Sec. VI-VII
La città di Antium è saccheggiata e devastata dai Goti. Gli Anziati, scampati alla strage, ritornano in patria e si fortificano nel quartiere più antico della città, luogo di grande importanza strategica fin dall'età preromana e già sede del grandioso tempio al dio del mare che essi chiamano Nettuno (l'attuale borgo medioevale).
Sec. VII
Nettuno figura tra i paesi che fanno parte del Ducato Romano, costituito con la donazione alla Chiesa delle terre vicino a Roma, dopo il dominio dei Longobardi in Italia.
Sec. VII-IX
Nettuno subisce i ripetuti assalti dei Saraceni che "come nugoli di cavallette si spingono nella campagna romana consumando eccidi e profanando Chiese, i cui altari vengono adibiti a mangiatoie per cavalli" (Guglielmotti).
I Nettunesi sono spesso costretti a rifugiarsi nelle foreste e sui monti in cerca di scampo.
II Papa Giovanni X (915-928), interpretando il desiderio del popolo stanco di tante rovine, ordina di non dare tregua ai Saraceni finché non siano cacciati dall'Italia. Un forte esercito li assedia per tre mesi consecutivi, da terra e da mare, presso la foce del fiume Garigliano.
Privi di soccorso, stanchi e affamati, i Saraceni tentano di rompere l'assedio e si disperdono, ma sono inseguiti ovunque e sterminati. Nel 1016, sotto il pontificato di Benedetto VIII (1012-1024) saranno cacciati completamente dall'Italia.
Sec. X-XI
I papi Giovanni X e Benedetto Vili fortificano il castello di Nettuno con torri, bastioni e antemurali per la difesa della costa tirrenica.
"Le primitive fortificazioni di Nettuno, nel secolo XI, consistevano: nell'alto del Castello, torri e bastioni con porte, postierle, cataratte e saracinesche... Tra il bastione di levante e quello centrale, a nord dalla parte della terra, eranvi tre torri; tra il detto bastione di terra e quello di ponente ve ne erano altre due; più ancora una sul detto bastione occidentale. Dai primitivi secoli, tali costruzioni caratteristiche non cambiarono la loro forma e consistenza, e si mantennero uguali dal secolo XV al XVIII. Dopo tale epoca... subirono trasformazioni... Per difendere e coprire le mura maestre, affinchè esse non fossero soggette ai colpi d'ariete e di altre macchine belliche, sì alzarono gli "antemurali" o "barbacani", i quali formavano la cinta inferiore ed impedivano di accostarsi alle porte e alle mura superiori. Tali manufatti, apprestati in andamento tortuoso, formavano una corona di basso muro, che girava intorno al Castello. Le loro basi erano cerchiate dal fosso, chiamato "Carbonaria", che poteva riempirsi d'acqua ed aveva principio con un emissario, alla parte di levante, sotto il bastione; proseguiva attorno al Castello, e, passando sotto il ponte levatoio, giungeva fin sotto il bastione di ponente, ove formavasi l'altro emissario per le acque che venivano immesse nel fossato" (1). Dalla strategia militare dell'epoca il Castello di Nettuno è considerato "piazza forte di seconda classe".
1048
Nel convento di Grottaferrata, dove si era rifugiato prendendo l'abito monastico, muore il pontefice Benedetto IX (1032-1045) dei Conti di Tuscolo. Tutto il vasto feudo della casata è lasciato in godimento alla famiglia monastica.
1141
Vige l'uso delle interferenze dei laici nelle elezioni papali. Il conclave apertosi dopo la morte di Onorio II, sotto la pressione dei Frangipane, elegge papa il cardinale Gregorio Papareschi, trasteverino, che prende il nome di Innocenzo II. La nomina è ferocemente contrastata dai Pierleoni che riescono a far eleggere come antipapa Anacleto II. Ne seguono aspre contese che costringono il pontefice legittimo ad esulare in Francia. Rientrato poi a Roma, Innocenzo II ricompensa i Frangipane donando loro la cittadina di Nettuno con tutte le sue terre, compresa la colonia Torre Astura.
1100
Nettuno, con tutte le sue terre, va in possesso dei Monaci di Grottaferrata, che ne divengono così i primi feudatari. Ne ter
ranno il governo per circa due secoli.
1150
Per i suoi vastissimi campi di grano, Nettuno è considerata il granaio del Lazio. Il Nerini (2), riportando un documento
dell'11 febbraio 1163, fa sapere che il "medium" di Nettuno è preso come unità di misura per gli abitanti dei paesi e delle
campagne vicine.
1189
La famiglia degli Orsini entra in possesso del feudo di Nettuno e ne detiene la signoria fino al 1427.
Torre Astura rimane in possesso dei Frangipane.
1190
25 Agosto.
Reduce da una mancata visita al Papa Clemente III, Riccardo "Cuor di Leone", diretto in Terra Santa, sì ferma a Nettuno ad ammirarne la porta antica e le cripte scavate nel locale castello (3). Dopo una breve sosta in Astura s'imbarca per l'oriente nel vano tentativo di liberare il Santo Sepolcro.
1193
I Frangipane costruiscono, nel loro possedimento di Astura, una torre a difesa della costa. La tradizione la vuole eseguita su disegni di Mastro Mariano di Giacomo detto il Taccola. La torre che sorge direttamente nel mezzo del mare ed è collegata alla terra ferma da un ponte, è considerata un caposaldo nella storia delle fortificazioni.
Il castello che circonda la torre pentagonale fu eretto nei secoli successivi ed è una testimonianza viva dei drammatici avvenimenti che si sono svolti in questa parte della terra di Nettuno.
La bellezza del lido, l'azzurro tersissimo del mare, l'incanto di una foresta quasi lambita dalle onde resero Astura celebre già in età romana. Cicerone, fra i primi, vi ebbe una villa. Gli imperatori romani vi costruirono un porto ed una villa fastosa che ospitò, tra gli altri, Augusto, Tiberio, Caligola. Augusto vi trasse delle febbri che lo condussero poi alla morte.
Divenuta un'importante stazione della via Severiana, Astura rimase un centro residenziale e commerciale sino al tramonto dell'impero romano.
1268
Corradino di Svevia, sconfitto da Carlo d'Angiò a Tagliacozzo, raggiunge fuggiasco Torre Astura. Il padrone, Giovanni Frangipane, lo fa prigioniero e lo consegna all'ammiraglio Roberto di Laveno, emissario di Carlo d'Angiò.
1286
4 settembre.
Bernardo da Sarriano, inviato da Federico re di Sicilia con dodici galee, pone l'assedio al castello di Astura e poco dopo l'incendia, vendicando così la morte di Corradino di Svevia.
1378
Le Repubbliche marinare di Genova e Venezia si contendono il primato del mare con vari atti di ostilità, che si concludono
con un tragico scontro armato il 30 maggio 1378 nelle acque di Nettuno. Sono di fronte gli ammiragli Lodovico Fieschi, genovese, e Vittor Pisani, veneziano. La sanguinosa battaglia si conclude, dopo alterne vicende, con la sconfitta dei Genovesi, che perdono 500 uomini e quasi tutte le navi.
1380
II Governatore di Nettuno Lorenzo Orsini promuove l'ampliamento dell'abitato cittadino, che fa proteggere con una cinta muraria dotata di otto torri. Alla morte di Lorenzo, il governo della città viene assunto da Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi, che si spegnerà nel palazzo baronale nell'anno 1420.
1427
II papa Martino V (Colonna, 1417-1431) assegna ad Antonio Colonna, suo nipote, la signoria di Nettuno e di Astura. Il suo successore, Eugenio IV (Gabriele Condulmer, 1431-1447) che già da cardinale aveva criticato il vertiginoso arricchimento dei congiunti del suo predecessore, vuole indagare in merito, convocando in Vaticano il potente Lorenzo Colonna. Questi si ribella, organizza una sommossa e costringe il pontefice a riparare a Firenze.
Giovanni Vitelleschi, valido uomo di armi, riporta l'ordine nelle terre della Chiesa e i Colonna sono costretti a riparare altrove. I loro beni passano alle dipendenze della Camera Apostolica; ma nell'Anno Santo 1450 il pontefice Niccolò V (Parentucelli, 1447-1455) perdona ai baroni ribelli restituendo ad essi i feudi confiscati dal suo predecessore. Nettuno ritorna alla famiglia dei Colonna, sotto la cui signoria gode maggior lustro ed importanza.
1494
I Nettunesi, sostenitori dei Colonna, si oppongono vittoriosamente all'assedio delle truppe degli Orsini, che profittando della confusione creata dal passaggio delle truppe francesi di Carlo VIII dirette alla conquista del napoletano, tentano un colpo di mano per riprendere il feudo di Nettuno.
1501
Alessandro VI Borgia (1492 - 1503) assegna il feudo di Nettuno a Rodrigo Borgia, figlio di Lucrezia. Vengono effettuate migliorie per il centro urbano e il rinforzo delle mura perimetrali della città. Si costruisce la fortezza di Sangallo, progettata da Giuliano Giamberti ed eseguita dal suo fratello Antonio da Sangallo.
1503
Alessandro VI si reca a Nettuno per inaugurare il forte Sangallo.
1504
II papa Giulio II (Della Rovere, 1503-1513) impone a Rodrìgo Borgia di restituire quanto aveva realizzato con gli intrighi paterni. La cittadina di Nettuno passa così a Pompeo Colonna.
1505
Giulio II d'intesa con i Colonna, ordina di esplorare il territorio nettunese e scopre immensi tesori d'arte: "la statua di Apollo detta del Belvedere, ora nel museo vaticano; il gladiatore combattente che portava scolpito il nome dello scultore Agasia; Dositheo da Efeso, che trovasi nel museo del Louvre, a Parigi; il gladiatore moribondo, che si ammira al museo capitolino; Nettuno, ora al museo laterano; Cibele, nella villa Panfili al Gianicolo, ed altre opere d'arte pregevolissime" (5).
1510
Fioriscono in Nettuno l'agricoltura ed il commercio. Considerevoli la produzione del vino e della seta, vastissimi sono i campi riservati alla semina del grano, numerosissimi i capi di bestiame. Lo storico Alessandro Andrea (1500) scrive che tutto il grano occorrente alle armate dei Colonna proviene dal territorio di Nettuno.
1535
II 16 febbraio nasce a Nettuno da Ascanio e Giovanna d'Aragona, il celebre condottiero Marco Antonio Colonna, "l'eroe di Lepanto", il comandante della flotta pontificia nella spedizione contro il Turco (7 ottobre 1571) (6).
1550
Mentre in Inghilterra infierisce la persecuzione scatenata dallo scisma di Enrico VIII contro i cattolici e le sacre Immagini, alcuni pii naviganti salvano dal fuoco la venerata statua lignea di Nostra Signora delle Grazie con l'intenzione di portarla verso Napoli. Giunti sul mare di Nettuno vengono sorpresi da una forte tempesta; fanno naufragio, ma si salvano. Riconoscenti, depositano la sacra icona nel piccolo Santuario dedicato alla Annunziata, detto di San Rocco, sito presso la foce del fiume Loracina.
