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Sulle tracce
di Fra Orsenigo

di
Fra Giuseppe Magliozzi o.h

DELEGAZIONE FILIPPINA
DEI FATEBENEFRATELLI
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1 - IL PAESE NATIO


Fra Orsenigo era nato il 24 gennaio 1837 a Pusiano, un Comune dell'alta Brianza il cui appellativo si suppone derivi dal latino Pusillianus ad indicare una tenuta agricola assegnata a qualche antico colono romano di nome Pusillus(1), come dire "il piccoletto". Ma piccolo di statura il nostro Orsenigo non lo era davvero, tanto che il famoso umorista Filiberto Scarpelli(2) quando l'incontrò a Roma lo descrisse come "un corazziere lombardo in abito francescano", facendo certamente un po' di confusione sulla foggia dell'abito fratesco(3), ma fotografandone con assoluta fedeltà l'imponente corporatura.

Pusiano si trova a mezza strada tra Lecco e Como, adagiato sulle sponde dell'omonimo laghetto morenico, quel "vago Eupili mio" cantato dal Parini ed eternato nei suggestivi dipinti del Segantini (4).

L'Abate Giuseppe Parini, che morì a Milano il 15 agosto 1799, era nato il 23 maggio 1729 sulla riva orientale del lago di Pusiano, a Bosisio, poi in suo onore ribattezzato Bosisio Parini. Nel 1752, due anni prima d'esser ordinato sacerdote, esordì in campo letterario con la raccolta "Alcune poesie di Ripano Eupilino" nella quale si presentò con uno pseudonimo formato dall'anagramma del suo cognome, che anagraficamente era Parino anche se poi preferì mutarlo in Parini, e dal nome latino Eupilis con cui Plinio il Vecchio, che era nativo di Como, nel libro III della sua "Naturalis Historia" cita il lago di Pusiano. Tra i capolavori poetici del Parini, oltre il poema satirico Il Giorno che è l'opera sua più grande, sono certamente le Odi, diciannove in tutto, in due delle quali egli, deplorando il degrado ambientale della metropoli lombarda, vi contrappone con nostalgia le ridenti e salubri colline del suo natio laghetto, lasciato ad appena nove anni per andare a studiare a Milano, dove avrebbe poi trascorso tutta la sua vita. Nell'ode "La vita rustica", composta nel 1757, così elogia le colline che cingono il suo lago natio, alle quali sogna tornare:

Colli beati e placidi
che il vago Eupili mio
cingete con dolcissimo
insensibil pendio,
dal bel rapirmi sento
che natura vi diè
ed esule contento
a voi rivolgo il piè.

Ancor più inebriata è la lode che tesse alla sua terra natia in queste quattro strofe dell'ode "La salubrità dell'aria", sgorgatagli dal cuore nel 1759:

Oh beato terreno
Del vago Eupili mio,
Ecco al fin nel tuo seno
M'accogli; e del natio
Aere mi circondi;
E il petto avido inondi.

Già nel polmon capace
Urta se stesso e scende
Quest'etere vivace
Che gli egri spirti accende,
E le forze rintegra,
E l'animo rallegra.

Però ch'austro scortese
Qui suoi vapor non mena:
E guarda il bel paese
Alta di monti schiena
Cui sormontar non vale
Borea con rigid'ale.

Né qui giaccion paludi
Che dall'impuro letto
Mandino ai capi ignudi
Nuvol di morbi infetto:
E il meriggio a' bei colli
Asciuga i dorsi molli.

 



Purtroppo ai nostri giorni l'inquinamento industriale ha raggiunto anche i laghi della Brianza e si legge talora di grandi morie di pesci, ma quando quest'anno, in un luminoso mattino d'aprile, ho avuto la fortuna di passeggiare sul lungolago di Pusiano, le acque mi son sembrate ancor limpide ed a tacita conferma v'ho visto, proprio di fronte alla casa natia di fra Orsenigo, alcuni cigni scivolarvi sinuosi e quasi in gara con i minuscoli armi della nazionale di canoa, i cui atleti erano venuti ad allenarsi proprio a Pusiano, alloggiati in riva al lago nello splendido Palazzo Beauharnais (5)

