100libripernettuno.it




Fra Orsenigo
il brianzolo
che conquistò Roma

di

FRA GIUSEPPE MAGLIOZZI o.h

HOME - OPERE

1 - NELLA NATIA PUSIANO


1 - NELLA NATIA PUSIANO

Quando fra Orsenigo, che proveniva dalle nordiche brume di un laghetto avente per fondale le cime di manzoniana memoria del Resegone, mise per la prima volta piede a Nettuno, mai davvero immaginò che avrebbe poi chiuso i suoi giorni proprio in quello sconfinato litorale inondato di sole e che vi sarebbe stato sepolto, ma non obliato, tanto che i nettunesi, che già almeno dal 1888 presero a considerarlo a tutti gli effetti loro concittadino,(1) gli avrebbero poi dedicato alla memoria una strada e n'avrebbero nel 2004 celebrato solennemente il centenario della morte, concedendogli sepoltura privilegiata(2) nella Cappella dell'Ospedale che egli aveva fondato nella loro città, avendone posto la prima pietra il 15 ottobre 1890 ed avendolo inaugurato il 12 novembre 1892.

Fra Orsenigo era nato il 24 gennaio 1837 a Pusiano, un Comune dell'alta Brianza il cui appellativo pare derivi dal latino Pusillianus(3) ad indicare una tenuta agricola assegnata a qualche antico colono romano di nome Pusillus, come dire "il piccoletto". Ma piccolo di statura il nostro Orsenigo non lo era davvero, tanto che il famoso umorista Filiberto Scarpelli(4) quando l'incontrò a Roma lo descrisse come "un corazziere lombardo in abito francescano", facendo certamente un po' di confusione sulla foggia dell'abito fratesco,(5) ma fotografandone con assoluta fedeltà l'imponente corporatura.

Pusiano si trova a mezza strada tra Lecco e Como, adagiato sulle sponde dell'omonimo laghetto morenico, che col suo incanto ha ispirato numerosi artisti,(6) tra cui il celebre pittore Giovanni Segantini,(7) nato ad Arco Trentino il 15 gennaio 1858 e morto sullo Schafberg nelle Alpi Svizzere il 28 settembre 1899, il quale risiedette a Pusiano dal 1880 al 1882, dipingendovi vari paesaggi, tra cui il notissimo "Ave Maria a trasbordo", alla cui prima versione venne assegnata la medaglia d'oro all'Esposizione di Amsterdam del 1883; per il centenario della sua nascita le Poste Italiane gli dedicarono nel 1958 un francobollo con un disegno di Luca Vangelli che ripeteva appunto l'idilliaca scena di tale quadro, ossia una barca con cui i pastori all'imbrunire, mentre rintocca la campana dell'Ave Maria, trasbordano un piccolo gregge di pecore all'altra riva del lago.

Ancor più numerosi sono gli scrittori che descrissero il fascino del Lago di Pusiano,(8) rimanendo insuperati i versi che il Parini dedicò al "vago Eupili mio". L'Abate Giuseppe Parini, che morì a Milano il 15 agosto 1799, era nato il 23 maggio 1729 sulla riva orientale del lago di Pusiano, a Bosisio, poi in suo onore ribattezzato Bosisio Parini. Nel 1752, due anni prima d'esser ordinato sacerdote, esordì in campo letterario con la raccolta "Alcune poesie di Ripano Eupilino" nella quale si presentò con uno pseudonimo formato dall'anagramma del suo cognome, che anagraficamente era Parino anche se poi preferì mutarlo in Parini, e dal nome latino Eupilis con cui Plinio il Vecchio, che era nativo di Como, nel libro III della sua "Naturalis Historia" cita il lago di Pusiano. Tra i capolavori poetici del Parini, oltre il poema satirico Il Giorno che è l'opera sua più grande, vanno certamente ricordate le Odi, diciannove in tutto, in due delle quali egli, deplorando il degrado ambientale della metropoli lombarda, vi contrappone con nostalgia le ridenti e salubri colline del suo natio laghetto, lasciato ad appena nove anni per andare a studiare a Milano, dove poi restò sempre. Nell'ode "La vita rustica", composta nel 1757, così elogia le amate colline che cingono il suo lago natio:

Colli beati e placidi
che il vago Eupili mio
cingete con dolcissimo
insensibil pendio,
dal bel rapirmi sento
che natura vi diè;
ed esule contento
a voi rivolgo il piè.

