccamenti regionali con cani addestrati per la ricerca di persone e cose smarrite e per la cattura di malviventi, cani antidroga, cani artificieri, cani da valanga e per ordine pubblico presso gli stadi di calcio.
Il CAACP dalla sua istituzione ad oggi partecipa a tutte le manifestazioni per l’anniversario della Fondazione del Corpo, l’attuale Polizia di Stato. Partecipa a tutte le competizioni cinoagonistiche indette dall’ENCI sia nazionali che internazionali, singole o collettive, sempre con brillanti risultati. Ha nel suo attivo inoltre, numerose operazioni di Polizia Giudiziaria con risultati spesso determinanti ai fini delle indagini.
In conclusione, bisogna ricordare la partecipazione di unità cinofile a manifestazioni a favore di enti civili e militari, a scopo filantropico. Dopo la seconda guerra mondiale l’addestramento e l’impiego dei Cani di Polizia del CAACP della scuola di Nettuno diviene esempio e modello per altri Corpi di Polizia sia Nazionale che di Polizia Straniera.

 

 

 


Rara cartolina Saluti dal poligono di Nettuno, periodo fascista, edizione Napoleoni

 

 


Cartolina del Poligono di Nettuno: Picchetto d’onore alla bandiera del 1° Centro Esperienze,
spicca la bandiera con scudo sabaudo, edizione Tersigni, 1931

 

 


Cartolina illustrata del Maggiore P. Tozzi per la Scuola Centrale di Artiglieria di Nettuno,
la cartolina è scritta dall’autore stesso in data 20 agosto 1909

 

 


Foto cartolina dell’arrivo del Re in visita a Nettuno, 14 novembre 1906

 

 


Due cartoline del palazzo del Comando; anni dieci

 

 


Due cartoline dell’interno del Poligono: caserme ed istruzione sul pezzo

 

 


Cartolina pubblicitaria a colori, del Servizio Tecnico d’Artiglieria Direzione delle Esperienze (Nettuno)

 


Foto, interno poligono maggio 1922

 

 


Cartolina della mensa ufficiali, edizione Tersigni degli anni trenta, distrutta probabilmente
da un bombardamento Alleato nel dicembre ’43 non è stata più ricostruita

 

 


Foto Barattoni, artiglierie in azione

 

 


Due cartoline Barattoni delle Batterie Contraerei in azione nel poligono di Nettuno. Poligono polivalente terrestre, marittimo che sviluppa il suo lato maggiore lungo il litorale il che consente collaudi ed esperimenti anche con artiglierie antiaeree, costiere e navali

 

 


Cartolina con i Saluti dal Poligono e tre vedutine, anni trenta

 

 


Giuseppe Albani in bicicletta precede una bella sfilata fra il Presidio ed il Caffè della Posta
in periodo fascista; (g.c. Francesca Albani)

 

 


Cartolina del Municipio e lungomare nell’imminenza dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale; colonna di mezzi provenienti dal Poligono transita a lato della trattoria I Cacciatori, sulla torretta del Municipio svetta un fascio littorio

 

 


Non comune cartolina virata seppia, della colonia dell’urbe, edizione Angelo Napoleoni

 


Foto cartolina con sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III ed il Generale Emilio De Bono, Ministro delle Colonie, nonché comandante in capo della guerra d’Etiopia, durante una esercitazione il 1° dicembre 1937

 

 


Lo sbarco: una foto del 22 gennaio 1944; la copertina di 7 anni di guerra dedicata allo sbarco; una cartolina del disegnatore Guido Buzzelli, tratta da una tempera su cartoncino dal titolo, Umanità durante la guerra nella testa di sbarco di Nettuno, edita dal Museo dello Sbarco Alleato

 

 


Alle due di notte del 22 gennaio 1944, un sabato, il VI corpo d’armata, agli ordini del generale statunitense John Porter Lucas, approda a Nettuno ed Anzio. E’ l’inizio dell’operazione Shingle (ciotolo) come viene definito in codice lo sbarco. Lo sbarco: una foto del 22 gennaio 1944; la copertina di 7 anni di guerra dedicata allo sbarco; una cartolina del disegnatore Guido Buzzelli, tratta da una tempera su cartoncino dal titolo, Umanità durante la guerra nella testa di sbarco di Nettuno, edita dal Museo dello Sbarco Alleato

 

 

 