Il lago di Pusiano, modernamente spartito tra quattro Comuni della Provincia di Como (Pusiano, Eupilio, Erba e Merone) e tre di quella di Lecco (Cesana Brianza, Bosisio Parini e Rogeno), ha antiche origini glaciali ed attualmente si estende per una superficie di poco più di cinque chilometri quadrati, con una profondità massima di ventiquattro metri ed un perimetro di dieci chilometri e mezzo. Il lago riceve ad ovest le acque del fiume Lambrone e a nord quelle provenienti dal lago del Segrino; a sud-ovest ha un emissario che confluendo con quello del lago d'Alserio forma il fiume Lambro.

Durante l'alluvione provocata in varie zone della Brianza dalle torrenziali piogge del novembre 2002, in quel di Pusiano un'esondazione record del lago sommerse tutta la parte bassa del paese, raggiungendo anche la bellissima Chiesa Parrocchiale cinquecentesca (6). Pur se l'Archivio Parrocchiale non subì gravi danni, fu comunque necessario riordinarlo e questo portò a notare un dossier su alcune veggenti di Pusiano, assurte a grande notorietà sul finire dell'Ottocento, e scoprirvi che esso conteneva anche numerosi dati su fra Orsenigo, sui quali tornerò in seguito. Felicemente scampati all'inondazione anche i registri di Battesimo, per cui in quello che inizia dall'anno 1826 il parroco è stato felice di mostrarmi i dati del nostro Orsenigo, che portava un cognome tipico ancor oggi nel nord milanese e nel comasco, derivando dal toponimo Orsenigo, che è un Comune (7) della Provincia di Como distante un 7 chilometri da Pusiano.

Nel volume II del Libro degli Atti di Nascita della Parrocchia, al n. 13 della tavola 36, ho potuto dunque appurare che egli fu battezzato il 26 gennaio 1837 col nome di Innocente, essendo nato alle nove della sera del 24 gennaio ed avendo assistito al parto la levatrice autorizzata Luigia Frigerio; risulta figlio legittimo di Giovanna Civati e Pietro Orsenigo, entrambi cattolici e domiciliati a Pusiano, sposatisi il 4 agosto 1822 nella Parrocchiale di Villalbese (8) e di professione fornai, come pure fornaia risulta la madrina di Battesimo, Adelaide Orsenigo, cattolica e domiciliata a Pusiano.

Consultando i vari registri di nascita e di morte comunali e parrocchiali l'amico Bruno Sternise ha potuto ricostruire l'albero genealogico (9) della famiglia di fra Orsenigo, a cominciare dal nonno Cipriano e dalla nonna Cristina Parravicini, che oltre al citato figlio Pietro ebbero anche un figlio Giuseppe: questo zio di fra Orsenigo, morto il 19 maggio 1846, era sposato con Caterina Spinelli ed ebbe cinque figli, tra cui la primogenita Adelaide, nata il 10 ottobre 1820 e che abbiamo visto tenne a battesimo il cugino futuro frate.

Quando nel 1867 fra Orsenigo giunse a Roma, nella sua cartella personale (10) fu inserito un breve appunto di mano del padre Alfieri (11) che riporta tra l'altro i seguenti dati su di lui: "d'anni 30, perdette ambedue i genitori che esercitavano in paese la professione di oste e macellajo, ha altri 7 fratelli tutti ben collocati, essendo varii proprietarii di negozio salsamentari, macellaj, etc., ed uno ufficiale nel 42° reggimento di linea".

Le ricerche dello Sternise, pur confermandoci che fra Orsenigo aveva conosciuto sette fratelli, ci mostrano che in realtà egli era il penultimo di ben dodici fratelli, quattro dei quali però morti prima che lui nascesse. Questa la lista cronologica dei dodici fratelli: Cipriano Daniele, nato il 6 maggio 1823 e morto il 18 settembre 1873; Francesco Aurelio, nato il 22 aprile 1824 e morto dopo tre giorni; Alfonso, nato il 27 maggio 1825 e morto l'11 febbraio 1861; Carlo Innocente Onofrio, nato il 14 ottobre 1826 e morto dopo due settimane; Giuseppe Ferdinando, nato il 6 gennaio 1829; Carlo Ferdinando, nato il 23 agosto 1830 e morto all'indomani; Daniele Felice, nato il 18 agosto 1831; Carolina Serafina, nata il 19 giugno 1833 e morta il 13 settembre 1854; Maria Giuseppa, nata il 30 aprile 1834 e morta l'11 maggio seguente; Maria Filomena, nata il 7 giugno 1835; Innocente, nato il 24 gennaio 1837; e Ferdinando, nato il 21 luglio 1842.