Ancor più inebriata è la lode che tesse alla sua terra natia in queste quattro strofe dell'ode "La salubrità dell'aria", sgorgatagli dal cuore nel 1759:

Oh beato terreno
Del vago Eupili mio,
Ecco al fin nel tuo seno
M'accogli; e del natio
Aere mi circondi;
E il petto avido inondi.
Già nel polmon capace
Urta se stesso e scende
Quest'etere vivace,
Che gli egri spirti accende,
E le forze rintegra,
E l'animo rallegra.
Però ch'austro scortese
Qui suoi vapor non mena:
E guarda il bel paese
Alta di monti schiena,
Cui sormontar non vale
Borea con rigid'ale.
Né qui giaccion paludi,
Che dall'impuro letto
Mandino ai capi ignudi
Nuvol di morbi infetto:
E il meriggio a' bei colli
Asciuga i dorsi molli.

Purtroppo ai nostri giorni l'inquinamento industriale ha raggiunto anche i laghi della Brianza e si legge talora di grandi morie di pesci ma quando, in un luminoso mattino dell'aprile 2004, ho avuto la fortuna di passeggiare sul lungolago di Pusiano, le acque mi son sembrate ancor limpide ed a tacita conferma v'ho visto, proprio di fronte alla casa natia di fra Orsenigo, alcuni cigni scivolarvi sinuosi e quasi in gara con i minuscoli armi della nazionale di canoa, i cui atleti erano venuti ad allenarsi proprio a Pusiano, alloggiati in riva al lago nello splendido Palazzo
Beauharnais.(9)

Il lago di Pusiano, modernamente spartito tra quattro Comuni della Provincia di Como (Pusiano, Eupilio, Erba e Merone) e tre di quella di Lecco (Cesana Brianza, Bosisio Parini e Rogeno), ha antiche origini glaciali ed attualmente si estende per una superficie di poco più di cinque chilometri quadrati, con una profondità massima di ventiquattro metri ed un perimetro d'undici chilometri. Il lago riceve ad ovest le acque del fiume Lambrone e a nord quelle provenienti dal lago del Segrino; a sud-ovest ha un emissario che confluendo con quello del lago d'Alserio forma il fiume Lambro.

 

In questa veduta del 1823, incisa da Carolina Lose, si staglia sulla destra il palazzo Beauharnais ed al centro il campanile della parrocchia di Pusiano

 

 

Durante l'alluvione provocata in varie zone della Brianza dalle torrenziali piogge del novembre 2002, in quel di Pusiano un'esondazione record del lago sommerse tutta la parte bassa del paese, raggiungendo anche la bellissima Chiesa Parrocchiale cinquecentesca.(10) Fortunatamente l'Archivio Parrocchiale non subì gravi danni e sono pienamente scampati all'inondazione i registri di Battesimo, per cui in quello che inizia dall'anno 1826 il parroco è stato felice di mostrarmi i dati del nostro Orsenigo, che portava un cognome tipico ancor oggi nel nord milanese e nel comasco, derivando dal toponimo Orsenigo, che è un Comune(11) della Provincia di Como distante un 7 chilometri da Pusiano.

Dal suddetto registro(12) ho potuto dunque appurare che egli fu battezzato il 26 gennaio 1837 col nome di Innocente, essendo nato alle nove della sera del 24 gennaio ed avendo assistito al parto la levatrice autorizzata Luigia Frigerio; risulta figlio legittimo di Giovanna Civati e Pietro Orsenigo, entrambi cattolici e domiciliati a Pusiano, sposatisi il 4 agosto 1822 nella Parrocchia di Villalbese(13) e di professione fornai, come pure fornaia risulta la madrina di Battesimo, Adelaide Orsenigo, cattolica e domiciliata a Pusiano.