I caduti delle operazioni in Sicilia del 10 luglio ‘43, nello sbarco di Salerno del 9 settembre ‘43 ed in quello del fronte di Nettunia, gennaio-maggio 1944, riposano nel cimitero americano di Nettuno. Si estende su 31 ettari, accoglie 7862 caduti, comprese 12 donne, fra ausiliarie e crocerossine. Ogni ultimo lunedi di maggio, vi si celebra il Memorial Day. Cartolina del Cimitero Militare Americano, edizione G. Monaco

 

 


La necessità di creare un sacrario, che ricordi il sacrificio di tanti giovani caduti “per l’Onore dell’Italia” è sentita da tempo e nel primo dopoguerra ad intraprendere le ricerche dei caduti in guerra sarà una giovane Ausiliaria della Decima MAS: Raffaella Duelli. Foto del Campo della Memoria

 

 


Nel 1987, il guardiamarina Alessandro Tognoloni, Medaglia d’Oro al Valor Militare, lancia l’idea di costruire un sacrario che raccolga le spoglie dei caduti della Decima MAS. Nettuno è scelta come luogo dove costruire questo monumento. Viene inaugurato il 28 marzo 1993 e viene preso in gestione nella primavera del 2000 dall’Onorcaduti del Ministero della Difesa. Dal 16 giugno 2005, vi posano i resti di 65 caduti, tra cui il Cap. Umberto Bardelli Medaglia d’Oro al Valor Militare. Foto del Campo della Memoria: commemorazione

 

 


Cartolina della Caserma Piave, Comando e Corpo di Guardia; costruita intorno al 1936 sulla collina di S. Barbara per ospitare l’artiglieria trainata a cavallo a cui si aggiungerà una sezione contraerea. Finita la guerra, il reparto a cavallo si trasferisce a Bracciano, mentre la contraerea dal 1941 va a Sabaudia. Edizione Tersigni, 1939

 

 


Cartolina Scuola Allievi di P. S. – Casermette Allievi

 

 


Rara foto cartolina di via S. Maria con quattro militari il 27 marzo 1948

 

 


La squadra cinofili della Polizia di Nettuno 1a classificata nelle gare di Classe A ed Avviamento a Roma, anni settanta

 

 


cartolina della scuola di P.S.: i cinofili Capelli Felice con il cane Asfaù e Sulpizi Loreto con il cane Alma; anni cinquanta

 

 


Il Centro Sportivo

 


Cartolina del Parco delle Rimembranze, edizione G. Monaco. Subito dopo il ponte della ferrovia, la trafficata via S. Maria si allarga sulla sinistra in un giardinetto dove un tempo fioriscono oleandri ed il sindaco Edoardo Renza fa piantare, a ricordo di ogni nettunese caduto nella grande guerra un albero di lecci. Sistemata piazza Mazzini, dopo la seconda guerra mondiale, i lecci vi vengono trasferiti ed il parco abbandonato a se stesso. I nomi dei caduti sono incisi nel marmo del monumento alla Vittoria in piazza Cesare Battisti

 

 


Due cartoline del Monumento ai caduti. Prima, nella sede iniziale al Belvedere, opera dell’architetto Cesare Bazzani, viene collocata negli anni venti nella più centrale piazza del Municipio, perduta nel corso della Seconda Guerra Mondiale, viene sostituita da un braciere in marmo poi collocato nel parco adiacente al cimitero civile, su una suggestiva lapide recante la scritta: La vita riculmina in gloria, la morte s’abissa in vittoria

 

 

 


Foto collezione Ruro Rondoni, suggestivo notturno al Belvedere; la statua rappresenta la dea Minerva, dea di ogni attività collegata all’intelligenza, assimilata alla dea greca Atena, prende il carattere di dea della guerra. Le ali che compaiono sull’elmo rappresentano la vittoria alata, la spada tenuta in mano come se fosse un figlio rappresenta le virtù guerriere. Guardia d’onore al Monumento il 4 novembre 1927, Regio Esercito e Milizia

 

 


Rarissima immagine del Monumento ai Caduti, cartolina edizione Tersigni, 1937; non ancora tracciate via Napoli nè tantomeno via Alcide de Gasperi. L’attuale esemplare, è una copia dello scultore Bruni, dono della Cassa Rurale e Artigiana di Nettuno alla città per la festa del 4 novembre 1979

 

 


Foto cartolina di una commemorazione al Monumento ai Caduti, immediato dopoguerra; sullo sfondo il bar che verrà gestito dal 1969 da Benito, il mago del caffè. Nettunesi assistono alla cerimonia dalla terrazza e dal balcone dell’autorimessa