Lo Sternise ha ricostruito anche la discendenza diretta di Cipriano Daniele, primogenito dei dodici fratelli e sposatosi con Martina Valsecchi; suo figlio Carlo Gaetano Pietro nasce il 4 dicembre 1857, sposa il 20 dicembre 1888 Annetta Colombo e muore l'11 dicembre 1891; lascia un figlio, Innocente, natogli l'8 novembre 1889; questi sposa il 5 maggio 1915 Regina Parietti e muore il 19 settembre 1965, dopo aver avuto nove figli, tra cui due, Ezio Agostino e Peppino, tuttora domiciliati a Pusiano, ragion per cui ne dettaglia la rispettiva discendenza.

Il primo dei due gruppi familiari oggi presenti a Pusiano è quello di Ezio Agostino, nato il 25 luglio 1929 e sposatosi il 10 ottobre 1955 con Ernestina Magni, avendone due figli: Vanda, nata il 7 dicembre 1956, e Giovanni Roberto, nato il 13 ottobre 1965; questi, sposatosi 15 febbraio 1993 con Francesca Pugliese, ha due gemelli, Andrea e Federico, nati il 25 giugno 1996 ed è lui che vive oggi nella casa natia (12) di fra Orsenigo e nella quale, proseguendo una tradizione ormai pluricentenaria di impegno della famiglia nel campo alimentare dal forno all'osteria ed alla salsamenteria, vi gestisce il ristorante "Alla Pergola".

L'altro di tali due gruppi familiari rimasti a Pusiano è quello di Peppino, nato il 22 febbraio 1938 e, fedele anche lui alla tradizione, è di professione pasticciere; sposatosi con Luigia Vassena, ha due figli: Luca, nato il 21 agosto 1971, e Chiara, nata il 13 novembre 1974.

Sappiamo ben poco degli anni d'infanzia di fra Orsenigo. Nella sua cartella personale il citato appunto dell'Alfieri ci fornisce l'unica laconica informazione che "studiò alle scuole comunali del paese". I dati anagrafici raccolti dallo Sternise possono comunque farci intuire la cornice rassicurante di una famiglia che con l'essere numerosa gli agevolava una più armonica maturazione psicologica e con l'essere abbastanza agiata gli garantiva quella buona alimentazione che fu certo uno dei fattori della sua non comune crescita staturale e della soda muscolatura che andò sviluppando.

Tra i ricordi più vivi che fra Orsenigo conservò di Pusiano ci fu sicuramente la festa della Madonna della Neve, come possiamo indirettamente dedurre da un'inesattezza contenuta nell'atto della sua Professione Religiosa (13), conservato nella cartella personale e nel quale scrisse di suo pugno d'essere "della Parrocchia di S. Maria della Neve".

In realtà una Parrocchia con tale denominazione non esiste e l'unica Parrocchia di Pusiano fu dedicata, come abbiamo visto, alla Natività di Maria e mai vi furono cambi, tanto è vero che nel timbro figurante sui certificati parrocchiali di Battesimo e Cresima, conservati anch'essi nella cartella personale di fra Orsenigo, la sua Parrocchia appare intitolata a Santa Maria Nascente, come, per inciso, lo è anche il Duomo di Milano. Ciò che indusse in errore l'Orsenigo dovette essere il ricordo dell'enfasi con cui i pusianesi celebravano come festa patronale la ricorrenza della Madonna della Neve, alla quale però è intitolata non la Parrocchia ma un suo coevo e non troppo distante Oratorio (14) che sovrasta Pusiano dall'alto, inerpicato com'è sulle pendici del monte Cornizzolo, poco fuori dell'abitato.

