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Progetto grafico ed impaginazione
ALESSANDRO TOFANI

 


GEORG KEIL
“NETTUNO È IL MIO PAESE
IST MEIN ZUHAUSE”

 

GIORGIO PAGLIUCA
ALBERTO SULPIZI

Comune di Nettuno
Istituto Culturale Italo-Tedesco

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Un progetto eccezionale

Il viaggio in Italia e l’arrivo a Roma di Elisabeth e di Georg è perciò la prima tappa del “grande progetto” di lasciare l’Austria per andare nel Sudamerica, in Cile, dove già vivono molti austriaci, insieme a molti tedeschi, italiani ed altri europei.
Roma deve essere il trampolino per l’America del sud. A Roma, le hanno detto che potrebbe ottenere i documenti e il biglietto per imbarcarsi e recarsi in Cile. Per questo parte per Roma insieme al figlio. Purtroppo una volta a Roma, il tappeto rosso che immaginano di trovare per raggiungere il Cile si trasforma in una insuperabile barriera. Il biglietto per il Cile è legato ad una serie di presupposti per loro lontani. Chi lascia l’Europa, l’Italia, per il Sud America è di solito gente che “deve” lasciare la propria terra per fatti oscuri che li ha visti coinvolti prima, durante o dopo la guerra. Esiste per questo una organizzazione che si interessa di questi imbarchi, fornisce nuovi documenti, nuovi nomi, un biglietto di imbarco ed indirizzi utili in Sud America. Elisabeth non è però intenzionata a cambiare i documenti, a cancellare la propria identità per un’altra fittizia, né per sé stessa, né per suo figlio Georg il quale, per di più, porta il suo cognome e non quello del padre. Non hanno nulla a che fare con il nazismo, non è mai stata iscritta al partito nazista, suo figlio non è mai stato nella Hitler Jugend, non sono perseguitati politici e non hanno nulla da rimproverarsi, anzi... Inoltre, non conoscono nessuno in Sud America e ancor meno in Cile, l’agognata meta.
Il Cile è il paese delle letture di Elisabeth. In quelle letture scopre che lì arrivano singoli individui e gruppi nazionali provenienti dall’Europa e vi si stabiliscono, costruendo addirittura interi paesi con nomi ed architetture del loro paese d’origine. Sa che gli austriaci in Cile fabbricano addirittura chalets di legno in stile alpino. La cosa le piace, e anche per questo vorrebbe trasferirsi in Cile. Mancano però le condizioni necessarie per ottenere i biglietti e quanto altro occorre per recarsi in Cile. Elisabeth e Georg restano quindi in Italia, a Roma.
Roma, per Georg, è un mito, è la dominatrice del mondo.
Al ginnasio ha un professore di storia “un mostro di cattiveria” che però gli trasmette un amore ed un rispetto tale verso questa città che nel viaggio da Bolzano a Roma la paura per i pericoli, l’insicurezza per un futuro pieno di incognite si trasforma in esaltazione pensando a Roma ed a quello che per lui rappresenta la città eterna.
I suoi primi disegni a china sono l’imperatore Augusto e la moglie Livia, copiati dai libri della scuola tedesca, disegni che stupiscono tutti e che “spariscono in casa dei professori” senza che Georg, nonostante pressanti richieste, riesca a
riaverli. Per lui le antichità sono “Gefühle”, sensazioni.
Roma stessa è per lui “ein Gefühl”. Un giorno, visitando il foro romano, è così preso da quell’atmosfera da sentirsi “fuori dal mondo e dal tempo”. E’ sera, di quelle sere da ponentino romano, quello immortalato in tanti versi e canzoni e forse anche questo contribuisce a far sì che Georg alla fine, in uno stato quasi di trans, non riesca a trovare l’uscita.


OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
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