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Progetto grafico ed impaginazione
ALESSANDRO TOFANI

 


GEORG KEIL
“NETTUNO È IL MIO PAESE
IST MEIN ZUHAUSE”

 

GIORGIO PAGLIUCA
ALBERTO SULPIZI

Comune di Nettuno
Istituto Culturale Italo-Tedesco

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Nettuno 2010

Sembra un ragazzo, con i suoi settantacinque anni. Mentre è al timone della sua barchetta a vela sa essere un fiume in piena nel raccontare la sua vita, quando non si lascia cullare, in silenzio, dallo sciabordio delle acque lungo la fiancata della sua barca.
E’ una barchetta diversa da quelle che faceva nei suoi primi anni italiani. Non è un veliero a tre alberi e con le vele spiegate, è una Alpaesse, una barca piccola e maneggevole, che ha già qualche annetto ma che sa essere anche molto “malandrina” se non si è pronti a reagire alle improvvise raffiche giocando con il boma o con il timone. Georg racconta di varie “scuffiate” e di una che ha risolto solo con l’aiuto di altri.
Non prende più di frequente la sua barchetta, ma quando è a bordo non scenderebbe mai. Anche con questa è un autodidatta ed è autosufficiente. Sa come tirare il sartiame, come armarla e come disarmarla da solo, come riparare i danni, anche un piccolo squarcio prodotto dalla caduta di un altro scafo durante una tromba d’aria. Sa come prepararla alla pausa invernale e alla buona stagione. Conosce i nomi di tutte le parti della barca, alcuni solo in italiano.
Arriva in mattinata allo stabilimento “Le Sirene”, dove è socio, con la sua vecchia bicicletta e le sue cose, porta la barchetta a riva e, da solo o in compagnia, “sparisce” per alcune ore nel mare di Nettuno. Da riva si vede solo una piccola vela bianca, una delle tante barche in acqua.
Da mare Georg vede la sua costa, vede Nettuno con il nuovo porto che lui non ama molto. Come tutti i vecchi nettunesi ricorda con nostalgia il mare davanti la marciaronda, lo scoglio Orlando e la scogliera sotto il Comune, posti e nomi ormai patrimonio dei ricordi e della nostalgia di pochi vecchi nettunesi.
Mentre governa con mani e gesti sicuri il vecchio timone di legno, se chi è a bordo con lui lo chiede, racconta di sé, della sua vita e se l’interlocutore conosce il tedesco allora racconta più volentieri, passando dall’italiano al tedesco per ritornare poi all’italiano e poi nuovamente al tedesco... e avanti così, dipende dall’argomento che racconta se è più vicino alla sua indole austriaca oppure italiana. “Volevo essere semplicemente accettato per quello che sono.
Sarebbe stato utile prendere la cittadinanza italiana ma avrebbero comunque continuato a chiamarmi il tedesco. Ora quandomi chiedono se sono tedesco, rispondo che sono nettunese”.
Ogni tanto va al mare per fare il bagno. Ottimo nuotatore da sempre, è abituato a lunghe nuotate al largo ed ai rimproveri dei bagnini che a volte lo raggiungono con il pattino di salvataggio per salvare qualcuno che non ha bisogno di essere salvato e che sta benissimo laggiù in mezzo all’acqua, per lui elemento naturale. Come sempre tornerà a nuoto a riva, prenderà le sue cose nascoste da qualche parte ed andrà casa con la sua amata bicicletta… soddisfatto!
La vita di Georg oggi, è la vita semplice e calma di un settantacinquenne, nella casa dove abita e di cui è inquilino e custode dal 1974, insieme ai suoi cani. Il sole, il tempo, le stagioni scandiscono le giornate di Georg, adesso che può permettersi di vivere come un pensionato. Un po’ di giardino ed un po’ di orto “lavorare nell’orto o in campagna è per me una forma molto importante di partecipazione alla vita”, dice Georg.
