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MILLECINQUECENTO

Marcantonio Colonna
e l'antico Statuto di Nettuno

a cura di
BENEDETTO LA PADULA
e
VINCENZO MONTI

HOME - OPERE

7 - TESTIMONIANZE E MEMORIE DI PIO V
NEL TERRITORIO DI NETTUNO,
ANZIO E ARDEA

MARIALUISA DEL GIUDICE


"...Alla fine del quattrocento stavasi sotto il dominio feudale della casa Colonna, ristretto sullo scoglio tra l'angusta cinta delle baronali muraglie: un piccolo quadrato, uno sporto a gnomone verso tramontana, quattro cortinette, e sei torricelle agli angoli. Il Blavio ci ha conservato la figura del perimetro primitivo..." (1)

Questa la descrizione del Borgo di Nettuno alla fine del XV secolo, riportata dal Guglielmotti nel 1887, che ricorda anche come le cronache dell'anno millecinquecento riportino in più occasioni le numerose scorrerie dei corsari al Circeo.

Per capire le situazioni ambientali, sociologiche ed antropiche dei luoghi nel XVI secolo, è quindi imprescindibile un minimo inquadramento storico, con cenni su quello che era uno dei problemi principali del periodo, non solo per il nostro territorio, ma per gran parte delle coste e dei paesi relativamente vicini al mare: le scorribande e gli attacchi dei pirati saraceni, dei turchi, dei barbareschi, in generale degli "infedeli".

A seguito della sconfitta delle Gerbe (2), dove la flotta pontificia era stata sopraffatta da quella turca (3), aumentò notevolmente il pericolo creato dalle scorrerie dei pirati, che già dall'VIII e IX secolo infestavano i mari e le coste (4/5). Luccicali e Dragut (6), due tra i più noti pirati dell'epoca, terrorizzavano le popolazioni del Tirreno, tanto da indurre Papa Pio IV a consolidare le mura della città leonina, e ad emettere il 7 febbraio 1563, un "Breve" (7) per intensificare le difese costiere.

Sempre Pio IV, con un successivo Breve del 10 agosto 1563, manifestò la necessità di "tener munite le torri di Anzio, Nettuno, Astura e Cuprolace, contro i pirati barbareschi e di ricostruire la torre alle caldane, affidandone la cura a Marcantonio Colonna, autorizzandolo a riscuoter danaro dalle terre per mezzo del tesoriere pontificio"(8).

Essenzialmente il sistema difensivo costiero, realizzato per la protezione delle popolazioni inermi, consisteva in una struttura formata da quattro torri e ripetuta lungo tutta la costa (9). Tutte le torri erano collegate tra loro visivamente (segnalavano tramite fumo o segnali con bandierine di giorno o fuoco di notte), tre torri erano poste in zone il più possibile sopraelevate, parallelamente alla costa, mentre la quarta, costruita in posizione arretrata, all'interno quindi del territorio, era generalmente perpendicolare alla torre costiera centrale. Ciò permetteva, a questa quarta torre, di avvisare a sua volta popolazioni distanti dal mare, che potevano così nascondersi ed evitare di essere catturate dai nemici.

Esempi di torri "interne" sono a Pratica (a difesa del borgo) e al Palazzo Sforza Cesarini, (con il torrino centrale, a difesa di Ardea).

Esempi di torri costiere Anzio (sullo sfondo Nettuno con il Forte dei Borgia) e Torre Astura.

Naturalmente la costruzione di questi manufatti aveva dei costi, a volte insostenibili per i feudatari o le popolazioni, che a stento sopravvivevano con la pesca e la misera agricoltura, perciò poteva spesso accadere che ci fossero delle falle nell'intero sistema difensivo costiero.

Purtroppo, proprio per problemi economici, gli ordini di Pio IV del 1563 furono disattesi dai feudatari dei territori dello stato pontificio, con la conseguenza che gran parte delle popolazioni rimasero pressoché non protette. Il problema delle scorribande dei pirati rimase quindi principale fonte di pericolo per la vita quotidiana degli abitanti delle aree costiere.

Uno dei primi atti emanati da Papa Pio V (10) (Antonio Michele Ghislieri, 1504-1572), successivamente alla sua elezione, avvenuta nel gennaio del 1566, fu proprio un "Motu Proprio" (11), in cui di nuovo ribadiva quanto stabilito dal suo predecessore Pio IV, col quale dichiarava ciascuno (benché per altre ragioni esente) obbligato a contribuire per le fortificazioni da farsi "...per contrastare le incursioni degli infedeli... Dichiariamo all'inizio del nostro pontificato la nostra intenzione...."(12) .

