100libripernettuno.it




ANDREA SACCHI

di Antonio d'Avossa

HOME - OPERE

 

5 - Note

1 Cfr. E. PANOFSKY, Meaning in thè Visual Arts, 1955; trad. it. di R. Federici, Torino 1962, p. 31.
2 Ibidem, p. 37.
3 Cfr. H. ROTTGEN, lì Carotaggio, Roma 1974, pp. 262-263.
4 La citazione di Panofsky è ripresa dall''introduzione di G. Previtali a E. PANOFSKY, Studies in /cono/ogy, New York 1939; trad. it. di R. Pedio, Torino 1975, p. XXVIII.
5 Cfr. A. d'AVOSSA, Iconologia e Strutturalismo, Atti del Convegno "Iconologia e Psicoanalisi", Roma novembre 1976, in "Quadrangolo", 1977.
6 Cfr. E. H. GOMBRICH, Symbo/ic /mages, London 1972; trad. it. di R. Federici, Torino 1978, p. 11. Una interessante analisi delle metodologìe ìconologiche, soprattutto nelle pratiche di Gombrich, è in A. TRIMARCO, Itinerarì Freudiani, Officina, Roma 1979.
7 Cfr. G. INCISA DELLA ROCCHETTA, Notizie inedite su Andrea Sacchi, in "L'Arte", XXVII, 1924, pp. 60-76.
8 Cfr. G.P. BELLORI, Vita d'Andrea Sacchi, Roma 1672.
9 Cfr. INCISA DELLA ROCCHETTA, cit, p. 64. Recentemente si è pensato che l'intero programma sia stato ideato da un autore anonimo. Si veda a questo proposito A. SUTHERLAND HARRis in "The Art Bullettin", LIX, 1977, p. 307, scritto in risposta all'articolo di G.S. LECHNER, Tommaso Campanella and Andrea Sacchi's Fresco of Divina Sapienza in thè Palazzo Barberini, in "The Art Bullettin", LVII1, 1976, pp. 97-100.
10 Diverse identificazioni da quelle di Incisa della Rocchetta si trovano in G.S. LECHNER, art. cit. e in A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Sacchi, Priceton 1977, p. 11.
11 Cfr. Il Libro detta Sapienza nella Sacra Bibbia.
12 Ibidem.
13 Cfr. F. HASKELL, Patrons and Painters, London 1963; trad. it. di V. Borea, Firenze 1966; p. 97. Haskell riferisce che in quel tempo correva voce a Napoli che il soffitto di Cortona si sarebbe confatto più a un principe che a un papa. Questo a testimonianza dell'esplicito intento a valore celebrativo dei due affreschi.
14 Cfr. F. HASKELL, Patrons and Painters, trad. it. cit., pp. 93-94.
15 Cfr. W. VlTZTHUM, A Comment on thè Iconography of Pietro da Cortona's Barberini Ceiling, in "The Burlington Magazine", CHI, 1961, pp. 427-433.
16 per questa replica nota nella collezione di Don Agostino Chigi nel 1658 si vedano: G. INCISA DELLA ROCCHETTA, art. cit., p. 74 e A. SUTHERLAND HARRIS, cit., p. 58.
17 Cfr. E.H. GOMBRICH, Icones Sumbolicae, in Symbo/ic /mages, London 1972; trad. it. di R. Federici, Torino 1978, p. 222. Ma tutto il saggio di Gombrich è fondamentale per l'analisi dell'influenza del sistema filosofico del neoplatonismo nell'ambiente barocco romano.
18 Si veda specialmente nello stesso saggio di Gombrich il capitolo // simbolismo analogico, pp. 217-223.

