La Signora di Nettuno, passata ai Carata corse il rischio d'essere distrutta proprio dietro loro ordine per timore dell'invasione Spagnola, ma la popolazione si ribella colle armi destituendo il presidio francese preposto ed inviando le chiavi del Castello a Marcantonio Colonna. (1556)
Marcantonio Colonna II° venuto a sapere che i Turchi avevano distrutto la flotta di Francesco II° re di Francia, al largo di Tunisi, temendo che poi potessero giungere ad assalire il lido nettunese che gli stava tanto a cuore, scrisse ai suoi "magnifici massari" del luogo "che stessero in guardia dall'invasione turca, che sgomberassero tutte le loro cose, donne e putti compresi", e facessero buona vigilanza dalla guardia di Astura alla Torre d'Anzo, di cui aveva già parlato al Papa. (1560)
In verità tutta l'europa era in pericolo poiché i Sultani radicatisi sulle coste meridionali del Mediterraeo, contavano d'arrivare ad espandersi fino a Vienna ed in Ispagna. Dotati d'un esercito formidabile, coll'aiuto dei famigerati corsari barbareschi di Algeri e Tunisi avevano già estromesso i Veneziani da Cipro, Creta e Lepanto.
I corsari Musulmani erano Mori, (cioè Arabi maomettani) che s'erano alleati ai Turchi da quando Ferdinando ed Isabella li avevano scacciati dalla Spagna. Da qui la GUERRA SANTA contro la Cristianità.
Per contro in Europa si costituì la LEGA SANTA, formata da italiani, tedeschi e spagnoli. La spedizione venne affidata a Don Giovanni d'Austria cui vennero affiancati l'ammiraglio Veniero (veneziano) il principe Marcantonio Colonna per lo Stato Pontificio ed il marchese di Santa Cruz per la Spagna.
Da parte Ottomana invece la flotta era comandata da Mehemet Ali Pascià per i Turchi, da Maometto Scirocco per gli Egiziani e da Uccioli per gli Algerini.
Lo scontro avvenne feroce e cruento quel famoso 7 ottobre del 1571 nelle acque di Patrasso dove nonostante la superiorità numerica degli uomini e dei legni ottomani, i Cristiani, adottando una nuova tattica con le galeazze (cannoniere) in avanscoperta, ebbero a LEPANTO la meglio sconfiggendo per la prima volta nella storia l'invincibile Armata Turca.
A Marcantonio Colonna ed ai suoi prodi soldati nettunesi reduci dalla Battaglia di Lepanto Nettuno tributò grandiosi festeggiamenti ed onoranze ai caduti.
La battaglia di Lepanto |