Molta lettura. “C’è sempre un libro da leggere”. Legge di più in italiano, ma solo per la difficoltà a reperire testi interessanti in tedesco. E’ un avido lettore del “Reader’s Digest” di cui conserva molti numeri. Poca televisione. Oltre ai notiziari gli piacciono le “trasmissioni utili”. Qualche volta si diverte a seguire le trasmissioni dove vengono fatte domande e gli piace cercare di rispondere, naturalmente non sa nulla né di calcio né di gossip. Guarda le trasmissioni sull’arte, quando vengono trasmesse. Ammette di seguire anche la serie televisiva “Un posto al sole”. Ora non la guarda più tanto perché, dice, “mi hanno cambiato tutti i personaggi”.
Riceve poche visite ed anche lui non ne fa molte. Passa tutti i fine settimana da Salvino, suo vicino di casa, dove resta sempre a pranzo. Si vedono quasi tutti i giorni perché prepara il “pappone” anche per i cani del vicino e quando è fuori li accudisce lui.
E’ un lupo solitario ma ha i suoi amici. “Pochi ma buoni” ed ama stare in compagnia, mangiare e bere qualcosa, non troppo, non è un mangione. Gli piace il vino, il buon vino, ma non esagera. Incredibile: anche se è austriaco non beve birra! Se può fare a meno della carne lo fa volentieri. Gli piacciono molto la verdura ed i legumi che in parte coltiva nel suo giardino.
Ha la macchina ma la usa poco. Una vecchia Alfa Romeo che, anche se poco utilizzata, funziona bene. Si sposta preferibilmente a piedi, con uno dei suoi cani ma ancora di più si sposta in bicicletta. Un giorno, un medico dell’ospedale di Latina, prenotandogli un’analisi da lì a pochi giorni lo ha pregato: ”Però, per favore, se viene da Nettuno, venga a Latina in auto, non in bicicletta”.
Non frequenta amici tedeschi o austriaci, di austriaci in zona non ne conosce e gli amici tedeschi sono pochi. E’ vicino all’Istituto Culturale italo-tedesco di Anzio/Nettuno dalla sua nascita, nel 1999. Il giorno dell’inaugurazione dell’Istituto Culturale, gli amici tedeschi presenti allo spettacolo della festa inaugurale chiacchierano fra loro e ognuno, presentandosi, dice anche da quanto tempo è in Italia.
Quelli che lo sono da più tempo se ne vantano un po’, ma Georg con un candore tutto suo, dirà semplicemente:”Ich bin in Nettuno seit 1954 und in Italien seit 1948, 45 Jahre in Nettuno und 51 Jahre in Italien”, sono a Nettuno dal 1954 ed in Italia dal 1948, 45 anni a Nettuno e 51 anni in Italia.
Nessuno più dei presenti aggiungerà più una parola. Questo nel 1999. Nel 2007 subisce una operazione e “Nach dem Motto:Unkraut verdirbt nie”, erba cattiva non muore mai, dice di essere guarito. Non partecipa alle attività dell’Istituto Culturalema vuole sempre essere informato. Solo negli ultimi anni è presente a qualche festa tipica: l’Oktoberfest, la cena di Natale ed altre manifestazioni tedesche organizzate dall’Istituto Culturale, ma raramente resta fino alla fine.
Non è un nottambulo. Si alza molto presto la mattina. La sera quasi sempre a casa. “Difficile che esco anche perché, quando mangio la sera ho problemi di digestione”. Frequenta volentieri alcuni membri dell’Istituto e con loro passa piacevoli momenti. Gli piace andare con loro in pizzeria ma da quando lo conoscono e frequentano, ordina un solo tipo di pizza: Margherita! Gli piace parlare con alcuni di questi in tedesco. Si creano simpatiche rivalità linguistico-culturali tra lui, unico austriaco, ed i più numerosi “tedeschi di Germania”.
Sente il rispetto e l’ammirazione dei presenti nei suoi confronti. Ha accettato con piacere la proposta di una biografia su di lui ed è stato un grande piacere per noi stare ad ascoltarlo e tornare con lui ai momenti più salienti e significativi della sua vita vissuta così, semplicemente, da artista.

 

Grazie Georg!

 

P.S. Il libro l’ ha dettato Georg:
Alberto e Giorgio l’ hanno solo trascritto!


OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
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