Plinio il Vecchio, morto nell'anno 79 d.C. nell'eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei, scrive:
"Antium patria Neronis distabatque ab urbe Roma XXX M.P. nunc poene totum in ruinis iacet" (36).
Strano che l'ANTIUM romana fosse già quasi tutta in rovina meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell'anno 68. Forse ciò si deve attribuire alla "damnatio memoriae" in uso presso il popolo romano, che ebbe la tristissima sorte di essere governato dal più vano, lussurioso e crudele fra quanti indegni sovrani registri la storia antica.
Marziale (37), fra gli altri, descrive la trasformazione della "Casa aurea" in Roma avvenuta dopo la morte di Nerone e conclude: "Roma è stata resa a se stessa, e sotto il tuo governo, o Cesare (Flavio Vespasiano), sono delizie del popolo quelle che erano state delizie di un padrone" (38).
C'è da supporre che Plinio sia stato colpito dalla visione della grandiosa villa neroniana abbandonata e danneggiata dal popolo in odio al tiranno. Ma nel secondo secolo, epoca del massimo splendore dell'Impero romano, queste costruzioni furono restaurate. È certo che la popolazione continuava a vivere nella città dove, come diremo tra poco, nel secondo secolo Papa San Vittore inviò San Callisto per sottrarlo alla persecuzione, e i Vescovi residenziali dimorarono per governare la Diocesi anziatina almeno fino all'anno 500 d.C.
Anche il porto neroniano si conservò certamente fino al. 536 perché si sa da Procopio (39) che alcune navi vi approdarono per inviare viveri alla città di Roma assediata dai Goti.
Sul principio del secolo VI la città di ANTIUM, come tante altre, fu saccheggiata e distrutta dai Goti, che scorrazzavano per il Lazio e per il litorale romano seminando distruzione e morte. Il Papa San Gregorio Magno così si esprimeva in quel tempo: "Dovunque vediamo lutti, dovunque ascoltiamo gemiti: sono distrutte le città, abbattuti i castelli, devastate le campagne e la terra è ridotta a deserto. Da ogni parte siamo circondati di spade, da ogni parte ci si para davanti il pericolo di morte... Ahi, non mi regge più l'animo a parlarne".
(36) Plinio, 3.5.9.: "Antium, patria di Nerone, distava da Roma trentamila passi; ora giace quasi tutta in rovina."
(37) Marziale, Lib. De Spectaculis.
(38) Tra l'altro Vespasiano prosciugò il lago della Domus Aurea e nello stesso posto fece erigere l'anfiteatro Flavio.
(39) Procopio di Cesarea (circa il 500 d.C.): Storia della guerra dei Goti.
|