1556
II castello di Nettuno è in potere dei Carafa. Essendo poco difeso dalle milizie francesi, Giovanni Carafa Duca di Paliano e
Generale dell'esercito pontificio, temendone l'occupazione da parte degli Spagnoli, ordina al Duca di Somma di farlo distruggere. Il Duca gli risponde:
"V. Extia viene ad havere guasta la miglior Terra che ha: perde 6 scudi d'entrata, et rovina mezzo questa Marittima: perché non essendovi fortezza, Nettuno si disabita, disabitandosi Nettuno, li Massari di Marittima saranno in preda ai corsali, sicché viene a fare un gran danno per nullo utile" (Calcedonio Soffr. pag, 155).
I Nettunesi si oppongono energicamente: scacciano il presidio francese, serrano l'ingresso ed inviano le chiavi del castello a Marcantonio Colonna II. Ne segue un combattimento che si risolve con la loro vittoria. I Colonna rientrano in possesso del Feudo di Nettuno e lo conserveranno fino al 1594.
1560
20 maggio.Marcantonio Colonna, temendo che la flotta turca, dopo aver distrutto l'armata navale di Francesco II re di Francia, tenti di assalire anche il lido nettunese, ordina "alli magnifici Massari di Nettuno... di fare sgombrare tutte le robbe, donne et putti... e di fare stare vigilante la guardia di Astura e della Torre di Anzo" (Brov. Soffred. pag. 101).
Nel frattempo arma e consolida il forte Sangallo e rafforza la seconda cinta di mura bastionate. A ricordo di quest'opera fa collocare una lapide sulla torre dell'orologio, nella quale si accenna pure alla scoperta di una miniera di vetriolo nel territorio di Tor Caldara (vedi: Documenti storici).
1560
Nasce a Nettuno il poeta ANTONIO ONGARO, che alcuni storici dicono padovano forse perché ha studiato a Padova e suo padre era originario di quella città. Tutti gli storici nettunesi invece, seguendo una tradizione locale, gli assegnano i natali a Nettuno, di cui il poeta fa una magnifica descrizione celando se stesso nell'Alceo. D'altra parte non si capirebbe perché l'Ongaro avesse scelto proprio questa terra, quasi sconosciuta ai suoi tempi, come teatro del suo poema.
Ancora giovanissimo studia giurisprudenza e si dedica contemporaneamente allo studio preferito della poesia. Affascinato dalle opere di Torquato Tasso, suo contemporaneo, cerca di imitarlo componendo il poema ALCEO, che recita per la prima volta netta sala dell'antico palazzo baronale di Nettuno alla presenza della corte dei Colonna. "Il pregio e l'eleganza del verso sono degni di ammirazione, ed il poema, per i suoi chiarissimi pregi, può annoverarsi fra le cose preziose che onorano la poesia italiana. Ongaro vi espresse i sogni, le sue speranze fervide, gli amori giovanili, la sua terra natale. È un quadro smagliante nei suoi minimi dettagli, che illustra l'orizzonte di Nettuno sua patria, e che il Crescimbeni storico-letterario, conferma accennando ai primi versi del poeta:
"Alceo prima gloria ed ornamento
Di questo mar, che nacque nel castello
Che dal gran dio dell'onde ha preso il nome" (7).
Muore presso i Duchi di Latera, ramo dei Farnese, alla giovane età di 33 anni.
1571
I soldati nettunesi, agli ordini di Marco Antonio Colonna, prendono parte alla famosa battaglia di Lepanto. Il pontefice San
Pio V (Ghislieri, 1566-1572) conferma nella signoria di Nettuno e Torre Astura Marco Antonio Colonna, come premio del suo eroico contributo alla vittoria.
1584
1 agosto a Medinaceli (Spagna) muore il grande condottiero Marco Antonio Colonna. La vedova, Felicia Orsini, tutrice dell'erede Marcantonio III per estinguere ingenti debiti, il 23 settembre 1594, vende a Papa Clemente VIII (Aldobrandini, 1592-1605) il castello di Nettuno con tutto il suo territorio, compreso il porto e Torre Astura, al prezzo di 400.000 scudi.
1594
L' 11 dicembre il Papa Clemente VIII con una sua lettera ai Nettunesi rende noto l'acquisto fatto di tutto il loro territorio, e allo scopo di "beneficare massimamente il pubblico e privato interesse di detta terra e luoghi circonvicini", promette di "disboscare ed estirpare e ridurre a coltura"..,"il territorio tutto del detto castello"; e perché "gli abitanti dello stesso castello abbondino di molto frumento e di tutto quello che umanamente necessita"..."e perché questo accada al più presto e sicuramente per il commercio", promette di ristabilire almeno in parte il porto neroniano "non del tutto rovinato".
1599
Il 30 novembre nasce a Nettuno il famoso pittore e architetto ANDREA SACCHI, ritenuto l'iniziatore e il massimo esponente della pittura classica a Roma nella prima metà del secolo XVII.
È avviato allo studio della pittura dal proprio genitore, quindi si fa discepolo di F. Albani. Rivela già nel 1625 le sue solide qualità di artista e s'impone all'ammirazione di Roma col "Miracolo di San Giorgio" per la cappella clementina di San Pietro in Vaticano. È amico del Bernini, che si decide a maneggiare il colore sotto la sua guida.
Essendo assai pigro, come afferma G.B. Passeri, non dipinge molto; tuttavia "quando si pone ad operare è implacabile nella operazione" e compone alcuni fra gli esempi più grandiosi del seicento romano. Tra i più importanti: "II Miracolo di S. Gregorio" (ora nel Museo Petriano); "II Transito di S. Anna" (Roma, S. Carlo ai Catinari); un "Miracolo di S. Antonio" {Roma, Chiesa dei Cappuccini); il "Noè ebbro" (Berlino, Kaiser-Friedrich Museum); gli affreschi di Palazzo Sacchetti di Castel Fusano; il "Caino e Abele" (Roma, Galleria Barberini); la "Purificazione della Vergine" (Perugia, Pinacoteca); un gruppo di tele per il Battistero Lateranense (qualche anno fa sostituiti con delle copie); il quadro dell'altare maggiore della Chiesa di S. Francesco in Nettuno.
Ma il suo capolavoro è "La visione di S. Romualdo" (Pinacoteca Vaticana) che rivela una straordinaria sensibilità cromatica. G.B. Bellori {Vita di Guido Reni, d'Andrea Sacchi e di Carlo Maratta, Roma, 1700) ci fa sapere che l'artista nettunese, pur dedicandosi alla pittura non tralascia "gli studi dell'architettura ai quali si sente particolarmente inclinato"... "Il Cardinale Antonio protettore della Religione di S. Domenico" gli affida l'incarico di "rinnovare il vecchio e caduto convento della Minerva verso il Collegio Romano", che "Andrea dispone con quel bello e comodo uso di fabbrica che ora si vede", e "distribuisce gli ornamenti della sagrestia". Il Papa Urbano VIII (Barberini, 1623-1644) gli affida la direzione"della architettura, pittura et ornamenti del Battistero di Costantino in Laterano ed essendo l'altre ben condotte egli trascura tanto l'esecuzione delle pitture, che morto Urbano e succeduto Innocenzo, è costretto poi ad accelerare l'opera per lo sdegno del Papa che tanto tempo si fosse trascurato il lavoro volendolo finito per il prossimo Anno Santo 1650..."
"...Il Sacchi, lento nel lavoro, con la sua pennellata larga e pastosa, e le sue creazioni di una particolare grandiosità patetica piena di naturalezza, tra l'asciutta severità dei veri e propri caravaggeschi e l'abbondanza decorativa di un Lanfranco e di un Pietro da Cortona, segna un momento di sereno classìcismo sia formale che cromatico, interessantissimo per gli ulteriori sviluppi della pittura romana del Seicento e dei Settecento" (Encicl. Catt.)-
Muore a Roma il 21 giugno 1661. In S. Giovanni in Laterano gli è stato eretto un monumento.
1622
20 gennaio il Pontefice Gregorio XV (Ludovisi, 1621-1625) si reca a Nettuno per visitare il convento di Santa Maria del Quarto (di cui tuttora si vedono le rovine presso la Chiesa del cimitero), costruito dalla Comunità nettunese con a capo il Priore Francesco Segneri, padre del celebre oratore, e abitato per un certo tempo dai Padri Minori Francescani e successivamente dai Padri Minimi di San Francesco di Paola, i quali lo abbandoneranno verso il 1660.
1624
II 21 marzo nasce a Nettuno PAOLO SEGNERI, celebre oratore, profondo teologo, apologista e letterato. Educato nel collegio romano, entrò nella Compagnia di Gesù il 2 dicembre 1937 e, ordinato sacerdote nel 1653, fu destinato alla predicazione a cui si preparò con lo studio assiduo della Sacra Scrittura, dei Padri e con la lettura delle Orazioni di Cicerone.
Dal 1661 al 1692 predicò il quaresimale e le missioni al popolo in gran parte d'Italia, gradito e seguito non solo dal popolo, impressionato dalla sua parola accesa e dalle flagellazioni che si imponeva sul pulpito e nelle processioni di penitenza, ma anche dai grandi, primo fra tutti il Granduca Cosimo III, che se ne servirono anche in questioni assai difficili e scabrose.
Nel 1692 il Papa Innocenzo XII lo vuole a Roma come esaminatore dei vescovi, teologo della Sacra Penitenzieria e predicatore del palazzo apostolico. Dopo aver cercato in ogni modo di declinare l'incarico, si presenta per la prima volta quale predicatore all'adunanza del Sacro Collegio presieduta dal Pontefice, ed ottiene grandissimo successo. Innocenzo XII da allora lo vuole per suo consigliere nelle più delicate questioni ecclesiastiche. Negli ultimi anni della sua vita gli vengono affidati anche incarichi diplomatici, che compie con ammirata e rara saggezza.
Una grande fama si acquista specialmente col suo "Quaresimale" più volte ristampato, per cui viene paragonato a San Bernardino da Siena per l'efficacia della sua parola, e al Bourdalouve per la forza e l'arte della predicazione, ma che supera per la ricchezza della fantasia ed il calore dei sentimenti. Per l'Italia viene considerato il principe degli oratori, il Cicerone moderno. Per la ricchezza e purezza della lingua, merita di essere citato, ancora vivente, dal vocabolario della Crusca. Le sue opere, tra cui "II Quaresimale", "La Concordia", "La Manna dell'Anima", "I Panegirici", "II Cristiano Istruito", vengono adottate come testi linguistici.
Nel mese di luglio 1694 si ammala gravemente. Per consiglio dei medici si appresta a recarsi a Tivoli per poi passare, con lettiga papale, all'aria della sua patria, in riva al mare; ma per l'aggravarsi della malattia, viene riportato a Roma nella casa dei padri Gesuiti a .S. Andrea al Quirinale, dove muore il 9 dicembre dello stesso anno, compianto da tutti e chiamato "angelo" dallo stesso Sommo Pontefice.
1625-26
La Camera Apostolica restaura le fortificazioni del castello di Nettuno e ricostruisce il baluardo verso levante. A ricordo vi si pongono gli stemmi di Urbano VIII e di Monsignor Cesi, tesoriere della Camera.
1648
A Sezze Romano, il 24 aprile, muore P. Giovanni Battista, cappuccino (al secolo: Bernardino Roselli). Era nato a Nettuno nel 1584. "Sacerdote, predicatore, maestro dei novizi, per 13 anni guardiano a Roma e in altri conventi, definitore e ministro provinciale. Nel 1642 dal cardinale protettore dell 'Ordine fu mandato commissario e Visitatore Generale nella provincia dell'Umbria. Fu di grande umiltà, carità, prudenza, e austerità, per cui da tutta la provincia era tenuto in concetto di santo religioso" (8).
