PREMESSA:
(Notare sulla soprastante carta storica come Antium sia collocata in "rupe", nell'entroterra di Coeno Portus et Oppidum, dimostrando così che i due centri insistevano sul medesimo territorio e costa, e che i Romani per ridurla a loro colonia, dovettero necessariamente agire su Coeno Portus ed Oppidum, come qui appresso detto.)
ANTIUM, per la posizione rupestre pressoché inespugnabile e le ferti-lissime terre retrostanti divenne presto ricca e potente tanto da rivaleggiare per più di due secoli contro Roma, fin quando nel 285 (pari al 415 a. C.) il Console Numicio, con abile strategia espugnò il PortoCenone con 22 lunghe navi, rovinando gli attracchi del porto, incendiando il Borgo e soggiogando definitivamente ANTIUM a colonia romana.
Patrizi ed imperatori scoprirono presto l'incantevole golfo selvoso e l'aria pura per cui fecero a gara a costruirvi sontuose ville luoghi di delizie.
La città originaria divenne subito piccola per contenere tutti. Dovettero espandersi prima verso il lido a mare, poi col suburbano arrivarono fino alle Caldane a ponente e ad Astura a levante.
Sulla soprastante carta topografica di Innocenze Mattei del Lazio, leggiamo: Nettuno una volta Antium navale, e, Antium distrutta - Tempio della Fortuna - dove nacque l'imperatore Nerone e Col., sotto l'asterisco che indica Nettuno.
Nel 12 d. C. vi nacque Caligola e nel 37 Nerone, che, divenuto imperatore, fece erigere palazzi, circhi, templi ed uno splendido porto a pianta ovale schiacciata, efficientissimo, che rese Antium ancora più opulenta.
Posto in posizione naturale congeniale per lo scopo, era appoggiato al promontorio di Capo d'Anzio sull'andamento curvilineo della costa, col molo dentro il mare in muratura, dapprima centinata poi retta per ultimare con una spezzata verso levante, formante un'ansa, che proteggeva l'imbocco del porto dai venti australi. Fu progettato e realizzato dagli insigni architetti Severo e Celere, gli stessi che edificarono la Domus Aurea in Roma.
Antico porto Neroniano in ANTIUM
Ric. di SCATAGLINI
Antico porto Neroniano
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L'incendio di Roma che anche insigni personalità attribuirono a Nerone, svelò ulteriormente ai romani quanto fosse stravagante malvagio e crudele il loro imperatore, per cui, alla sua morte, tutto ciò che era stato suo onore e vanto fu saccheggiato ed abbandonato all'incuria ed alla devastazione.
Nel secondo secolo, epoca di maggior splendore imperiale, detti edifici furono restaurati per essere ancora goduti da tutti, patrizi ed imperatori compresi.
Però la grandezza, gli sfarzi ed i trionfi, dell'epoca di Nerone, furono sfatati e decaddero per sempre. Gli eserciti cominciarono ad èssere indisciplinati, esausto l'erario ed i costumi corrotti.
Con l'avvento di Diocleziano, che pretendeva fra l'altro di essere adorato come un dio, i Romani videro un susseguirsi di orde barba-riche che cominciarono a devastare svariate provincie mettendo in serio pericolo l'impero.
Antium fu dapprima risparmiata, anche se quanto vi era di sontuoso ed artistico deperì velocemente e la miseria arrivò pure alle campagne rendendole incolte e desolate. Intanto il cristianesimo, con la libertà di culto riconosciuta dall'imperatore Costantino, cominciava a prevalere sul paganesimo preannunciandone la fine imminente.
I Romani un po' per incuria ed un po' per difesa lasciarono che il porto neroniano finisse d'interrarsi definitivamente, e i Goti, assediata Roma nel 536, scorazzando per le coste laziali arrivarono sul nostro litorale saccheggiando e distruggendo anche Antium.