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UNA REGINA SEDUTA SUL MARE
di ALBERTO SULPIZI

 

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01 PESCANDO NELLA STORIA - 02 LA CARTOLINA - 03 NETTUNO IN CARTOLINA - 04 IL BORGO - 05 IL DIO NETTUNO, PIAZZA MAZZINI ...LE ALTRE PIAZZE - 06 IL FORTE SANGALLO - TORRE ASTURA - 07 IL MUNICIPIO E LA PASSEGGIATA - 08 LA COSTA, LE SPIAGGE E I VILLINI - 09 LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO - 10 TRASPORTI - 11 MILITARIA - 12 FEDE E TRADIZIONE - 13 PLATEA IN PIEDI - 14 LA POSTA 15 RISTORANTI ED HOTEL - 16 LA NEVICATA DEL ‘56 - 17 QUARTIERI, FRAZIONI, PERIFERIE - 18 I GEMELLAGGI 19 MISCELLANEA - IL DIALETTO NETTUNESE - VOCABOLARIO NETTUNESE-ITALIANO

 

17 - QUARTIERI, FRAZIONI, PERIFERIE

 

Primun vivere deinde philosophari.

 

 

La macchiarella. Con questo nome si intende il quadrilatero compreso tra via Santa Barbara, l’ultimo ponte della ferrovia prima della galleria, via Olmata e il muro di cinta di Villa Borghese. Le caratteristiche di questo vasto terreno sono uniche, da ricercarsi nella tipica flora della macchia mediterranea.
Le numerose dune, gli arbusti intervallati da lecci, disegnano paesaggi affascinanti ed intricati di difficile esplorazione.
I sentieri che si snodano lungo percorsi sabbiosi portano a delle piccole oasi nascoste, mete tradizionali delle giovani coppiette nettunesi.
L’affermazione ti ho visto alla macchiarella, rivolta ad una ragazza, è, per i tempi d’allora, un’accusa che compromette la giovane di fronte all’intera cittadinanza.
La zona è meta di numerosi bambini che all’interno, su un prato, costruiscono un piccolo campo di calcio.
I punti di accesso sono situati davanti all’entrata della caserma Piave, attuale parcheggio riservato alla Polizia di Stato e nei pressi del predetto ponte sulla ferrovia.
L’intricata macchia mediterranea rende arduo ogni tentativo di entrata da altre parti.
Più di dieci anni fa, un incendio doloso distrugge quel che rimane della macchiarella dando il via alla cementificazione dell’intera area con la costruzione del centro residenziale Colle Paradiso… perduto!
Piazza Regina Margherita. Prima degli ultimi decenni, è l’estremo lembo fabbricato del paese, l’ultima periferia, nei pressi della quale mi piace ricordare via Bainsizza, mondo della mia infanzia nei primi anni sessanta, povero ma semplice e sereno. La lunga stradina prende origine da via IV novembre, angolo piazza Regina Margherita e termina in via Armando Diaz, scorrendo parallelamente fra via Gorizia ed il tratto terminale di via Veneto.
San Giacomo. Il quartiere ha avuto notevole sviluppo grazie all’edilizia spontanea degli anni cinquanta e sessanta e grazie alla realizzazione dei complessi abitativi popolari GES.C.A.L. e I.A.C.P. degli anni settanta, dovute alle provvidenze recate dalle leggi n° 167 ed 865. Ha fatto seguito l’ulteriore espansione verso la località Cioccati, zona residenziale di pregio, opera dell’omonimo consorzio. Prima della costruzione del Monumentale Cimitero americano e lo sviluppo edilizio circostante, buona parte del terreno è occupato dall’uliveto Brovelli.
Cretarossa e Scacciapensieri. Come San Giacomo, anche il quartiere di Cretarossa si sviluppa nei primi anni settanta con la creazione di cinquantaquattro alloggi in case su due piani ed altri ventisette in tre palazzine. L’urbanizzazione prevede oltre a strade, fogne e luce anche ampi parcheggi e giardini.
L’altro volto della zona è lo Scacciapensieri, sorto negli anni sessanta su un terreno fronte mare dove prima dell’ultima guerra abita, in solitudine, un’eccentrica signora, detta l’americana. Il progetto, denominato dall’immobiliare Ottolini che lo realizza Centro Turistico Direzionale, prevede villette a schiera, palazzine con negozi e un grattacielo di diciannove piani, la Torre, completo di albergo, ristoranti, campi da tennis, bowling, palestra, piscina e ogni altro confort moderno.
L’intento di valorizzare gli arenili sottostanti per lo sviluppo turistico, viene raggiunto; non altrettanto quello di creare la Nuova Nettuno, cioè quel secondo polo cittadino, alternativo al centro classico, aggregato attorno al grande piazzale con belvedere e porticato, rimasto, invece, alquanto desolato.
Il villaggio di Tre Cancelli. In questa località, già alla fine degli anni trenta, vi è un nucleo di abitazioni, nelle quali la vita si svolge in condizioni oltremodo primitive. I coltivatori che vi si insedieranno subito dopo il disboscamento della zona, sentiranno il bisogno di raggrupparsi in villaggi di capanne per trascorrere con maggior sicurezza le notti. Prende vita così spontaneamente un villaggio, i cui abitanti svolgono come attività principale la coltivazione di piccoli fazzoletti di terreno sottratti al bosco. Il villaggio di capanne con struttura circolare e tetto in paglia viene abbandonato verso i primi anni quaranta. Ad esso si sostituiscono baracche a pianta rettangolare, con aperture in lamiera, ma le condizioni di vita rimarranno ugualmente misere.
Negli anni cinquanta si vedono le prime costruzioni moderne, un fabbricato scolastico, tra l’altro dotato di acqua, sollevata dal pozzo mediante aeromotore, sistema largamente diffuso nelle nostre campagne fino agli anni cinquanta e scomparso con l’avvento dell’elettrificazione rurale.

