Gli Anziati sopravvissuti al passaggio dei barbari, tornarono nella loro patria distrutta e si affrettarono a ricostruire le loro case nella zona più antica della città, dove sorge oggi il castello medioevale, attorno al tempio del dio Nettuno. Era un luogo atto alla difesa e di grande importanza strategica forse da oltre un millennio. Cosa molto importante: essi conservarono il possesso di tutto il vasto territorio dell'Antium distrutta, dall'attuale Lavinio ad Astura, Conca (Satricum), Campomorto (oggi: Campoverde) e, per 18 miglia di profondità, nel retroterra.
Quel luogo, prima parte integrante della città, finì così per sostituirsi ad Antium persino nel nome. Ciò avvenne presumibilmente al tempo stesso della riedificazione dei quartiere.
Da notare, però, che gli abitanti della zona continuarono a considerarsi e chiamarsi "ANZIATI".
Qualche esempio:
Domenico Segneri, fratello del famoso oratore, gloria di Nettuno, nel 1656 pubblicò un'opera dal titolo: "Opus Dei admirabile, seu de monarchia divi Petri. Studio Dominici Segneri ANTIATIS explicata (40).
G. Matteucci (41) aggiunge: "... Così in tante opere di quei tempi, la famiglia Segneri viene detta sempre "anziate": e le più volte leggesi Nettuno in Anzio. Quest'era fin a' suoi giorni fra colte persone l'antica patria tradizione, di essere cioè Nettuno l'antichissimo suburbano di Anzio, né di altra progenie e sangue".
Sulla campana grande della Chiesa di San Francesco, fatta fondere nel 1724 dal" nettunese Pietro Antonio Soffredini, si legge: "PETRUS ANTONIUS SOFFREDINI NOBILIS ANTIATES IN HONOREM S. FRANC. ET B. MARIAE LAURETANAE CONSTRUXIT (42).
Il 5 maggio 1850 fu celebrato in Nettuno il 3° centenario del fortunoso approdo della sacra Immagine di Nostra Signora delle Grazie. Per l'occasione fu pubblicato un sonetto, che riportiamo tra i "documenti storici", nella cui testata si afferma che la Vergine Santissima fuggendo dai lidi britannici "GLI ANZIATI PRESCELSE". Quindi i Nettunesi, che nel 1550 erano i soli abitanti di questi lidi, si sono sempre considerati per quello che storicamente sono: VERI ANZIATI (l'Anzio moderna, come diremo tra poco, è sorta solo nel 1857).
Il Ferrarius Alexandrinus (an. 1605) nell'epitome geografico riportato dal Brandano, pag 47, scrive: "ANTIUM URBS OLIM EPISCOPALE ET COLONIA LATII MARITIMI... NUNC IBI NEPTUNIUM OPPIDUM" (43).
E lo stesso Brandano aggiunge: "ANTIUM NUNC ETIAM DICITUR (44)". E a pag. 517: "NEPTUNIUM ALIAS NAVALE ANTIATICUM" (45).
Anche il Moroni nel suo Dizionario (Vol. II, pag. 23) sotto il vocabolo "Anzio o Nettuno", afferma: "Circa un miglio in distanza dall'antico porto di Anzio evvi la grossa terra di Nettuno, Neptunium, o navale antiaticum" (46).
E nel volume XCVII, pag. 188: "Veduta e spaccata del palazzo fatto fare nella sua tenuta di Carroceto dal Principe Giov. Batt. Borghese in occasione di alloggiarvi Papa Innocenzo XII nel passaggio che vi fece per il porto di Anzio, OGGI DETTO NETTUNO, l'anno 1697".
In una carta feudale del Lazio Meridionale e Signoria dei Caetani della fine del secolo XIII, si legge "ANTIUM" invece che "NETTUNO". La stessa cosa si nota in una veduta prospettica del Monte Circeo delineata da Angelo Breventano nel 1570.
Nettuno, dunque, non è sorta nell'ottavo o nel nono secolo; in tali epoche, come diremo in seguito, aveva già la sua Collegiata e il suo Clero. È assai probabile, come sostiene il Matteucci (47), che non fu mai priva di abitanti, nonostante le invasioni barbariche e le susseguenti incursioni dei Saraceni, durante le quali la popolazione si rifugiava nelle foreste o nei monti vicini. Comunque, Stefano Borgia, nella sua "Breve storia del dominio temporale dei Papi", pone anche Nettuno nell'elenco dei paesi che nei primi anni del settimo secolo facevano parte del Ducato Romano (48).
NOTE
(40) "Mirabile opera di Dio, ossia del regno di S. Pietro, descritta da Domenico Segneri, Anziate."
(41) G. Matteucci, op. cit. pag. 51.
(42) "Pietro Antonio Soffredini nobile Anziate costruì in onore di San Francesco e della Beata Maria di Loreto.
(43) "Antium, una volta città episcopale e colonia del Lazio marittimo... ora in quel luogo vi è il castello di Nettuno".
(44) "Ora si chiama anche Anzio".
(45) "Nettuno, detto anche Porto Anziate".
(46) "... o porto anziate".
(47) G. Matteucci, op. cit. pag. 45.
(48) Circa il tempo della distribuzione della città di Antium il parere degli storici, in sostanza, sembra concorde. Bisogna convenire col Matteucci (op. cit. pag. 46) che quando si affacciarono sul lido di Antium i Saraceni, nel settimo secolo, "La città da oltre un secolo non v'era più. Que' feroci pirati poteron solo, come fecero, danneggiare il porto neroniano, opprimere l'indifeso Nettuno, rosicchiare solo con rabbia ogni resto dell'Anzio infelice, di cui appena restava memoria". |