Prima di iniziare questo capitolo, ho esitato. Mi sono deciso a scriverlo quando ho pensato che non è possibile parlare di una città e non accorgersi che ha degli abitanti. Significherebbe compromettere il valore già discutibile di questa pubblicazione.
Ho esitato perché, mentre è sempre difficile descrivere la gente, lo è ancor più quando non si è avuto abbastanza tempo per studiarla e capirla a fondo.
Visto che è indispensabile, lo farò. Ma siccome in certe materie non si può lavorar di fantasia, né tanto meno tirare a indovinare, sarò breve: dirò solo quel poco che credo di sapere.
Nettuno che ha una superficie di 7.146 ettari e confina con Anzio, Aprilia e Latina, conta circa 30.000 abitanti, dei quali solo una dozzina di migliaia sono veri nettunesi. Causa prima di tanta immigrazione, la bellezza, fertilità e salubrità di questa terra, cioè la stessa causa che portò qui i patrizi dell'antica Roma e i prìncipi del Medio Evo.
Una parte di coloro che sono approdati qui per lavoro (personale della Scuola di polizia. Poligono di tiro, Bonifica dell'Agro Pontino, insegnanti e tecnici vari) si sono innamorati della città e del suo clima e vi hanno trasferito le famiglie, o se le sono create qui sposando ragazze nettunesi che sono molto belle.
Altri, capitati a Nettuno per caso, se la sono portata nel ricordo, e quando liberi, per la tarda età, da impegni di lavoro, vi si sono trasferiti.
Altri ancora erano venuti qui per un breve soggiorno. Glielo aveva consigliato il medico perché erano molto ammalati. Ma quando si sentirono rinascere, mutarono il breve soggiorno in residenza definitiva.
Altri residenti a Roma e desiderosi di una vita più tranquilla e più sana, si sono spostati qui senza preoccupazioni perché Roma è a portata di mano. Infatti, data la celerità dei mezzi a disposizione (autobus e treni) a volte si fa più presto ad arrivare alla Stazione Termini da Nettuno, che da un quartiere periferico, passando attraverso il caotico traffico romano.
Al clima bisogna aggiungere la buona cucina ed il buon vino.
Questi immigrati rappresentano tutta l'Italia, ma sono in maggioranza del centro e del meridione. Mescolano quasi tutti alla loro parlata espressioni nettunesi che li hanno colpiti ed i più giovani hanno già modificato il loro accento. Ambientarsi non è stato difficile.
E i nettunesi?
I nettunesi sono in genere di carattere aperto. È facile fare amicizia con loro. Non è ugualmente facile scambiarsi visite, perché sono gelosi della loro " privacy ". Il loro carattere somiglia a quello dei romani: menefreghisti e rudi, ma, come per i romani, ciò è spesso solo apparenza, perché all'occorrenza li trovi pronti a darti una mano; di solito sugli amici nettunesi come su quelli romani puoi fare sicuro affidamento.
Sono tutt'altro che spendaccioni, ma nemmeno taccagni. Cercano di realizzare ciò che per un compratore rappresenta l'ideale: ottenere il massimo spendendo il minimo possibile.
Una cosa che colpisce è il grande amore che nutrono per la loro città.
I nettunesi apprezzano e vedono di buon occhio il forestiero più dei loro concittadini, e ciò è un altro incentivo all'immigrazione.
Dai dati statistici pubblicati dal Comune di Nettuno si apprende che, dal 1951 ad oggi, la popolazione è più che raddoppiata. E che la popolazione cresca ad un ritmo notevole lo dicono seggiolini e carrozzine (alcune doppie per gemelli) spinti con orgoglio e disinvoltura dalle mamme e dalle nonnine. Ne incontri dappertutto, ma specialmente sul lungomare.
Un suggerimento per la Pro Loco: che ne direste di organizzare un concorso per il più bel bambino e la più bella mamma, e magari anche la più bella nonnina?
I nettunesi amano lo sport ed hanno colto grossi successi nel base-bali, uno sport importato qui dagli americani. Essi sono stati fino a poco tempo fa campioni d'Italia e sperano di riacciuffare il titolo. Vengono praticati anche gli altri sport tra cui il nuoto, il calcio, il tennis, la pallacanestro, il ciclismo e la vela. Vi sono scuole di judo, karaté e aikido.
Per quel che riguarda la scuola, i dati aggiornati all'anno in corso danno 5.286 alunni così divisi:
Sette scuole elementari, con 2.500 alunni; sei scuole medie con 1.519, e cinque istituti superiori con 1.267.
A ciò bisogna aggiungere oltre cento studenti universitari pendolari, che frequentano varie facoltà nella capitale.
Molti studenti frequentano la biblioteca Giorgio Porfiri, donata alla comunità da Umberto Isidoro Porfiri per commemorare suo nipote scomparso tragicamente.
Essa è sita all'inizio di via Cavour e fa angolo con la piazza della stazione ferroviaria. Una cosa notevole di questa biblioteca con 5.000 volumi che trattano delle materie più varie, è che gli studenti vengono assistiti nelle loro ricerche e nei loro studi e ne traggono grande giovamento.
Di che vive la popolazione di Nettuno?
Una grossa entrata deriva dai turisti, il cui numero ammonta ad oltre 60.000 all'anno. Un notevole contributo economico alla vita della città è dato dalla Scuola di polizia che ospita allievi sottufficiali, un centro accademico di judo, karaté e aikido e un centro addestramento per cani di polizia.
Ogni anno escono dalla scuola da 500 a 1.000 sottufficiali che si distribuiscono in tutta Italia.
Sempre riferendoci ai dati statistici del ,1975, su 27.167 abitanti (ora, come già detto, ammontano a circa 30.000) ne lavorano 10.396, di cui 3.535 donne.
Il campo che registra più presenze è quello dell'industria manifatturiera con 2.680 persone, seguito dalle costruzioni, con 1.915; dalla pubblica amministrazione, con 1.780; dal commercio, con 1.625; dall'agricoltura, con 1.130. Gli altri dati riguardano i servizi, con 680; trasporti e comunicazioni, con 420; credito e assicurazioni, con 95; ed infine, energia elettrica, gas e luce, con 71.
Come si vede, anche se Nettuno è sul mare, i nettunesi non sono pescatori.
Altre cifre interessanti riguardano le aziende agricole, che sono 1.470, e il terreno coltivato, che ammonta a 2.362 ettari.
Le coltivazioni riguardano fiori, frutta, ortaggi, cereali e viti,
E chiudiamo questi brevi cenni con le cifre riguardanti il vino e il bestiame.
Nettuno produce ogni anno da quattro a cinque milioni di litri di vino Cacchione, Merlot e Sangiovese che sarebbero sufficienti a sbronzarci tutti, mentre vi sono solo 699 capi di bestiame bovino, vale a dire un capo per ogni 40 abitanti.
E dire che dal catasto del 1540 si apprende che i capi di bestiame vaccino ammontavano a 2.880, mentre la popolazione era inferiore ai 3.000 abitanti. Dal punto di vista statistico, ciò vuoi dire che ad ogni uomo, donna, bambino e perfino ad ogni poppante il suo bel capo bovino non glielo levava nessuno. |