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Progetto grafico ed impaginazione
ALESSANDRO TOFANI

 


GEORG KEIL
“NETTUNO È IL MIO PAESE
IST MEIN ZUHAUSE”

 

GIORGIO PAGLIUCA
ALBERTO SULPIZI

Comune di Nettuno
Istituto Culturale Italo-Tedesco

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Nettuno è il mio paese

“Nettuno ist mein Zuhause, meine Stadt”, Nettuno è il mio paese, la mia città. “Avrei però molto da dire ai miei concittadini nettunesi su tutto quello che c’è a Nettuno, che ha un valore unico e che va tutelato. Ricchezze che lo distinguono e che altrove non ci sono”. Così si esprime oggi Georg sulla sua città, Nettuno.
Nel 1954 Georg e la mamma Elisabeth lasciano Anzio e si stabiliscono a Nettuno. A tempo perso Georg comincia a fare qualche quadro a tema libero con l’inchiostro di china.
Già da piccolo è appassionato di antiche navi a vela e velieri, di mari in tempesta, di battaglie navali. Ed ama anche i paesaggi marini di Anzio e Nettuno.
A Nettuno inizia le sue scorribande all’interno, non più solo lungo la costa. Da sempre interessato a tutto ciò che sa di storia, inizia a visitare la campagna nettunese con occhio attento alle antiche vestigia che si incontrano. In questo viene consigliato anche da don Vincenzo Cerri.
Georg scopre, tra l’altro, i sotterranei del Borgo medievale che, gli raccontano, un tempo esser stati deposito per i cereali dell’antico popolo volsco, infatti piazza Mazzini anticamente era la piazza dei Pozzi di grano.
Al pittore Georg Keil, Nettuno non può non piacere e così ai suoi disegni preferiti, il mare e i vascelli al vento, si aggiungono, adesso, Nettuno ed Anzio, con i loro più svariati e caratteristici angoli. “Meer und Landschaft, sie passen nicht gut zusammen”, mare e paesaggi di campagna non stanno bene insieme. Ma a Georg piace così. E piace anche all’oste del ristorante “Pizzotto”
che gli ordina due quadri, il primo una tempesta con i velieri e il secondo, un quadro del Borgo visto da levante, prima del porto, col mare che si infrange a riva, sugli scogli. Pizzotto è anche un grande acquirente di barchette, come anche un suo parente, gestore di un ristorante in via Romana.
“Nettuno era prevalentemente rurale, al contrario di Anzio, che era un posto per signori, racconta Georg, e i nostri rapporti con i nettunesi non saranno sempre facili.
Non eravamo turisti e non eravamo ricchi ed i nettunesi non sapevano come considerarci, se come turisti, però squattrinati, o come paesani, che però parlavano e si comportavano non proprio come loro ma un po’ da stranieri, da forestieri. Non eravamo turisti ma gente normale, quasi povera, bisognosa di guadagnarsi la vita come tanti altri nettunesi in quel periodo difficile del dopoguerra”. Tuttavia anche a Nettuno, Georg conosce “persone di grande valore” come i fratelli Guido ed Elfo Barattoni, i primi grandi fotografi nettunesi, che danno alla fotografia il posto che le compete, quello di opera d’arte.
Grazie a loro Georg ha ancora immagini di molte sue opere di quel periodo. “E furono sempre i fratelli Barattoni ad incoraggiarmi nel coltivare l’arte e a farmi conoscere persone che avranno un ruolo importante nella mia vita”.
Don Pietro Bürge poi, sacerdote, altra persona di valore, molto importante per Georg. Sua madre è italiana e suo padre svizzero tedesco. Georg lo aiuta a scrivere in tedesco ai parenti svizzeri.“Personaggio interessantissimo e utile da
conoscere”. Don Pietro lavora anche la ceramica. Ha un forno e insegna a molti nettunesi l’arte della ceramica, anche alla signora Gatti la quale ne fa tesoro al punto di diventare lei stessa un punto di riferimento nettunese per l’arte della ceramica oggi.




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