Dopo aver riportato le notizie storico-sanitarie per il periodo dal 1864 al 1969 avvenute nel territorio di Nettuno, vorrei anche far riflettere tutti i lettori sul notevole cambiamento del rapporto medico-paziente avvenuto tra il secolo storico descritto ed i nostri giorni.
Sicuramente il vincolo tra medico e paziente alla fine dell'Ottocento aveva come fondamento una "vera amicizia", una particolare "amicizia medica" nella quale uno dei due. il medico, mette la propria volontà di aiuto tecnico, e l'altro, il malato, la sua fiducia nella medicina e nel medico che la esercita. Questi principi venivano applicati regolarmente dai pochi medici che intraprendevano l'ars medica con la consapevolezza della dignità e della responsabilità che nel mondo antico hanno ispirato il Giuramento di Ippocrate. (Documento 30)
Com'è noto, esso fissa un sistema di norme morali per i medici, quali il rispetto della vita e della dignità del malato e l'osservanza del segreto professionale. Il medico deve rispettare chi gli fu Maestro in questa scienza, deve proporre solo quei rimedi che siano di beneficio ai malati, ecc.
Dalla parte del malato come si può leggere nel Saggio di Galateo per gli Ammalati ed i loro parenti il malato deve "onorare e rispettare il medico ed apprezzare la sua opera pensando che il medico esercita una professione molte volte ingrata[...]non ha il dono dei miracoli[...] se il malato va dal medico deve conservare contegno, aspettare pazientemente, evitare rumori e pettegolez-zi[...]non richiedere più visite di quelle necessarie[...]non farlo accorrere inutilmente[...] se ha bisogno di notte pensa prima di chiamarlo che il medico ha lavorato tutto il giorno(...] se vuole ingannare il medico non riesce ad altro che ad ingannare se stesso." (Documento 31)
Con il passare degli anni il rapporto medico-paziente si è completamente stravolto: l'aumento indiscriminato del numero dei medici, i cambiamenti di una società sempre più votata al consumismo dove gli interessi personali prevalgono su quelli della collettività, e dove le reti di informazioni sono sempre pronte a parlare di "malasanità". L'assistenza al malato oggi vede come protagonista "l'equipe medica" quale necessario risultato della complessità delle moderne tecniche che ha portato però come conseguenza quasi alla scomparsa di quella che era una vecchia realtà cioè l'assistenza tecnica al malato concepita come l'aiuto di un uomo ad un altro uomo.
Oggi la professione medica sente l'esigenza di un rinnovamento del proprio codice etico derivato anche dalla tecnologia sofisticata, da problemi quali l'ingegneria genetica, la clonazione e perfino il bioterrorismo. E' nato così il Giuramento dì Ippocrate del Nuovo Millennio pubblicato da due prestigiose riviste: The Lancet e Annals of Internal Medicine.
Il nuovo codice redatto da 15 medici americani ed europei costituisce una pietra miliare nella storia del rapporto fra medico e paziente.
I capisaldi del nuovo giuramento oltre che ribadire i principi dello storico saggio ippocratico introduce concetti quali:" il medico deve rispettare l'autonomia del paziente e fornirgli tutte le informazioni necessarie perché possa prendere decisioni sul trattamento sanitario che gli viene proposto; il medico deve promuovere la giustizia nei sistemi sanitari e l'equa distribuzione delle risorse disponibili ;il medico per competenza professionale deve seguire un aggiornamento personale continuo; il medico deve collaborare con altri professionisti per ottenere cure più adeguate, ridurre l'errore, migliorare la sicurezza del paziente, diminuire lo sfruttamento eccessivo delle risorse sanitarie ed ottimizzare i risultati dell'assistenza, evitando procedure e test superflui. Conservare la fiducia degli utenti cercando di allontanare i guadagni personali che potrebbero derivare da commistioni con industrie di attrezzature medicali, con compagnie di assicurazioni e con industrie farmaceutiche.Da questo codice emerge la necessità di riaffermare i principi ed i valori fondamentali ed universali della professionalità medica pur con l'introduzione nella sanità delle regole del mercato."
E' mia convinzione tuttavia che il buon medico deve essere un amico del malato e come dice Jean Rostand: " l'homo bìologicus è un'entità capace di ammalarsi e che un giorno o l'altro si ammalerà. E allora, dal fondo stesso del suo essere sentirà la necessità di essere curato e aiutato da un uomo dotato di conoscenze tecniche speciali e disposto a comportarsi come suo amico, in poche parole, da un buon medico". |