1650
II Principe Camillo Panfili, nipote di Innocenze X (Panfili, 1644-1655) costruisce a Nettuno il palazzo prospiciente il mare
(oggi del Principe Borghése) in piazza Colonna.
1650 Anno Santo
Duecento uomini e trecento donne nettunesi si recano a Roma in devoto pellegrinaggio per l'acquisto del Santo Giubileo.
1656
Dal regno di Napoli il flagello della peste penetra in Nettuno; la popolazione si riduce a circa 800 anime. Nel timore che
l'epidemìa si diffonda mediante carte vecchie, si bruciano libri, registri e documenti antichi. Si istituisce il "Monte Frumentario" a sollievo della classe indigente (vedi parte IV: Istituzioni benefiche... Il monte frumentario).
1674
II Cardinale Giovanni Battista Costaguti costruisce la sua villa (ora villa Borghese) e dona all'Oratorio del Carmine di Nettuno un'opera marmorea attribuita al Sansovino.
1697
Il 21 aprile Papa Innocenzo XII (Pignatelli, 1691-1700), pressato dai Nettunesi e dai Napoletani, suoi concittadini, si accinge finalmente ad adempiere le promesse fatte da Clemente VIII.
Con una commissione di dodici Cardinali e due tecnici, gli architetti Carlo Fontana e Alessandro Zinaghi, si reca a Nettuno, ospite della famiglia Panfili nel palazzo di piazza Colonna, e vi dimora quattro giorni onorato con solenni festeggiamenti. Quindi, seguito da numeroso popolo, si reca a Capo d'Anzio per studiare il luogo più adatto alla costruzione di un nuovo porto. Tutto considerato, si scarta il progetto di Carlo Fontana, che vorrebbe costruire il porto ad occidente, avvalendosi dei moli neroniani tuttora esistenti; e si approva quello dello Zinaghi, che prevedendo una spesa assai minore, vuole appoggiare il nuovo porto al molo orientale antico. La spesa, però, sarà di gran lunga maggiore e al nuovo porto potranno attraccare solo le navi di piccolo tonnellaggio.
I Nettunesi, grati al Papa per le attenzioni usate alla loro cittadina, vogliono che il nuovo porto sia denominato "Innocenziano".
1700 Anno Santo.
Un gran numero di Nettunesi, guidati dalle Confraternite del Carmine e del SS. Sacramento, si recano in pellegrinaggio a Roma con la venerata statua di Nostra Signora delle Grazie per acquistare il santo Giubileo indetto da Papa Innocenzo XII.
1700
Il 31 marzo il Pontefice Innocenzo XII acquista dal Principe Giovanni Panfili tutta la valle intorno al nuovo porto, allo scopo di consentire ai Nettunesi di costruirvi le loro abitazioni ed agevolare il loro commercio marittimo.
1700 maggio.
Si inaugura il nuovo porto "innocenziano" e se ne commemora l'evento con una moneta appositamente coniata con la scritta: "Venti et mare oboediunt ei" (I venti ed il mare gli obbediscono).
Il luogo è ancora disabitato: vi sono soltanto il villino Cesi, la torre di Capo d'Anzio, una misera osteria ed alcune capanne. In seguito vengono costruiti gli edifici per i funzionari del porto, per i sorveglianti delle ciurme (schiavi turchi catturati sulle navi corsare o persone condannate alle galere), per i soldati addetti alla difesa dei fortini ed una cappella data in custodia ad un sacerdote per l'assistenza spirituale dei pochi fedeli.
Il porto rimane di proprietà della Camera Apostolica, autorizzata a mantenerlo in efficienza col fondo costituito dalle tasse pagate dai Nettunesi. Contemporaneamente si nomina una "Congregazione" o Commissione amministrativa composta da un membro della famiglia Panfili, da due cittadini romani e da alcuni prelati. I Nettunesi, per i quali è stato costruito il porto, dopo tante e pressanti istanze rivolte al Papa, ne sono ingiustamente esclusi. A questo proposito l'Arciprete Matteucci nel 1872 così si esprimerà:
"Ed i Nettunesi, ai quali in giusto rigoroso compenso era stato eretto quel porto, come non Consiglieri, anzi Protettori, in piena ingerenza e padronanza degl'utili del Porto?... Da qual tempo fin qui, Nettuno non ha goduto altro compenso delle 700 rubbia che liberamente passeggiar per la riviera, mirar da lungi quel novello porto ed il crescente paesello suo..." (9).
1720
Sua Maestà Britannica Giorgio I visita le galee pontificie, ospite di villa Costaguti (villa Borghese) e di villa Doria-Panfili.
1726
Il 7 ottobre il Cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, acquista dal Capitolo di San Giovanni di Nettuno un vastissimo terreno e vi costruisce una villa (l'attuale villa Albani in Anzio). Fa eseguire scavi e rinviene numerosi reperti archeologici con i quali allestisce un museo. Giuseppe Brovelli Soffredini afferma (pag. 165) che, tra le altre, vi collocò anche "le seguenti opere d'arte ritrovate in Nettuno: statue di Ercole, di Esculapio, di Giove, di Pallade; il busto di Adriano, di Settimio Severo, di Faustina Augusta, insieme con altre statue: altri busti, erme, iscrizioni e colonne, dei quali molti andarono venduti in Germania".
Lo stesso Cardinale Albani ottiene la facoltà di potere eseguire scavi nel vasto territorio di Nettuno per la ricerca di opere d'arte. Il 15 dicembre 1733 vende a Clemente XII gran parte dei pezzi rinvenuti, al prezzo di seimila scudi romani. Il Papa li fa collocare nel museo capitolino (10).
1730
I Nettunesi danno inizio al disboscamento di una vasta zona dell'entroterra piantandovi rigogliosi vigneti, preferendo un vitigno adatto al terreno, detto "cacchione". Ben presto ottengono una consistente produzione di vino brillante e gustoso largamente esportato all'Urbe. Nelle botteghe romane, come quella di "Falcone" a S.Eustachio, e quella di "Padron Clemente" dietro San Gallicano, si serve vino di Nettuno, ivi trasportato con carri carichi di barili, dopo una sosta di riposo notturno, a Fontana di Papa.
1746
Il 9 maggio Benedetto XIV (Lambertini, 1740-1758), venuto a conoscenza delle gravissime spese e difficoltà incontrate per la manutenzione del nuovo porto, si reca a Nettuno col suo Segretario di Stato Cardinale Valenti, per rendersene conto personalmente. Quindi incarica il Brigadiere Mareschal, ispettore generale dei porti della Francia sul Mediterraneo, di studiare la maniera di evitarne la perdita.
È convinzione generale che sarebbe stato assai più utile e meno dispendioso ricostruire l'antico porto neroniano, come aveva promesso Papa Clemente VIII ai Nettunesi.
Per l'assistenza religiosa ai pochi abitanti della zona (circa 300), il Papa fa costruire una chiesina dedicata a S. Antonio.
Il territorio intorno a Nettuno va così, pian piano, a ripopolarsi. Già nel 1660 il cardinale Vincenzo Costaguti aveva fatto costruire una grandiosa villa, chiamata "Bell'Aspetto" (villa Borghese), nel punto più elevato, dove forse era l'antica acropoli anziate. Un'altra villa era stata costruita nel 1726, davanti al porto innocenziano, dal cardinale Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, impiegando materiale tratto dai ruderi dei monumenti antichi. Una terza villa era stata costruita dal cardinale Neri Maria Corsini di fronte a! porto neroniano.
1758
Invitate dall'arciprete-parroco di San Giovanni, Don Ambrogio De Massimi, vengono a Nettuno le Maestre Pie Filippini per la gratuita istruzione religiosa e civile dei bambini. Prendono alloggio in una modesta casa di via Andrea Sacchi. Nel 1915 si trasferiranno in alcuni locali del palazzo municipale; nel 1932, prenderanno stabile dimora nell'Istituto da loro stesse costruito in via G. Matteotti, allargando il loro insegnamento anche alle alunne delle scuole medie e magistrali.
1760
Clemente XIII (Rezzonico, 1758-1769) invia come Internunzio a Bruxelles Mons. Bartolomeo Soffredini, nettunese.
1801-2
La popolazione di Nettuno vive in allarme per il pericolo di invasione di pirati turchi.
"... Siamo pieni di Turchi" scrive il 13 agosto da Nettuno il castellano della torre di Anzio. "Rimangono anche oggi li detti legni turchi bordeggiando per quest'acque e si ha relazione che ve ne sono dell'altri".
"20 agosto 1801 - Turchi, Inglesi e Pirati d'ogni specie. Oggi abbiamo qui dirimpetto due grossi Sciabecchi Turchi che bordeggiano e però alcune barche non si partono dal porto"17 giugno 1802 - ...Giorni sono doppo le ore 8 (i Turchi) entrarono in una casa vicino le Grottacce e vi presero un ragazzo di circa 15 anni mentre il padre stava mondando il grano, né fece in tempo a fuggire, il povero padre se lo vide rapire, ier l'altro con otto lande sbarcarono in Caprolace, sfasciarono la Chiesa di S. Andrea, maltrattarono e gettarono li utensili e sfasciarono la cassa dei cannone. Ieri sera ne avevamo alla vista nove grossi sciabecchi". "G. Brov. Soffredini, pag. 187)
1810
Nettuno cade sotto il dominio delle truppe francesi: subisce il cannoneggiamento delle navi inglesi, saccheggi e devastazioni. L'Arciprete Parroco Don Alessandro Sguzzi preferisce l'esilio al giuramento di fedeltà all'invasore Bonaparte.
1827
La nuova popolazione stabititasi intorno al porto innocenziano viene riunita a quella di Nettuno sotto la denominazione di
"Comune di Nettuno e Porto d'Anzio".
1831
Tramonta la potenza napoleonica, viene eletto papa Gregorio XVI (Cappellari, 1831 - 1846) il quale, ossessionato dall'azione dei gruppi liberali, ricorre all'aiuto delle truppe austriache, che pongono i loro pesanti presidi nelle cittadine prossime a Roma, tra le quali Nettuno. Poiché il mantenimento di queste milizie è a carico della Camera Apostolica, l'erario papale si viene a trovare in serie difficoltà, tanto da decidere l'alienazione del feudo di Nettuno. Esso viene aggiudicato al principe Borghese per la somma di scudi 400.000, la stessa sborsata ai Colonna dalla Camera Apostolica. Per una strana coincidenza, l'atto di cessione viene perfezionato dal principe Domenico Orsini, senatore di Roma, che ricorda il tempo in cui Nettuno era feudo dei suoi avi. . .
L'insediamento della famiglia Borghese non porta sostanziali modifiche nella vita cittadina.
1845
Per rendere più agevole l'ingresso al paese si allarga la porta e si abbatte il ponte levatoio. Anche i fossati che corrono intorno al castello vengono colmati per dilatare la piazza del borgo.
1847
28 ottobre il Papa Pio IX (Mastai - Ferretti, 1846-1878) compie una breve visita a Nettuno. Recandosi alla Chiesa del porto innocenziano e trovandola inadeguata alle necessità spirituali dei fedeli, ordina di costruirne un'altra più ampia e decorosa.
