L'ultima iniziativa presa con indomita energia da Giovanni Paolo II è stata l'indizione di uno speciale Anno dell'Eucaristia, giusto nel centenario del decreto "Sacra Tridentina Synodus" con cui San Pio X, che passò alla Storia come il Papa dell'Eucaristia, incoraggiò tutti i fedeli alla pratica della Comunione quotidiana.
Momento conclusivo di quest'Anno dell'Eucaristia sarà la celebrazione del Sinodo dei Vescovi, che avrà per tema "L'Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa", ma nel frattempo ognuno di noi è invitato a riscoprire nel cammino d'ogni giorno il grande dono del Pane di Vita, mettendoci alla scuola di quelle anime che seppero vivere ed irradiare la luce dell'Eucaristia.
Una di queste anime fu certo l'umile brianzolo fra Giovanni Battista Orsenigo (1837-1904), che grazie alla lungimiranza del suo Parroco e mezzo secolo prima del decreto di San Pio X, fin dall'adolescenza si nutrì quotidianamente del Pane di Vita, trovandovi grazia e forza per perseverare nella Vita Religiosa e per prodigarsi gratuitamente per i più poveri con tanto indefesso zelo che a Roma nella sua attività di dentista nell'Ambulatorio dei Fatebenefratelli all'Isola Tiberina arrivò in 34 anni ad estrarre la cifra record d'oltre due milioni di denti.
Era tale il suo carisma, che non solo i poveri, ma tutti a Roma, compresi i personaggi della politica e dello spettacolo, accorsero a farsi curare da lui, spesso lasciandogli offerte, che lui utilizzò per aprire nel 1892 a Nettuno un Ospedale che dedicò alla seconda grande devozione della sua vita, la Madonna, che egli amava invocare come Madre del Buon Consiglio; e questo soave titolo egli riuscì nel 1903 a farlo inserire da Leone XIII nelle invocazioni delle Litanie Lauretane che usiamo recitare al termine del Rosario.
Fra Orsenigo chiuse i suoi giorni proprio in tale Ospedale e fu sepolto nel Cimitero Comunale. Ma la Città di Nettuno non l'ha dimenticato e non solo ha voluto intitolargli la strada che scorre lungo il suo Ospedale, ma ne ha celebrato solennemente il centenario della morte con due iniziative: la concessione della sepoltura privilegiata dei suoi resti nella Cappella dell'Ospedale da lui fondato; e la stampa di una pubblicazione che raccoglie tre studi su "Fra Giovan Battista Orsenigo e l'Ospedale di Nettuno".
Il terzo dei suddetti tre studi è un mio profilo biografico di fra Orsenigo, che ora esce in questa edizione riveduta ed annotata, promossa dal Comune di Pusiano, che ha voluto non essere da meno di Nettuno, dedicando a fra Orsenigo una strada nei pressi della sua casa natale ed apponendo sulla facciata di quest'ultima una lapide ricordo.
Ben volentieri ho dato il mio contributo alle celebrazioni di Nettuno e di Pusiano, perché si tratta di un mio confratello e soprattutto perché l'interesse agli avvenimenti del passato mi rallegra profondamente, non solo poiché con esso ci accostiamo al modello ineguagliabile di Colei che sapeva custodire gelosamente dentro di sé il ricordo di tutto ciò che le era accaduto (cf. Lc 2, 51), ma ancor più poiché ogni volta che scrutiamo le vicende passate, anticipiamo l'eternità. Levignette sul Paradiso, un po' puerilmente, usano mostrarci le anime pizzicare l'arpa su qualche nuvoletta, ma sarebbe davvero tediosa un'eternità marcata unicamente dal quieto trillio delle corde. Al contrario, il Paradiso è un tuffo al cuore, struggente ed interminabile, all'incontrare Colui che ci ha amato fin dal primo istante. Tutto il nostro essere vibrerà in perpetuo di quest'incontro e di questa scoperta. Il tempo si fermerà ed una sola delle facoltà ad esso legate, potrà essere ancora esercitata: la memoria. Ripercorreremo con essa ogni istante della nostra vita terrena, ma con lo sguardo di Dio, che ci permetterà di comprendere quanto Egli fosse presente nella trama quotidiana delle nostre vicende, perdonando i nostri sbagli e dandoci forza per superarli. Quell'esercizio di memoria darà sapore e intensità al nostro rapporto d'Amore con Dio.
