Quando fra Orsenigo, che proveniva dalle nordiche brume di un laghetto avente per fondale le cime di manzoniana memoria del Resegone, mise per la prima volta piede a Nettuno, mai davvero immaginò che avrebbe poi chiuso i suoi giorni proprio in quello sconfinato litorale inondato di sole e che vi sarebbe stato sepolto, ma non obliato, tanto che i nettunesi, che già dal 1898 gli avevano concesso la loro cittadinanza, gli avrebbero poi dedicato una strada e ne avrebbero quest'anno celebrato solennemente il centenario della morte.