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UN SECOLO DI STORIA
OSPITALIERA A NETTUNO
(1864 - 1969)

a cura di
VINCENZO MONTI

LE EDIZIONI DEL GONFALONE 2003

 

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02 - NETTUNO 1864



1886 Particolare del territorio
di Nettuno - Anzio

Le nozioni che ci derivano dal libro Descrizione Topografica di Roma e Comarca di A. Palmieri del 1864 dimostrano che già "Evvi in Nettuno anche un piccolo Spedale, una Congregazione di carità che va questuando, ed un annuale dotazione di scudi 30 della famiglia Soffredini. Tale situazione era pronta a servire le necessità sanitarie di circa 1500 anime insieme all'opera di un medico retribuito con 240 scudi, un chirurgo con 200 scudi ed un'unica farmacia di Tommasi figlio".

L'Ospedale dei poveri e marinari di Nettano era ubicato tra l'inizio della via Romana e Fattuale "Largo Traf'elli" nel caseggiato denominato Ospedaletto al quale era annessa una propria chiesa, dipendente dell'Abbazia di san Nicola sotto il controllo del monastero di Grottaferrata. Successivamente la zona fu trasformata dai Borghese in abitazioni civili. Oggi il ricordo del vecchio ospedale è affidato solo alla fontanella che si trova all'inizio di via Romana che veniva chiamata "fontana dell'ospedaletto".
Da carteggi (1870) della famiglia Soffredini si evidenzia che le offerte da parte di questa erano nettamente superiori ai 600 scudi romani e tale rendita serviva per curare i forestieri di ambo i sessi che venivano a lavorare le terre dei Nettunesi.(Documento 1)
Nel 1872 il suddetto ospedale dei poveri venne sottratto all'autorità ecclesiatica ed in un lettera autografa del canonico don Benedetto Brovelli si legge delle perplessità sull'andamento e sull'attività di tale pio istituto essendo stato affidato esclusivamente all'azione del solo Carrier. (Documento 2)


Il borgo di Nettuno 1870

Per gli anni a venire prima la famiglia Soffredini e poi Brovelli-Soffredini furono sempre al centro dei rapporti tra ospedale e povera gente che si rivolgeva con lettere dirette o tramite intercessione di preti o laici.(Documenti 3-4)
Una menzione particolare merita la Congregazione di Carità di Nettuno che fin dall'origine andava presso le famiglie più ricche della nostra cittadina per trovare i soldi e curare i poveri. Tali Istituzioni seguivano delle regole dettate dalla legge Crispi del 1890 e successivamente modificata dal ministro dell 'Interno Giolitti che tendeva a ricondurre anche l'assistenza svolta a titolo di beneficenza sotto il controllo dello Stato. Giolitti nella seduta alla Camera nel 1903 riferiva "l'epoca nostra, che è essenzialmente un 'epoca di transizione e di rinnovamento sociale, reclama urgente-niente anche la riorganizzazione dell'assistenza pubblica".
Dopo il Regio Decreto di Vittorio Emanuele III si deliberava nel Consiglio Comunale di Nettuno che fossero riservate a spese di culto solo lire 1500 mentre alla Confraternita di Carità rimanevano lire 5000 per 1' assistenza sanitaria. In verità già nel 1893 il concittadino Mariano Trafelli allora presidente della Congregazione della Carità aveva tentato una trasformazione, ma intervennero una serie di manovre dei gesuiti che riuscirono ad ottenere le dimissioni del Trafelli.
La verità degli effetti della Legge fu che restando sempre soddisfatte le giuste esigenze del culto dovevano essere elargite somme più consistenti ai poveri di Nettuno.
Un'altra Pubblica Assistenza fu fondata nel 1903 col nome di Principe di Piemonte il presidente fu il barone Francesco di Melhem. La loro opera era completamente gratuita.Nonostante la grande estensione del territorio di Nettuno era necessario garantire l'assistenza a tutta la popolazione e portare gli ammalati all'ospedale.Le malattie infettive erano le più pericolose essendo l'entroterra una zona malarica e la squadra di soccorso partiva con qualunque mezzo per recuperare i malati.Intervenivano anche per incidenti o infortuni sul lavoro e per i malati di mente, in definitiva per ogni sorta di malanno.
Successivamente furono dotati di barelle e perfino di un autoambulanza trainata a mano.Molte calamità furono affrontate dai membri di questa associazione benefica come durante il colera del 1909 e la famosa quanto triste spagnola del 1918 che seminò una grande quantità di vittime.La loro sede era nel magazzino comunale di Piazza S. Francesco a lato del campanile.





OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizioni del Gonfalone 2003
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E DALL'AUTORE VINCENZO MONTI

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