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UNA REGINA SEDUTA SUL MARE
di ALBERTO SULPIZI

 

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01 PESCANDO NELLA STORIA - 02 LA CARTOLINA - 03 NETTUNO IN CARTOLINA - 04 IL BORGO - 05 IL DIO NETTUNO, PIAZZA MAZZINI ...LE ALTRE PIAZZE - 06 IL FORTE SANGALLO - TORRE ASTURA - 07 IL MUNICIPIO E LA PASSEGGIATA - 08 LA COSTA, LE SPIAGGE E I VILLINI - 09 LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI CONTO - 10 TRASPORTI - 11 MILITARIA - 12 FEDE E TRADIZIONE - 13 PLATEA IN PIEDI - 14 LA POSTA 15 RISTORANTI ED HOTEL - 16 LA NEVICATA DEL ‘56 - 17 QUARTIERI, FRAZIONI, PERIFERIE - 18 I GEMELLAGGI 19 MISCELLANEA - IL DIALETTO NETTUNESE - VOCABOLARIO NETTUNESE-ITALIANO

 

08 - LA COSTA, LE SPIAGGE E I VILLINI

 

Non basta esser nati...bisogna fare qualcosa.
Giovanni Arpino

 

La costa del golfo nettunese rientra nella tipologia a falesia costituita da un’arenaria fossilifera conosciuta con il nome di macco. Gli alti costoni di macco rendono ardua ogni discesa verso il mare. Unico punto ove il dislivello viene a mancare è lungo la foce del fiume Loricina, zona in cui sorge un complesso ecosistema paludoso.
Queste caratteristiche fanno sì che quando sul finire del diciannovesimo secolo si inizia lo sfruttamento turistico della zona, i primi stabilimenti balneari sono sistemati su palafitte.
Il mare che lambisce il forte Sangallo, la marciaronda del borgo e tutta la balconata che iniziava davanti al palazzo municipale per terminare nei pressi del fiume Loricina, producono nei secoli fenomeni affascinanti di erosione. Cosicché residui di macco, uniti ad avanzi di antiche costruzioni romane, formano quei famosi scogli che i vecchi nettunesi ricordano con tanta nostalgia.
Non vi è sabbia, ma dei sassolini arrotondati, chiamati in dialetto pallandoli. Qualche anziana nettunese racconta, che in periodi di ristrettezze una delle fonti di alimentazione, è la minestra di pallandoli, con il solo sapore dato da quei sassolini imbevuti nel mare.
Con l’ausilio di Vic De Franceschi, storico appassionato, una vita dedicata al mare e a Nettuno, proviamo ad elencare gli scogli che dopo le grotte di Nerone, l’arco muto ed il molettone ad Anzio, troviamo a Nettuno fino a Torre Astura: affiorano scogli davanti al villino Colonna, Punta Borghese, il vaschettone all’altezza del Belvedere, Criccone e Pera davanti al forte Sangallo, Orlando, Pagnotta, Patella e “Faciolo” alla marciaronda, la montagna scogliosa di fronte al comune, lo scoglio rosso all’altezza dell’albergo Astura ed infine affiorano scogli in zona Loricina e Poligono. Durante gli anni sessanta, con l’inizio dei primi lavori per la costruzione del porto, lavori che termineranno solo nel 1986, tutto il paesaggio viene stravolto irrimediabilmente cosicché gli scogli di cui Nettuno andava tanto fiera vengono confinati nella memoria di qualche anziano e dimenticati per sempre.
Negli appunti di Gabriele d’Annunzio rintracciati dal Cimmino e pubblicati in Poesia e poetica in abriele d’Annunzio troviamo un vate in dolce e misteriosa compagnia, forse presso Villa Borghese, il 7 e 28 febbraio del 1897 lungo gli scogli della riviera di Anzio e Nettuno che scrive: il mare grigio e molle, gemebondo. Paranze lontane….ed ella nei punti meno aspri si lanciava quasi felina, ponendo il piccolo piede sicuro nella pietra lubrica.
Verso la fine dell’ottocento, Nettuno entra a far parte delle località di villeggiatura, divenendo una delle spiagge della capitale: si dice che sia frequentata soprattutto dal generone romano.
Nella Roma papale esiste una netta divisione di classi di borghesia, una ricca, formata da famiglie di mercanti di campagna, arricchitisi nell’amministrazione dei beni delle grandi case principesche, chiamate il generone e l’altra minuta, impiegatizia, non bottegaia che è il generetto.
Le spiagge da ponente a levante erano: lo stabilimento di Felice Ciarla, in seguito rilevata da Giovannino Martini, poi a fianco del Sangallo i bagni Vittoria di Filippo Valeri, a levante ad inizio secolo lo stabilimento Massarelli, nel dopoguerra sotto la passeggiata del lungomare gli stabilimenti: Delfino, Tridente, Dopolavoro ferroviario e Bagni Astura, quindi le storiche Sirene ed il Salus.
Da ricordare che sulla collana di sussidiari per la cultura regionale, Latium, del 1924, Adele Iacobini Molina, illustra così il nostro litorale: La costiera tra Anzio e Nettuno è tutto un gaio rifiorire di villette annidate fra il verde, un sorriso della natura e dell’arte.