A Pusiano da tempo immemorabile la celebrazione della festa della Madonna della Neve comincia già alla vigilia, ossia alla sera del 4 agosto, con una suggestiva luminaria sul lago, ottenuta ponendovi a galleggiare migliaia di "lumaghétt", tavolette di legno lunghe un 20 centimetri e sorreggenti lanterne cinesi di carta colorata coi loro lumini di cera: una tradizione di sapore orientale, con chiaro riferimento ai tempi in cui Pusiano era un importante centro di produzione della seta ed il Palazzo Beauharnais ospitava la filanda Conti (15).

Ma per l'Orsenigo quella luminaria, più che ricordargli la lontana Cina dove quattro millenni prima era iniziata la produzione della seta, gli ricordava l'anniversario del matrimonio dei suoi genitori, celebrato proprio il 4 agosto del 1822, certamente per impetrare la protezione della Madonna della Neve sulla nuova famiglia.

Purtroppo prematuramente, quando l'Orsenigo era appena quindicenne, gli vennero a mancare entrambi i genitori: perse dapprima il papà, morto il 25 marzo 1852 all'età di 55 anni, giusto pochi mesi prima di raggiungere i trent'anni di matrimonio; e poi quello stesso anno perse anche la mamma, morta il 6 dicembre all'età di 53 anni. Quella duplice terribile perdita, anche se mitigata dalla presenza dei numerosi fratelli, dovette certamente incidere nel suo animo, rendendolo più attento ai valori della fede che i genitori avevano saputo inculcargli. Chissà quante volte, specie nei momenti che maggiormente soffriva per la mancanza dei genitori, salì a pregare all'Oratorio della Madonna della Neve per chiedere a Colei, di cui essi erano stati tanto devoti, di prendere ora il loro posto ed essergli dai Cieli Madre premurosa.

Oltre all'influsso giocato sull'animo dell'Orsenigo dagli avvenimenti interni della sua famiglia, possiamo intuire quello giocato dagli avvenimenti esterni di Pusiano, allora un paesino di poco più di seicento abitanti (16), ma inserito in un vivace contesto storico ed economico. Il progresso tecnologico non mancò infatti di giungere a Pusiano, il cui lago era stato nel 1820 il primo in Italia ad essere solcato da un battello a vapore, anche se presto il Governo Asburgico ne sospese le corse, sospettando che fosse usato dai carbonari per recapitare la corrispondenza; e merita anche ricordare che il 17 agosto 1840 la Brianza s'avvantaggiò di un più rapido collegamento con la Capitale lombarda grazie all'inaugurazione della ferrovia Milano-Monza (17), la seconda a entrare in funzione nella penisola italiana (18), dopo la Napoli Portici, inaugurata dai Borboni il 3 ottobre 1839. Va anche ricordato che la Brianza proprio in quegli anni sperimentò una rovinosa crisi dell'allevamento del baco da seta in seguito ad un'infezione dei gelsi diffusasi specie a partire dal 1850.

Non minor peso ebbero inoltre le lunghe vicissitudini risorgimentali, che più volte fecero di botto ritrovar l'Orsenigo suddito d'un differente regno. Quando egli nacque, fu registrato come suddito di Ferdinando I, che era Imperatore d'Austria dal 1835 e che il 6 settembre 1838 a Milano fu anche incoronato Re del Lombardo-Veneto con la corona ferrea. Ma arrivarono poi nel 1848 i tumultuosi eventi politici che sconvolsero tutta la penisola italiana e specificamente la Lombardia, teatro dell'insurrezione del 18 marzo - le famose Cinque Giornate di Milano (19) quando magari finì anche a Pusiano qualcuno di quei proclami che il 21 marzo gli insorti milanesi diffusero lanciando palloni aerostatici per chiedere soccorsi dalle campagne. Meno di tre mesi dopo, col plebiscito dell'8 giugno 1848, fu approvata a grande maggioranza l'annessione della Lombardia al Piemonte, ma l'infausta conclusione della Prima Guerra d'Indipendenza rese nuovamente i Lombardi sudditi asburgici, sotto il ferreo polso di Radetzky, rientrato a Milano il 6 agosto 1848; però poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra d'Indipendenza gli austriaci, sconfitti a Magenta, saranno di nuovo costretti, e questa volta per sempre, ad abbandonare la sera del 6 giugno 1859 la metropoli lombarda (20)