1852
Il Municipio di "Nettuno e Porto d'Anzio" costruisce il ponte sul fiume Loracina e il seguente tratto di strada che conduce al Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Sul luogo viene posta la seguente iscrizione latina: ABSOLUTA NOVA ET AMPLIORI VIA - AB VETUSTO PORTU AD ARAM PERGENTE - DEIPA-RAE PATRONAE - PONTEM IN AMNIS LORACINAE - ORIENTALI CORNU MARIS PROGRESSU - ITERUM ABSORTUM AG TERTIO - OB INGRUENTES FLUCTUS LABENTEM - ORDO NEPTUNEN. ANTIASQ. RESTITUIT - ANNO MDCCCLII (11).
1854
Il 4 aprile il Consiglio Municipale del Comune di "Nettuno e Porto d'Anzio", sotto la presidenza del Priore Sisto Pollastrini, dichiara Patrona del paese la Vergine Santissima delle Grazie e Compatroni San Rocco e San Sebastiano.
1855
II Comune di Nettuno costruisce il cimitero sul terreno che fu già del convento di Santa Maria del Quarto, e restaura la
Chiesa annessa restituendola al culto.
1857
II Papa Pio IX, annuendo ai desideri della popolazione cresciuta attorno al porto innocenziano, consistente in 1500 anime,
decreta l'istituzione del nuovo comune di Anzio, con effetto giuridico dal 1° gennaio 1857. Diviso in quattro parti tutto il territorio di Nettuno, se ne assegna una al nuovo Comune, che tuttavia continua a dipendere giuridicamente dal Vice Governatore di Nettuno
1862
Maggio. Pio IX visita nuovamente Nettuno ospite di villa Bell'Aspetto (villa Borghese).
1867-70
Pio IX ordina di eseguire la sentenza del Tribunale della Sacra Rota con la quale si fa obbligo al fisco di restaurare le mura del castello nettunese e di costruire una solida strada dalla parte del mare "che si è spinto molto verso if paese, facendo in
alcune parti crollar le mura" (C. Soffredini, pag. 164). A ricordo di questi lavori si pone un'epigrafe sulle mura castellane
1870 Nettuno partecipa agli avvenimenti della nuova situazione so ciale e giuridica dello Stato Italiano.
1881
Il 28 maggio nella Chiesa Collegiata di S. Giovanni S.E. Monsignor Angelo Jacobini, delegato del Capitolo Vaticano, incorona solennemente la venerata Immagine di Nostra Signora delle Grazie.
1882
L'Arciprete Parroco Mons. Temistocle Signori invita il Generale dei Padri Passionisti, P. Bernardo Maria di Gesù, a fondare in Nettuno un convento presso il piccolo Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Il 28 maggio 1885 si pone la prima pietra, del nuovo ritiro.
1884
24 marzo tra le vibranti acclamazioni della popolazione giunge da Roma a Nettuno, pavesata a festa, il primo treno che inaugura la strada ferrata costruita dalla Società Veneta.
1888
Il 4 novembre i Padri Passionisti prendono possesso del loro nuovo ritiro e diventano custodi del piccolo Santuario, dove sono in grande venerazione i simulacri della Madonna delle Grazie, di S. Rocco e di S. Sebastiano. Contemporaneamente assumono il grave compito dell'assistenza religiosa alle famiglie dell'Agro Romano, cu si dedicheranno con ammirevole zelo e abnegazione per moltissi mi anni.
1888
In una zona che abbraccia gran parte del territorio costiero di Nettuno si crea il CENTRO ESPERIENZE ARTIGLIERIA dell' ESERCITO ITALIANO per la sperimentazione, i controlli e i collaudi di materiali e munizioni di tutti i tipi e di ogni calibro. È l'unico centro in Italia dotato delle più moderne attrezzature e degli apparecchi costruiti dalla tecnica più avanzata.
1900
Dal 1° marzo anche il Comune di Nettuno beneficia dell'erogazione dell'energia elettrica. Le antiche caratteristiche lampade a petrolio, che al declinare del giorno venivano accese lungo le vie e nelle piazze del paese, sono sostituite dalle lampadine elettriche.
1902
Il 5 luglio alle Ferriere di Conca viene colpita con dieci coltellate l'eroica fanciulla Maria Goretti, "novella Agnese del secolo XX". Muore in Nettuno, nell'ospedale Orsenigo, perdonando al suo uccisore, il 6 luglio 1902 alle ore 15,45, assistita da Mons. Temistocle Signore e dal Cappellano dell'ospedale.
Nel registro dei morti, a pag. 478, l'Arciprete Signori nota di suo pugno: "Pueìla timens Dominum die precedenti, prope oppidum Conchae, crudeliter aggressa, prò servando pudore fortiter obsistens, decem confossa vuineribus semianimis iacuit. Deinceps in Xenodochium Fratrum Hospitalitatis translata et comiter excepta confessa est, SS.mo Viatico refecta et S. Olei Unctione roborata per Cappellanum R.P. Martinum Gujano et proprio interfectori uitro ignoscens obiit in osculo Domini" (12).
1910
Il 27 agosto si inaugura la tranvia elettrica che unisce il centro di Nettuno a quello di Anzio; le vetture partono da entrambi i capilinea ogni 20 minuti e coprono in 12' i circa 3 chilometri di percorso.
1912
Il 12 dicembre si inaugura la nuova sede municipale del Comune di Nettuno, sita ad oriente del paese. È opera degli ingegneri R. Talenti e Serri, condotta a termine con una spesa complessiva di lire quattrocentomila.
Il Sindaco di Nettuno Cav. Augusto D'Andrea, gli Assessori Cav. G.Battista Nanni, avv.ti Pasquale Panare e Alessio Lumaca, i Consiglieri comunali Principe D.Rodolfo Borghese, Luigi Bernardini ed il Segretario Ennio Cremona, accompagnati dal Conte Cesare Caterini, sono ricevuti in privata udienza dal Papa PIO X (Sarto, 1903-1914),
II Sindaco, a nome della cittadinanza di Nettuno ringrazia vivamente il Santo Padre per l'erezione del Santuario della Madonna delle Grazie in contrada "San Rocco", che favorirà certamente lo sviluppo edilizio in quella zona.
Pio X s'interessa delle condizioni dei Nettunesi e specialmente degli agricoltori che "meritano la cura diretta e tutta la carità dei proprietari".
L'udienza ha termine con una particolare benedizione ai presenti e a tutta la città di Nettuno.
1914
Si inaugura a Nettuno il nuovo santuario dedicato a Nostra Signora delle Grazie. Il 14 maggio la venerata statua della Madonna, di ritorno dalla collegiata di San Giovanni, dopo la tradizionale processione, accompagnata dal popolo osannante, fa il suo ingresso solenne nel nuovo tempio, eretto per la tenace volontà dei Padri Passionisti, sotto gli auspici ed aiuti del Papa San Pio X, che vi ha contribuito per circa tre quarti della spesa totale.
Tre mesi dopo il santo Pontefice si spegnerà quasi repentinamente e, con lui, la speranza di portare a termine ed abbellire la nuova costruzione.
1915
Nettuno partecipa alla prima guerra mondiale. Venticinque i Caduti: Gap. UMBERTO DONATI, medaglia d'argento al valor militare; due volte promosso per meriti di guerra. "Mentre in piedi, sopra la piazzola di uno dei suoi pezzi, dirigeva il tiro, accortosi dell'incursione di aeroplani nemici, che poi presero a lanciare bombe sulla batteria, fece mettere al riparo l'ufficiale che era con lui e rimase solo esposto, finché colpito da una delle bombe stesse perdeva la vita. Pressi di Gorizia 5 - 6 settembre 1917." (Dal bollettino ufficiale del 1° aprile 1919).
COPPOLA DOMENICO - DE PASCALI VIRGILIO - DEL SIGNORE TOMMASO - DEL SIGNORE ANTONIO - FARINELLI ANGELO - FERRINI FERREOLO - FEDELI VITO ANTONIO - LEGGI ENEA - LUDOVISI PIETRO - MARIOLA ANTONIO - PENNAFINA GIORGIO - RETROSI ANGELO - ROSSI TORELLO - SALVATORI VINCENZO - TAMBURRINI TOMMASO - LEONI VINCENZO - MAZZONI DANTE - DI PIETRO IGINO - MERCURI FILIPPO - DI LORENZO SILVESTRO - FUMI ERNESTO - PASSERI SECONDO - LUDOVISI GIUSEPPE - BALDAZZI GIOVANNI.
Alla Medaglia D'Argento Cap. Umberto Donati è stata dedicata una strada del centro cittadino.
Alla memoria di tutti i Caduti è stato eretto un monumento, in località "Belvedere", opera dello scultore Cesare Barzani.
1919
Il 20 settembre muore in Nettuno Monsignor Temistocle Signori, compianto da tutto il popolo nettunese, che ne aveva apprezzato le alte doti di mente e di cuore. Era nato a Nettuno il 18 aprile 1850 da Antonio e da Virginia Ottaviani. Arciprete Parroco della Chiesa Collegiata dal 1882 al 1919. Sacerdote colto e zelante, devotissimo della Madonna delle Grazie, di cui scrisse le "Memorie storiche". È anche autore di numerosi componimenti poetici latini e italiani. Collaborò con i Padri Passionisti alla costruzione del Santuario della Madonna delle Grazie che fu inaugurato nel 1914. Ebbe la fortuna di assistere la piccola Martire Santa Maria Goretti nelle ultime ore della sua vita e ne elogiò le virtù con numerosi articoli e poesie. In memoria delle sue benemerenze l'Amministrazione Comunale di Nettuno gli ha dedicato una strada nei pressi del Poligono di Artiglieria.
1921-23
La banda musicale cittadina, diretta dal maestro Angelo Castellani, riporta il Primo Premio nelle gare bandistiche a Frascati, Terracina, Palestrina e, su 40 bande del Lazio, a Roma,
1924
Il 2 ottobre a Nettuno si commemora con grande solennità la ricorrenza del terzo centenario della nascita del celebre oratore Padre Paolo Segneri.
1925
Il 20 luglio nel Forte Sangallo di Nettuno viene stipulata fra l'Italia e la Jugoslavia la convenzione diretta a regolare le condizioni degli Italiani in Daimazia. L'Italia è rappresentata da Benito Mussolini.
1931
A giugno la Regina Maria di Rumenia, accompagnata dalla Principessa Ileana e da numeroso seguito, soggiorna a Nettuno ospite del Barone Passini, nel vetusto castel Sangallo. In suo onore la banda cittadina svolge uno scelto programma musicale diretto dal Maestro Cav. Angelo Castellani, al quale l'Augusta Sovrana esprime il suo vivo compiacimento per la perfetta esecuzione.
1934
II Governo Fascista, con R.D.L. n° 1682, arbitrariamente dispone che "la zona di territorio del Comune di Nettuno, comprendente le frazioni Acciarella, Conca e Le Ferriere, sia aggregata al Comune di Littoria (Latina).
1934
La vecchia ferrovia del 1884, col suo tortuoso percorso e la stazione a ridosso dell'abitato, non è ritenuta più idonea alle
moderne esigenze della popolazione di Nettuno. Si realizza quindi un nuovo tracciato, spostato nell'entroterra e posto in galleria ed in trincea per non interferire nello sviluppo urbanistico della cittadina. La linea termina in una nuova stazione posta in zona periferica, dotata di un vasto e severo edificio e di un ampio parco binari.