La villa Borghese domina dall’alto, a mezzo costa, e il turrito castello nettunese, opera del Sangallo, porta la sua nota medioevale come un anello di congiunzione tra l’antico ed il moderno.
Con la costruzione della ferrovia, lo sviluppo di Anzio e Nettuno riceve un nuovo impulso. I tre chilometri del litorale si popolano, poco a poco, di villette varie per stile e dimensione: dapprima costruite lungo la costa e poi verso l’interno, sono spesso in stile neoclassico, inizio ottocento, anche se risultano fabbricate dal 1860 in poi, giacchè a Roma e Comarca il gusto per questa architettura dura più a lungo che nel resto d’Italia.
Anche un depliant pubblicitario del 1930 sottolinea che Nettuno è la più pittoresca cittadina della costa laziale…la sua importanza attuale derivata dalla naturale bellezza, ha richiamato e richiama un gran numero di ospiti della vicina Roma che vi hanno costruito villini, ville e palazzi!
Circondata verso terra dalla magnifica villa Borghese, villa del Colle, villa Donati, San Giacomo, la città si estende lungo il litorale con una spiaggia a dolcissimo declivio con sabbia fine ed omogenea.

 

 


La Vie Parisienne, agosto 1890, particolare del paginone centrale con una delle
prime pubblicità delle spiagge di Nettuno e Porto D’Anzio

 

 

 


Saluti dalla spiaggia di Nettuno: una cartolina con tre bimbi nel loro ambiente naturale;
una gruss con vedutine di Nettuno e lo stabilimento Ciarla

 

 


Serie azzurrina, cartolina di Valeri Mancinelli, fine ottocento,
una riviera ancora selvaggia accoglie il villeggiante

 

 


Cartolina: Belvedere dal mare

 

 


Cartolina dello stabilimento Bagni Lido dal mare

 

 


Cartolina con imponente primo piano di un bagnino allo Stabilimento Lido

 

 


Cartolina pubblicitaria del Lido Belvedere: costruito su palafitte di castagno e piloni in cemento armato su una superficie di circa duemila metri quadrati. In asse con la triplice tondeggiante terrazza del Belvedere su via Roma è frequentato dalle migliori famiglie romane. Distrutto da una mareggiata nel novembre 1936, non viene più ricostruito

 

 


Bozza fotografica della ditta Dalle Nogare ed Armetti di Milano dello stabilimento Lido

 

 


Bagnanti a due e quattro ...zampe nelle affollatissime cartoline della piattaforma del Lido

 


 


Bozza fotografica della ditta Dalle Nogare ed Armetti di Milano
nei pressi del forte Sangallo e dello stabilimento Valeri

 

 


Cartolina inizi secolo con canottieri allo stabilimento Valeri

 

 


Due cartoline a distanza di cinquanta anni immortalano il Vittoria dapprima con una cartolina serie azzurrina,
fine ottocento poi con una immagine anni quaranta; silouette e costumi sono col tempo cambiati

 

 

Tre cartoline della riviera di Levante con lo stabilimento Massarelli, i famosi scogli, il municipio in costruzione o appena terminato, datano le immagini al primo decennio del novecento, lo stabilimento si estende dal municipio fino allo scoglio rosso

 

 

 

 

 

 


Due cartoline dello stabilimento balneare O.N.D. Ferroviario

 

 

 


Due vedute della marciaronda: anni quaranta e successivamente
con i primi lavori per la costruzione del porto turistico

 

 

 


Una immagine anni settanta del porticciolo

 

 


Tutta la spiaggia in posa nella cartolina delle Sirene con parziale veduta dell’istituto S. Lucia Filippini

 

 


Le vecchie Sirene, in due cartoline virate azzurrine; lo stabilimento è opera di Isidoro
Porfiri con alcuni soci: Ricci, Mariola, Massarelli