Da ricerche condotte nell'Archivio di Stato di Como dall'amico Agostino Appiani col valido aiuto del sig. Cesare Sibilia, pare che il primo Orsenigo ad insediarsi in quel di Pusiano sia stato negli ultimi decenni del Settecento Cipriano Orsenigo, figlio di Daniele Orsenigo e proveniente da Como, dalla Parrocchia di Corpi Santi. Nel 1796 risulta proprietario in Pusiano di una casa sita al n. 13 di via Roma, che poi nel 1829 passò in eredità ai due figli Pietro e Giuseppe che aveva avuto dal suo matrimonio con Cristina Parravicini e che nel frattempo avevano già messo famiglia.(14)

Consultando a Pusiano i vari registri di nascita e di morte comunali e parrocchiali l'amico Bruno Sternise ha potuto ricostruire l'albero genealogico(15) della famiglia di fra Orsenigo, a cominciare dal nonno Cipriano e dai suddetti due suoi figli Pietro e Giuseppe; quest'ultimo, che era zio di fra Orsenigo, e che morì il 19 maggio 1846, era sposato con Caterina Spinelli ed ebbe cinque figli, tra cui la primogenita Adelaide, nata il 10 ottobre 1820 e che abbiamo visto tenne a battesimo il cugino futuro frate. Quando nel 1867 fra Orsenigo giunse a Roma, nella sua cartella personale(16) fu inserito un breve appunto di mano del padre Alfieri(17) che riporta tra l'altro i seguenti dati su di lui: "d'anni 30, perdette ambedue i genitori che esercitavano in paese la professione di oste e macellajo, ha altri 7 fratelli tutti ben collocati, essendo varii proprietarii di negozio salsamentari, macellaj, etc., ed uno ufficiale nel 42° reggimento di linea".

Le ricerche dello Sternise, pur confermandoci che fra Orsenigo aveva conosciuto sette fratelli, ci mostrano che in realtà egli era il penultimo di ben dodici fratelli, quattro dei quali però morti prima che lui nascesse. Questa la lista cronologica dei dodici fratelli: Cipriano Daniele, nato il 6 maggio 1823 e morto il 18 settembre 1873; Francesco Aurelio, nato il 22 aprile 1824 e morto dopo tre giorni; Alfonso, nato il 27 maggio 1825 e morto l'11 febbraio 1861; Carlo Innocente Onofrio, nato il 14 ottobre 1826 e morto dopo due settimane; Giuseppe Ferdinando, nato il 6 gennaio 1829; Carlo Ferdinando, nato il 23 agosto 1830 e morto all'indomani; Daniele Felice, nato il 18 agosto 1831; Carolina Serafina, nata il 19 giugno 1833 e morta il 13 settembre 1854; Maria Giuseppa, nata il 30 aprile 1834 e morta l'11 maggio seguente; Maria Filomena, nata il 7 giugno 1835; Innocente, nato il 24 gennaio 1837; e Ferdinando, nato il 21 luglio 1842.

Lo Sternise ha ricostruito anche la discendenza diretta di Cipriano Daniele, primogenito dei dodici fratelli e sposatosi con Martina Valsecchi; suo figlio Carlo Gaetano Pietro nasce il 4 dicembre 1857, sposa il 20 dicembre 1888 Annetta Colombo e muore l'11 dicembre 1891; lascia un figlio, Innocente, natogli l'8 novembre 1889; questi sposa il 5 maggio 1915 Regina Parietti e muore il 19 settembre 1965, dopo aver avuto nove figli, di cui tre, Ezio Agostino, Peppino e Angelo Giulio, dei quali dettaglia la rispettiva discendenza in quanto tuttora domiciliati a Pusiano, dove hanno proseguito la tradizione ormai pluricentenaria di impegno della famiglia nel campo alimentare dal forno all'osteria ed alla salsamenteria.(18)

Il primo di questi tre gruppi familiari di Pusiano col cognome Orsenigo è quello di Angelo Giulio, nato il 27 gennaio 1926 e sposatosi il 29 dicembre 1952 con Carla Tacchini, senza averne discendenza. Come campo di lavoro scelse d'essere rappresentante di salumi.

Il secondo di tali tre gruppi familiari di Pusiano è quello di Ezio Agostino, nato il 25 luglio 1929 e sposatosi il 10 ottobre 1955 con Ernestina Magni, avendone due figli: Vanda, nata il 7 dicembre 1956, e Giovanni Roberto, nato il 13 ottobre 1965; questi, sposatosi 15 febbraio 1993 con Francesca Pugliese, ha due gemelli, Andrea e Federico, nati il 25 giugno 1996, e gestisce oggi sul lungolago di Pusiano il ristorante "Alla Pergola".

Il terzo di tali tre gruppi familiari rimasti a Pusiano è quello di Peppino, nato il 22 febbraio 1938 e che, fedele anche lui alla tradizione, scelse la professione di pasticciere; sposatosi con Luigia Vassena, ha due figli: Luca, nato il 21 agosto 1971, e Chiara, nata il 13 novembre 1974.

