“La mia carriera da artista inizia con i primi
disegni di antichi velieri che solcano un mare
irrequieto e sempre protagonista”, dice Georg.
Poi racconta: ”Questa passione per il mare
risale praticamente ai miei primi tentativi di
disegno quando iniziavo a frequentare la
scuola ed ero considerato in disegno il migliore di
tutti gli alunni delle quattro prime classi.
Non so se fu la lettura di libri di viaggi intorno
almondo su navi a vela che accese lamia fantasia.
Personalmente credo che potrei anche essere un
lupo di mare reincarnato in questa vita,
purtroppo sulla terraferma.
In quegli anni lontani sognai di entrare in
marina per abbracciare il destino di uomo di
mare sbattuto sui mari della terra. Ma, come
spesso succede con le passioni giovanili, ho
dovuto rassegnarmi al diverso corso della mia vita.
Comunque nella mia mente continuo a navigare
sotto vele di ogni epoca e mi accontento della
conoscenza teorica di ciò che non mi è possibile
praticare”.
In Austria, già nella scuola elementare
emergono chiaramente la sue inclinazioni e
passioni creative, ed innegabilmente quindi le sue
qualità artistiche. Nel Kepplergymnasium di
Graz, è ormai chiaro a tutti che in quel bambino
riservato e gracile si nasconde un artista, è chiaro
specialmente ai professori che fanno
regolarmente “sparire” i suoi disegni.
Georg è sempre stato un osservatore, forse
anche per questo è un “lupo solitario”. Il suo
modo di “spüren und sehen”, sentire e vedere, è un
modo tutto suo, come lo è forse per tutti gli artisti
che hanno un loro modo di percepire la realtà che
li circonda.
A Nettuno, appena arrivato, nel 1954, inizia a
fare qualche quadro “a tempo perso”.
Sono quadri a tema e comincia a farne anche su
ordinazione, quasi continuando ciò che ha fatto a
Roma con i paralumi.
Poi, come tutti i pittori che si rispettino, inizia
a fare qualcosa a tema libero con l’inchiostro di
china, metodo che in seguito utilizzerà di
preferenza, riuscendo a raggiungere risultati
spesso strabilianti.
Comincia quindi ad affinare la tecnica dell’inchiostro
di china con leggere colorazioni a matita.
All’inizio solo su carta, poi su tela.
La sua è ormai la sicurezza tecnica dell’artista
che riesce ad esprimere il suo sentire, da artista
appunto: ed iniziano le mostre.
Nel 1957 la Mostra di Pittura d’Arte
Contemporanea organizzata nel palazzo
Borghese a Nettuno. Sono di quel periodo i
numerosi disegni a china che accompagnano le
varie pubblicazioni del Santuario di Nettuno.
Nel
1959 una collettiva a piazza Colonna, nell’ex
palazzo Baronale, insieme ad artisti nettunesi
come Filippo Treglia e Gripaudo, il più vecchio.
La sua passione per il mare, i velieri al vento e le battaglie navali, si sposano con i suoi temi liberi
e con l’utilizzo della china.
Con l’inchiostro di china Georg sembra
muoversi nella sua materia.
Non conosce limiti di espressività, né nei
paesaggi, né nei volti, né nelle cruente battaglie
navali o nelle tempeste marine.
Nel 1961 partecipa con altri pittori locali ad
una mostra collettiva organizzata nella sala delle
esposizioni in piazza Garibaldi a Nettuno.
Nel 1963 organizza, grazie ad un conoscente di
Roma, una sua prima mostra personale nei locali
dell’Università Gregoriana di Roma con un “discreto successo”.
E come tutti gli artisti che cominciano ad
affermarsi arrivano le prime richieste. Ai velieri si
aggiungono paesaggi di una Nettuno ancora
incontaminata, “più vera e spontanea”, una
Nettuno in parte sparita.
E poi i ritratti di bambini ed adulti. E’ di questo
periodo la serie di disegni sulla storia
dell’approdo della Madonna delle Grazie sulla
costa davanti San Rocco.
Nel 1971 ottiene la
medaglia d’oro (“che ho perso”) nel concorso di
Pittura e Scultura “La Papessa”, a Roma. E
sempre a Roma partecipa, con buoni risultati al “Premio Cepi”, nel gennaio del 1972.
Nel 1973 a
Scacciapensieri una personale di Giorgio Keil, il
pittore delle battaglie navali, raccoglie numerosi
consensi per le sue trenta opere esposte.
E’ dell’agosto 1984 la partecipazione ad una
mostra organizzata dal Comune di Nettuno nei
locali dell’allora Presidio Militare in piazza
Mazzini.
Numerosi i quadri di Georg su una Nettuno “che ora non c’è più, oppure è cambiata”.
Il pensiero di Georg va subito alla costa di
Nettuno, così come l’ha conosciuta lui e come l’ha
dipinta, prima che “nascesse” quel porto.
Poi quel porto è nato, amato da pochi, perché
usurpa il posto del precedente “porto di tutti”,
dove tutti potevano andare, da dove era possibile
mettere in acqua una barca, dove nessuno ti
diceva niente se te ne andavi a passeggio sulla
terra battuta, e dove Totozzo faceva il guardiano
alle barchette dei nettunesi. |