Cara Marta,
sono contento d'essere venuto a lasciarti a Salsomaggiore; così posso ogni momento immaginarti in codesto luogo di cura e di riposo; e se la realtà non risponderà in tutto e per tutto alla mia immaginazione, pazienza! posso a ogni modo augurarmi che la cura e il riposo gioveranno alla tua salute e al tuo spirito.
Ho visto a Milano, prima di partire, lo Bernstiel che tratta con la Ufa. Le proposte che egli fa sono le seguenti; un impegno di sei mesi come direttore artistico, con uno stipendio mensile di 6 mila marchi, pari a lire 27 mila; tre soggetti di fìlms, in cui Tu dovrai prendere parte come protagonista, con un contratto a parte, che a me sarebbero pagati marchi 15 mila e una percentuale del 10 su tutti gl'incassi lordi. La proposta, come vedi, è accettabilissima; ma io l'ho tenuta sospesa in attesa che si concluda prima l'altra coi signori Ferreira e Megale.
Il Bernstiel partirà tra pochi giorni per Berlino e vuole portare con sé alcune tue fotografie, perché anche a lui ho messo come condizione imprescindibile la tua partecipazione artistica nei fìlms che si faranno. Non so se le fotografie Tu le abbia portate con te a Salsomaggiore o lasciate a Milano; ma son rimasto d'accordo con tuo Papà che le farà avere in tempo, cioè al più presto al Bernstiel.
Qua a Roma fa un caldo soffocante. Il villino è deserto. Stefano è venuto da Nettuno per tenermi compagnia. Io stasera andrò a Nettuno per un giorno e domani l'altro sarò qui di nuovo, e mi metterò a finire il "Lazzaro".
Sono in una cameretta dell'Ufficio dalla Sitedramma in attesa del Ragioniere Nannarelli che mi deve dare il conto delle tasse da pagare. L'ufficio è vicino alla Posta; e appena sbrigatomi di questo impiccio delle tasse, scapperò a impostare la lettera.
Aspetto con ansia e impazienza tue notizie. Voglio sapere come, stai, se la cura ti stanca e che profitti ne ricavi.
In questo lago di ardentissimo sole che è Roma non si muove nulla, e tutti boccheggiano come tanti pesci fuor d'acqua.
Basta. Scrivimi. Sta sana e lieta e serena. Salutami la Mamma e Cele. E tu abbiti. Marta, tutte le cordialità del tuo
Luigi Pirandello |