Dopo la cena di quel giorno memorabile, mentre tutti gli altri membri della famiglia Kania se ne stavano in salotto a conversare, l'ammiraglio e Leonardo, accaniti giocatori di scacchi, si erano ritirati nello studio del padrone di casa per la solita partita.
Il brigantino, di cui era comandante il capitano di vascello Leonardo Petrucci, era ripartito per la solita missione di vigilanza agli ordini dell'ufficiale in seconda al quale l'ammiraglio aveva fatto consegnare una lettera personale per il comandante dei giannizzeri di Finike, con la richiesta di tre giorni di congedo straordinario, per gravi motivi di famiglia, a favore del nostro Sebastiano.
La lettera era stata poi consegnata a Nedim che aveva assunto il comando del plotone dei giannizzeri.
Mentre giocava a scacchi, Leonardo non era calmo come al solito e dalle mosse insolite e pericolose che faceva l'ammiraglio arguì che fosse nervoso; dopo una mossa imperdonabile del giovane l'ammiraglio sbottò:
- Che hai questa sera?... Non ne combini una buona! Capisco... le emozioni della giornata...
- Non è per questo che sono distratto, mio signore... E' che cerco il momento e le parole per rivelarle la verità!
- La verità!... Che verità?
- Una verità che non dovrebbe minimamente alterare l'affetto che noi italiani nutriamo per voi tutti, né la buona considerazione che lei ed i suoi familiari hanno per tutti noi.
- Se è così, la verità che mi dirai non dovrebbe offendermi! Perciò parla.
- Ecco, mio signore, Sebastiano è veramente il figlio di Teresa:
- E come si potrebbe dubitarlo? Lo abbiamo visto tutti!... Lo abbiamo sentito tutti questa mattina!
- Il fatto è che né io né Assunta siamo figli di Teresa,
- Ma vah! come è possibile che una donna che non vi è madre, vi ami a tal punto? E come potrebbero due creature essere più amate di voi da Teresa, se non foste veramente suoi figli?. Mia moglie ed io, in mille occasioni abbiamo costatato quanto Teresa vi arni e quante notti abbia trascorso in piedi e nel pianto quando eravate malati!
- Lo so, lo so, signor ammiraglio. L'amore nostro per essa e quello suo per noi supera spesso quello tra madre e figli... Tuttavia, né io né Assunta siamo figli di Teresa Ricci.
- Per Allah! Come è possibile?... Un amore reciproco così grande !
Leonardo gli ricordò il giorno del loro rapimento. " I predoni turchi credevano di aver preso mia madre con due figli... Mamma Teresa intuì che quella convinzione doveva essere ritenuta come vera, perché avrebbe favorito l'acquisto in blocco di tutti e tre, così come avvenne ".
- Son contento che mi abbiate tenuto celata la verità. Chissà se mi sarei comportato come mi comportai quando vi comperai, se avessi saputo che non eravate della stessa famiglia!
Ali Turi ne era convintissimo come me. Ora che lo so, non mi dispiace affatto che Teresa mi abbia detto allora quella bugia.
- Grazie, signor mio.
- E' per' la paura di confessarmi quanto mi hai or ora confessato che hai fatto quella mossa da pivellino?
- Proprio così! Ormai non c'è nulla da fare... Questa partita l'ho bell'e perduta!
- Ne facciamo un'altra?
- Volentieri!
Mentre disponevano i pezzi sulla scacchiera, il contrammiraglio gli domandò:
- Leonardo, la confessione che mi hai fatto era stata concordata con Teresa?
- No, signor mio. Mamma Teresa non ne sa nulla. Oggi, nel pomeriggio, mentre eravamo a fare una passeggiatina nel giardino, Sebastiano ed io lo abbiamo detto ad Assunta.
- Povera Assunta! Come l'ha presa?
