05 - IL DIO NETTUNO, PIAZZA MAZZINI
...LE ALTRE PIAZZE
Faccio sempre ciò che non so fare
per imparare come va fatto.
Vincent van Gogh
Alla fine dell’ottocento si chiama piazza dei Pozzi di Grano, ad indicare l’esistenza al centro del paese di pozzi utilizzati come granai, notizia già documentata nel XV secolo e confermata da cartine del XVI secolo dove come in altre città del Lazio al centro dell’abitato ed in prossimità di edifici pubblici, si trovano ambienti sotterranei da utilizzare per la conservazione di derrate.
Secondo la testimonianza di monsignor Vincenzo Cerri, risulta che uno dei pozzi messo in luce verso la fine degli anni trenta, nel corso di lavori di sistemazione della piazza, è cilindrico con copertura a volta.
In seguito, spariti i pozzi, la piazza assume il nome di Umberto I, attualmente di piazza Mazzini.
La piazza è delimitata ad ovest dal palazzo del Presidio militare sorto nel 1890 e dal Caffè della Posta, ad est dall’ingresso al borgo per via Marcantonio Colonna e dal ex bar Nettuno, attualmente gestito dai Volpi.
Ai lati sud e nord, fanno da cornice gli eleganti negozi mentre i trentatre lecci qui trasferiti dal Parco della Rimembranza: dodici nel giardino centrale, dodici sul lato nord e nove sul lato sud, regalano un po’ d’ombra nelle afose giornate d’estate.
Nell’immagine a colori dal gusto anni venti, sotto pubblicata, fa capolino a sinistra la vettura tramviaria numero tre, al centro una caratteristica carrozzella e, sullo sfondo, il bar di Pippo Mancino, commissario prefettizio e federale di Nettuno, accanto all’antica farmacia Tomasi ed alla macelleria un tempo del sor Cesare e poi della famiglia Gnessi.
Circondato dal tricolore, vi è il palco dove si esibisce ogni giovedì e domenica d’estate la banda musicale diretta dal maestro Angelo Castellani che, nato a Nettuno il 4 marzo 1863 da famiglia di stampo contadino, studia musica sotto l’esercito e tra il 1880 ed il 1890 ottiene vari premi ed norificenze raggiungendo una vasta popolarità.
Al centro della piazza ci accoglie la fontana del dio Nettuno, donata dallo stato italiano alla città in occasione dell’inaugurazione della ferrovia nel 1884, opera dello scultore Ottavio De Angelis.
Verrà trasferita dal sindaco Angelo Combi in piazza Giovanni Torretta ora piazza del Mercato, di fronte la propria villa e tornerà nel dopoguerra nella piazza di origine con il sindaco Mario De Franceschi, arricchita dell’attuale cornice. Sostiene Carlo Bartolomeo Piazza in Gerarchia Cardinalizia, che Nettuno non sarebbe solamente il dio del mare, ma anche di tutti i fiumi e laghi, come simboleggiato dal tridente che impugna: a lui sono eretti templi nei quali si fanno frequentemente sacrifici per mitigarne i furori.
Dice infatti: qui dunque su la riva del mare Tirreno in un promontorio giace questo popolato e civile castello chiamato Nettuno, da un tempio ivi dedicato a questa deità, in cui si facevano dai viandanti frequenti sacrifici di bovi … per impedire che il rumoreggiare dell’onde agitate dall’impeto dei venti, provocasse rovine e naufragi.