19 Ibidem.
20 Su tutta la questione sì vedano:-A. BLUNT, The Palazzo Barberini: The Contributions o/ Moderna, Bernini and Pietro da Cartona, in "Journal of thè Warburg and Courtauld Instìtutes", XXI, 1958, pp. 284-285; A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Socchi, cit., pp. 9-13 e G. BRIGANTI, Pietro da Cartona, Firenze 1962, pp. 121-124 e pp. 195-196.
21 Cfr. A. BLUNT, cit., p. 285.
22 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, cit., p. 9.
23 Cfr. 11 Libro delia Sapienza nella Sacra Bibbia.
24 Appare a questo proposito interessante la considerazione di Sutherland Harris: "Non ci sono connessioni iconografiche tra l'affresco di Sacchi e la cappella, che era stata decorata da Cortona e dai suoi assistenti, altre implicazioni allora proverrebbero dal testo della Sapienza. Infatti è difficile distinguere come poteva essere fatto se non mettendo in rilievo la Sacra Immagine nel Nuovo Testamento equivalente delle figure di Amore e Timore che operano come rappresentanti della Divina Sapienza fuori dalla cappella". Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Sacchi, cit., trad. nostra, p. 13. Forse è possibile rinvigorire questa tesi con alcune note di carattere generale. Infatti questa relazione tra il Libro della Sapienza e il Nuovo Testamento è fissa e determinata. Il Libro della Sapienza, scritto nella prima metà del primo secolo A.C., cronologicamente appare come l'ultimo testo del Vecchie Testamento ed è tutto, con soggetto e lessico, rivolto al Nuovo Testamento. Il suo influsso sul Nuovo Testamento ed in particolare sulla cristologia del Vangelo di San Giovanni e sul Messaggio di San Paolo sono importanti, come nella Lettera Ad Corinthios, I, 1:24, dove Cristo viene chiamato "Dei Sapientia". Nato ad Alessandria, punto di contatto tra le idee ebraiche ed ellenìstiche, il Libro è il prodotto di una cultura sincretica, che nonostante la lontananza temporale non era del tutto priva di rapporti con la cultura romana del periodo di Urbano Vili. Crediamo infatti che una più dettagliata analisi dello stesso soggetto del Libro de//a Sapienza, soprattutto nei commentari del seicento, indicherebbe probabilmente con più precisione e con più concretezza l'eventuale possibilità di un ideale fisso e legato ali-decorazione della cappella e allo stesso lavoro di Sacchi.
25 Si veda anche la risposta dì Lechner alla lettera di Sutherland Harris: G.S. LECHNER, Repìy, in "The Art Bullcttin", LIX, 1977, pp. 307-309.
26 In questa risposta Lechner precisa che pur essendo un forte avversario dell'astrologia Urbano Vili credeva nella sua forza soprattutto da quando cominciarono a farsi sempre più frequenti (dal 1626) le profezie intorno alla sua morte. Si annunciarono giorni critici per le eclissi lunare nel gennaio e solare nel dicembre 1628 e nel giugno 1630. La considerazione dì Lechner è che proprio in quel periodo il lavoro di Sacchi venne ordinato e realizzato. Ma, a questo punto, ci piace relazionare alla considerazione di Lechner una nostra ipotesi rafforzativa ed introduttiva al personaggio chiave, con molte probabilità, dell'affresco: Tommaso Campanella. Non è casuale l'importanza delle eclissi solari e delle loro fatalità ne periodo, di cui, con Campanella e della sua presenza a Roma, conosciamo la forza. A Campanella stesso, del resto, le stelle avevano annunciato che l'eclissi del 1° giugno gli sarebbe stata fatale e non gli valsero, quando si ammalò, i riti magici nella cui efficacia aveva sempre creduto: il 21 maggio di quell'anno morì.
27 Cfr. D.P. WALKER, Spiritual and Demonio Magie from Ficino to Campanella, London 1958. In particolare il capitolo VII dal titolo Campone//o's Magie and Urbano Vili pp. 203-236; F.A. YATES, Giordano Bruno and thè Hermetic Traditìon, London 1964 Di quest testo in particolare il capitolo XX dal titolo Giordano Bruno and Tommaso Campane//a, pp. 360-397.
28 Cfr. G.S. LECHNER, art. cit..
29 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, art. cit..
30 Cfr. G. INCISA DELLA BOCCHETTA, Notizie inedite su Andrea Sacchi, cit., p. 64
31 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Sacchi, cit., p. 12. Si veda anche R, WITTKOWER, f-and Architecture in 7ra/y, 1600-1750, Harmondsworth 1958; trad. it. cit., pp. 171-173.
32 Cfr. F. HASKELL, Patrons and Painters, cit., p. 93.
33 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, cit., p. 12 e nota 76 p. 4L