- Non troppo male, direi! Lei ha conservato per qualche tempo un nebuloso ricordo di mamma; ma con gli anni, il ricordo era svanito... Si è limitata a dire che per lei Teresa è stata e sarà sempre la mamma, anche quando dovesse riabbracciare la propria, quella che risulta sua madre all'anagrafe.
- Come stanno papa tuo e mamma tua? Vivono sempre a Nettuno? Che ti ha detto Sebastiano?
- Sebastiano manca dall'Italia da alcuni anni, dall'estate del 1802, quando anche lui fu preso prigioniero presso Nettuno, dai marinai turchi.
- Maledette le guerre, le loro infamie e le loro esigenze!
- Se non è Petrucci, qual'è il cognome di Teresa e di Sebastiano?
- Ricci, signor ammiraglio: è questo il cognome del padre di Sebastiano. Anche in Italia la moglie assume il cognome del marito.
- Quando sarai con tua madre - per me Teresa sarà sempre tua madre - dille che conosco il suo vero cognome.
Non voglio che si rimproveri ora la pietosa bugia di allora... Fossero tutte così le bugie!...
-- Glielo dirò, signor mio.
- Prima di ritirarmi in camera, verrò a salutarvi in salotto. So che questa giornata terminerà alle ore piccole per i due della famiglia Ricci e per i due della famiglia Petrucci.... Procuratevi legna e caffè a sufficienza.
Lo faremo, comandante.
Terminata la partita - questa volta con un pareggio - il contrammiraglio Ismael Kania si recò in salotto in compagnia di Leonardo per augurare la buonanotte a tutti.
- Ayla, Selma, Azim, è ora di andare a nanna. Lasciamo i nostri " Italiani " in santa pace, perché possano dare libero sfogo ai loro sentimenti. Buona notte, signora Ricci.
Nell'udire per la prima volta quel cognome, rimasero tutti stupiti, in atteggiamento interrogativo. Teresa si turbò e diventò rossa, ma il sorriso di Leonardo la rassicurò.
- Sapete... allora? - chiese all'ammiraglio.
- Sì, Leonardo mi ha raccontato tutto.
- E... perdonate la mia bugia?
- Quando la bugia è detta a fin di bene è un atto di carità, non un peccato.
- Dio vi benedica!
- Così faccia con te!
- Buona notte, signora Ricci; buona notte a tutti. I Turchi della famiglia sono pregati di salutare gli Italiani e di venir via.
Così infatti, fecero i Turchi dopo essersi scambiato ancora strette di mano ed auguri di buona notte con gli Italiani.
Le ore che seguirono, servirono per riordinare le idee e per stabilire quel che si dovesse fare per il prossimo futuro.
Il problema non riguardava tanto Teresa, Assunta e Leonardo che vivevano in famiglia ad Antalya: ciò che sollecitava un fattivo intervento dell'ammiraglio era lo stato presente di Sebastiano, tenente del distaccamento di giannizzeri a Finike.
o - Non possiamo pretendere tutto e subito dall'ammiraglio
- commentò giudiziosamente Teresa - e Dio sa come vorrei che mio figlio vivesse vicino alla mamma sua! L'essenziale è vederci spesso.
- Quando potrò, sarò io a venire a Antalya, se no, sarai tu, mamma, che approfitterai del servizio marittimo fra Antalya e Finike per venire a trovarmi. Il mio appartamento è abbastanza grande e comodo per ospitare altre persone.
- D'accordo. Però ora accontentiamoci di questo e ringraziamone il Signore - disse Teresa - Anzi, è giusto che lo ringraziamo subito. In ginocchio!
I quattro restarono in ginocchio per alcuni minuti, assorti nella preghiera di ringraziamento che Teresa compose lì per 1ì con le parole che via via le dettavano la riconoscenza verso la divina Provvidenza, la gioia di aver riabbracciato il figlio e la certezza che la Madonna non li avrebbe abbandonati in futuro. La preghiera dei quattro terminò con l'invocazione di grazie per la famiglia Kania.
- Così sia! - conclusero gli altri tre, alzandosi e segnandosi col segno del cristiano. |