La copia delle beneficenze dall' augusta Regina prodigate a comune vantaggio, nelle pubbliche e private calamità, fu così grande, da meritarle a buon diritto il titolo soavissimo di MADRE DI GRAZIE,, sotto il quale viene dolcemente invocata.
Fra gl' infortuni più gravi che possono affliggere la misera umanità, sono certo da numerarsi la peste,. la fame e la guerra ; quindi la preghiera della Santa. Chiesa: - A peste, fame, et bello libera nos Domine,. - Ora da questo triplice flagello, non una ma più volte, fu scampata Nettuno per la protezione di N.a S.a delle Grazie. Infatti negli anni 1837, 1856, 1867 fu del tutto salva dal colera. Negli anni 1648 e circa il 1800 fu mirabilmente provveduta di viveri in mezzo a general carestia. Negli anni 1600, circa, e 1798 fu in modo portentoso difesa da terribili assalti di feroci Mussulmani e Repubblicani francesi. Ne solo contro queste calamità spiegò l'amata Signora la benefica protezione a favore della sua Nettuno, ma benanche contro il terremoto, la crittògama, l'epizoozia, la siccità, l'inondazione ed in altri tremendi flagelli, fu del continuo scudo, scampo, salvezza al suo popolo.
Quanto poi alle grazie e favori particolari ogni famiglia, e meglio ancora ogni persona può raccontare una storia di benefici ricevuti dalla Sovrana Proteggitrice nel corso di sua esistenza. Sicché ben si potrebbe a ciascun di noi applicare la graziosa e brillante espressione, che per suo conto proferiva il gran Servo di Dio, S. Leonardo da Porto Maurizio ; doversi cioè egli stesso riputare come uno dei rinomati Santuari di N. S. ricoperti da capo a piedi di voti e tabelle votive, testimonianti le innumerabili grazie ricevute per suo mezzo.
Tuttavia piace di ricordarne due concesse dalla Vergine nello svolgimento delle feste del 7° cinquantenario dal suo approdo, cioè nel 1900. Antonio Ferrante, povero padre di famiglia, attaccato da fiera polmonite lottava colla morte. L'infelice sua moglie, vedendo il caso presso che disperato, trascinavasi appiè di N.a S.a implorando con ardore la grazia della guarigione, che venne benignamente accordata. Rosa Cataoli, nata Pecci, anch'essa povera madre di famiglia, in seguito a parto disastroso, contrasse una malattia così tremenda da ridurla agli estremi. Invocato l'aiuto potente dell'augusta Regina, in breve tempo, potè completamente riaversi ; e fu scena commovente veder due piccole sue fìglie intervenire alla processione di ritorno della S, Immagine, a piedi scalzi, e con in mano un cereo ardente, testimoniando così la fede e la gratitudine alla Celeste Benefattrice. Anche nell' anno in corso e mentre si scrivono i presenti cenni, la buona Madre, invocata con fede, si è compiaciuta ridonar la perfetta salute alle giovani Irma Cochi e Cristina Donati, affette ambedue da. gravissima infermità, l'una di angina, l'altra di tifo. Né ai soli Nettunesi dispensa i tesori delle sue misericordie, sibbene a quanti si fanno ad invocarla con fede e slancio di devozione nella sua prodigiosa Immagine, fa sperimentare i dolcissimi effetti di sua protezione. |