Mentre stiamo su questa terra, il nostro sguardo al passato non può avere la stessa profondità, però quel tanto che riusciamo a scoprire, ci anticipa, sia pur pallidamente, la visione che un giorno alimenterà la nostra gioia senza fine.
Se proviamo a guardare alla Storia di Nettuno con gli occhi di Dio, probabilmente scopriremo che una delle più importanti vocazioni di questa città fu di diventare faro al mondo con la figura di Santa Maria Goretti. Più studieremo, più scopriremo la lunga trama che preparò la santità della Goretti. Una trama che ha il suo primo anello importante nel Parroco don Temistocle Signori, che chiamò a Nettuno i Passionisti ed i Fatebenefratelli. Gli uni avrebbero assicurato quel ministero capillare nelle campagne che avrebbe raggiunto la piccola Goretti. Gli altri, grazie allo zelo di fra Orsenigo, avrebbero fondato a Nettuno quell'ospedale, il cui cappellano avrebbe aiutato la fanciulla a coronare col perdono l'epopea del suo martirio. Ben vengano dunque ulteriori studi sui personaggi chiave della vicenda gorettiana, uno dei quali può essere considerato fra Orsenigo.
Ugualmente, se tentiamo di guardare con occhi di fede la Storia di Pusiano, il Comune che dette i natali a fra Orsenigo, forse scopriremo il contributo, modesto ma prezioso e meritevole d'esser ristudiato e rinverdito, che quest'angolo della Brianza seppe dare al nascente Stato Italiano. Se era vero che "fatta l'Italia, bisognava fare gli italiani", ancor più urgente era rafforzare l'animo dei cattolici italiani, sconcertati dall'atteggiamento ostile alla Chiesa adottato dai nuovi governanti. Condividendo l'intuizione dell'Englefield, vien da pensare che Iddio ispirò fra Orsenigo a lasciare la Brianza perché divenisse l'umile tramite per sommessamente diffondere nelle grandi città di Milano, di Firenze e di Roma il messaggio che, in vari modi e certo anche attraverso le veggenti di Pusiano, Egli voleva far giungere al popolo cristiano affinché non si lasciasse scoraggiare da sarcasmi, vessazioni e confische, ma continuasse a cercare ispirazione e forza nel Pane di Vita e nella quotidiana meditazione della Parola Divina.
Nel ridare alle stampe la biografia di questo mio confratello, desidero esprimere il mio sentito grazie ai tanti che mi hanno aiutato dall'Europa a rintracciar dati, in modo particolare: il dottor Agostino Appiani, in Brianza; la dottoressa Lucia Sandri nell'Archivio di Firenze; il dottor Fabrizio Pagani nell'Archivio Diocesano di Milano; padre Giuseppe Zane nell'Archivio Diocesano di Albano; Margot Carbacho Reguera nell'Archivio dell'Ordine in Granada; il professor Luisandro Canestrini e Chiara Donati nell'Archivio Generalizio dei Fatebenefratelli in Roma; il segretario di Redazione della rivista "Fatebenefratelli", Elvio Frigerio; il nostro cappellano di Perugia, fra Bartolomeo Coladonato, il collega medico fiorentino, dottor Sergio Balatri, la dottoressa Ezelinda Altieri e gli amici romani ingegner Gaetano Perrone e Clodio Fatello Orsini, per le ricerche condotte nelle Biblioteche delle loro città.
Ed infine un sentito grazie a fra Angelico Bellino, mio Superiore Provinciale, che nel 2003 focalizzò la mia attenzione sulla figura di fra Orsenigo, incaricandomi di prepararne il calendario commemorativo; all'avvocato Vittorio Marzoli, Sindaco di Nettuno, che mi ha ripetutamente incoraggiato a scrivere questa biografia; all'amico Luciano Traversone, Sindaco di Pusiano, che invitandomi nell'aprile 2004 a commemorare fra Orsenigo nella Sala Civica, mi dette occasione di conoscere la preziosa inedita documentazione conservata negli archivi locali e m'ha ora incoraggiato a ripubblicare la biografia; e ad Alessandro Tofani, che ha collaborato a diffondere la biografia, inserendola per intero nel sito www.nettunocitta.it.
Manila, 8 marzo 2005, Festa di San Giovanni di Dio
Per la sua sconfinata fede nella mistica presenza di Gesù nel malato
il Santo è invocato come Patrono dei malati, degli ospedali e degli infermieri
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