La modesta chiesina era posta nell'angolo che divide il largo Luigi Trafelli dalla piazza Guglielmo Oberdan sulla quale dava una sua facciata; era posta al servizio dell'attiguo ospedale cittadino, poco più di una abitazione, che invece prospettava anche su Via Romana. I due edifici erano separati da un cortile, aperto sulla piccola piazza. La chiesa è ancora indicata nell'ottocentesco Catasto Gregoriano; il ricordo dell'ospedale è affidato alla fontanella di Via Romana, nota come fontana dell'ospedaletto .
Nella ricostruzione del palazzo antistante che prospetta su piazza Mazzini, avvenuta negli anni sessanta, è stata rimossa una notevole quantità di ossa, resti del cimitero che era al diretto servizio dell'ospedale.
All'ospedale furono assegnati da Innocenzo XII, con breve del 27 giugno 1698, alcuni beni che erano appartenuti alla chiesa di San Nicola; non è possibile però derivare da questa notizia ipotesi sulla data di erezione della chiesa.
Tra i beni vi erano delle vigne e dei canneti che erano venuti a confinare con i terreni acquistati nel 1718 dal cardinale Alessandro Albani per la costruzione della sua villa in Anzio, valutati nel 1864 a 662 scudi. Nel 1726 queste proprietà furono concesse in affitto al cardinale per due scudi annui, con il patto che le parti non utilizzate come viali e strade fossero conservate nello stato originario, e che fossero divisi i beni eventualmente ritrovati negli sterri. Nulla di quanto pattuito, al di fuori dell'iniziale pagamento del canone, fu mai rispettato né dal cardinale Albani né dalla Camera Apostolica che era subentrata nella proprietà della villa. Nel 1864 don Carlo Fontana, canonico della Collegiata, ancora protestava per rivendicare la proprietà dei terreni ed il rispetto del contratto. |