1935
Si inaugura l'elettrificazione della ferrovia Nettuno-Roma: moderne e veloci "Littorine" collegano la nostra cittadina alla capitale in soli 45 minuti.
1936
Il 26 novembre muore in Nettuno, dove era nato il 16 maggio 1863, lo storico Giuseppe Brovelli-Soffredini, la cui opera è più volte citata in questo libro. Fu anche un. apprezzato pittore. I suoi quadri hanno toni caldi e assai coloriti; si ammirano soprattutto i suoi ritratti, vivi, aggraziati, somigliantissimi. Dipinse per primo l'effige di Santa Maria Goretti basandosi su testimonianze di persone che la conobbero e su alcune fotografie delle sorelle della Martire. I suoi quadri, non troppo numerosi, sono stati sparsi un po' dovunque dopo la morte del fratello Pietrantonio, col quale si estinse il ramo nettunese della sua antica e nobile famiglia.
1937
Per iniziativa di Aurelio Leoni, Commissario Prefettizio del Comune di Nettuno, si demoliscono le numerose casupole antistanti la Chiesa di San Giovanni e quelle situate in mezzo alla piazza grande, oggi piazza Mazzini. Nello stesso anno si demolisce pure il piccolo e antico oratorio del Carmine, sito a lato della Collegiata. La pregevolissima opera d'arte attribuita al Sansovino che vi si conserva, si trasporta nella Chiesa di San Giovanni.
1938
La riviera antistante il Municipio viene elegantemente sistemata a lungomare con un muragliene, una balconata e due scale. Il bel viale che conduce fino al santuario della Madonna delle Grazie, diviene la passeggiata preferita dei Nettunesi.
1939
Una moderna filovia lunga oltre quattro chilometri sostituisce la vecchia tranvia collegando le nuove stazioni ferroviarie di Nettuno e di Anzio (site in periferia) ai rispettivi centri cittadini, e questi tra loro.
1939
Il 17 novembre con decreto-legge del 17-11-1939, n. 1958, il Governo Fascista riunisce le due cittadine di Nettuno e di Anzio in un solo Comune, con il nome di Nettunia. Questa unificazione amministrativa durerà fino al 3 marzo 1945.
1942
Il 10 dicembre all'età di 61 anni muore lo scienziato Luigi TRAFELLI. Era nato a Nettuno il 7 giugno 1881.
Nel 1903 consegue la laurea di matematica all'Università di Roma, quindi si reca a Liegi per seguire i suoi studi preferiti di elettronica. Nell'estate del 1905 pubblica un suo geniale lavoro: "Un antico e nuovo tipo di dinamo unipolare a corrente continua". La sua invenzione, brevettata in Italia e in Ungheria, è poi oggetto della sua brillante tesi di laurea in fisica, conseguita a pieni voti nell'Università di Pavia. Viene eletto membro della "Società Italiana per il Progresso delle Scienze" e della "Società Italiana di Fisica". Formula ardite ipotesi sulla dissociazione dell'atomo e sull'entità del neutrone e del protone; ipotesi confermate poi da Blanchett ed Occhialini del Laboratorio di Cambridge nel marzo 1933 e da Fermi, Heisemberg e Majorana nel settembre-ottobre dello stesso anno. Propone nuovi indirizzi di ricerche nei campi della geofisica e dell'astrofisica, e rende noti i suoi studi col volume: "Argomenti di scienza pura e applicata". Inventa un sistema a "contrazione di tempo" per la rapidissima trasmissione della parola, parlata e registrata nello stesso tempo in partenza e in arrivo, brevettato in Italia.
Purtroppo, a causa delle sue convinzioni politiche, nelle sue ricerche non ebbe alcun aiuto dal governo italiano, ma piuttosto incomprensione e persecuzione. Al suo nome è intestato un "largo" in Nettuno, sito tra la piazza Mazzini e la piazza del mercato.
1943
19 settembre dopo l'annuncio dell'armistizio firmato tra l'Italia e le potenze alleate, l'esercito tedesco si sostituisce rapidamente a quello italiano per continuare la lotta contro gli Anglo-Americani. Ne segue in Nettuno una guerriglia che dura un paio di giorni. I Tedeschi s'impadroniscono della città.
1943
II Comando tedesco, superata la debole resistenza dei soldati italiani, imprigionati e portati in campo di concentramento gli
ufficiali, rimasto padrone incontrastato di tutta la zona, si affretta ad emanare l'ordine di sfollamento, entro le ore 24 del 22 settembre, da tutta la città di Nettunia (i due nuclei cittadini di Nettuno e di Anzio riuniti in un solo Comune).
Sul cielo di Nettuno va addensandosi la più grande e spaventosa bufera della sua storia. Le famiglie di Nettuno prendono la via dell'esilio. Molte di esse, sicure di poter tornare presto alle proprie case, sono ospitate presso, parenti ed amici nei vicini paesi; molte altre, a causa dei lavori agricoli in corso, si accampano nei vigneti entro un raggio di una decina di chilometri. Alcune, però, ottengono il permesso di rimanere. Questa notizia provoca il ritorno di un gran numero di Nettunesi; ma il Comando tedesco emette un nuovo ordine di sfollamento sotto la minaccia della fucilazione:
"MANIFESTO N° 4"
ATTENZIONE
Tutti coloro che non abbiano ancora sfollato da Nettunia hanno tempo di farlo fino alle ore 22 di questa sera.
Chiunque sarà, da domani, trovato a circolare senza regolare autorizzazione sarà allontanato a mezzo della forza pubblica senza facoltà di portare con sé bagagli di sorta. Chi sarà trovato nascosto nei rifugi, nelle cantine, o anche nelle abitazioni, verrà FUCILATO.
1943
Il Comandante del Presidio
Militare Tedesco
Lt. QUERBACH
È necessario obbedire. Chi può, trova ospitalità presso casolari; i più occupano ed aggiustano alla meglio vecchie capanne e se ne costruiscono di nuove; altri s'intanano in grotte naturali...La situazione, però, è caotica. Il Comandante Querbach (il terzo tra i quattordici che si succederanno fino al 22 gennaio 44) cerca di rimediare alla meglio. Egli, ricercato dagli Alleati perché criminale di guerra, come si dice, impulsivo, rigoroso e a volte spietato, pure si mostra benevolo verso la popolazione di Nettuno in molte circostanze. Tra l'altro, fa giungere da Littoria cento quintali di farina che distribuisce anche agli sfollati di Aprilia, sotto il suo personale controllo.
Frattanto i soldati tedeschi fanno esplodere le mine collocate lungo il litorale allo scopo di precludere ogni via di accesso alla città.
In via confidenziale, lo stesso Comandante tedesco consiglia di allontanarsi con sollecitudine, perché Nettunia "sarà inesorabilmente distrutta".
23 ottobre.1943
Il Comando Militare tedesco pubblica un nuovo manifesto;
"ATTENZIONE !
I fogli verdi distribuiti dalla Commandatura di Nettunia per lavori agricoli e vendemmia vengono sospesi al 28-10-43.
Chiunque si trovi ancora al 29-10-43 in possesso di tali permessi verdi oppure fa uso di transito per i due Comuni di Anzio e Nettuno viene arrestato subito e trasportato a lavori forzati.
I permessi bianchi perdono la loro validità al 31-10-43.
Una proroga di tali permessi non viene accettata.
Il Comandante del Presidio Tedesco avverte la popolazione che la zona da uno a cinque Km. deve essere sfollata completamente entro il 31-10-43. Dal 31-10-43 in poi verranno fatte brillare o saltare le case coloniche in dette zone.
Il bestiame ed i prodotti agrari verranno requisiti dal detto Comando.
Nettunia 23-10-43
IL COMANDANTE"
1943 novembre
La popolazione di Nettuno sparsa per la campagna vive giorni di ansietà e di paura dei soldati tedeschi che la fanno da padroni. Da un momento all'altro, di notte e di giorno, c'è da aspettarseli: portano via galline, maiali, farina, biade, quel poco, insomma, che è stato salvato con tanta fatica. Un sacerdote, a nome della popolazione, va a protestare presso il Comando militare. Gli rispondono che sono stati chiesti rinforzi di polizia, ma che non arrivano mai...
In realtà, le truppe che tornano dal fronte per qualche giorno di riposo, si servono di tutto e di tutti. Se hanno bisogno di mano d'opera, circondano una determinata zona e sequestrano tutti gli uomini atti al lavoro. Anche le donne, specie le giovani, devono vigilare continuamente per non cadere nelle loro mani.
Mancano l'assistenza medica e i medicinali più comuni: alcuni sacerdoti, sfidando ogni pericolo, si recano a Roma in cerca di aiuto.
1943
Anche la statua della Madonna delle Grazie, tanto cara al popolo di Nettuno, deve essere trafugata per sottrarla alle rapine e alla devastazione.
Il 5 dicembre, il Padre Pietro e il coraggioso fratel Gabriele, passionisti, chiedono ed ottengono l'uso di un vagone ferroviario per trasportarla a Roma. Durante la notte sosta nella galleria della stazione sorvegliata da fratel Gabriele, e il giorno seguente, alle ore 6, parte alla volta della capitale. Viene posta prima all'oratorio della Scala Santa e, poi,, nella basilica dei santi Giovanni e Paolo, esposta alla venerazione del popolo romano.
1943 31 dicembre.
A notte avanzata si odono improvvisamente numerosi colpi di cannone. I Nettunesi, usciti all'aperto, vedono il cielo solcato da lunghi nastri di stelline rosse: i proiettili traccianti della contraerea. Pensano lì per lì se non stia per scoccare l'ora tanto attesa della liberazione; ma non sono battaglie, né aeree né terrestri. Guardano l'orologio: scocca invece la mezzanotte...
I Tedeschi ammazzano a colpi di cannone l'anno vecchio e salutano l'inizio del 1944...
1944 1° gennaio.
Si nota un'insolita attività aerea e si ode spesso l'eco prolungata di intensi bombardamenti nelle vicinanze dei monti Lepini. Anche su Nettunia si intensificano le incursioni dei cacciabombardieri alleati. Solo nel pomeriggio del 17, nel giro di qualche ora, sono stati effettuati ben cinque bombardamenti a ondate successive. Anche di notte romba sempre il motore di qualche aereo che, fatti pochi giri e lanciati dei razzi illuminanti, sgancia paurosamente e si dilegua, superando la debole reazione della contraerea nemica.
I Nettunesi non immaginano neppure a che cosa possano preludere tutte queste strane azioni di guerra...
22 gennaio 1944
Sono le due di notte del 22 gennaio. I Nettunesi sono svegliati improvvisamente da un poderoso cannoneggiamento prove
niente dal mare. A breve distanza ne segue un altro, poi un terzo. Si pensa che i guastatori tedeschi, in vista della ritirata dal fronte del Garigliano, costretti quindi ad abbandonare Nettuno, facciano brillare le mine poste lungo la fascia costiera. Negli intervalli, si ode un sordo rumore come di mille macchine in moto.