Sappiamo ben poco degli anni d'infanzia di fra Orsenigo. Nella sua cartella personale il citato appunto dell'Alfieri ci fornisce l'unica laconica informazione che "studiò alle scuole comunali del paese". I dati anagrafici raccolti dallo Sternise possono comunque farci intuire la cornice rassicurante di una famiglia che con l'essere numerosa gli agevolava una più armonica maturazione psicologica e con l'essere abbastanza agiata gli garantiva quella buona alimentazione che fu certo uno dei fattori della sua non comune crescita staturale e della soda muscolatura che andò sviluppando.

Tra i ricordi più vivi che fra Orsenigo conservò di Pusiano ci fu sicuramente la festa della Madonna della Neve, come possiamo indirettamente dedurre da un'inesattezza contenuta nell'atto della sua Professione Religiosa conservato nella cartella personale19 e nel quale scrisse di suo pugno d'essere "della Parrocchia di Santa Maria della Neve".

In realtà una Parrocchia con tale denominazione non esiste e l'unica Parrocchia di Pusiano fu dedicata, come abbiamo visto, alla Natività di Maria e mai vi furono cambi, tanto è vero che nel timbro figurante sui certificati parrocchiali di Battesimo e Cresima, conservati anch'essi nella cartella personale di fra Orsenigo, la sua Parrocchia appare intitolata a Santa Maria Nascente, come, per inciso, lo è anche il Duomo di Milano. Ciò che indusse in errore l'Orsenigo dovette essere il ricordo dell'enfasi con cui i pusianesi celebravano come festa patronale la ricorrenza della Madonna della Neve, alla quale però è intitolata non la Parrocchia ma un suo coevo e non troppo distante Oratorio(20) che sovrasta Pusiano dall'alto, inerpicato com'è sulle pendici del monte Cornizzolo, poco più in alto della casa di fra Orsenigo.

Secondo una vaga tradizione riportata da Gavazzi,(21) l'Oratorio sarebbe stato eretto dai pusianesi in gratitudine alla Madonna, che essendo stata invocata a soccorso durante una pestilenza, l'avrebbe fatta cessare con una nevicata, caduta prodigiosamente un cinque d'agosto.

Difficile appurare storicamente i reali termini dell'episodio, ma viene spontaneo pensare che il dettaglio della neve d'agosto sia derivato per commistione con un altro notissimo prodigio, avvenuto però non a Pusiano, ma a Roma. Infatti, bisogna tener presente che, certamente a causa della menzione della neve, non solo a Pusiano ma in centinaia d'altri luoghi montani esistono chiese con questo titolo, la cui celebrazione liturgica iniziò nel XII secolo come "Festa Dedicationis Sanctae Mariae ad Nives", fissata alla data del 5 agosto poiché in tale giorno fu consacrata la Basilica romana di Santa Maria Maggiore dal Papa Sisto III, che volle dedicarla alla Maternità Divina della Madonna, dogma definito dal Concilio di Efeso giusto pochi anni prima, ossia nel 431. Il singolare titolo ad Nives derivò dal fatto che la Basilica sostituì una preesistente chiesa in onore della Madonna, sorta in seguito ad un prodigio, la cui più antica menzione scritta che conosciamo è questa riportata nel XIII secolo da fra Bartolomeo da Trento nel "Liber epilogorum in gesta sanctorum": "La mattina del 5 agosto 352 gli abitanti del colle Esquilino ebbero una strana sorpresa: durante la notte era caduta la neve ed un soffice manto ne ricopriva un tratto. Con tale prodigio la Vergine Maria aveva indicato, ad un patrizio di nome Giovanni ed a sua moglie, che in quel luogo desiderava fosse eretto un tempio in suo onore. Da gran tempo i due anziani coniugi, che non avevano avuto figli, desideravano impiegare le loro ricchezze in un'opera che onorasse la Madre di Dio e, a tal fine, la pregavano con fervore affinché mostrasse loro in qual modo potessero esaudire il desiderio. La Vergine, commossa dalla pietà dei due, sarebbe apparsa loro in sogno dicendo che nel luogo ove la mattina seguente avessero trovato la neve caduta miracolosamente durante la notte, dovevano edificare, a loro spese, una chiesa dedicata al nome di Maria. Emozionato dal prodigio, il mattino seguente Giovanni si recò da papa Liberio, a narrargli l'accaduto: il pontefice aveva, durante la notte, sognato la medesima cosa! Liberio, seguito dal patrizio Giovanni e da un grande corteo di popolo e prelati, si recò sull'Esquilino e, sulla neve ancora intatta, segnò il tracciato della nuova chiesa, che fu edificata a spese del patrizio e di sua moglie".(22)

