23 gennaio 1944
Contrariamente alle aspettative dei Nettunesi che credevano ormai vicino il giorno del ritorno a casa, grazie allo sbarco e alla fuga dei Tedeschi, le cose andavano per le lunghe...
Giorno e notte spingevano lo sguardo verso il campo di battaglia nella speranza che il fronte di guerra si allontanasse da noi; ma il rombo di quel cannone continuava indisturbato; le esplosioni delle bombe sembravano verificarsi sempre nella stessa zona; gli apparecchi "osservatori" ( le "Cicogne") tenevano sempre la stessa rotta... Non sapevamo spiegarcelo.
La situazione dei civili si faceva sempre più critica e col crescere della resistenza tedesca cresceva il pericolo. Già cadevano le prime vittime.
Un giorno vivemmo momenti di profonda preoccupazione: ci accorgemmo che i Tedeschi si erano avvicinati e tememmo che stessero per ricacciare in mare gli anglo-americani.
Dalla vicinanza del fuoco dei carri armati, dalle esplosioni delle bombe e da informazioni avute direttamente dai soldati apprendemmo che le truppe sbarcate cedevano terreno...
Venne a farmi visita un Tenente americano, buon cattolico, che parlava assai bene il francese, ma poco o nulla l'italiano; ma riuscimmo a farci capire. Mi interrogò su alcune cose che lo interessavano, poi a mia volta gli domandai:
- Ma non c'è il pericolo che i Tedeschi vi rigettino in mare?
- No, - mi rispose; - noi abbiamo un'infinità di mezzi e quando attaccheremo, vedrete. I Tedeschi che si ritireranno dal fronte di Cassino, dovranno necessariamente passare da queste parti; noi li attendiamo.
- E quando contate di essere a Roma?
- Penso che ci vorranno due o tre mesi. Allora andremo in Vaticano a far visita al Santo Padre.
- Se i Tedeschi lo lasceranno a Roma!
- Guai a loro - replicò energicamente. - Se oseranno toccarlo distruggeremo la Germania palmo a palmo.
Ammirai il suo amore per il Papa e ci salutammo. Notai che questi sentimenti di devozione verso il Sommo Pontefice erano comuni a molti soldati americani.
E fu una notte d'inferno. Gli alleati contrattaccarono con un fuoco furioso da mare e da terra e, fattosi giorno, con innumerevoli bombardamenti aerei. Sotto quel fuoco non si poteva passare e i Tedeschi furono respinti. |