 

 


Erinnofilo del Monumento del Bazzani

 

 

 

Nettunia:
alcuni storici narrano dell’esistenza di una antica città precedente Antium, una florida civiltà chiamata Neptunia, distrutta secondo alcune leggende da sconvolgimenti tellurici. Lo scoglio d’Orlando, scomparso per far posto al moderno porto turistico è per anni indicato come una delle ultime vestigia di quella mitica città.
Negli anni trenta, gli amministratori comunali iniziano una serie di profonde modifiche del tessuto cittadino per razionalizzare il volto di un paese lasciato all’abbandono e all’iniziativa privata per molti anni. Vengono abbattute baracche e caseggiati che abbruttiscono l’abitato, si creano piazze ed una importante passeggiata, una balconata che collega il borgo con il Santuario di N.S. delle Grazie. Inoltre è inaugurata una moderna filovia che unisce Anzio e Nettuno. La meta di questa opera di civiltà sarà la riunificazione dei due comuni il 27 novembre 1939, dopo una parentesi di 82 anni. Il nome scelto per la città sarà Nettunia.

 


Cartolina della tradizionale processione della Madonna delle Grazie; causa conflitto bellico ed obbligo di oscuramento, viene effettuata di giorno. Edizioni Monaco, 1941

 

 


Due cartoline di Nettunia con vedutine. Fin dai tempi dell’Antium volsca, secoli IX ed VIII a.C. l’agglomerato urbano è uno solo: l’agorà si trova nei pressi dell’attuale Villa Borghese, mentre l’importante porto Cenone si trova alla foce del fiume Loricina. Dopo due millenni di alterne ricerche, nel 1827, proprio per evidenziare l’importanza di questi due centri, Nettuno prende il nome ufficiale di Comune di Nettuno e Porto d’Anzio

 

Nettunia viene citata per la prima volta dallo storico greco Dionisio di Alicarnasso, 60- 0 a.C.. Il termine sarà ripreso dal nettunese Giuseppe Brovelli Soffredini nel 1923 nel dare alle stampe l’importante libro di storia locale: Neptunia.

 

 


Foglietto del Comune di Nettunia, diritti di segreteria, verde, da 80 centesimi, con bel disegno del Forte

 


Due cartoline di Nettunia: via Durand de la Penne e le Scuole Femminili

 

 

Nelle prime ore del 22 gennaio 1944, gli angloamericani sbarcano in forze su tratto costiero che va da Torre Astura a Tor San Lorenzo. I paracadutisti americani ed i Rangers, infiltrati in città, procedono all’eliminazione dei pochi tedeschi presenti a Nettunia con compiti di presidio, durante questa bonifica si verificano alcuni episodi che la memoria collettiva rimuoverà: le insensate uccisioni di Bramante Pagliaro, del carabiniere Petruzzello e della diciassettenne Giulia Tartaglia.

 


Effetti della guerra sul palazzo Valeri, (g.c. Silvano Casaldi)

 


Due cartoline di Nettunia: lungomare e villini; panorama dal mare

 

A maggio fra l’11 ed il 25 viene dapprima sfondata la linea Gustav e poi dato il via all’operazione Buffalo. I reparti dell’Asse sono quasi totalmente distrutti; gli alleati alle porte di Roma. Per Nettunia la guerra è finita e la popolazione nell’estate successiva ritorna lentamente in città. L’otto settembre 1944 anche la statua della Madonna delle Grazie ritorna nella basilica accolta da numerosi nettunesi. L’Amministrazione comunale di Nettunia nel periodo della guerra è tenuta dal principe Steno Borghese. La fine della guerra è all’orizzonte e con essa anche quella di Nettunia: il 3 marzo 1945, la città tornerà divisa nei due centri di Anzio e di Nettuno.

 


Bellissima fotocartolina del piccolo Sergio Baldazzi con la mamma nel Palazzo Baronale
di fronte S. Giovanni. Per g.c. di S. Baldazzi, 21 aprile 1942

 


Nettunia, cartina (particolare) in dotazione alle truppe tedesche. Truppenkarte, 1 settembre 1943, blatt, nr. 158

 


Ricevuta di dichiarazione di sfollamento obbligatorio, Nettunia 22 novembre 1943. Timbro comune di Nettunia

 


 

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ALBERTO SULPIZI

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