Appunto in ricordo di tale prodigio accadde che anche in documenti ufficiali, come già una bolla di Papa Niccolò IV del 1288, questa Basilica romana cominciò ad essere a volte chiamata "ad Nives" e tale appellativo,
come abbiamo visto, finì per entrare nella liturgia alla data del 5 agosto.(23) A Pusiano da tempo immemorabile la celebrazione della festa della Madonna della Neve comincia però già alla vigilia, ossia alla sera del 4 agosto, con una suggestiva luminaria sul lago, ottenuta ponendovi a galleggiare migliaia di "lumaghétt", tavolette di legno lunghe un 20 centimetri e sorreggenti lanterne cinesi di carta colorata coi loro lumini di cera: una tradizione di sapore orientale, con chiaro riferimento ai tempi in cui Pusiano era un importante centro di produzione della seta ed il Palazzo Beauharnais ospitava la filanda Conti.(24)

Ma per l'Orsenigo quella luminaria, più che ricordargli la lontana Cina dove quattro millenni prima era iniziata la produzione della seta, gli ricordava l'anniversario del matrimonio dei suoi genitori, celebrato proprio il 4 agosto del 1822, certamente per impetrare la protezione della Madonna della Neve sulla nuova famiglia.

Purtroppo prematuramente, quando l'Orsenigo era appena quindicenne, gli vennero a mancare entrambi i genitori: perse dapprima il papà, morto il 25 marzo 1852 all'età di 55 anni, giusto pochi mesi prima di raggiungere i trent'anni di matrimonio; e poi quello stesso anno perse anche la mamma, morta il 6 dicembre all'età di 53 anni. Quella duplice terribile perdita, anche se mitigata dalla presenza dei numerosi fratelli, dovette
certamente incidere nel suo animo, rendendolo più attento ai valori della fede che i genitori avevano saputo inculcargli. Chissà quante volte, specie nei momenti che maggiormente soffriva per la mancanza dei genitori, salì a pregare all'Oratorio della Madonna della Neve per chiedere a Colei, di cui essi erano stati tanto devoti, di prendere ora il loro posto ed essergli dal cielo Madre premurosa.

Oltre all'influsso giocato sull'animo dell'Orsenigo dagli avvenimenti interni della sua famiglia, possiamo intuire quello giocato dagli avvenimenti esterni di Pusiano, allora un paesino di poco più di seicento abitanti, (25) ma inserito in un vivace contesto storico ed economico. Il progresso tecnologico non mancò infatti di giungere a Pusiano, il cui lago era stato nel 1820 il primo in Italia ad essere solcato da un battello a vapore, anche se presto il Governo Asburgico ne sospese le corse, sospettando che fosse usato dai carbonari per recapitare la corrispondenza; e merita anche ricordare che il 17 agosto 1840 la Brianza s'avvantaggiò di un più rapido collegamento con la Capitale lombarda grazie all'inaugurazione della ferrovia Milano-Monza,(26) la seconda a entrare in funzione nella penisola italiana,(27) dopo la Napoli Portici, inaugurata dai Borboni il 3 ottobre 1839. Va anche ricordato che la Brianza proprio in quegli anni sperimentò una rovinosa crisi dell'allevamento del baco da seta in seguito ad un'infezione dei gelsi diffusasi specie a partire dal 1850.

