8 settembre 1943
La guerra scoppiata nel 1939 tra la Germania e la Polonia e che ha coinvolto, poi, tutte le altre nazioni, non ha causato gravi disordini alla cittadina di Nettuno fino al settembre del 1943.
Il Presidio militare, composto da oltre quattromila uomini, svolgeva le sue operazioni senza intralciare la vita del paese. I "corsi" alla scuola Centro Esperienze Artiglieria si susseguivano con regolarità e si chiudevano ordinariamente alla presenza di alte personalità militari italiane e straniere con poco o punto interesse dei Nettunesi.
Il cielo di Nettuno era spesso sorvolato da centinaia di aerei alleati diretti verso il nord; mai, però, una bomba è stata sganciata sulla città fino al 3 dicembre 1943, quantunque le batterie costiere si accanissero contro di essi e riuscissero, una volta, ad abbatterne uno. Per questo continuo passaggio di aerei le sirene d'allarme urlavano ogni giorno e, spesso, più volte al giorno.
Si giunse così fino all'8 settembre del 1943, quando alle ore 20.30 il capo del governo Badoglio, attraverso la radio, annunciava l'armistizio concluso con le potenze alleate. Quella sera il giovinetto Sergio Serpe, di dodici anni, rifugiatosi in un angolo della sacrestia di San Giovanni, scoppiò a piangere.
-Perchè piangi? - Gli chiesi. - Non rispondeva.
-Di', su: perchè piangi? - Insistetti.
-Piango per la sorte dell'Italia e per quello che succederà. - Rispose.
-???
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