La chiesa, ancora officiata in modo saltuario, fu eretta nel 1936 dalla famiglia Scarpitti, originaria della Campania e con interessi agrari nella zona; fu dedicata alla Vergine del Monte Carmelo e a San Giacomo come ricorda ancora l'iscrizione sul frontone:
B. MARIAE VIRGINI DE MONTE CARMELO
DIVOQUE IACOPO APOSTOLO J. SCARPITTI DICAVIT AD MCMXXXVI
Prospetta sullo stesso slargo della cappella di San Giacomo, nel punto dove si aprivano la strada per i Tinozzi ed il tracciato più antico di Via Romana; fu costruita insieme alla villa di famiglia ed al retrostante villino al quale era stilisticamente omogenea.
Dopo la vendita della proprietà, la chiesa ed i due edifici furono risparmiati nell'ambito dei lavori di costruzione del grande complesso edilizio che ha interessato tutta l'area.
La fronte della chiesa, in origine a finte lastre di travertino, è delimitata da due lesene che si elevano da un basamento e terminano con un motivo a triglifo; il timpano ha al suo centro un tondo in ceramica con l'immagine in bassorilievo della Madonna con Bambino, e culmina con una croce metallica. Sul lato sinistro prospetta un modesto campanile a vela che poggia sul muro perimetrale; l'ingresso, contornato da una cornice, è chiuso da una porta in legno e vetro.
Giuseppe Scarpitti, insieme alla moglie Carmen, proveniva da Angri, Comune nella valle del Sarno in provincia di Salerno; la sua azienda di Nettuno era specializzata nella coltivazione in serra di fiori e di piante ornamentali. I lavoranti che abitavano nel villino appartenevano a famiglie fatte venire dalla Campania, ed anche alla loro devozione per la Madonna d'o Carmine è legata la dedica della Chiesa. La Beata Vergine del Monte Carmelo è onorata a Napoli nella chiesa del Carmine Maggiore con il titolo de La Bruna ; vi sono ancora conservati i resti di Corradino di Svevia, decapitato nella vicina Piazza del Mercato dopo la sua cattura ad Astura.
Le ossa dello sfortunato principe sono nel cavo del piedistallo della statua voluta da Massimiliano di Baviera; l'opera fu disegnata dal Torwaldsen e scolpita da Pietro Schoeps nel 1840. |