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NETTUNO VISTA
DA UN GIORNALISTA
1982 - Collana Caritas

di
OSCAR RAMPONE

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Il clima


Quando, dopo trenta e più anni all'estero, tornai a Roma, non trovai più la capitale luminosa e tranquilla che avevo lasciato, ma una megalopoli travagliata da fiumi di auto urlanti a tutto decibel. Le zaffate di ossido di carbonio mi mozzavano il fiato.
Capii che il mio enfisema mi imponeva di cambiare residenza. E scelsi Nettuno, di cui fraterni amici mi avevano decantato il clima.
Eravamo agl'inizi di ottobre. Giornata splendida. Sole ancora caldo. Partenza dalla stazione Termini.
L'elettromotrice passava accanto a tettoie di vigneti che si allungavano a perdita d'occhio. La vendemmia era in corso. Nei prati bianchi di margherite pascolavano le greggi. L'irritazione che provavo da vari giorni cadde improvvisamente. Mi sentii soddisfatto, disteso, con un vago senso di benessere.
Le stazioni si susseguivano a distanza di pochi minuti: Torricola, Pomezia, Campoleone, Aprilia, Campo di Carne, Padiglione, Lido di Lavinio, Villa Claudia, Anzio Colonia, Anzio e, finalmente, Nettuno. Il viaggio di circa 60 km. era durato un'ora.
Uscii dalla stazioncina, attraversai un giardinetto ed una piazza e presto fui sul lungomare. I miei amici avevano ragione. Sentii subito che, mentre a Roma, spesso, per non ingerire gas venefici, dovevo trattenere il respiro, ora i miei polmoni si gonfiavano liberamente.
Che gioia! L'aria non mi limitavo a respirarla: la bevevo, la masticavo, l'assaporavo, la gustavo. Sapeva di sale e di iodio. Per la prima volta, trovavo che l'aria era corposa, palpabile. La sentivo scendere nel petto e i miei polmoni ne gioivano.
Non sapevo quasi niente di Nettuno. Ad esempio, mentre ricordavo la poesia dell'Aleardi che parlava di Corradino di Svevia tradito ed arrestato nel castello d'Astura, non immaginavo che quell'edificio, verso il Circeo, che si allungava nel mare fosse proprio quel castello. Né, per il momento, m'interessava saperlo. Ciò che contava era che mi sentivo bene, eccitato, euforico. La vita tornava ad essere bella.
Il lungomare Matteotti, ornato di filari di tamerici, è l'arteria più importante di Nettuno. Ma non sarebbe così bella senza il mare che la fiancheggia. Prima che la diga lo trattenesse, il mare arrivava proprio ai piedi della strada. I nettunesi di una certa età ricordano benissimo quando l'onda sbaciucchiava il primo gradino della scala che sale al largo di fronte all'albergo Astura. Nei giorni di libeccio, ne conquistava fino all'ultimo gradino, ed a volte saltava perfino sul viale.
" Sì, la diga era necessaria, ed anche utile ", mi diceva un nettunese romantico, " ma io dalla strada parlavo col mare, e lo ascoltavo quando chiacchierava con gli scogli. Spesso pescavo con la canna. Oggi non si prende più niente. Invece, allora, ogni tanto tiravo su qualcosa. Tra un pesce e l'altro, l'onda che veniva da lontano aveva tante cose da raccontare. Ora, quando mi prende la nostalgia, il mare vero, quello vivo, non quello che dorme nel porticciolo - e indicava lo specchio d'acqua in cui si dondolavano pigramente piccole imbarcazioni - lo vado a trovare oltre la diga ".
" Ma come si supera la diga? " gli chiesi. Ed egli mi indicò un passaggio che si intravedeva da lontano. " Vada, vada a trovarlo il mare ", mi disse, " vedrà come lo hanno fermato ".
Un giorno vi andai e fui alquanto sorpreso, ma non dal mare. Fu la strana forma dei manufatti di cemento che completano la scogliera artificiale. Facevano pensare ad un branco di foche, coi musi in alto come ad abbaiare al cielo.
La diga è certamente un'opera imponente ed utile, ma la mia fantasia, forse guidata da quella del nettunese romantico, mi faceva pensare ad una favola in cui il mare, innamorato della città, sospira i bei tempi, quando le carezzava lievemente i piedi, ed essa si sdoppiava nel riflesso per abbandonarsi nelle sue braccia.
Ora, il mare assalta inutilmente la diga: non potrà più raggiungere la sua città.
Il mare si levava in spruzzi e liberava lo iodio. Lo assaporavo nell'aria che bevevo con avida gioia.
Che il clima di Nettuno fosse proprio quello che ci voleva per me, ne ho trovato conferma in un libro molto interessante di Norberto Perotti, intitolato " Nettuno e il suo clima ".
Anche se pubblicato nel 1899, è ugualmente prezioso perché basa le sue conclusioni su osservazioni climatiche accuratissime per i quattordici anni che vanno dal 1885 al 1898, un periodo di tempo che mi sembra sufficiente per ricavare indicazioni abbastanza precise. È' un periodo lontano, ma, sostanzialmente, la situazione climatica non può essere molto cambiata.
Il Perotti, dopo aver sottolineato che " questi luoghi andarono celebratissimi e furono il geniale e ricercato ritrovo di tutta la eletta e raffinatamente gaudente società romana dell'impero dei Cesari ", passa a ricordarne la storia e tratta, quindi, esaurientemente del clima.
Da questi dati si rileva che se Roma ha un clima invidiabile, quello di Nettuno, che somiglia moltissimo a quello di Alassio, è anche migliore. Ad esempio, mentre durante l'inverno, si hanno, a Roma, 29 giorni piovosi con precipitazioni di 243 millimetri, a Nettuno, i giorni di pioggia sono 27, con 234 millimetri di precipitazioni. In primavera, a Roma, abbiamo 27 giorni piovosi con 184 mm. di precipitazioni, mentre a Nettuno ne abbiamo 20 con 145 mm. In estate, a Roma, 11 giorni nuvolosi con 82 mm. di pioggia, invece a Nettuno solo 8 giorni con 65 mm.
Infine, in autunno, 28 giorni a Roma con 290 mm., mentre a Nettuno 21 giorni con 265 mm.
Vale a dire che 19 volte all'anno, a Roma piove ed a Nettuno no, e che in un anno cadono, a Nettuno, 94 millimetri di pioggia in meno di Roma.
Per quanto riguarda la temperatura conviene riportare la tavola comparativa.