Dal mare si levano verso il cielo grandi e paurosi bagliori che danno un riflesso sanguigno tutt'intorno. Anche in direzione di
Torre del Padiglione e a nord de La Campana, enormi fiammate si susseguono a brevi intervalli. I Nettunesi sono circondati da un cerchio di fuoco infernale. Ad accrescere il terrore, un cannone tedesco prende a tuonare fortemente da un nascondiglio nella grande pineta, provocando paurosi scuotimenti delle povere abitazioni.
Alle prime luci del giorno si nota un gran numero di palloni frenati lungo la costa. Fattosi poi più chiaro, centinaia di apparecchi sfrecciano a tutte le quote con un fragore assordante. Il mare di Nettuno pullula di navi di ogni tipo. Non passa molto e agli occhi sbalorditi dei Nettunesi appaiono sorridenti i primi fanti americani... L'azione è stata davvero sorprendente, e non solo per i tedeschi!
Il potente cannone della Campana viene presto eliminato, mentre aumenta sensibilmente il numero degli aerei di scorta alle operazioni terrestri.
I buoni Nettunesi fraternizzano ben presto con i "paesani", che hanno scaricato nella zona ogni ben di Dio, insieme ad un'enorme quantità di materiale bellico.
Un aereo tedesco riesce a penetrare nella fitta rete di quelli americani: è l'inferno. Da mare e da ogni angolo della zona di sbarco, migliaia di cannoni, antiaerei e quelli automatici multipli delle navi più grandi, lanciano proiettili traccianti contro il malcapitato, che non riesce più a trovare una via di scampo.
Il rombo assordante degli aerei, il fragore dei carri armati, quel tuonare continuo dei cannoni che notte e giorno martellano le linee nemiche: il rumore degli automezzi che dal mare si dirigono verso il fronte, il timore di possibili contrattacchi tedeschi nel tentativo di ricacciare in mare le truppe sbarcate, rendono nervosi e sfiduciati i Nettunesi che, senza volerlo, si son venuti a trovare al centro di una delle più rischiose azioni militari della seconda guerra mondiale.
Intanto la radio italiana, annunciando l'avvenuto sbarco alleato, va ripetendo: "...Nettuno è in fiamme!".
L'azione anfibia, comandata da! generale Lucas, forte di 16 navi da trasporto e 146 mezzi da sbarco, è appoggiata da 7 incrociatori, 24 cacciatorpediniere e 96 unità di altro tipo. Sul settore di sbarco le forze tedesche sono quasi assenti.
I Tedeschi stanno ammassando truppe per arrestare l'avanzata degli Alleati, mentre iniziano una propaganda demoralizzante attraverso la radio e mediante numerosi volantini lanciati con mortai e cannoni. Uno di questi, da una parte reca il disegno qui riprodotto; nel retro, tra l'altro, dice:
"Vi ricordate l'inferno di Dunkerque?... Quante navi sono state affondate e quanti bravi "Tommies" vi hanno lasciato la pelle! E ora l'inferno a Nettuno! Le spiagge di Nettuno sono coperte di materiale come le spiagge di Dunkerque, e soldati americani e inglesi sono schiacciati dalla macchina militare tedesca."
In realtà i Tedeschi preparano una robusta rete difensiva costituendo un anello di ferro intorno alla testa di sbarco e infliggono gravissime perdite agli Alleati, sia nel settore di Cisterna che a Campoleone, e affondando numerose navi ancorate al largo.
Sembra che i soldati americani non vogliano più andarsene da Nettuno...
1944 25 gennaio.
La "Gazzetta del Mezzogiorno" (La Gazzetta di Puglia riere delle Puglie) pubblica:
LO SBARCO A NETTUNO (10). A Roma si ode il cannone. Non v'è operazione più interessante dal punto di vista tecnico e tattico, della costituzione di un'importante testa di sbarco. Essa rappresenta l'immediato irrompere di un complesso di forze dallo stato potenziale a quello della battaglia. Chi si fosse spinto con noi nella zona in cui si svolse l'azione, avrebbe visto la superfieie del mare pullulare di chiatte d'assalto, di motopescherecci, di vedette, di tutte le speciali imbarcazioni costruite per operazioni di tal genere, e il cielo ricoperto come da un ombrello impenetrabile per gli aerei che in gran numero proteggevano lo sbarco.
Si ALLARGA LA TESTA DI SBARCO.
I "commandos" muniti delle loro armi automatiche per l'assalto,sono discesi d'un balzo sulla spiaggia, pronti ad eliminare le
prime resistenze per consentire alle fanterie di prendere terra. Ma l'urto è mancato per effetto della sorpresa che ha colto in pieno il nemico. Solo qualche colpo di fucile si è udito qua e là, fra le tenebre, da parte di pochi uomini della vigilanza costiera. Sbarcati i primi battaglioni, gli Alleati hanno raggiunto quelle località della costa che dovevano costituire i primi limiti della base di arrivo. Poi, nuove forze e mezzi sono stati fatti scendere dai pontoni e l'organizzazione della testa di sbarco ha avuto inizio. Ora le truppe stanno aprendosi a ventaglio per aumentare l'ampiezza di questa testa, mentre pattuglie vengono spinte innanzi, in direzione della via Appia. Primo risultato dell'azione è stato l'occupazione di Nettuno, la cittadella della rocca degli Orsini, che domina il tratto di costa tra la foce del Tevere e il capo Circeo. Essa ci è apparsa in un quadro di azzurro e di sole, diversa da ogni altra cittadina o paese finora investito dalla guerra.
Qui i Tedeschi, sorpresi, non hanno avuto il tempo di effettuare distruzioni. A tergo del suo ridente abitato, si estende la pianura, a macchia e a pascolo, che giunge a Littoria e a Cisterna con un raggio di circa venti chilometri. Un 'agevole strada diretta verso nord si spinge nei pressi del lago di Albano ad incontrare la via Appia che porta a Roma e che è già a tiro delle artiglierie alleate".
Il Comando americano invita i dottori Ciro e Pietro Donati a prestare immediatamente servizio, sollecitandoli a impiantare un ospedale nella villa di loro proprietà. I due medici, consapevoli dell'importanza e dell'urgenza dell'invito, si pongono immediatamente al lavoro con instancabile e ammirevole disinteresse. Dal 26 gennaio all'8 aprile presteranno le loro cure ad oltre cento feriti ed a moltissimi malati.
Prima che anche ad essi pervenga l'ordine di sfollamento, il Comando militare Alleato esprime il proprio compiacimento con questa lettera:
"Prima della vostra partenza desidero esprimere il mio riconoscimento per la splendida assistenza medica che voi avete reso agli abitanti di questo paese durante i difficili giorni della guerra. Voi avete lavorato duro, avete lavorato senza ricompensa, curando i malati ed i feriti e dirigendo un ospedale civile tra grandi difficoltà, lo vi auguro un buon viaggio ed un sollecito ritorno in questa zona".
1944 11 febbraio
Nessun apparecchio, né tedesco, né anglo-americano, viene a sciupare il candore di questo giorno luminosissimo, anniversario dell'apparizione della Madonna a Lourdes. Soltanto a notte avanzata riprende con violenza il duello delle artiglierie.
La permanenza della popolazione civile nella zona di guerra, intralcia in vari modi le operazioni militari, mentre continua lo sbarco di ingenti quantitativi di materiale bellico.
Il Comando militare ordina di procedere ad un regolare sfollamento; e per i Nettunesi, l'orizzonte, invece di rischiararsi, si fa più buio.
1944 17 febbraio.
Dal porto di Anzio salpa il primo convoglio con a bordo tutti i cittadini che liberamente hanno scelto di trasferirsi presso i propri parenti nel meridione. Ma è soltanto l'inizio di uno sfollamento che, divenuto poi obbligatorio, si protrarrà fino al mese di aprile.
I profughi, quando non vengono imbarcati immediatamente, passano la notte nelle chiese di San Rocco, a Nettuno, e di Santa Teresa in Anzio. Al momento giusto, fattili risalire sugli autocarri, si procede sollecitamente all'imbarco e si parte verso Napoli, spesso cannoneggiati dai Tedeschi annidati sui monti Lepini. Ma a loro dispetto, tutti i convogli, compresi quelli che si susseguiranno fino alla metà di aprile, raggiungono incolumi il porto di Napoli o quelli della Sicilia.
1944 maggio.
Finalmente tutti i profughi di Nettunia sono sistemati alla meglio nei vari centri della Campania, della Calabria e della Sicilia, sebbene non abbiano trovato sempre quella disponibilità e comprensione tanto necessarie in simili circostanze. I più vivono in locali di edifici scolastici, di collegi e seminari messi a loro disposizione dalle Autorità civili e religiose; altri presso famiglie private, con un sussidio giornaliero di poche lire.
Nei vari centri di sfollamento, i Nettunesi celebrano la festa della Madonna delle Grazie con la solennità consentita dalle circostanze. In alcuni luoghi, come a Tropea, a Gioia Tauro e a Scilla, i festeggiamenti si svolgono tra uno straordinario concorso di popolo, con l'intervento dei Vescovo del luogo e di numeroso Clero.
1944 luglio - settembre.
I profughi nettunesi rientrano nella loro città, che sebbene danneggiata e mutilata in più parti, ha conservato tuttavia intatte le sue sembianze. Tutte le chiese sono salve.
Cinquantuno soldati Nettunesi sono caduti durante la guerra: Antonacci Alfonso - Bianchini Orlando - Bianchi Ennio - Bianchi Orlando - Barboni Francesco - Cianfoni Alfredo - Cornalino Carlo (Cap. Magg.) - Cappelli Umberto - Cibati Giovanni - Campo Giuseppe - Cannucciari Tirio - De Santis Mario - Di Cresce Sisto -Della Millia Ettore - De Santis Emidio - D'Annibale Orlando - De Franceschi Filiberto - Fiorini Italo - Fiorilli Aldo - Fiori Ferdinando (medaglia d'argento al V.M.) - Lauri Loreto - Lucini Luigi - Milan Ottavio - Massimi Tommaso - Minardi Giuseppe - Macciocca Luigi - Mariola Aldo (Ten.) - Mariola Giulio - Mosca Salvatore - Mastroddi Francesco - Magno David - Pellicciari Mario - Pecchia Fernando (Cap.) - Prosperi Alfredo - Pecchia Marcello - Pagnano Giovanni (Serg. Medaglia d'argento al' V.M.) Ricci Pasquale - Romani Mario - Romani Salvatore - Romani Aristodemo - Salvatori Amerigo - Solazzi Loreto - Sbandi Mario - Simeoni Eraldo - Sturzo Vincenzo - Tamburrini Ugo - Taveri Alfredo - Tedesco Bruno - Tomei Giovanni - Valentini Benedetto.
1944 8 settembre.
La sacra Icone della Vergine Santissima delle Grazie, trafugata a Roma per sottrarla alle rapine e alla devastazione, ritorna accolta da un'immensa folla di Nettunesi e di Anziati.
1946 30 dicembre.
