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I CORSARI DI
TORRE ASTURA

di Antonio Pagliuca

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22 - La notte più lunga


Prima di attraccare, il sultano, nome del brigantino comandato dal tenente di vascello Leonardo Petrucci, sostò qualche ora all'ancora, a qualche miglio da Anamur, in attesa della notte.

Leonardo, Sebastiano e l'aiutante in seconda avevano stabilito di fare irruzione, nel covo dei banditi verso la mezzanotte quando, ripieni di vino e di cibo ed intontiti dalle danze e dall'acre fumo delle loro pipe, questi avrebbero potuto opporre ben poca resistenza all'azione fulminea dei giannizzeri e dei marinai.

Prima che quelli potessero riaversi dalla sorpresa, i giannizzeri, sparando e gridando come pazzi, afferrarono i briganti e li ridussero alla impotenza in pochi minuti. Nedim. che aveva inseguito l'unico bandito che era riuscito a fuggire dalla finestra della lokanta, ricomparve dopo alcuni minuti tenendo per l'orecchio il mal capitato il quale aveva dovuto provare anche la potenza dei pugni e dei piedi dello " Sfregiato ", come qualcuno soleva chiamarlo quando l'interessato non poteva udirlo.

Doppiato il porticciuolo di Alanya, il Sultano gettò le ancore nel porto di Antàlya a notte inoltrata del giorno seguente.

I briganti, legati mani e piedi, furono condotti in città sotto buona scorta e rinchiusi nel carcere, in attesa di giudizio.
Mentre la scorta di giannizzeri, agli ordini dell'ufficiale in seconda del Sultano conduceva in carcere i facinorosi di Anamur, Leonardo e Sebastiano diedero gli ultimi ritocchi al programma concordato per l'incontro della mamma col figlio.

Il nostro Leonardo dovette faticare non poco per convincere Sebastiano a frenare l'impazienza ed a restarsene possibilmente tranquillo sulla nave per il resto di quella notte. Sarebbe andato a casa lui solo ed avrebbe discusso col contrammiraglio Ismael Kania e col figlio Azim le modalità del primo incontro di Sebastiano con Teresa.

- Leonardo, - esclamò Sebastiano afferrandogli le mani - questa sarà per me la notte più lunga della mia vita; non dimenticarlo! Spero che il mio cuore non si frantumi prima che io riveda l'alba di domani!

- Rassicurati, Sebastiano. Ogni minuto di ritardo nel farti riabbracciare mamma Teresa mi parrà un anno di purgatorio infiitto ingiustamente a quella povera, santa creatura!

- Che Dio ti assista!

- Che la Madonna di San Rocco ci protegga!

- A domani, fratello!

- A domani!

Leonardo fece di corsa il breve tratto di strada dal molo a casa, anche perché la notte stellata e la luna piena illuminavano le strade deserte più delle lanterne accese poste ad intervalli regolari sul viale che conduceva a casa.

L'aria era gelida, ma Leonardo non poteva farci caso: l'enormità della buona novella che racchiudeva in cuore aveva serrato la porta ad ogni altro pensiero, a qualsiasi altra distrazione.

- Dio sia lodato! - aveva esclamato quando, avvicinandosi a casa, aveva visto che la finestra dello studio del suo padrone e padrino era illuminata: segno che il contrammiraglio era ancora sveglio.

Aprì la porta di casa e salì, correndo, le scale che conducevano al piano superiore. Si fermò un attimo, respirò profondamente per frenare il batticuore e bussò discretamente.

- Chi è? - fece una voce dal di dentro.

- Sono io, signor ammiraglio, - rispose Leonardo aprendo la porta.

- Vieni, vieni, Leonardo. Come mai così tardi?

- Sono approdato da poco più di mezz'ora e son corso perché debbo parlarle subito.

- Cosa ti è successo? - Chiese Ismael Kania, alzandosi ed avvicinandosi con premura a Leonardo.

- Niente che possa preoccuparci, mio signore.

- E, se non dobbiamo preoccuparci, perché la tua corsa nella notte, il tuo fiato grosso, le tue guance infuocate, i tuoi occhi ardenti come il carbone acceso?

- Perché ho in petto una notizia strabiliante!

- Strabiliante... Come?... Parla!

- Mi conceda una piccola pausa e mi permetta di sedermi.

- Accomodati pure, figlio mio, ma non tenermi sulle spine!ù

- Ho visto... mio fratello!

- Ehhh...?

- Quello che era restato a Nettuno in Italia!

- Cosa dici mai)... Gran Dio!

- Sì, mio fratello Sebastiano, l'altro figlio di mamma Teresa!

- E' mai possibile?... Sei veramente certo di quel che dici?

- Certissimo! L'ho lasciato poco più di mezz'ora fa'.

- Dove?

- Sulla mia nave.

-- Sulla tua nave?...Come mai?

Leonardo raccontò allora della missione de " II Sultano " ad Anamur, del riconoscimento del fratello, della sua appartenenza al corpo dei giannizzeri, del ritorno ad Antàlya. Disse che i giannizzeri, che erano al comando di suo fratello, avrebbero dormito a bordo del suo brigantino per essere ricondotti, il giorno appresso, alla loro caserma, a Finike.

- Gran Dio! - esclamò tutto eccitato il contrammiraglio - Come è;,grande e buono Allah con i suoi servi! - Poi, dopo un istante di riflessione - Come faremo per comunicarlo a Teresa e ad Assuntina? ...Le faremo morire, se rivelassimo loro la notizia improvvisamente, senza prima prepararle!

- E' quel che-penso anch'io. Io non riuscirei a dar loro la notizia senza tradirmi subito.

- Cercherò di prepararle io stesso con l'aiuto di mia moglie e di mia figlia... Tu non farti vedere domani mattina presto. Alle donne dirò che ti lascino dormire in pace, essendo tu ritornato tardi.

- Prima che io torni a bordo, vorrei sapere, mio signore, come dovrò comportarmi con Sebastiano il quale, come potete bene immaginare, mi aspetta con l'anima agli occhi.

- Non preoccuparti. Domattina manderò un marinaio dal tuo secondo, a il Sultano con le disposizioni scritte.

- Grazie, ammiraglio!

- Ora va a letto. Lasciami solo. Debbo pensare al modo migliore per comunicare l'affascinante notizia alle due donne... Che Allah me la mandi buona!

- Grazie ancora una volta, mio signore... Che Dio la benedica anche per quel che farà per noi in questa circostanza!
- Bando ai complimenti! ...Buona notte!

- Buona notte, mio signore.

 

 



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