ROMA
NETTUNO
MESI
Mass.
Min.
Media
Mass.
Min.
Media
Gennanio
10.0
2.8
6.4
11.0
4.9
7.9
Febbraio
11.6
3.6
7.6
12.0
5.8
8.9
Marzo
14.9
6.4
10.7
14.3
7.9
11.1
Aprile
18.5
8.8
13.7
17.2
10.3
13.7
Maggio
23.2
12.6
17.9
21.6
13.4
17.5
Giugno
27.6
16.3
22.0
27.3
17.3
22.3
Luglio
30.7
18.8
24.7
28.4
19.6
24.0
Agosto
30.1
18.0
24.0
27.3
19.5
23.4
Settembre
26.7
16.4
21.5
25.3
17.7
21.5
Ottobre
20.8
12.4
16.6
20.8
14.1
17.4
Novembre
15.3
8.4
11.8
16.5
10.5
13.7
Dicembre
11.6
4.9
8.2
12.6
6.8
9.8
MEDIE
20.1
10.8
15.4
19.4
12.3
15.9

 


Come si vede, le temperature minime di Nettuno sono sempre superiori a quelle di Roma, mentre le massime sono inferiori, nei mesi caldi, e superiori, in quelli freddi. Non solo, ma le oscillazioni medie di temperatura sono 7,3, per Nettuno, nei confronti di 9,3, per Roma, per la massima, mentre, per la minima, sono di 3,1, per Roma, e 2,7, per Nettuno.
Senza addentrarmi troppo nelle cifre, riporto le conclusioni cui è giunto l'autore del libro e cioè: a Nettuno vi sono purezza di atmosfera e abbondanza di ozono; temperatura mite in inverno, moderatamente alta in estate e mitigata dal ponentino. Ciò significa che vi si sta bene tanto d'estate quanto d'inverno.
Le oscillazioni caloriche giornaliere sono piccole. L'umidità relativa è bassa; vi è un gran numero di giorni sereni, aria abbastanza calma, e discreta protezione contro i venti di terra; pressione barometrica alta con poche oscillazioni brusche e sensibili. Infine, vi è poca polvere e non inquinata.
Tutto ciò spiega chiaramente perché ad asmatici, enfisematosi e tanti altri ammalati i medici, invece di ricorrere a farmaci spesso inutili, prescrivono Nettuno.





OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"
EDITO DALLA "COLLANA CARITAS"
AUTORIZZAZIONE PER LA PUBBLICAZIONE
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