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NETTUNO
cenni storici

di Augusto Rondoni

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FORTINO DEL SANGALLESCO


 

 


Borgia, ora riconoscibili solo per l'emblema pontificio poiché dello scudo a sette punte bipartite nel mezzo ed il toro, se ne scorge a malapena qualche traccia.

Alessandro VI° con bolla pontificia dell'agosto del 1501 confiscò ai Colonna tutto il territorio di Nettuno, da Tor Vajanica a Torre Astura, assegnandolo al nipote Rodrigo, figlio di Lucrezia, appena treenne.

In effetti però il vero padrone e signore del feudo fu Cesare Borgia detto il Valentino, altro famoso figlio di Papa Borgia.
Infatti dietro ordine paterno commissionò ai fratelli Antonio e Giuliano Giamberti da Sangallo la costruzione di un forte, a maggior difesa e sicurezza del ricco territorio.

Esso fu di fatto realizzato in soli due anni sul più alto greppio di pietra dura a picco sul mare, nelle immediate adiacenze del castello dì Nettuno, assurto ormai a fortezza di 2a classe, dopo il lungo assedio del 1494.

Gli architetti facendo scavare intorno ad un tronco di piramide a base quadrata di mt. 40 di lato, crearono i fossati di rispetto del nascente fortilizio. Indi fecero costruire una muraglia in cortina di mattoni tutto intorno per un'altezza varia tra i 18 ed i 25 metri, avendo la genialità di ricavare agli angoli quattro bei baluardi di perfetta forma ellittica, raggiungendo così 320 metri lineari di perimetro alla base.

Con tale innovazione, riconosciuta strategica 50 anni dopo dai manuali dell'arte e dai Trattati di architettura militare, si ottenne per la prima volta la protezione dei quattro lati del fortilizio con soli otto uomini appostati dall'alto dei fianchi ritirati. Istallando poi dei pezzi di artiglieria appositamente forgiati sulle troniere, (altrimenti chiamati "pezzi traditori"), si poteva addirittura scompaginare, senza essere scorti dal nemico, le orde degli attaccanti alla fortezza che si avventuravano nel fossato con l'intento di aprirsi una breccia. Detto forte era collegato all'entroterra da un lungo viadotto in muratura, onde colmare il dislivello, terminante con un piccolo ponte levatoio.

Dal lato mare vi era un'altra porta chiamata di soccorso, ricavata sotto il cordone tra i due bastioni a mare, da dove scendeva una scala retrattile.

L'aspetto dell'opera, pur nella sua mastódonticità, fu resa gradevole sia per l'armoniosa linea architettonica che per le cornici di coronamento, cordoni e fasce dentellate sotto i parapetti ordinati a merloni e troniere.

Sul lato esterno del fortino, a levante, e sull'architrave d'ingresso del maschio internamente, furono posti gli stemmi gentilizi dei Borgia, ora riconoscibile solo per l'emblema pontificio poiché dello scudo a sette punte bipartite nel mezzo ed il toro, se ne scorge a malapena qualche traccia.

Dal ballatoio soprastante il maschio, il castellano poteva dominare totalmente la veduta del mare e della terra. Nell'immediato sottotetto si trovavano gli alloggi dei militari e nei tre piani sottostanti, magnifiche sale d'armi, abitazioni e scale segrete per le casematte e per la porta di soccorso.

Dopo la morte di Papa Borgia avvenuta nell'agosto del 1503 e la conseguente cattura e consegna del duca Valentino agli spagnoli, i Colonna, con l'aiuto del bellicoso papa Giulio II0 della Rovere, rientrarono nel possesso del feudo.

 

Il FORTE SANGALLO dopo il restauro dell'arch. BUSIRI

 


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