 

 


Due cartoline di via S. Barbara, metà anni sessanta; in quella scattata dal largo omonimo
si vede la villa del Cavalier Giuseppe Lotti.

 

 


Rara cartolina del 1902, scattata dalle terrazze di villa Donati, mostra un volto inedito della Nettuno di inizio secolo. Sulla sinistra è riconoscibile la costruzione oggi nota come palazzo Boccolini; destinata ad edificio militare, diviene invece civile abitazione. Più in alto, si scorge in lontananza, l’antica Badia di San Nicola, poi deposito ENEL, sconsacrata dal 1860 e distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Nelle vicinanze si notano delle caratteristiche costruzioni militari, successivamente denominate Caserma Capitano Umberto Donati. Al fianco di palazzo Boccolini, si trova un altro edificio, tutt’oggi esistente, tra le attuali via Sangallo e via Montenero, proprietà di Nicola Pasquali di Vindoli, che lo acquista sul finire dell’ottocento. Infine sulla destra della foto, in primo piano, alcuni ruderi riadattati a mò di casa campagna, molto probabilmente facenti parte della struttura dell’antica e preziosa chiesa di San Biagio, situata nei pressi dell’attuale largo santa Barbara e demolita tra il 1854 ed il 1877

 

 

 


Due foto della serena vita degli anni cinquanta in via Bainsizza: una mamma, un artigianale monopattino, una bella vespa

 

 


giovani giovanissimi e meno giovani in un momento di sano relax; il primo a sinistra è Luigi Rossi

 

 


Foto anni trenta: AgataPasquali, detta Titina, scende in bicicletta la polverosa via san Giacomo. Alle sue spalle una chiesetta tuttora esistente, alberi facenti parte dell’uliveto Brovelli, comparso con la costruzione del cimitero militare americano

 

 


Due cartoline a colori del quartiere Cretarossa/Scacciapensieri nei primi anni settanta. La nascita del quartiere consentirà a numerose famiglie di avere un tetto sicuro e decoroso e di lasciare dimore malsane ed igienicamente inadeguate

 

 

 

Tre cartoline anni trenta di via Olmata



 

 

 


Foto 1940, misere baracche nella vallata del fosso del Quinto, zona Ospedaletto ed in quella del Loricina, località Tre Cancelli

 

 

 


Due foto anni trenta della località Tre Cancelli dove è già presente un nucleo di abitazioni nelle quali la vita si svolge in modo primitivo. Il villaggio di capanne viene sostituito con i primi anni quaranta da baracche a pianta rettangolare con apertura in lamiere; unica costruzione moderna il fabbricato scolastico

 

 


Due foto mostrano altri aspetti della borgata Tre Cancelli

 


 

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ALBERTO SULPIZI

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