 

1 - La più antica menzione della località è quella nel 1288 del noto letterato fra Bonvesin della Riva, che la cita come Pucilliano. Per inciso il Bonvesin, che visse dal 1240/50 al 1313 ed appartenne all'Ordine degli Umiliati, fu il primo ad introdurre in città, a cominciare dalla sua Milano (era originario "della riva" di Porta Ticinese), l'usanza di far suonare ogni sera le campane per invitare i fedeli a recitare ovunque fossero l'Ave Maria in memoria dell'Incarnazione del Signore, imitando la pia pratica adottata dai Frati Minori nei loro Conventi fin dal 1269; l'usanza, presto diffusasi dappertutto, fu immortalata dal Segantini in una celebre tela che, come vedremo, egli dipinse proprio a Pusiano.

2 - Cf. F. SCARPELLI, "Macchie e macchiette romane. I denti dell'Isola Tiberina", in "Il Corriere", Roma, 24 settembre 1930. Nato a Napoli nel 1870 e morto a Roma nel 1933, lo Scarpelli, oltre che valente novellista e umorista, fu uno dei principali illustratori del periodico satirico "Il Travaso delle Idee", da lui fondato a Roma nel 1900 assieme a Carlo Montani e che uscì fino al gennaio 1962.

3 - L'abito dei fatebenefratelli differisce notevolmente da quello dei francescani sia per il colore, che è nero invece che marrone, sia per lo scapolare, che non si ferma alle spalle ma arriva alle caviglie, sia per la foggia del cappuccio, che è rigido e arrotondato invece che floscio ed aguzzo.

4 - Il pittore Giovanni Segantini, nato il 15 gennaio 1858 ad Arco Trentino e morto sullo Schafberg nelle Alpi Svizzere il 28 settembre 1899, risiedette a Pusiano dal 1880 al 1882, dipingendovi vari paesaggi, tra i quali il celebre "Ave Maria a trasbordo", alla cui prima versione venne nel 1883 assegnata la medaglia d'oro all'Esposizione di Amsterdam. Per il centenario della nascita dell'artista le Poste Italiane gli dedicarono nel 1958 un francobollo con un disegno di L. Vangelli che ripeteva appunto l'idilliaca scena di tale quadro, ossia una barca con cui i pastori all'imbrunire, mentre rintocca la campana dell'Ave Maria, trasbordano un piccolo gregge di pecore all'altra riva del lago. A Pusiano il soggiorno dell'artista è ricordato da una lapide posta su una casa in via della Madonna della Neve.

5 - Quando nel 1805 l'imperatore Napoleone assunse anche il titolo di re d'Italia, vi nominò viceré il figliastro Eugenio di Beauharnais (1781-1824), che ebbe fino al 1814 la sua Corte a Milano ma anche una residenza estiva a Pusiano, dove ristrutturò l'edificio che oggi porta il suo nome ma il cui nucleo iniziale è cinquecentesco, come dimostra la data luglio 1521 figurante in una delle formelle di un antico soffitto a cassettoni. Nel secolo scorso l'utilizzarono per un cinquantennio i Padri Rosminiani, che poi nel 1985 lo cedettero al Comune che lo ha di recente restaurato ed ha trasformato in parco pubblico gli ampi giardini. Quella che era stata la Cappella dei Rosminiani è ora divenuta Sala Civica ed è in essa che sotto la presidenza del Sindaco Luciano Traversone e del Parroco don Luigi Moretti ho tenuto una commemorazione di fra Orsenigo la sera del primo aprile 2004, presenti numerosi discendenti della famiglia Orsenigo ed alcuni appassionati di storia locale (cf. G. MAGLIOZZI, "L'ammiratore inglese di fra Orsenigo", in "Vita Ospedaliera", a. LIX, n. 5, maggio 2004, p. 15; e, con titolo identico ma più dettagli, in "Il Melograno", a. VI, n. 6, 7 maggio 2004, pp. 1-2).

