Nettuno è il quartiere superstite, quindi il legittimo e naturale erede dell'antica città di ANTIUM volsca e romana.
Il Lombardi (49), fra gii altri, lo afferma esplicitamente quando scrive che gli Anziati, dopo le incursioni barbariche, si fortificarono "nel prossimo fabbricato già tempio di Nettuno" dando così "origine al paese di tal nome, sotto la cui dipendenza tutto il territorio anziate fece passaggio", e che la storia di Nettuno riempie "la lacuna lasciata vuota nella storta anziate dalla sua caduta fino al risorgimento innocenziano".
Vorremmo precisare però che quel "prossimo fabbricato" - come abbiamo già detto - non era estraneo alla città, ma ne era parte integrante, sebbene prossimo al mare. Appariva, press'a poco, come si presenta oggi il borgo medioevale rispetto a tutta la città di Nettuno, nel cui attuale territorio era costruita in gran parte l'ANTIUM volsca e romana. Non tutti distinguono bene questa da quella, né l'ANTIUM distrutta dalla Nettuno in ANTIUM riedificata. Altri, poi, insinuano che l'antica città sorgesse solo intorno ai quartieri imperiali neroniani; il che, come abbiamo visto, non è esatto.
Scrive Tomassetti: "... il moderno Anzio. Comune di 3.500 abitanti, e di recente costituzione (1858), essendo stato sempre appodiato di Nettuno (Comune di 5.500 abitanti), vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio (50).
E più avanti: "... Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato, nel medioevo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare". (51)
Parole conclusive in proposito le fornisce il Matteucci (52) quando scrive:
"Contempliamo inoltre le Chiese tante, ma tante, antichissime: " alcune crollate già dal gran peso de' secoli; altre reggentisi a mal appena. Ed il pervetusto suo Duomo, l'antichissimo Cenobio Francescano, le Chiese del Sagramento, Carmine, Ospedale, S. Rocco, S. Croce, S, Nicola, S, Maria del Quarto, S. Biagio, S. Barbara, S. Giacomo, S. Anastasio, Astura, Campoleone, Solforata.., (Chiese tante che non conta forse illustre città). Questi testimonii parlanti ancora, ci avvisano, ci convincono, che Nettuno fu sempre gran popolo, celebre in pietà e ricchezza ad erigere Chiese tante:.. Dall'orribil contagio, (infausto anno 1656) vedesi in oggi inconsiderato, negletto, ridotto a ben poco quello sgraziato Paese. Ma un'occhiata e riflessione a quel celebre pervetusto Cenone... all'abbondanza di quegli horrei (pozzi di grano) visibili ancora, al suo gran Foro prò Venalibus et Navalibus (foro dei mercati e arsenale), alla vivezza e ricchezza sua Campestre, ad Mensuram Neptuni, a' suoi sacri antichi Monumenti (oltre quanto con sorpresa ne diremo in seguito) e sarem convinti che Nettuno è il resto della illustre (Antium): progenie e sangue Volsco-Romano: che fu sempre in pie e gran popolo Nettuno, degenere " non mai all'antico valore, industria e pietà degl'Avi foro. Così: Multa renascentur, quae jam cecidere...
Distrutto (Antium) e miseramente perduto così dalla sua nuova origine per isolamento, si resse e governò da sé Nettuno, come altri non pochi Castelli Avanzi delle foro città d'istrutte, e subentrò naturalmente in tutti i diritti e prerogative dell'antica sua Madre, in padronanza di quel vasto territorio boschivo largo di circa novemila rubbie romane: de' resti del suo porto neroniano: col castello Conca, siccome antica Anziate Colonia, e che gli restò unito sempre finoacchè per la mal'aria estinto affatto, si ridusse a semplice Tenuta. È questa altra irrefragabile prova che Nettuno non fu mai spoglio di Abitatori Anziati: mentrechè se dopo secoli fosse sorto, quel territorio sarebbe stato già prima incorporato o all'Agro Romano o, come la sua Diocesi Anziatina, così anche il territorio, sarebbe stato incorporato ad Albano; o Tenimento in possesso dì qualche Feudatario. E questi dopo qualche secolo non avrebbero permesso mai annidarsi colà forestieri, molto meno divenirne padroni in ogni diritto Comunale: Né alcuno era si daben uomo da farsi fuggire, o lasciar alla buonora un sì ghiotto boccone per secoli, finché non venne il nuovo paesello. Fatti tanti che leggiamo e vediamo accaduti in nuovi paesi dentro una Comune, o sotto i Feudatari e Baroni: come appunto in Nettuno per il nuovo paesello di Porto d'Anzio, l'Allumiere nella Tolfa ecc.".
NOTE
(49) F. Lombardi, op. cit. pp. 286 e 389.
(50) G. Tomassetti, op. cit. vol. Il, pag. 366.
(51) G. Tomassetti, op. cit. vol. Il, pp. 381 e 382
(52) G. Matteucci, op. cit. pp. 51 e 52.
|