Il viaggio in Italia e l’arrivo a Roma di Elisabeth
e di Georg è perciò la prima tappa del “grande
progetto” di lasciare l’Austria per andare nel
Sudamerica, in Cile, dove già vivono molti
austriaci, insieme a molti tedeschi, italiani ed
altri europei.
Roma deve essere il trampolino per l’America
del sud. A Roma, le hanno detto che potrebbe
ottenere i documenti e il biglietto per imbarcarsi
e recarsi in Cile. Per questo parte per Roma
insieme al figlio.
Purtroppo una volta a Roma, il tappeto rosso
che immaginano di trovare per raggiungere il
Cile si trasforma in una insuperabile barriera.
Il biglietto per il Cile è legato ad una serie di
presupposti per loro lontani.
Chi lascia l’Europa, l’Italia, per il Sud America è di solito gente che “deve” lasciare la propria
terra per fatti oscuri che li ha visti coinvolti prima,
durante o dopo la guerra.
Esiste per questo una organizzazione che si
interessa di questi imbarchi, fornisce nuovi
documenti, nuovi nomi, un biglietto di imbarco
ed indirizzi utili in Sud America.
Elisabeth non è però intenzionata a cambiare i
documenti, a cancellare la propria identità per
un’altra fittizia, né per sé stessa, né per suo figlio
Georg il quale, per di più, porta il suo cognome e
non quello del padre. Non hanno nulla a che fare
con il nazismo, non è mai stata iscritta al partito
nazista, suo figlio non è mai stato nella Hitler
Jugend, non sono perseguitati politici e non
hanno nulla da rimproverarsi, anzi... Inoltre, non
conoscono nessuno in Sud America e ancor meno
in Cile, l’agognata meta.
Il Cile è il paese delle letture di Elisabeth. In
quelle letture scopre che lì arrivano singoli
individui e gruppi nazionali provenienti
dall’Europa e vi si stabiliscono, costruendo
addirittura interi paesi con nomi ed architetture
del loro paese d’origine. Sa che gli austriaci in
Cile fabbricano addirittura chalets di legno in
stile alpino.
La cosa le piace, e anche per questo vorrebbe
trasferirsi in Cile. Mancano però le condizioni
necessarie per ottenere i biglietti e quanto altro
occorre per recarsi in Cile. Elisabeth e Georg
restano quindi in Italia, a Roma.
Roma, per Georg, è un mito, è la dominatrice
del mondo.
Al ginnasio ha un professore di storia “un
mostro di cattiveria” che però gli trasmette un
amore ed un rispetto tale verso questa città che
nel viaggio da Bolzano a Roma la paura per i
pericoli, l’insicurezza per un futuro pieno di
incognite si trasforma in esaltazione pensando
a Roma ed a quello che per lui rappresenta la città
eterna.
I suoi primi disegni a china sono l’imperatore
Augusto e la moglie Livia, copiati dai libri della scuola tedesca, disegni che stupiscono tutti e che “spariscono in casa dei professori” senza che
Georg, nonostante pressanti richieste, riesca a
riaverli. Per lui le antichità sono “Gefühle”,
sensazioni.
Roma stessa è per lui “ein Gefühl”. Un
giorno, visitando il foro romano, è così preso da
quell’atmosfera da sentirsi “fuori dal mondo e dal
tempo”. E’ sera, di quelle sere da ponentino
romano, quello immortalato in tanti versi e
canzoni e forse anche questo contribuisce a far sì
che Georg alla fine, in uno stato quasi di trans,
non riesca a trovare l’uscita.
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