Torre Astura sorge sui resti di una villa imperiale con vivai per l'itticoltura datata recentemente dal Piccarretta alla fine della repubblica. Una parte della villa venne costruita sulla
terra ferma; l'altra direttamente in mare su un banco naturale di roccia sommersa. Un ponte in muratura con arcate e frangiflutti collegava le due sezioni della villa. La villa aveva forma quadrangolare e ornata da marmi pregiati e copriva una superficie di circa 6.000 mq. Nel corso del I sec. a.C. fino al lì d.C. la villa venne più volte ampliata e consolidata per resistere alla forza del mare.
Nella fase originaria,prima degli ampliamenti della villa, la peschiera occupava una superficie di 15.000 mq.; è la più grande peschiera conservata, uno degli esempi più belli di piscina marittima. Di forma quadrangolare, l'impianto presentava sul lato rivolto verso il mare, un avancorpo su cui in seguito venne costruita TORRE ASTURA. Nella zona centrale all'interno della peschiera, c'è un complesso di vasche su cui si affacciava il fronte della parte residenziale della villa. Il pesce proveniente dal mare veniva allevato nelle vasche perimetrali e quando aveva raggiunto sufficienti dimensioni veniva immesso nel grande bacino interno dove l'ampio spazio a disposizione ne favoriva la crescita. Mediante l'immissione di acqua dolce il pesce veniva attirato in queste vasche e smistato nei vari scomparti forniti di chiuse, i più grandi venivano pescati mentre gli altri mandati nel grande bacino interno.
II porto di Astura è frutto di un'avanzatissima tecnica largamente sperimentata e codificata dal grande architetto Vetruvio nel suo trattato elaborato tra il 10 e il 31 a.C. Le dimensioni dovettero richiedere altissimi costi economici, eccessivi per l'esigenze di uno scalo privato per questo la presenza di un porto di queste dimensioni è la prova che la villa, almeno da un certo momento, era possedimento imperiale.
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