Non minor peso ebbero inoltre le lunghe vicissitudini risorgimentali, che più volte fecero di botto ritrovar l'Orsenigo suddito d'un differente regno. Alla nascita fu registrato come suddito di Ferdinando I, che era Imperatore d'Austria dal 1835 e che il 6 settembre 1838 a Milano fu anche incoronato Re del Lombardo-Veneto con la corona ferrea. Ma arrivarono poi nel 1848 i tumultuosi eventi politici che sconvolsero tutta la penisola italiana e specificamente la Lombardia, teatro dell'insurrezione del 18 marzo - le famose Cinque Giornate di Milano28 - quando magari finì anche a Pusiano qualcuno di quei proclami che il 21 marzo gli insorti milanesi diffusero lanciando palloni aerostatici per chiedere soccorsi dalle campagne. Meno di tre mesi dopo, col plebiscito dell'8 giugno 1848, fu approvata a grande maggioranza l'annessione della Lombardia al Piemonte,
ma l'infausta conclusione della Prima Guerra d'Indipendenza rese nuovamente i Lombardi sudditi asburgici, sotto il ferreo polso di Radetzky, rientrato a Milano il 6 agosto 1848; però poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra d'Indipendenza gli austriaci, sconfitti a Magenta, saranno di nuovo costretti, e questa volta per sempre, ad abbandonare la sera del 6 giugno 1859 la metropoli lombarda.(29)

 

Chiave inglese scempia, con Lunette di differente forma e grandezza; per far l'appoggio sempre, o quasi sempre dalla parte esterna; e si adopra per tutti i denti che meritano di essere tirati esternamente: per esempio quei denti che presentano la curva dalla parte interna, sopra alla qual curva devono esser presi; ed in particolare gli ultimi quattro molari della mascella superiore, che devono essere tirati esternamente per quanto é possibile.

 

NOTE

1. Nell'art. 6 della convenzione stipulata dal Comune di Nettuno con l'Orsenigo ed approvata con delibera comunale n. 1 del 7 settembre 1888, si legge: "Il Comune dichiara il sig. Orsenigo e suoi, Cittadini Nettunesi ammettendoli a tutti i diritti civici". Cf. ACNe, Raccolta Deliberazioni del Consiglio Comunale.

2. Cf. M-66.

3. La più antica menzione della località è quella nel 1288 del noto letterato fra Bonvesin della Riva, che la cita come Pucilliano. Per inciso il Bonvesin, che visse dal 1240/50 al 1313 ed appartenne all'Ordine degli Umiliati, fu il primo ad introdurre in città, a cominciare dalla sua Milano (era originario "della riva" di Porta Ticinese, donde il suo appellativo), l'usanza di far suonare ogni sera le campane per invitare i fedeli a recitare ovunque fossero l'Ave Maria in memoria dell'Incarnazione del Signore, imitando la pia pratica adottata dai Frati Minori nei loro Conventi fin dal 1269; l'usanza, presto diffusasi dappertutto, fu immortalata dal Segantini in una celebre tela che, come vedremo, egli dipinse proprio a Pusiano.

4. Cf. SCARPELLI. Nato a Napoli nel 1870 e morto a Roma nel 1933, lo Scarpelli, oltre che valente novellista e umorista, fu uno dei principali illustratori del periodico satirico "Il Travaso delle Idee", che fondò a Roma nel 1900 assieme a Carlo Montani e che uscì fino al gennaio 1962.

5. L'abito dei fatebenefratelli differisce notevolmente da quello dei francescani sia per il colore, che è nero invece che marrone, sia per lo scapolare, che non si ferma alle spalle ma arriva alle caviglie, sia per la foggia del cappuccio, che è rigido e arrotondato invece che floscio ed aguzzo: quest'ultima differenza fu addirittura imposta
da Roma con bando camerale fin dal 1593, proprio per evitare confusioni con i figli di San Francesco (cf. M-5, p. 37).

6. Per una nitida riproduzione delle vedute del lago di Pusiano lasciateci da vari artisti dell'Ottocento cf. BIANCHI, pp. 14-18 e 62.

7. APusiano il soggiorno dell'artista è ricordato da una lapide posta nel 1952 sulla casa che egli abitò in via della Madonna della Neve 8. Nell'appena citato libro del BIANCHI (pp. 19- 28) sono riportati brani su Pusiano tratti dalle opere del celebre romanziere francese Stendhal [Enrico Maria Beylel] (1783-1842) e degli scrittori
italiani Vincenzo Monti (1754-1828), Ugo Foscolo (1778-1828), Carlo Porta (1776-1821), Ignazio Cantù (1810-1877), Antonio Stoppani (1824-1891), Davide Bertolotti (1784-1860) e Pier Ambrogio Curti (1819-1899).

