Sembra un ragazzo, con i suoi settantacinque
anni. Mentre è al timone della sua barchetta a vela
sa essere un fiume in piena nel raccontare la sua
vita, quando non si lascia cullare, in silenzio,
dallo sciabordio delle acque lungo la fiancata
della sua barca.
E’ una barchetta diversa da quelle che faceva
nei suoi primi anni italiani. Non è un veliero a tre
alberi e con le vele spiegate, è una Alpaesse, una
barca piccola e maneggevole, che ha già qualche
annetto ma che sa essere anche molto “malandrina” se non si è pronti a reagire alle
improvvise raffiche giocando con il boma o con il
timone.
Georg racconta di varie “scuffiate” e di
una che ha risolto solo con l’aiuto di altri.
Non prende più di frequente la sua barchetta,
ma quando è a bordo non scenderebbe mai.
Anche con questa è un autodidatta ed è autosufficiente.
Sa come tirare il sartiame, come armarla
e come disarmarla da solo, come riparare i danni,
anche un piccolo squarcio prodotto dalla caduta
di un altro scafo durante una tromba d’aria. Sa
come prepararla alla pausa invernale e alla buona
stagione.
Conosce i nomi di tutte le parti della barca,
alcuni solo in italiano.
Arriva in mattinata allo
stabilimento “Le Sirene”, dove è socio, con la sua
vecchia bicicletta e le sue cose, porta la barchetta
a riva e, da solo o in compagnia, “sparisce” per
alcune ore nel mare di Nettuno. Da riva si vede
solo una piccola vela bianca, una delle tante
barche in acqua.
Da mare Georg vede la sua costa, vede
Nettuno con il nuovo porto che lui non ama
molto. Come tutti i vecchi nettunesi ricorda con
nostalgia il mare davanti la marciaronda, lo
scoglio Orlando e la scogliera sotto il Comune,
posti e nomi ormai patrimonio dei ricordi e della
nostalgia di pochi vecchi nettunesi.
Mentre governa con mani e gesti sicuri il
vecchio timone di legno, se chi è a bordo con lui
lo chiede, racconta di sé, della sua vita e se l’interlocutore
conosce il tedesco allora racconta più
volentieri, passando dall’italiano al tedesco per
ritornare poi all’italiano e poi nuovamente al
tedesco... e avanti così, dipende dall’argomento
che racconta se è più vicino alla sua indole
austriaca oppure italiana. “Volevo essere
semplicemente accettato per quello che sono.
Sarebbe stato utile prendere la cittadinanza
italiana ma avrebbero comunque continuato a
chiamarmi il tedesco. Ora quandomi chiedono se
sono tedesco, rispondo che sono nettunese”.
Ogni
tanto va al mare per fare il bagno. Ottimo
nuotatore da sempre, è abituato a lunghe nuotate
al largo ed ai rimproveri dei bagnini che a volte lo
raggiungono con il pattino di salvataggio per
salvare qualcuno che non ha bisogno di essere
salvato e che sta benissimo laggiù in mezzo
all’acqua, per lui elemento naturale. Come sempre tornerà a nuoto a riva, prenderà
le sue cose nascoste da qualche parte ed andrà
casa con la sua amata bicicletta… soddisfatto!
La vita di Georg oggi, è la vita semplice e
calma di un settantacinquenne, nella casa dove
abita e di cui è inquilino e custode dal 1974,
insieme ai suoi cani. Il sole, il tempo, le stagioni
scandiscono le giornate di Georg, adesso che può
permettersi di vivere come un pensionato. Un po’
di giardino ed un po’ di orto “lavorare nell’orto o
in campagna è per me una forma molto
importante di partecipazione alla vita”, dice
Georg.
Molta lettura. “C’è sempre un libro da
leggere”. Legge di più in italiano, ma solo per la
difficoltà a reperire testi interessanti in tedesco. E’
un avido lettore del “Reader’s Digest” di cui
conserva molti numeri. Poca televisione. Oltre ai
notiziari gli piacciono le “trasmissioni utili”.