In questa occasione, gli ordini impartiti dal pontefice furono, in parte, eseguiti, andando ad incidere fortemente sull'aspetto difensivo e sulle fortificazioni del territorio. Furono di nuova costruzione, o comunque restaurate strutture già esistenti, come la Torre d'Astura, il Forte di Alessandro VI, la Torre di Capo d'Anzio, la Torre Materna (così chiamata in onore della madre di Marcantonio, donna Giovanna d'Aragona. Il luogo oggi è chiamato "La mattonara"), la Torre alle Caldane (13) (Tor Caldara), la Torre Sant'Anastasio, la Torre San Lorenzo (14), la Torre d'Ardea (all'interno del Palazzo fortificato degli Sforza Cesarini), la Torre di Patrica, la Torre Vajanica (posta a difesa della foce del fosso del Vajanico, chiamata anche "Torre di mezza via" per la sua posizione intermedia tra la foce del Tevere e Capo d'Anzio) (15).

Va sottolineato che la presenza di torri di avvistamento non incideva sulla costa con l'imponenza della sola costruzione architettonica, bensì avveniva anche un rilevante cambiamento nell'assetto naturalistico del territorio, in quanto gli spazi circostanti le torri erano sempre disboscati e tenuti liberi da vegetazione per impedire che eventuali assalitori si potessero nascondere nella folta vegetazione a "macchia mediterranea" che copriva all'epoca tutta quella parte di territorio costiero.

Le cronache dell'epoca narrano che, nella stessa ora in cui aveva termine la battaglia di Lepanto, nel 1571, Pio V era occupato a lavorare con il suo cardinale camerlengo. All'improvviso, senza alcun motivo apparente, si alzò e si affacciò alla finestra della sua camera. Guardò alcuni secondi verso oriente con espressione estasiata e quindi esclamò ad alta voce: "Non occupiamoci più di affari. Andiamo a ringraziare Dio perché la flotta cristiana ha riportato vittoria!". La notizia di quest'affermazione si diffuse velocemente e le campane della città comunicarono alla popolazione la vittoria sui turchi.

Sulla scia dell'entusiasmo dovuto alla vittoria ottenuta con la battaglia navale di Lepanto, la realizzazione di nuove torri diminuì, pur restando sempre presente sulle coste il grave problema provocato dagli attacchi dei pirati, che continuarono ad avvenire fino al XIX secolo.

L'episodio della visione di Pio V fu successivamente celebrato più volte in numerosi dipinti, ed è rappresentato anche nella pala d'altare della chiesa di Anzio, dedicata allo stesso papa e a S. Antonio.

Anche Nettuno volle rendere omaggio al santo pontefice e al suo valoroso condottiero, facendo affrescare, all'interno della Chiesa di San Bartolomeo e San Francesco di Nettuno, il racconto della vittoria Cristiana sui Turchi avvenuta a Lepanto.

L'affresco è dipinto nella cappella situata nella navata destra della chiesa, dal pittore nettunese Giuseppe Brovelli Soffredini, nel 1893. Ricorda ancora una volta ai fedeli, la "memoria" di Pio V, delle sue opere e degli avvenimenti del suo pontificato, terminato con la sua morte terrena il primo maggio del 1572, ma ricco di testimonianze ancor oggi tangibili nel territorio.

 

TORRI COSTIERE
(limitatamente alla porzione di territorio di cui ci occupiamo in questa pubblicazione)

1) Torre Vajanica (distrutta)
2) Torre di S. Lorenzo (restaurata)
3) Torre delle Caldane o Tor Caldara (restaurata)
4) Tor Materna (distrutta)
5) Torre di Capo d'Anzio (distrutta)
6) Fortini di Porto d'Anzio (distrutti)
7) Fortezza di Nettuno o Forte dei Borgia o Forte del Sangallo (restaurato)
8) Borgo di Nettuno
9) Torre Astura o Torre dei Frangipane (restaurata)

 

TORRI INTERNE

1) Pratica
2) Ardea (su probabile disegno del Sangallo)
3) Torre di S. Anastasio (restaurata).
4) Anzio, Torre presso le Fornaci (Tor Materna)