9. Come vedremo, una discendente del Beauharnais ricorse alle cure dentistiche di fra Orsenigo (cf. M-54, p. 4). Chi ha dato nome al palazzo è Eugenio di Beauharnais (1781-1824), che era figliastro dell'imperatore Napoleone e quando questi nel 1805 assunse anche il titolo di re d'Italia, ve lo nominò viceré. Beauharnais Il Viceré Eugenio di Beauharnais ebbe fino al 1814 la sua Corte a Milano ma anche una residenza estiva a Pusiano, dove ristrutturò il suddetto edificio, il cui nucleo iniziale era cinquecentesco, come dimostra la data luglio 1521 figurante in una delle formelle di un antico soffitto a cassettoni. Nel secolo scorso l'utilizzarono per un cinquantennio i Padri Rosminiani, che poi nel 1985 lo cedettero al Comune che lo ha di recente restaurato ed ha trasformato in parco pubblico gli ampi giardini. Quella che era stata la Cappella dei Rosminiani è ora divenuta Sala Civica ed è in essa che sotto la presidenza del Sindaco Luciano Traversone e del Parroco don Luigi Moretti ho tenuto una commemorazione di fra Orsenigo la sera del primo aprile 2004, presenti numerosi discendenti della famiglia Orsenigo ed alcuni appassionati di storia locale (cf. M-50 e, con più dettagli, M-48).

10. La Parrocchia della Natività, o di Santa Maria Nascente come si preferiva dire in passato, fu consacrata l'8 aprile 1567 e dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria (cf. ADMi, Sez. X, Visite pastorali, Pieve di Incino, vol. 6, 5). Poiché la Natività si celebra l'8 settembre, la Parrocchia veniva anticamente chiamata anche "Santa Maria di Settembre", come si legge ad esempio in un acquerello eseguito nel 1605 dal cartografo Aragono Aragonio (ibidem, vol. 40) e riprodotto da E. BIANCHI, p. 37.

11. Anche la denominazione di questo Comune, analogamente a quanto visto per Pusiano, potrebbe derivare dal gentilizio latino Ursenus portato dall'ipotetico legionario insediatovisi come colono al momento della centuriazione romana dei terreni agricoli della Brianza.

12. Cf. APP, Libro degli Atti di Nascita della Parrocchia, volume II (dal 1826), tavola 36, n. 13.

13. La Parrocchia di Villalbese, intitolata a San Vittore e risalente al XVI secolo, dista circa 6 km da Pusiano. Nel 1928 Villalbese si fuse con Carcano a formare il Comune di Albavilla.

14. Le notizie sono state ricavate verificando i passaggi di proprietà nel Catasto Teresiano (1721) e Catasto Lombardo Veneto del 1857/1884 e poi Cessato Catasto e Catasto Vigente. La casa natale di fra Orsenigo risulta essere il fabbricato con cortile che insiste sul mappale 392 del Catasto Teresiano, poi scisso nei mappali 65 e 66 dell'attuale Catasto Urbano del Comune di Pusiano; fu acquistata da Cipriano Orsenigo fra il 1793 ed il 1796 (cf. ASCo, Fondo Ufficio Imposte Dirette di Erba, "Partitario Lombardo Veneto di Pusiano n. 78", partita 215). Vi si accedeva dall'attuale via Roma e sul fianco del casale correva il torrente di Santa Maria della Neve, oggi non più visibile perché coperto da una strada, sotto la quale esso continua a scorrere, irreggimentato in una condotta (cf. M-70).

15. Il Sindaco di Pusiano ne ha fatto riprodurre alcune copie e me ne ha offerte per il nostro Archivio. L'albero presenta diramazioni solo per ogni primo figlio maschio con discendenti.

16. Cf. AGF, Personale religioso: Cartelle personali dei Religiosi Professi 1866-1874, fasc. 59.

17. Padre Giovanni Maria Alfieri, una delle maggiori personalità dell'Ordine, ne fu eletto alla guida il 19 maggio 1862 ed a causa della lunga impossibilità, dati gli sconvolgimenti politici europei, di convocare Capitoli Generali
per eleggergli un successore, fu dal Beato Pio IX e poi anche da Leone XIII confermato nell'incarico, che mantenne perciò ininterrottamente fino alla morte, avvenuta all'Isola Tiberina nella Curia Generalizia dei Fatebenefratelli il 3 agosto 1888; era nato a Milano il 26 marzo 1807 ed ivi era stato ammesso in Noviziato il 17 agosto 1830. Cf. MEYER, pp. 130-134.

18. Questi tre fratelli, accompagnati dal loro Sindaco e dai coniugi Appiani, hanno voluto venire il 27 ottobre 2004 alla celebrazione tenuta a Nettuno per il centenario della morte di fra Orsenigo. Cf. M-66.

