Dopo la distruzione della preistorica città il lido rimase pressoché deserto. Solo il Tempio del dio Nettuno testimoniò la passata grandezza della dominatrice del Mar Tirreno, NEPTUNIA, primo termine dell'Italia.
Quando più tardi trasmigrarono alcune tribù "Oenotre" provenienti dalla Sicilia in cerca di terre migliori di quelle loro, si stanziarono immediatamente in loco ed insieme alle poche genti superstiti che sopravvissero rimbucate nelle grotte adiacenti il Tempio, diedero origine alla stirpe Volsca, dove VOL sta per antico, ed OSCO, (di tradizione etrusca), significa "serpente velenoso", che spiega la combattività della stirpe.
Essi nell'ambientarsi sulla nostra fertile terra, trovando molti ruderi sprofondati sul lido, edificarono la nuova città di Antium sul ripiano dei dirupi che dominavano la costa, a partire dalle vigne devastate chiamate vignacce verso la Villa Bell'Aspetto (Villa Borghese) che costituiva l'acropoli per proseguire fin quasi al Borgo Coeno dov'era il Tempio del dio del mare: "Nettuno".
Tale Borgo alle spalle del Tempio aveva un arsenale, un foro per il mercato, un deposito viveri con una quantità di pozzi per la conservazione del .grano, alcuni dei quali, recentemente in occasione di costruzioni in Piazza Mazzini, sono stati ricolmati dalle fondazioni.
A mezzogiorno del Tempio vi era il porto Cenone, (che vuoi dire fangoso), derivato dal nome del Borgo, e la polla d'acqua purissima. Il porto sorgeva tra due seni naturali della costa. Uno era quello che si stendeva davanti il Tempio del dio del mare e l'altro verso San Rocco, in prossimità delle foci del Loricina, allora di notevole portata di acqua potabile.
Di questi due prominenti colli che s'addentravano in mare per un centinaio di metri non vi è più traccia ma solo mare con antichissime costruzioni affioranti dalla superficie dell'acqua durante le basse maree.
CENONE in verità, altro non era che una grande baia, che, essendo protetta dai venti nocivi all'infuori dell'OSTRO che serviva da imbocco, dava asilo ed approdo sicuro alle navi, facilitando così il commercio e lo scambio con terre vicine e lontane. Difatti sulle carte dell'antico Lazio fu scritto: OLIM CENO - ANTIUM NAVALE (Una volta Cenone, Antium navale). |