 

 

 

Ancora tre cartoline dello stabilimento Sirene, in una si vede affisso
su un chioschetto la pubblicità dello studio fotografico Barattoni

 

 

 

 

 


Suggestivo notturno dello Stabilimento Sirene

 

 


Le nuove Sirene: ultimate nel 1947 dal Cavalier Dotti ed aperte il 26 giugno 1948, per sostituire il primo stabilimento distrutto da un bombardamento nel corso degli eventi bellici del 1944; gran festa il giorno dell’inaugurazione con l’orchestra diretta dal maestro Gustavo Ferroni. Per l’occasione, viene composta la canzone Le Sirene di Nettuno cantata da un giovanissimo Claudio Villa

 

 


Rara cartolina di Nettuno con lo scoglio vena del ferro. La presenza della vena del ferro sui nostri lidi, nell’immagine lo scomparso scoglio rosso sul lungomare, trova duplice spiegazione: per alcuni, è l’estrema propaggine del giacimento esistente ed un tempo coltivato, in località Ferriere di Conca, già territorio nettunese, poi passato alla provincia di Latina (Borgo Montello); secondo altri, è un deposito dovuto alla diuturna e millenaria azione di onde, correnti e maree che trasportano in sospensione minerale ferroso eroso dalle coste dell’isola d’Elba che ne è ricca: la sabbia ferruginosa, meritevole di valorizzazione ai fini turistico – terapeutici, è ancora oggi osservabile in zona Poligono da dove, durante il periodo delle Sanzioni (1930 circa) viene prelevata, vagliata e spedita a mezzo ferrovia alla Soc. Cogne in Val D’Aosta per la lavorazione

 

 


Bellissimo primo piano di un fotografo al lavoro sulla spiaggia di levante in una edizione A. Napoleoni del 1930

 

 

 

 


Bellezze in mostra grazie a quattro animatissime cartoline dello stabilimento Salus

 

 

 

Quattro suggestive cartoline: spiaggia di S. Rocco con suoi stabilimenti; interno bagni Valeri;
la spiaggia di S. Rocco in due scatti, con l’antica chiesuola dell’Annunziata e la nuova chiesa riaperta al culto nel 1914

 

 

 

 

 


Chiesa di S. Rocco e fiumetto, edita da STA viaggiata il 7 agosto 1922.
Scorrono placide le acque del rio che disegna una esse prima di immettersi nel mar Tirreno

 

 


Istantanea anteguerra di una Colonia Marina. Negli anni cinquanta, Nettuno è sede di colonie estive: quelle per bimbi bisognosi gestite dalla Pontificia Opera di Assistenza sono alloggiate presso la Casa Divina Providenza, sotto egida Vaticana. Quotidianamente, interminabili file di fanciulli bianco vestiti attraversano la nostra cittadina per raggiungere la spiaggia libera di San Rocco – Cretarossa, ove sono loro assegnati alcuni arenili, circoscritti da un triste reticolato. Il fenomeno scompare nel decennio seguente col progresso della popolazione prodotto dal miracolo economico

 

 


Cartolina anni sessanta con scorcio panoramico della spiaggia di San Rocco

 

 


Foto del villino Girelli-Masini. Al confine tra Anzio e Nettuno in via Gramsci 201,
ospita le suore dette spagnole con la loro attività assistenziale dal 1914 al 1921

 

 


Cartolina pubblicitaria del Villino Girelli-Masini del 1918

 

 


Cartolina del Villino Curion e Marcocchia, edizione Auda, 1917

 

 


Villini La Roche e villa Borghese, edizione De Gregori, 1912, da notare il possente muraglione di controripa ad archi e pilastri, necessario a sostenere il terreno a monte in forte dislivello e costituito da macco, facilmente friabile per natura geologica

 

 


Villa Stella Maris, 1911, la costa a falesie con rapide pareti rocciose a strapiombo
nel punto più alto raggiunge i dodici metri di altezza sul livello del mare

 

 


Villino Colonna, proprietà di facoltosi romani è edificato su antiche vestigia, cartolina del 1916

 

 

 