19. Cf. AGF, Personale religioso: cartelle personali dei Religiosi Professi 1866-1874, fasc. 59.

20. L'Oratorio risale al Cinquecento e figura già nel catasto di Carlo V col nome di Santa Maria alla Castagna, ma s'intitolò poi a Santa Maria della Neve.

21. Cf. GAVAZZI, p. 81.

22. Traduzione ripresa da LONARDO.

23. Oggi però la ricorrenza del 5 agosto, pur essendo rimasta nel calendario liturgico dopo l'ampio sfrondamento voluto dal Concilio Vaticano II, vi è designata come "Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore", senza più menzionare la neve, il cui miracolo tuttavia, anche se non più minuziosamente narrato nell'Ufficio delle Letture, viene ancor oggi scenograficamente rievocato ai fedeli romani ogni 5 agosto nella suddetta Basilica durante la Messa Solenne del mattino e durante i Vespri nel pomeriggio, facendo cadere petali di fiori bianchi dall'alto della cupola della Cappella Paolina ed anzi nell'agosto 1982 e per alcuni anni venne persino prodotta una nevicata artificiale.

24. Prima che la famiglia Conti, che era d'industriali tessili del vicino Comune di Cesana Brianza, acquistasse nel 1830 la villa dal Demanio e v'insediasse la filanda, abbiamo visto che essa era stata residenza estiva del Viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais, il quale l'aveva ricevuta in appannaggio nel 1812 dalla Cassa d'Amministrazione del Regno Italico, che quell'anno l'aveva acquistata dal Marchese Gerolamo d'Adda, il quale a sua volta l'aveva
comprata all'asta nel 1805 dall'ultimo erede dei Marchesi Carpani; passò poi nel 1817 al Demanio, che fino al 1830 la mise a disposizione dei viceré della Casa d'Asburgo. Inizialmente l'edificio fu edificato dai Carpani, che nel 1574 v'ospitarono il cardinale San Carlo Borromeo (1538-1584), giunto a Pusiano in Visita Pastorale quale arcivescovo di Milano. Cf. GAVAZZI, pp. 13-29.

25. Il comune di Pusiano nel 1805 contava 639 abitanti, che al censimento del 1861 crebbero a 685 abitanti. Al recente censimento del 2001 la popolazione toccava i 1.166 abitanti e comprendeva 406 nuclei familiari.

26. Entusiasmato dall'iniziativa, il mese seguente il Re Carlo Alberto di Savoia fece iniziare gli studi per la ferrovia Torino-Milano, ma l'unità d'Italia era ancora lontana da venire ed il governo austriaco si dichiarò contrario all'impresa.

27. In Europa il primo treno per passeggeri fu quello mosso da una locomotiva a vapore ideata da Giorgio Stephenson (1781-1848) e che il 15 settembre 1830 prese a collegare in Inghilterra Liverpool con Manchester: alcuni considerano tale data come il punto d'inizio dell'era tecnologica.

28. Una supplica inviata anni dopo a Umberto I dal già citato padre Alfieri, che era presente a quelle epiche giornate essendo allora Segretario della Provincia Milanese dei Fatebenefratelli, ci da l'interessante dettaglio che questi Frati "raccolsero i feriti delle barricate di Milano" (cf. MARTIRE, p. 75). Dai registri risulta in effetti che ricoverarono nel loro Ospedale 104 feriti, di cui 71 civili e 33 militari (cf. BROCKHUSEN, p. 138). Merita sottolineare che nella pagina 18 (fedelmente riprodotta da GERLI, pp. 94-95) del registro Protocollo degli ammalati per lo Spedale de PP. Fatebenefratelli di Milano lo scrivano interrompe l'elenco giornaliero dei malati comuni ed apre un elenco speciale col significativo titolo "Feriti ne' giorni del riscatto".

29. Per un'esatta ricostruzione dell'evento cf. VIVIANI, p. 192.


Pinzetta retta e curva per alcuni sopraddenti

 



DELEGAZIONE FILIPPINA DEI FATEBENEFRATELLI
Tel: 00632/736.2935 Fax: 00632/733.9918E-mail: ohmanila@ph.inter.net
www.provinciaromanafbf.it




AUTORIZZAZIONE CONCESSA DA FRA GIUSEPPE MAGLIOZZI

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.