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ANDREA SACCHI

di Antonio d'Avossa

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3 - Sviluppo di stile

Nel 1629 muore Maderno e così Bernini diventa l'architetto principale della chiesa di San Pietro, dopo aver cominciato a lavorare al baldacchino e a controllare i lavori di restauro e decorazione della chiesa di Santa Bibiana. In quegli anni Sacchi termina gli affreschi per Castelfusano, la composizione per La Nascita della Vergine (1628-9) e, probabilmente nello stesso anno, inizia la decorazione di una delle stanze della parte laterale di Palazzo Barberini con il tema della Divina Sapienza. La Nascita della Vergine possiede una evidente somiglianza con La nascita di San Giovanni Battista del ciclo tardivo del Battistero in Laterano e se, inoltre, accettiamo la datazione di questa composizione diventa sicuro che essa sia servita da modello per l'affresco in Laterano, così come la ricchezza coloristica l'avvicina alle opere degli anni venti (6).

(29) A. Sacchi, II Carro della Luna, Villa Chigi, Castelfusano.

 


(30) A. Sacchi, II Carro della Luna,
Villa Chigi, Castelfusano.


(31) A. Sacchi
Allegoria alle Quattro Stagioni,
Villa Chigi - Castelfusano

Nello stesso anno riceve (ma subito perde) l'ordinazione per la composizione Pasce oves meas di cui parla per esteso Sutherland Harris pur scrivendo che non esistono documentabili fonti per questa ipotesi, se non il modello realizzato durante il 1628 dì cui esistono gli schizzi e i cartoni per due versioni di questo quadro, che sarebbe dovuto essere collocato nella chiesa di San Pietro dove oggi si trova la tomba di Papa Clemente X (7).
Sacchi inizia gli affreschi per Castelfusano {ex Villa Sacchetti) probabilmente nel 1628(8). La decorazione non ha solo come soggetto l'Allegoria delle Quattro Stagioni, ma si sviluppa anche su altre tre composizioni: Il sacrifìcio di Pan, Cincinnato e Romolo fra i Pastori. All'affresco che ha dipinto più tardi, La Divina Sapienza, questa decorazione è precedente solo di un paio d'anni, a condizione che la decorazione per la sala di Palazzo Barberini sia iniziata nel 1629, e sulla scorta della considerazione dell'Allegoria come introduzione iconografica alla Divina Sapienza, come afferma Incisa della Bocchetta (9). All'analisi compositiva l'Allegoria risulta invece come una realizzazione integrale: Roma sulla sfera la cui grandezza si rende dalla parte, la circondano le quattro stagioni e Giove, pensierosa assente e appoggiata sui gomiti, infine una tipica figura dell'iconografia di Sacchi. La preferenza per il numero di sei personaggi viene inoltre abilmente chiusa nella sfera di cristallo, indentificabile con lo zodiaco e a rafforzativo della composizione ciclica. Infatti per Sutherland Harris alla possibile origine dell'Allegoria si troverebbe la rappresentazione del ciclico passaggio dalla vita alla morte e viceversa.

Del resto questo affresco diventa fondamentale per comprendere lo sviluppo stilistico di Sacchi e il suo avvicinamento al classicismo. Il già riferito numero ridotto delle figure partecipanti, la massa architettonica sempre più espressiva, così come anche la monumentalità nel mezzo dell'affresco sono la chiave per comprendere la maturità stilistica di Sacchi e la grande distanza con i teatri pubblici creati negli stessi anni da Cortona. Sacchi "scolpisce" le sue figure nell'estrema consapevolezza dì alcuni esempi precedenti: primo fra tutti Raffaello, poi Carracci, ma la differenza è basata sugli effetti che sono tutti costruiti sull'analisi psicologica dei personaggi. Il Sacrificio di Pan è l'indicazione della scrittura stilistica di Sacchi e Romolo tra i pastori è già colmo dello sviluppo delle sue caratteristiche e dei suoi equilibri costruttivi. La perfetta relazione compositiva dell'oratore tranquillo e degli ascoltatori attenti alle parole, accanto al paesaggio e all'albero della scenografia, i gesti "sacri" dell'oratore e il numero minimo delle figure sono elementi portanti che si ritrovano anche nei lavori realizzati più tardi come La Visione di San Romualdo (10). Ma il progetto che renderà con maggiore forza la maturazione stilistica di Sacchi gli viene ordinato dai Barberini ed a questo lavorerà dal dicembre 1629 al dicembre del 1630.

(32) Vista di insieme del Salone decorato da A. Sacchi e P. da Cortona,
Villa Chigi - Castelfusano