 


BIBLIOGRAFIA

G.M. De Rossi, "Le torri costiere del Lazio", Newton Compton Editori, Roma 1984
F. Clementi, " La difesa del litorale di Roma nei secoli XVI e XVII", estratto da Capitolium n. 8,
Roma 1930
AA.VV., "Dizionario delle Battaglie", da Storia Illustrata 1966/68, Arnaldo Mondadori Editore,
Roma
AA.VV., "Tor Caldara, dalla Selva al Bosco", Ed. Viella, Roma 1995
G. Tomassetti, "La Campagna Romana", voll. I e II, ried.1976, Arnaldo Forni Editore s.r.L,
A. Guglielmotti, "Storia delle Fortificazioni nella Spiaggia Romana", Tipografia dei Fratelli
Monaldi, Roma 1880
Anzio e il suo porto, con appendice per G. e G.L., Roma, 1890
Istituto Nazionale per la Grafica (immagine della Battaglia delle Gerbe)

 

NOTE

1 - A. Guglielmotti in "Storia della Marina Pontificia,", vol. V, 1887

2 - Battaglia navale presso l'isola di Djerba (attuale Tunisia) nel golfo di Gabès, avvenuta l'11 maggio 1560. Nel marzo del 1560 la flotta cristiana, sbarcata a Djerba con un corpo di spedizione si impadronì dell'isola tenuta dai corsari tunisini. L'11 maggio la flotta turca, giunta in quelle acque, attaccò le navi cristiane, sconfiggendole duramente. Ai Cristiani furono catturate 44 navi, di cui 28 galere, altre furono affondate e furono catturati numerosi prigionieri. Questa vittoria permise ai Turchi, due mesi dopo, di riprendere l'isola ai Cristiani.

3 - A seguito di questa sconfitta Marcantonio Colonna scrisse il 20 maggio 1560 la nota missiva indirizzata "Alli magnifici massari di Nettuno, nostri carissimi... "più volte pubblicata

4 - Già nell'808 Papa Leone III chiese a Carlo Magno aiuti per difendere le coste laziali dai Saraceni, che imperversavano sul territorio delle coste laziali

5 - Sono di questo periodo le prime torri costiere di avvistamento, chiamate appunto "Saracinesche", nome consolidato fino ai nostri tempi, per indicare uno sbarramento, una chiusura completa

6 - Il vero nome di Dragut era Tourghud, leggendario corsaro ottomano. Luccicali è noto anche col nome di Luccialì

7 - Breve: lettera pontificia, meno solenne della "Bolla"

8 - G. Tomassetti, La campagna romana antica medioevale e moderna, Roma 1910. Sono codificati essenzialmente tre tipi di torri: 1) torri di giurisdizione che segnavano i limiti di feudo infeudo, 2) torri semaforiche, destinate alla trasmissione di notizie da nord a sud, 3) torri di difesa, poste in posizioni elevate o nei pressi dei porti o di estuari, munite di artiglierie, munizioni ed uomini

9 - Fu proprio S. Pio V, che proveniva dall'ordine dei Domenicani, conservando il suo saio bianco a introdurre la consuetudine conservata ancor oggi dai pontefici di vestirsi di bianco. Fino ad allora, i pontefici come i cardinali, vestivano di rosso

10 - Se ne è trovata copia presso l'Archivio della Reverenda Fabbrica di San Pietro

11 - Il documento, datato l'anno 1566, è in Archivio Fabbrica San Pietro, Arm. 49, D, 2, F. 490

12 - Dopo il Breve di Pio IV per il restauro di tor Caldura, i nettunesi furono tassati per 160 scudi

13 - A seguito di un breve di Pio V del 22 gennaio del 1568, in cui il papa di nuovo insisteva per l'ampliamento del sistema difensivo costiero, i Caffarelli realizzarono la torre nel 1570

14 - Costruita tra il 1567 ed il 1,580, anno in cui si hanno notizie di restauri della torre eseguiti da Giacomo della Porta. Era di forma quadrata, di circa 10 x 10 canne architettoniche romane (12,24 x 12,24) con base a scarpa e due piani superiori, alta più di 16 metri. Terminava con una terrazza circondata da cornicione a beccatelli. Fu distrutta dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale

15 - La rappresentazione della scena di un assalto turco in una località della costa laziale è nell'affresco del 1580 in Palazzo Farnese a Caprarola (VT)





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