(66) G.B. Falda
La fontana dell'Acqua acetosa 1691
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Posse è il primo storico a riprendere dalla definizione del registro Barberini la possibilità di una attività di architetto da parte di Sacchi. Su questo argomento c'è da dire subito che le indicazioni sono talmente scarse, imprecise e contraddittorie da tentarci nell'abbandono di tale questione.
Tuttavia, riprendendo l'intero interrogativo preferiamo (in linea con le scelte effettuate sinora, cioè di riferirci solo a ciò che realmente appartiene alla sua attività, al di là di facili o controverse attribuzioni) partire dalle indicazioni di Bellori che attribuisce a Sacchi due opere: il Convento dei Domenicani di Santa Maria Sopra Minerva e il rifacimento del Battistero Lateranense. Riguardo al Convento della Minerva Bellori scrive che "Andrea lo dispose con quel bello, e comodo uso di Fabrica", un'opera buona ma priva di caratteristiche rilevanti e nella sicura scia di Fontana, Mascherino e Maderno. La facciata è ben presentata in equilibrio con la vicina chiesa e la pianta interna si adatta perfettamente alla precedente del convento di cui da luogo ad un armonioso e dignitoso sviluppo. Per la valutazione della belloriana paternità di Sacchi ai restauri ed ai rifacimenti del Battistero Lateranense le difficoltà divengono insormontabili e i cammini per le fonti più intricati. Durante il pontificato di Urbano VIII a quei lavori si sono alternati quasi tutti gli artisti dell'epoca da Domenico Castello a Bernini. Ma dai documenti pubblicati da Pollak nel 1913 la parte avuta da Sacchi per questi lavori risulterà precisata, e dalla documentazione dei pagamenti è possibile seguire la traccia per la storia del rifacimento. Nella parte dedicata a Sacchi è scritto e registrato sotto data del 10 maggio 1639 il primo pagamento di 400 scudi sotto questa voce: "in acconto alle pitture a fresco da farsi da lui in S. Giovanni in fonte".
(67)Fontana dell'Acqua acetosa, Disegno del primo progetto,
Biblioteca Vaticana, Roma.
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(68) Fontana dell'Acqua acetosa,
Disegno del terzo progetto,
Biblioteca Vaticana, Roma. |
(69)Fontana dell'Acqua acetosa,
Disegno del quarto progetto,
Biblioteca Vaticana, Roma. |
(70) Fontana dell'Acqua acetosa,
Disegno del quarto progetto,
Biblioteca Vaticana, Roma
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Nell'ottobre gli si costruiscono i ponti e si compra "La calce per far colla". Nel 1640 lo si paga "a conto dell'oro che va per seruitio delle pitture che si fanno nell'i quadri dell'Ottangolo". Riguardo invece al restauro architettonico per questa voce Sacchi non viene mai citato, mentre lo sono Castello come imprenditore e Bernini per i disegni. Del resto nel 1639 l'opera architettonica era già compiuta: i lavori di restauro sono datati 1625 sopra la porta che conduce al pronao e 1635 due volte graffito nel soffittone. In conclusione l'affermazione di Bellori che Sacchi ottenne la direzione dei lavori di architettura per quest'opera è inesatta. La sua opera in equilibrato accordo e nella sicura e coordinata comprensione della decorazione con l'architettura si sarebbe limitata (ma questo limite è relativo poiché è da considerare il terzo e grande lavoro di Sacchi) ed estesa dagli affreschi del primo ordine alle otto tele del tamburo. E sotto questo titolo i pagamenti continuano sino al 1645.(28)
Nell'addentrarci nell'interrogativo è doveroso indicare il più recente e attento studio circa l'attività di architetto di Sacchi: A proposito di Andrea Sacchi architetto di Norbert Wibiral pubblicato sulla rivista Palladio nel 1955. In questo testo Wibiral rimette in questione anche la paternità dei lavori di restauro del Convento della Minerva ritenendoli: "poco importanti" e l'edificio tutto già restaurato completamente nella seconda metà del Cinquecento. Lo stesso Wibiral in una nota specifica dichiara che non si è trovata nell'Archiuio dell'ordine nessuna notizia affermante un'attività architettonica di Sacchi alla Minerva. Esclusi dunque i lavori per il Battistero Lateranense e resi incerti quelli per il Concento della Minerva la minuziosa indagine di Wibiral ci conduce direttamente all'unica opera che è possibile attribuire sicuramente a Sacchi: La Fontana dell'Acqua Acetosa. Seguiamo nei punti fondamentali l'investigazione di Wibiral. Nella sua forma odierna l'edificio risulta costruito sotto il papa Alessandro VII nel 1661, come si può vedere dall'iscrizione sull'attico. Ma la seconda iscrizione, del 1665, incide e denomina Bernini architetto della Fontana. Purtroppo quest'opera "berniniana" non è mai citata da Baldinucci prima, il più accurato biografo dell'artista, né da Voss, Brauner e Wittkower dopo, che peraltro nei loro studi ricordano persino i lavori della bottega di Bernini. Da un altro fronte Fea e Tomasetti trattano della fontana senza indicarne l'autore. Da queste premesse la ricerca prosegue lungo il filo dell'opera di Posse e dai documenti dell'Archiuio Vaticano da cui risulta che Sacchi viene nominato architetto nei documenti dal 1637 e che dal 1645 riceve la carica di custode o anche soprastante delle mura del Borgo mentre dal 1658 al 1660 alcuni artigiani sotto la sua ispezione restaurano varie fontane di Roma. L'attribuzione di Bellori, a parere di Wibiral, va considerata con prudenza, nota come risulta la sua filosofia e dell'arte e i suoi ideali: Raffaello, Poussin, Sacchi e Maratta. Ma ancora di più stupisce che Bellori non conoscesse l'unica opera sicuramente attribuibile a Sacchi. Per Wibiral la ragione è da ricercarsi nella morte dell'artista già avvenuta all'inizio dei lavori della Fontana, che rese possibile al suo aiutante Domenico Legendre, deputato al posto di Sacchi, di sostituirsi completamente nella memoria dei contemporanei. Ma Legendre, ignoto architetto dell'impresa, venne sostituito dalla forza nominale di Bernini.
(71) G.L. Bernini
La fontana delle Api
Roma |
(72) G.L. Bernini
La Barcaccia
Roma |
Dai documenti risulta invece che Sacchi è l'architetto dirigente della fabbrica anche per i lavori di muro e di scalpello, è l'ideatore dei progetti e dei "disegni e piante messe in polito" da Legendre. Dai mandati di pagamenti dell'epoca tutto ciò risulta in modo inequivocabile. (29)
La Fontana dell'Acqua Acetosa è un monumento puramente architettonico, privo di sculture figurali. La mostra manca degli elementi figurativi e naturalistici tipici delle fontane berniniane, da cui deriva che la mostra non poteva trovare posto nell'opus fontanile di Bernini, nel presentarsi severa e semplice, scandita da lesene doriche. Ci troviamo, insomma, dinanzi alle linee di un barocco severo ed alle caratteristiche di un'austerità classicista. La gravitas dello stile sacchiano nella riduzione architettonica diventa perciò un esempio della riproposta dello stile analogo della sua pittura. Le architetture dei suoi quadri ne sono la più esplicita riprova: il "Miracolo di San Gregorio Magno" in Vaticano, la "Morte di Sant'Anna" a San Carlo ai Catinari, "San Bonauentura con la Vergine e il Bambino" a Santa Maria della Concezione.
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