A Nettuno, in via C. Colombo, muore il pittore nettunese Salvatore Valeri. Era nato il 25 dicembre 1856. Terminati gli studi all'Accademia delle Belle Arti di Roma, soggiorna in diverse città, insegnando e dipingendo. Dopo lunga peregrinazione, raggiunge Costantinopoli dove ha la possibilità di manifestare tutte le sue capacità di vero artista. Infatti un'esposizione dei suoi quadri, promossa da Lord Duffery nel 1893, lo rivela maestro di eccezionale valore, tanto che S.M. il Sultano lo incarica di insegnare disegno e pittura ai suoi tre figli e, poco dopo, pienamente soddisfatto degli eccellenti risultati, lo eleva al grado di Bey concedendogli il titolo di Eccellenza e annoverandolo fra gli alti Ufficiali della Corte imperiale. Gli viene poi affidato l'incarico di fondare una scuola di belle arti, l'unica di Costantinopoli, dove egli insegnerà per molti anni. Le sue numerose opere sono sparse qua e là in tutta l'Europa; tra le più importanti: "Partenza per la guerra", "Trasporto di un ferito", "Arrivo di una carovana in un villaggio", "Una truppa di zingari in viaggio", "Un vecchio condottiero di cammelli", "La sera alle acque dolci", "La buona ventura", "Un cavaliere", "Ritratto a cavallo di S.M. l'Imperatore di Germania", "Mater dolorosa", ecc.
I critici affermano concordemente che in tutti i suoi dipinti il Valeri esprime in modo assai eloquente la sua genialità e riconoscono in lui il valore di un vero artista.
Al suo nome è intitolata una piazza di Nettuno, nei pressi del mercato.
1949 1° ottobre.
A Marino, dove si era recato per motivi di salute, si spegne serenamente all'età di 86 anni l'esimio Maestro di musica Cav. Angelo Castellani, Era nato a Nettuno il 4 marzo 1863. Ancora giovanissimo palesa appassionata inclinazione alla musica; a 18 anni si arruola nell'esercito come primo clarinetto e per circa trenta anni è instancabile e fervido direttore della banda del 52°, 56°, 20° e 72° Fanteria. Nei bollettini militari è giudicato come uno dei migliori direttori dei corpi musicali militari del tempo. Per la concentrazione e la perfetta esecuzione dei suoi programmi riceve applausi e onori da cittadini, critici e giornali di molte città d'Italia. Il Ministero della Guerra lo vuole a Roma quale membro della Commissione per la organizzazione delle bande musicali e come esaminatore presso la Accademia di S. Cecilia, per la nomina dei maestri direttori delle bande stesse. Le sue numerose composizioni gli ottengono gli elogi di illustri Maestri, tra cui Perosi, Vessella, Giordano, Marchesini, Ferroni e del Principe Amedeo di Savoia, dal quale riceve in dono un suo personale remontoir d'oro con incise le sue iniziali e lo stemma reale. Vince numerosi concorsi tra cui quello internazionale di Bruxelles, dove riporta il 1° e 2° premio con due minuetti di squisita fattura. Ottenuto il collocamento a riposo, vince il concorso bandistico a Novara, quindi si trasferisce a Nettuno. Alla veneranda età di 84 anni con le sue ispirate composizioni vince anche il concorso indetto dalla Casa Musicale "Ticconi" con la marcia "Nettuno", nella quale il Maestro "alla sicurezza e complessità della tecnica accoppia freschezza e varietà di ispirazione".
Uomo di grande fede e di profonda pietà cristiana, fu affezionatissimo alla sua città natale, di cui è onore e vanto.
Una via, sita nei pressi della chiesa di Sant'Anna in Nettuno, ne tramanda il nome alla posterità.
1949 31 ottobre.
Vinto da una male inesorabile, muore a Roma il chirurgo GUIDO EGIDI. Era nato a Nettuno il 10 luglio 1883.
Conseguita la laurea in medicina all'Università di Roma nel 1906, si specializza appassionatamente in alta chirurgia e per la sua profonda preparazione scientifica gli viene conferito il titolo di Primario degli Ospedali Riuniti di Roma.
Fautore e iniziatore delle più avanzate tecniche chirurgiche riconosciute ed apprezzate in campo scientifico, viene eletto Presidente della Società Lanciniana e della Scuola Ospedaliera. Come socio dell'Accademia Medica di Roma interviene alle consuete conferenze professionali nelle quali si fa ascoltare con piacere per il suo linguaggio forbito, elegante e di grande interesse scientifico. Lascia 72 pubblicazioni su vari argomenti di chirurgia.
Appassionato anche di problemi nautici, consegue un brevetto per la costruzione di nuovi tipi di scafi.
Il giorno della sua morte Roma gli tributa un'imponente manifestazione di cordoglio: tutti i rappresentanti dei vari partiti politici esaltano le sue doti di scienziato e di insigne benefattore dell'umanità.
1950 24 giugno.
Il Sommo Ponteficie Pio XII (Pacelli, 1939-1958) in piazza San Pietro, alla presenza di circa 500.000 persone, proclama la canonizzazione della piccola martire nettunese MARIA GORETTI.
1953 30 agosto.
Pio XII dichiara Santa Maria Goretti COMPATRONA particolare di Nettuno.
1953
II 29 novembre viene inaugurata la piccola "Casa di Riposo G. Tosi", realizzata dal sindaco Ennio Visca. Il fabbricato, col
terreno circostante, è stato acquistato dal Comune al prezzo di favore di 4 milioni.
Alla direzione della Casa sono state preposte le Suore Stimmatine, già presenti a Nettuno con un orfanotrofio in zona Cretarossa.
1955 25 settembre.
Con l'intervento delle Autorità civili, militari e religiose, si inaugura a Nettuno il nuovo acquedotto di CARANO, le cui sorgenti furono scoperte e portate a luce nel 1929 dai fratelli SCAVIZZI, a loro spese e su propri terreni. L'opera è stata realizzata per l'interessamento dell'Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco ENNIO VISCA, che ha ottenuto dal Governo De Gasperi lo stanziamento della somma occorrente.
1960 maggio.
Il Sindaco di Nettuno Bruno Lazzaro conferisce la medaglia d'oro a Suor ELETTA del S. Rosario (al secolo: Barattieri). Entrata nella congregazione delle suore del Cottolengo, nel 1920 è mandata a Nettuno in qualità di infermiera. Umile, gentile, paziente, si è dedicata per tutta la vita all'assistenza sanitaria della popolazione nettunese, con spiccato senso di carità cristiana.
1960 13 ottobre.
A conclusione di un grandioso pellegrinaggio popolare di preghiera e di penitenza promosso dalle Autorità ecclesiastiche locali, il sindaco Bruno Lazzaro consacra la città al Cuore Immacolato di Maria.
1961 23 luglio.
Il Sindaco Bruno Lazzaro, a nome della cittadinanza, conferisce la medaglia d'oro all'Arciprete Parroco Mons. NICOLA DE FRANCESCHI, che da oltre un quarantennio cura il bene spirituale del popolo di Nettuno con instancabile operosità.
1969 1° maggio.
Nella sede della Scuola Allievi Guardie di P.S. di Nettuno (ex "Caserma Piave") viene istituita la SCUOLA SOTTUFFICIALI DI P.S. Dispone delle più complete e moderne attrezzature, e svolge molteplici attività: corsi per Allievi Sottufficiali, per Allievi Guardie Atleti, per Cinofili ecc. Presso di essa hanno sede il Centro Nazionale Accademico di Judo del Corpo delle Guardie di P.S. e il Centro Addestramento Cani di Polizia. Le sue attuali disponibilità consentono l'alloggiamento di oltre mille Allievi.
1969 11 luglio.
Il Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat si reca a Nettuno per presiedere alla celebrazione del 117° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia.
1969 14 settembre.
Il Sommo Pontefice Paolo VI inaugura a Nettuno il Santuario dedicato a Nostra Signora delle Grazie e a Santa Maria Goretti, che per la terza volta risorge con sempre nuova monumentante.
Nella sua omelia il Santo Padre, dopo aver ringraziato le autorità religiose e civili per la loro presenza, esprime la sua gioia, porge il suo saluto a tutta la comunità presente ed invita i fedeli ad ispirarsi all'esempio della Madonna e di Santa Maria Goretti.
Lasciato il tempio, Paolo VI, attraversando la cittadina tra fitte ali di folla acclamante, si reca alla Casa della Divina Provvidenza, l'antico ospedale dove la martire nettunese fu ricoverata subito dopo il delitto.
10 ottobre - 9 dicembre.
Con l'approvazione del Vescovo diocesano, Mons. Raffaele Macario, nelle Parrocchie di Nettuno, Anzio, Lavinio, Borgo Ferriere, Borgo Montello, Borgo Bainsizza e Borgo Sabotino, si svolge un grande e straordinario pellegrinaggio penitenziale mariano con la vetusta immagine di Nostra Signora delle Grazie che si venera nel Santuario di Nettuno. Per l'occasione il Santo Padre Paolo VI invia al Vescovo della Diocesi il seguente telegramma:
"INIZIANDOSI PEREGRINATIO MARIAE VICARIA DI NETTUNO SOMMO PONTEFICE AUSPICA COPIOSI FRUTTI SPIRITUALI CON INCREMENTO SALUTARE DEVOZIONE MADRE CELESTE ET VOLENTIERI INVIA VOSTRA ECCELLENZA ZELANTI SACERDOTI ET FEDELI PARTECIPANTI PEGNO DIVINI FAVORI IMPLORATA BENEDIZIONE APOSTOLICA. - Cardinale Villot".
Il pellegrinaggio ha tutti i caratteri di una vera Missione condotta con instancabile zelo dai Padri Passionisti.
La sera del 9 dicembre dalla Parrocchia di S. Antonio in Anzio, ultima tappa della sua lunga peregrinazione, dopo un commosso saluto del Sindaco Giorgio Pasetto, il venerato Simulacro della Vergine Santissima delle Grazie inizia il suo trionfale ritorno al Santuario di Nettuno. Migliaia di pellegrini l'accompagnano a piedi e nel procedere la fiumana di gente ingrossa sempre più fino a prendere l'aspetto dell'annuale festa di maggio. Niente fuochi d'artifizio, niente luminarie: quell'immensa folla prega e canta inni sacri invocando dal Cielo pace, benedizioni e grazie per la città, per la Patria e per il mondo intero. Uno spettacolo davvero commovente, devoto e solenne che i vari monumenti eretti per la circostanza alla Vergine in molte località della Vicaria di Nettuno ricorderanno alle generazioni future.
1972 12 luglio.
Il Presidente della Repubblica Giovanni Leone presenzia a Nettuno la festa della Polizia in coincidenza col 120° anniversario della fondazione del Corpo. Tra le moltissime autorità convenute sono presenti S.E. Mons. Raffele Macario, Vescovo della Diocesi di Albano, e l'Ausiliare S.E. Mons. Dante Bernini.
Al termine della cerimonia il Presidente Leone visita ufficialmente il Palazzo Comunale tra le vive acclamazioni del popolo nettunese.
1972 9 agosto.
Dopo l'udienza generale, il Santo Padre Paolo VI, nel palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, riceve il Sindaco e la Giunta Comunale di Nettuno che gli presentano il filiale saluto della cittadina.
Il gruppo è guidato dal Sindaco Rag. Antonio Simeoni e dall'Arciprete della Collegiata Mons. Vincenzo Cerri. Sono presenti gli Assessori Alessandrini, Molinari, Fiori, Masullo, Eufemi e Romani, il Segretario Generale del Comune Giovanni Del Giudice, il Vice Segretario Marcelle Giuliani e il signor Mario Cerri.