34 Se tutto questo fosse giusto allora l'ipotesi di Sutherland Harris non reggerebbe. Il suo vedere Sacchi come non sufficientemente esperto per un simile programma non è conseguente alla profonda amicizia dell'artista con il Cardinal Del Monte che era ottimo amico e difensore di Galileo il cui Siderus Nuncius, apparso nel 1610, per la scoperta delia-Via Lattea, era una sicura fonte per le costellazioni distribuite nell'affresco. Ma l'ipotesi dì Sutherland Harris crolla definitivamente nella forzata coincidenza del Testo Barberini con l'autore del programma. Incisa della Bocchetta considera il documento solo "una curiosa spiegazione dell'allegoria di questo affresco sacchiano". Dunque il Testo Barberini non è u modello, ma una successiva descrizione e interpretazione, iniziato quando Sacchi aveva gii dipinto l'affresco. Sulla particolarissima presenza delle teorie galileiane nell'ambiente artisti del seicento rinviamo alla recente traduzione italiana del fondamentale testo di E. PANOFSl Galileo critico delle arti, Gerla, 1985.
35 Cfr. A. ADEMOLLO, II Carnevale di Roma nei secoli XVII e XVIII, Roma 1883 pp. 23-5E G. INCISA DELLA ROCCHETTA, Tre quadri Barberini, in "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", VI, 1959, pp. 23-30; M. FAGIOLO DELL'ARCO e S. CARANDINI, L'Effìmero Barocco, Roma 1977, pp. 87-92.
36 Cfr. S. CARANDINI, L'effìmero barocco, Roma 1977, pp. 87-92.
37 Cfr. F. HASKELL, Patrons and Painters, cit., p. 100.
38 Cfr. M. FAGIOLO DELL'ARCO e S. CARANDINI, cit., p. 87. Si veda anche F. HASKELL, cit, p. 101.
39 Cfr. M. FAGIOLO DELL'ARCO e S. CARANDINI, cit., p. 90. io Cfr. F. HASKELL, cit., p. 66.
41 Cfr. M. FAGIOLO DELL'ARCO e S. CARANDINI, L'Effimero Barocco, cit, p. 291.
42 Ibidem, pp. 111-113.
43 Cfr. G. INCISA DELLA ROCCHETTA, Notizie inedite su Andrea Socchi, cit., p. 67.
44 Cfr. Y.S. ACKERMAN, The Gesù in fhe Li'ght of Contemporary Church Design, in A.A.V.V., The Jesutf Confribution, R. Wittkower, New York 1972, PP. 18-28.
45 Cfr. M.C. GLOTON, Trompe /bei/ et decor ptafonnant dans les églises romaines de l'age baroque, Roma 1965, pp. 21-22.
46 Cfr. P. BJURSTROM, Baroque Theater and thè Jesuits, in A.A.V.V., The Jesuit Contribution cit., pp. 104-110.
47 Cfr. E. MALE, L'ari re/igieux de la fin du XVIe siede, du XVII siede et du XVIII siede: Elude sur l'iconographie après le Concile de Trente, Paris 1932.
48 Cfr. G.P. BELLORI, cit., p. 58.
49 Cfr. E. MALE, cit., p. 380, n. 1.
50 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Socchi and Emiìio Sauonanzi at thè Collegio Romano, in "The Burlington Magazine", CX, 1968, pp. 249-257.
51 Cfr. Il Libro delia Genesi in La Sacra Bibbia.
52 Per questa interpretazione del tema vedi: H.VAN DE WAAL. Magar in thè Wilderness t>y Rembrandt and bis School, in "Nederlands Kunsthistorisch Jaar Bock", 1, 1947, pp. 145-169; ripubblicato in: IDEM, Sfeps towards Rembrandt, Collected Articles 1937-1972, Amsterdam-London 1974, pp. 90-112.
53 ìbidem.
54 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Socchi, cit., p. 63.
55 Ibidem., p. 121.
56 Cfr. A. BLUNT, The Paintings o/Nico/as Poussin, London 1969, in particolare il capitolo IV dal titolo Poussin ancf thè Stoicism; si veda anche R. WlTTKOWER, Studies in thè Italian Baroque, London 1975, in particolare l'Appendice IV: Borromini and thè Stoicism, pp. 174-176.
57 Cfr. R. WITTKOWER, cit., p. 174.
58 Cfr. A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Socchi, cit., pp. 81-82.
59 Ibidem, p. 82.
60 Cfr. J. DANIELOU, Les anges et leur mission d'apres ìes Pères de /'Eg/ise, Paris 1953, pp. 92-110. Per il culto nei paesi cattolici del sud dell'Europa si veda: E. MALE, cit., pp. 302-309. Per un più approfondito studio anche per il culto nelle zone cattoliche dell'Olanda e della sua critica da parte dei protestanti si veda: J.B. KNIPPING, /conography of thè Counter Reformation in thè Nederlands, voi. 1, Leiden 1974, pp. 126-128.
61 Per questi esempi del Quattrocento si veda: E.H. GOMBRICH, Tobioìo e l'angelo, in "Immagini simboliche", trad. it. cit., pp. 39-45; fondamentale pure la classificazione di A. PlGLER, Baroc/cthemen, Budapest-Berlin 1956, pp. 186-187 e pp. 520-526. Sull'arcangelo Raffaele come prototipo dell'angelo custode rinviamo a H. und M. SCHMIDT, Die uergessene Bildersprache Christhcher Kunst, Ein Furher zum Verstandnis der Tier-Engeì und Mariensymbo/ic, Munchen 1982, p. 186.
62 Cfr. J. DANIELOU, cit., pp. 98-102.
63 H testo di Sant'Ignazio di Loyola per questo tema è indicato dallo stesso Danielou.