6 - La Parrocchia della Natività, o di Santa Maria Nascente come si preferiva dire in passato, fu consacrata l'8 aprile 1567 e dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria (cf. Archivio Storico Diocesano di Milano, Sez. X, Visite pastorali, Pieve di Incino, vol. 6, 5).

7 - Anche la denominazione di questo Comune, analogamente a quanto visto per Pusiano, potrebbe derivare dal gentilizio latino Ursenus portato dall'ipotetico primo colono romano che vi si insediò.

8 - La Parrocchia di Villalbese, distante un sei chilometri da Pusiano, è intitolata a San Vittore e risale al XVI secolo. Nel 1928 dalla fusione di Villalbese con Carcano nacque l'attuale Comune di Albavilla.

9 - Il Sindaco di Pusiano ne ha fatto stampare alcune copie ed ha voluto darmene una in omaggio.

10 - Cf. nell'Archivio Generalizio dei Fatebenefratelli (d'ora in poi AGF) la scatola "Personale religioso: cartelle personali dei religiosi 1867-77", fasc. n. 59.

11 - Padre Giovanni Maria Alfieri, una delle maggiori personalità dell'Ordine, ne fu eletto alla guida il 19 maggio 1862 ed a causa della lunga impossibilità, dati gli sconvolgimenti politici europei, di convocare Capitoli Generali per eleggergli un successore, per decisione del Beato Pio IX e poi di Leone XIII restò Superiore Generale fino alla morte, avvenuta all'Isola Tiberina nella Curia Generalizia dei Fatebenefratelli il 3 agosto 1888; era nato a Milano il 26 marzo 1807 ed ivi era stato ammesso in Noviziato il 17 agosto 1830; eletto nel 1856 Priore dell'Ospedale di Verona, vi si era distinto nel 1859 assistendo i feriti della guerra d'indipendenza, tanto che l'Imperatore Francesco Giuseppe aveva voluto insignirlo dell'onorificenza di cavaliere imperiale. Cf. Raffaele MEYER, "Cenni biografici dei Superiori Generali dell'Ordine Ospedaliere di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli)", Tip. Vaticana, Roma 1925, pp. 130-134.

12 - Si trova sul lungolago ed il suo indirizzo era anticamente via Nazionale, 3 mentre oggi è via Giuseppe Mazzini, 17.

13 - Cf. AGF, "Personale religioso: cartelle personali dei religiosi 1867-77", fasc. n. 59.