Al termine de! breve discorso rivolto ai presenti, Paolo VI imparte la Benedizione Apostolica e si sofferma amabilmente col Sindaco, l'Arciprete e gli altri Amministratori. Da essi riceve l'omaggio di un'artistica ceramica raffigurante l'antico costume delle donne nettunesi, opera della Professoressa Emma Gatti.
Il Santo Padre, prima di accomiatarsi, rinnova a tutti i sentimenti di gratitudine per la visita e prega l'Arciprete della Collegiata di recare agli ammalati della città "a Lui tanto cara" una sua speciale Benedizione.
1973 6 ottobre.
I Sindaci di Nettuno e del Comune tedesco di Traunreut, Rag. Antonio Simeoni e Dr. Franz Haberlander, assistiti dai rispettivi Consiglieri, approvano e celebrano solennemente in Nettuno il GEMELLAGGIO tra le due città, impegnandosi a stabilire vicendevoli legami di amicizia e a favorire in ogni campo gli scambi culturali e turistici tra i loro abitanti nel quadro della libertà, della pace e della fraternità dei popoli d'Europa.
1973 27 ottobre.
II NETTUNO B.C. aggiunge un altro alloro alla sua lunga catena di successi, conquistando per l'undicesima volta il titolo di campione d'Italia di Baseball. Importato dalle truppe americane sbarcate a Nettuno, il Baseball è divenuto elemento di vita dei giovani Nettunesi, che in tale disciplina sportiva hanno trovato modo di eccellere non solo in Italia, ma anche in Europa, aggiudicandosi per due volte, nel '65 e nel '72, il massimo trofeo per club, la Coppa dei Campioni.
1974 11 aprile.
Nettuno dedica ai Cavalieri di Vittorio Veneto, i veterani della grande guerra, una nuova vasta piazza, con giardini e parcheggi, sita presso l'ospedale e recentemente ottenuta con la demolizione di vecchi edifici compresi nel quadrilatero via Olmata, via Santa Barbara, via Isonzo e via Sangallo.
1974 5 maggio.
Dopo circa 900 anni, un Padre Abate di Grottaferrata, nella persona del Rev.mo Padre Paolo Giannini, è tornato nella Chiesa Madre di Nettuno per una solenne celebrazione in rito greco-bizantino, in occasione della festa patronale di Nostra Signora delle Grazie.
Gli abati del monastero di San Nilo di Grottaferrata, come abbiamo già detto, furono i primi feudatari di Nettuno intorno all'anno 1100.
Il Rév.mo Archimandrita P. Paolo Giannini, negli anni della sua giovinezza è vissuto con la sua famiglia a Nettuno, dove sono nati alcuni dei suoi fratelli, tra i quali FILIPPO, consacrato vescovo il 06-01-1981 con l'incarico di "Ausiliare" del Vicario della diocesi di Roma.
1975
II 24 maggio viene inaugurato a Nettuno un monumento a Padre Paolo Segneri, statua in bronzo dello scultore romano
Giovanni Gianese. È stato collocato a fianco della chiesa di San Giovanni, a pochi metri dalla casa dove nacque il celebre oratore e scrittore.
1979
Passati appena dieci anni dalla visita di Paolo VI, un altro Papa, Giovanni Paolo II, si reca a Nettuno in pellegrinaggio al
santuario di Nostra Signora delle Grazie, dove riposano le spoglie di Santa Maria Goretti. Ne avevano dato l'annuncio ufficiale Monsignor Gaetano Bonicelli, vescovo di Albano, e il sindaco di Nettuno, Antonio Simeoni.
Papa Wojtyla giunge in elicottero nel pomeriggio del 1° settembre, alle 17,30 sul campo della Scuola Sottufficiali di P.S.; poi, percorrendo in macchina via Santa Barbara, piazza Mazzini e via G. Matteotti, tra due fitte ali di popolo, raggiunge il santuario dove celebra la Santa Messa sul sagrato della basilica.
Una visita breve; un omaggio alla Madonna e alla Santa della purezza, e una presa di contatto con la gente che affolla ancora questa zona in questo periodo di villeggiatura. Tra i doni offerti al Santo Padre: un'artistica ceramica della Signora Emma Gatti riproducente la venerata statua di Nostra Signora delle Grazie.
Dopo la celebrazione eucaristica il Papa saluta le Autorità presenti e s'intrattiene affabilmente con un gruppo di ammalati, alcuni dei quali in carrozzina. Poi, accompagnato anche dal Vescovo, dal rettore del Santuario e dai parroci di Nettuno e di Anzio, accetta di fermarsi per una breve refezione. Dopo di che, essendo il primo sabato del mese, torna in chiesa per la recita del santo Rosario ritrasmessa dalla radio vaticana. Verso le ore 22, salutato da un numeroso gruppo di giovani, riparte in elicottero alla volta di Castel Gandolfo, sua residenza estiva.
1981
II 13 agosto, all'età di 73 anni, muore a Genzano il pittore nettunese LAMBERTO CIAVATTA.
"Diplomato al Liceo Artistico di Roma. Ha studiato pittura nella bottega del maestro Alessandro Battaglia, scultura nella bottega del maestro Duilio Gambellotti, architettura presso la Facoltà di Roma.
Ha diretto l'Accademia Internazionale del nudo. Ha allestito una cinquantina di mostre personali in Europa ed in Medio Oriente. Ha esposto ripetutamente a Roma, Firenze Nettuno, Cortina d'Ampezzo, e con altre personali a Milano, Genova, Napoli, Macerata, Iodi, Bologna, Perugia, Reggio Calabria, Latina, Osimo ecc.
Inoltre i suoi quadri hanno ottenuto notevole successo all'estero, come a Mùnchen, New York, Chicago, Stafford, Phila-delphia. Sue opere di pittura si trovano presso enti pubblici e privati italiani, nonché in musei e collezioni private...
Tra le più note collezioni citiamo quelle dei Reali del Belgio, del Gen. Ike Eisenhover (USA), di Mr. William Allen (Londra), del Prof. Christian Barnard (Città del Capo), di Cary Grant. (USA), del Dottor G.C. Papandreu, ecc. ecc.
L'arte di Lamberto Ciavatta rispecchia pienamente il tormento e la disperazione dell'uomo contemporaneo. Egli centra infatti le sue figure in una dimensione che appartiene alla contemporaneità, pur nutrendo le proprie radici di succhi che vengono da assai lontano..." (Massimo Grillandi)
1985 POLIZIA DI STATO
Con decreto ministeriale del 28 maggio 1985 è stata disposta la trasformazione della Scuola Allievi Sottufficiali di Nettuno in "ISTITUTO PER SOVRINTENDENTI E DI PERFEZIONAMENTO PER ISPETTORI", con scuola di specializzazione al tiro e per cinofili. L'Istituto nel suo genere è l'unico in Italia.
1985
Oggi, 31 luglio, alle ore 12,30, le suore Figlie della Croce (dette "Francesi"), dopo 121 anni di attività scolastica nella scuo
la materna ed elementare, per motivi interni della loro congregazione, nonostante la viva opposizione dell'Arciprete-Parroco, hanno lasciato Nettuno. La gestione della scuola era passata alla Parrocchia di San Giovanni già fin dall'anno
scolastico 1982-1983.
Le Figlie della Croce erano venute a Nettuno nel 1864 dietro invito della principessa Teresa Borghese, che fino al 1890, oltre all'uso gratuito dei locali, dava loro anche un generoso contributo mensile. Durante la loro lunga permanenza a Nettuno hanno curato l'educazione religiosa e civile dei ragazzi e della gioventù femminile, per cui istituirono un laboratorio interno di cucito, ricamo e taglio, oltre che una ben nutrita scuola di canto, che per lungo tempo prestò servizio anche nella Collegiata. Per loro merito, unitamente alla Maestre Pie Filippini, si è sviluppata e stabilita la bella tradizione degli "angioletti" nell'annuale processione della Madonna delle Grazie, dando vita, gaiezza e folklore alla festa.
Alla Congregazione delle Figlie della Croce vada il ricordo affettuoso e l'imperitura riconoscenza della buona popolazione di Nettuno.
1986
Il 2 agosto, alla presenza delle Autorità civili, militari e religiose, e con la partecipazione di un gran numero di cittadini,
viene inaugurato i! nuovo porto turistico, opera di primaria importanza per il centro-sud dell'Italia. È stato costruito ai piedi del borgo medioevale, quasi nello stesso sito dove, secondo gli storici, era situato l'antico porto "Cenone" o "Antium Navale", "il porto degli Anziati, il foro per il mercato e il deposito dei loro viveri" (Dionisio d'Alicarnasso).
1986
Nettuno è divenuta una delle più belle cittadine della costa tirrenica. Il suo territorio si estende su una superficie di 7.164
ettari e conta, oggi, circa 33.000 abitanti. Il suo litorale, cosparso di ville moderne, di stabilimenti balneari e di antiche vestigia, a levante e a ponente del centro storico, si distende per circa 16 chilometri. A sud, oltre il territorio del poligono di artiglieria, termina con l'austera e antica Torre Astura e lo sguardo è attratto dalla figura inconfondibile del monte Circeo. Nei giorni chiari, sul mare aperto, emergono dalle acque azzurre le isole pontine.
Quasi al centro di questa incantevole riviera, ricca di luce, di verde e di azzurro, ai piedi del borgo medioevale signoreggia,
oggi, il bellissimo porto turistico recentemente inaugurato.
All'interno la città, specialmente in questi ultimi venti anni, ha subìto una crescita così intensa nei vari settori, da superare ogni più rosea aspettativa: numerosi centri residenziali popolari, nuovi centri scolastici, opere stradali ed illuminazione pubblica, approvviggionamento idrico della periferia, impianti di depurazione, nuovi collettori di acque impure, sport, verde, giardini e parchi pubblici, viabilità rurale, opere per lo sviluppo del commercio, del turismo, delle industrie e dell'artigianato, servizi socio-sanitari... un complesso di opere che si stenta a credere che sia stato possibile attuare in così breve tempo. Ne va tutto il merito alla competenza degli Amministratori che, a differenza di molti altri Enti Locali, sottoposti purtroppo a logoramento per continue crisi, non soltanto hanno saputo definire i programmi, ma si sono impegnati tenacemente a realizzarli.
Oltre tutto, Nettuno possiede un bel patrimonio dì interesse storico-artistico:
- Il Borgo medioevale con le torri, i bastioni, le mura di ronda, il palazzo baronale e quello Doria-Pamphili;
- Il Forte Sangallo;
- la Torre di Astura con gli avanzi del porto mercantile romano e di altre antiche costruzioni;
- un monumento tombale di età romana in località "Torre del Monumento", ritenuto il sepolcro di Tullia, figlia di Cicerone;
- i ruderi in opus reticulatum di una villa romana attribuita a Lucullo, in località "Grottacce";
- la villa Bell'Aspetto, del Principe Borghese;
- la Chiesa di San Francesco col quadro di Andrea Sacchi;
- il Santuario della Madonna deile Grazie e di S. Maria Goretti;
- il cimitero di guerra americano, che raccoglie i resti di circa 7.000 caduti nelle operazioni di sbarco e nella campagna d'Italia durante l'ultimo conflitto, in cui si celebra annualmente il "Memorial Day" con la partecipazione di alte Autorità statunitensi e italiane, civili e militari;
- il cippo-ricordo dello sbarco degli alleati in località "Foglino";
- il Porto turistico inaugurato il 2 agosto 1986.
|