Nel 1660, il Cardinale Vincenzo Costaguti fa costruire tra Anzio e Nettuno, nel punto più elevato, dove forse è l’antica acropoli di Anzio, una grandiosa villa, detta Bell’Aspetto. Narra Renato Brocco su Addio, campagna Romana!… che il cardinale Vincenzo Costaguti le darà il nome Villa bell’Aspetto per una esclamazione pronunciata dalla regina Maria Cristina di Svezia, mentre si trovava estatica a contemplarla. Aggiunge il Brocco che davanti alle incantevoli mille sfumature di verde dell’immenso parco che la circonda anche il Goethe si inchinò e pianse. Tra gli aneddoti celebri che riguardano la villa, uno in particolare narra che nel 1836, l’amministratore di don Camillo Borghese acquisti, senza esserne autorizzato, la villa Costaguti con il terreno circostante. Il principe, marito di Paolina Bonaparte, che si trova a Parigi, pensa che l’amministratore, omettendo di avvertirlo, abusi della sua fiducia, come testimoniato da una interessante corrispondenza fra di loro. Viste però, le condizioni estremamente favorevoli dell’acquisto, le ire del principe si placano, tuttavia il nobiluomo non troverà mai tempo per andare a vedere il suo nuovo e vantaggioso possedimento. Nel 1978 Steno Borghese cede gratuitamente al Comune di Nettuno quattro ettari di parco, da destinare a verde pubblico, il parco e la villa sono riconosciuti come monumento nazionale. Marcantonio III dedica alla villa questi versi: O straniero…passeggia dove vuoi, cogli ciò che desideri, ritirati quanto ti aggrada. Tutto qui è predisposto per il godimento degli stranieri prima ancora che per il proprietario (Cesare Puccillo, 1997). Tre cartoline di villa Borghese anni venti.

 

 

 

 

 

 


Cartolina della pensione Neptunia, edizione Tersigni del 1935; vi soggiorna Luigi Pirandello, nel 1928

 

 


L’incantevole villa Masini vista da via Olmata

 

 


I villini di ponente: Talenti e Del Bufalo, Palazzo De Rosa

 

 

 


Gruss aus del villino D’Avack, zona Belvedere, cartolina Danesi del 1918

 

 


Una edizione A. Liebman del 1930, per la Villa Donati, dove i dottori Ciro e Pietro Donati assistono gli infermi durante la seconda guerra mondiale. Nelle grotte, sotto la loro villa, vengono ricoverati i feriti cui sono prestati gratuitamente i primi soccorsi, la villa è trasformata in una sorta di ospedale civile fino all’aprile del 1944, quando la famiglia Donati viene trasferita nei campi profughi

 

 


Una rara immagine del villino Isgrò, recentemente restaurato è uno degli ultimi esempi di questa tipologia edilizia

 

 


Cartolina dei villini Strazieri, Canestrelli e del forte Sangallo

 

 


Nettuno zona villini, cartolina edizione Tridente; anni ‘50/’60

 

 

Due cartoline di via Conte di Torino e del palazzo Brovelli Soffredini, agenzia consolare di Francia. Giovanni Brovelli assessore comunale e Paola Censi hanno quattro figli: Giuseppe, nato a Nettuno nel maggio del 1863, pittore e storico, reggente il consolato di Francia, quindi Edvige, Francesco e Pietrantonio. Dopo aver abitato tutti in piazza del Gelso, ora piazza Segneri, intraprendono nel 1922 la costruzione di una nuova residenza in via Conte di Torino, più idonea alle esigenze di rappresentanza diplomatica. Giuseppe Brovelli ha dipinto l’effigie di Maria Goretti basandosi su testimonianze di persone che l’hanno conosciuta e su alcune foto della sorella della santa. L’illustre concittadino si spegne a Nettuno il 26 novembre del 1936

 

 

 

 

 


Una suggestiva cartolina con i villini sul lungomare, edizione Pirro, 1939. Lo scorcio è quasi irriconoscibile, ai civettuoli villini sono subentrati invadenti palazzi, prima vittima il villino Renchi all’angolo fra viale Giacomo Matteotti e via Cristoforo Colombo

 

 


Il villino Silvestri in una inconsueta cartolina doppia pubblicitaria

 

 


Villini sulla riviera di levante ed il villino Silvestri visto dalla spiaggia di San Rocco

 

 

 


Due cartoline del Villaggio dei Bagnanti, edizioni Vaccari e Cera entrambe anni sessanta. Costruito da Domenico Dotti, nativo di Torri in Sabina che viene a Nettuno nell’immediato dopoguerra progettando e realizzando il centro balneare le Sirene con stabilimento ed annesso bar – ristorante; nel 1950, inizia la costruzione del Villaggio dei Bagnanti, terminato nel 1957 su un’ area di circa un ettaro, comprende una ventina di villini ed un palazzo

 


 

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ALBERTO SULPIZI

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