14 - L'Oratorio risale al Cinquecento e figura già nel catasto di Carlo V col nome di Santa Maria alla Castagna, ma s'intitolò poi a Santa Maria della Neve. Certamente a causa della menzione della neve, centinaia di chiese montane portano questo titolo, la cui celebrazione liturgica iniziò nel XII secolo come"Festa Dedicationis Sanctae Mariae ad Nives", fissata alla data del 5 agosto poiché in tale giorno fu consacrata la Basilica romana di Santa Maria Maggiore dal Papa Sisto III, che volle dedicarla alla Maternità Divina della Madonna, dogma definito dal Concilio di Efeso giusto pochi anni prima, ossia nel 431. La Basilica sostituì una preesistente chiesa in onore della Madonna, sorta in seguito ad un prodigio così menzionato per la prima volta nel XIII secolo da fra Bartolomeo da Trento nel "Liber epilogorum in gesta sanctorum": "La mattina del 5 agosto 352 gli abitanti del colle Esquilino ebbero una strana sorpresa: durante la notte era caduta la neve ed un soffice manto ne ricopriva un tratto. Con tale prodigio la Vergine Maria aveva indicato, ad un patrizio di nome Giovanni ed a sua moglie, che in quel luogo desiderava fosse eretto un tempio in suo onore. Da gran tempo i due anziani coniugi, che non avevano avuto figli, desideravano impiegare le loro ricchezze in un'opera che onorasse la Madre di Dio e, a tal fine, la pregavano con fervore affinché mostrasse loro in qual modo potessero esaudire il desiderio. La Vergine, commossa dalla pietà dei due, sarebbe apparsa loro in sogno dicendo che nel luogo ove la mattina seguente avessero trovato la neve caduta miracolosamente durante la notte, dovevano edificare, a loro spese, una chiesa dedicata al nome di Maria. Emozionato dal prodigio, il mattino seguente Giovanni si recò da papa Liberio, a narrargli l'accaduto: il pontefice aveva, durante la notte, sognato la medesima cosa! Liberio, seguito dal patrizio Giovanni e da un grande corteo di popolo e prelati, si recò sull'Esquilino e, sulla neve ancora intatta, segnò il tracciato della nuova chiesa, che fu edificata a spese del patrizio e di sua moglie" (cf. Andrea LONARDO, curatore, "I luoghi giubilari a Roma: storia, spiritualità e arte", Ediz. San Paolo, Cinisello Balsamo 2000). Il ricordo di tale prodigio spiega perché anche in documenti ufficiali, come già una bolla di Papa Niccolò IV del 1288, questa Basilica romana cominciò ad essere a volte chiamata "ad Nives" e tale appellativo, come abbiamo visto, entrò persino nella liturgia. Oggi però la ricorrenza del 5 agosto, pur essendo rimasta nel calendario liturgico dopo l'ampio sfrondamento voluto dal Concilio Vaticano II, vi è designata come "Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore", senza più menzionare la neve, il cui miracolo tuttavia, anche se non più minuziosamente narrato nell'Ufficio delle Letture, viene ancor oggi scenograficamente rievocato ai fedeli ogni 5 agosto nella suddetta Basilica durante la Messa Solenne del mattino e durante i Vespri nel pomeriggio, facendo cadere petali di fiori bianchi dall'alto della cupola della Cappella Paolina ed anzi nell'agosto 1982 e per alcuni anni venne persino prodotta una nevicata artificiale.

15 - Prima che la famiglia Conti, che era d'industriali tessili del vicino Comune di Cesana Brianza, acquistasse nel 1830 la villa e v'insediasse la filanda, essa era stata residenza estiva del Viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais e, prima di lui, dell'arciduca Ferdinando d'Austria, che fu Governatore della Lombardia fino al 1796 e che l'aveva acquistata dai Marchesi Carpani. Nel 1574 v'era stato ospitato il cardinale San Carlo Borromeo (1538-1584), giunto in Visita Pastorale quale arcivescovo di Milano.

16 - Il comune di Pusiano nel 1805 contava 639 abitanti, che al censimento del 1861 crebbero a 685 abitanti. Al recente censimento del 2001 la popolazione toccava i 1.166 abitanti e comprendeva 406 nuclei familiari.

17 - . Entusiasmato dall'iniziativa, il mese seguente il Re Carlo Alberto di Savoia fece iniziare gli studi per la ferrovia Torino-Milano, ma l'unità d'Italia era ancora lontana da venire ed il governo austriaco si dichiarò contrario all'impresa.

18 - In Europa il primo treno per passeggeri fu quello mosso da una locomotiva a vapore ideata da Giorgio Stephenson (1781-1848) e che il 15 settembre 1830 prese a collegare in Inghilterra Liverpool con Manchester: alcuni considerano tale data come il punto d'inizio dell'era tecnologica.

19 - Una supplica inviata anni dopo a Umberto I dal già citato padre Alfieri, che era presente a quelle epiche giornate essendo allora Segretario della Provincia Milanese dei Fatebenefratelli, ci da l'interessante dettaglio che questi Frati "raccolsero i feriti delle barricate di Milano" (cf. Egilberto MARTIRE, "L'Isola della salute", Roma 1934, p. 75). Dai registri risulta in effetti che ricoverarono nel loro Ospedale 104 feriti, di cui 71 civili e 33 militari (cf. Giovanna della Croce BROCKHUSEN - Mauro ZUCCHELLI, "I Fatebenefratelli. Storia della Provincia Lombardo-Veneta di S. Ambrogio dell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio. 1788-1887", Milano 1999, vol. XXI, p. 138).

20 - Per un'esatta ricostruzione dell'evento cf. Ambrogio VIVIANI, "Magenta 4 giugno 1859. Dalle ricerche la prima storia vera", Ed. Zeisciu, Magenta 1997, p. 192

 



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