Qualche volta si diverte a seguire le trasmissioni
dove vengono fatte domande e gli piace cercare
di rispondere, naturalmente non sa nulla né di
calcio né di gossip. Guarda le trasmissioni
sull’arte, quando vengono trasmesse. Ammette di
seguire anche la serie televisiva “Un posto al
sole”. Ora non la guarda più tanto perché, dice, “mi hanno cambiato tutti i personaggi”.
Riceve poche visite ed anche lui non ne fa molte.
Passa tutti i fine settimana da Salvino, suo
vicino di casa, dove resta sempre a pranzo. Si
vedono quasi tutti i giorni perché prepara il “pappone” anche per i cani del vicino e quando è
fuori li accudisce lui.
E’ un lupo solitario ma ha i
suoi amici. “Pochi ma buoni” ed ama stare in
compagnia, mangiare e bere qualcosa, non
troppo, non è un mangione. Gli piace il vino, il
buon vino, ma non esagera. Incredibile: anche se è austriaco non beve birra! Se può fare a meno
della carne lo fa volentieri. Gli piacciono molto la
verdura ed i legumi che in parte coltiva nel suo
giardino.
Ha la macchina ma la usa poco. Una
vecchia Alfa Romeo che, anche se poco utilizzata,
funziona bene. Si sposta preferibilmente a piedi,
con uno dei suoi cani ma ancora di più si sposta
in bicicletta. Un giorno, un medico dell’ospedale
di Latina, prenotandogli un’analisi da lì a pochi
giorni lo ha pregato: ”Però, per favore, se viene da
Nettuno, venga a Latina in auto, non in
bicicletta”.
Non frequenta amici tedeschi o
austriaci, di austriaci in zona non ne conosce e gli
amici tedeschi sono pochi. E’ vicino all’Istituto
Culturale italo-tedesco di Anzio/Nettuno dalla
sua nascita, nel 1999. Il giorno dell’inaugurazione
dell’Istituto Culturale, gli amici tedeschi presenti
allo spettacolo della festa inaugurale
chiacchierano fra loro e ognuno, presentandosi,
dice anche da quanto tempo è in Italia.
Quelli che lo sono da più tempo se ne vantano
un po’, ma Georg con un candore tutto suo, dirà
semplicemente:”Ich bin in Nettuno seit 1954 und in
Italien seit 1948, 45 Jahre in Nettuno und 51 Jahre in
Italien”, sono a Nettuno dal 1954 ed in Italia dal
1948, 45 anni a Nettuno e 51 anni in Italia.
Nessuno più dei presenti aggiungerà più una
parola. Questo nel 1999. Nel 2007 subisce una
operazione e “Nach dem Motto:Unkraut verdirbt
nie”, erba cattiva non muore mai, dice di essere
guarito. Non partecipa alle attività dell’Istituto
Culturalema vuole sempre essere informato. Solo
negli ultimi anni è presente a qualche festa tipica:
l’Oktoberfest, la cena di Natale ed altre
manifestazioni tedesche organizzate
dall’Istituto Culturale, ma raramente resta fino
alla fine.
Non è un nottambulo. Si alza molto
presto la mattina. La sera quasi sempre a casa. “Difficile che esco anche perché, quando mangio
la sera ho problemi di digestione”. Frequenta
volentieri alcuni membri dell’Istituto e con loro
passa piacevoli momenti. Gli piace andare con
loro in pizzeria ma da quando lo conoscono e
frequentano, ordina un solo tipo di pizza:
Margherita! Gli piace parlare con alcuni di questi
in tedesco. Si creano simpatiche rivalità
linguistico-culturali tra lui, unico austriaco, ed
i più numerosi “tedeschi di Germania”.
Sente il
rispetto e l’ammirazione dei presenti nei suoi
confronti. Ha accettato con piacere la proposta di
una biografia su di lui ed è stato un grande
piacere per noi stare ad ascoltarlo e tornare con
lui ai momenti più salienti e significativi della sua
vita vissuta così, semplicemente, da artista.
Grazie Georg!
P.S. Il libro l’ ha dettato Georg:
Alberto e Giorgio l’ hanno solo trascritto! |