Cartolina edita da G. Monaco, piazza Umberto I animata, anni venti |
Stampa raffigurante il dio del mare |
Cartolina con primo piano di ragazze alla fontana del dio Nettuno (g.c. De Rubeis) |
Due cartoline con la fontana del dio Nettuno: la statua opera dello scultore Ottavio De Angelis in piazza Giovanni Torretta, a sinistra l’insegna della Trattoria Al dio Nettuno, ottima cucina, vini scelti, edizione Caracuzzo; poi in una edizione dopoguerra di G. Tersigni, arricchita dall’attuale cornice opera di bravi artisti ed artigiani: Vittorio Leonetti, Randolfo e Bruno Belleudi, Annibale Nocca, Riziero Paccariè, Gigetto Bagialemani, Marcello Fiorilli |
Tre immagini del Caffè della Posta: due foto private con gruppi, civile (Giovanni Franceschini, Francesco Giovannoni, Quintino Ottolini, Telemaco Antonelli, Augusto Olivieri, Peppe Ranucci, Adolfo Cerè) e militare che stazionano davanti al Caffè; cartolina del 1908 che mostra oltre il Caffè della Posta, sorto nel 1901 nei locali di un ex stalla adibita a rimessa per diligenza al cui primo proprietario Adolfo Cerè subentra dal 1949 in poi la famiglia Colasanti, il Palazzo del Comando, la Posta e la strada Vittorio Emanuele animatissima che conduce alla vicina stazione sita in piazzetta Generale Francesco Rogier |
Cartolina edizione Napoleoni, 1922, inconsueta veduta di piazza Umberto I animata |
Cartolina edizione Venturini, mostra un nettunese mentre “imbuca” la sua corrispondenza,
nel palazzo della Posta, in corso Vittorio Emanuele, 1922 |
Cartolina edita da Contessa, 1912, bel primo piano di nettunesi in piazza Umberto I,
imbandierata col tricolore e lo scudo sabaudo |
Cartolina Barattoni, entrata al corso Vittorio Emanuele 1922, a sinistra parziale veduta dell’isolotto demolito nel 1937 per volere del commissario prefettizio Leoni; a destra secondo il racconto del prof. Augusto Rondoni vi è la sartoria di Romolo Mastelloni ed i tessuti di Porfiri |
Cartolina di via Durand de la Penne veduta da piazza Umberto I sulla destra a ridosso delle mura castellane, il gabbione del mercato, sullo sfondo il municipio, sede dal 1915 al 1935 delle scuole femminili delle maestre pie Filippini |
il manifesto pubblicitario di una nota marca di ferrochina in piazza Umberto I ci ricorda il maestro Angelo Castellani vincitore di un concorso per musicisti sponsorizzato dal liquore suddetto. La farmacia Tomasi, rilevata nel 1967 dal ferrarese Arrigo Scandellari, conversatore appassionato di storia antica è tuttora gestita dai suoi eredi. Il palazzo Bazzichelli oltre la farmacia Tomasi, evidenzia i bar pasticceria di Mennella e Mancini ed una donna con conca. Cartolina anni venti, edita da Venturini
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Due cartoline del bivio fra via Conte di Torino e via Vittorio Emanuele, anni dieci. Si stanno ultimando i lavori per la linea tramviaria, presso l’albergo della Posta di Zeno Patrizi, sul muro un manifesto invita tutti allo stabilimento Vittoria per una tradizionale festa con ricchi premi; sullo sfondo di via Conte di Torino la pubblicità della trattoria Ai Platani dei Brovelli, poi negozio Porfiri e la reclame di vini scelti dei fratelli De Franceschi |
Cartolina, edizione Caracuzzo con la pizzicheria Berardi, il negozio dei tessuti e mercerie
della sora Ermelinda e,
in angolo con via S. Maria l’oreficeria orologeria di Corsetti |
Una rarissima fotocartolina spedita il 3 ottobre 1923 mostra i gradoni, poi scomparsi,
che da via Duca degli Abruzzi risalgono verso piazza Umberto I |
Due cartoline, formato grande, virate seppia, edite da Tersigni nei primi anni quaranta mostrano un momento tranquillo lontano dal caos e dal traffico odierno, solo dei carretti rompono la monotonia. In via Conte di Torino sullo sfondo, palazzo Brovelli -Soffredini |
Tre fotocartoline, con i ricordi dell’immediato dopoguerra, mostrano viale Giacomo Matteotti angolo via S. Maria con il negozio del fotografo Simonetti (autore delle foto), la sede del P.R.I., il negozio vulcanizzatura nolo cicli |
Le altre piazze: foto di piazza del mercato nell’immediato dopoguerra
(g.c. Signora Ester Martufi) |
Foto anni ‘70 di piazza del mercato (g.c. Oscar Rampone) |
fotocartolina di piazza Umberto I (g.c. Signora Ester Martufi) |
piazza del mercato con il negozio di Eleonora Palladini Foto anni ‘70 di piazza del mercato (g.c. Oscar Rampone) |
Veduta aerea di piazza Regina Margherita |
cartolina di piazza Cesare Battisti con giardinetto centrale e braciere, oggi un parcheggio; fila di tamerici sul lungomare sostituite recentemente da più anonime palme, in basso a sinistra spicchio del ristorante il Miramare oggi Veliero gestito dai Della Millia; entrambe anni ’60 |
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