Convoglio in corsa lungo Villa Borghese, prossimo al capolinea (per la cortesia del signor Pastore cav. Massimo - Roma). Veramente quello che colpisce in questa foto non sono le ville, anche se di personaggi illustri; ma quel convoglio lungo una ventina di metri che...
... avanza lieto a gran vapor sbuffando che dopo un lungo viaggio, bene o male, ritorna salvo dalla Capitale.
L'interno della chiesa di San Giovanni parata a festa nel maggio 1890 (fotografia di R. Pucci ) .
Drappeggi artistici e tanto graditi a quel tempo; ma... quanta miseria dietro di essi! Per sostenerli i paratori piantavano centinaia di chiodi con danno gravissimo delle decorazioni e dell'intonaco. Lo sanno bene coloro che hanno restaurato la chiesa negli anni 1965 - 1970. L'ora della foto? Certo poco prima di mezzogiorno. Una donna guarda il fotografo e... solo due montano la guardia alla statua della Madonna. Notare le tre file di banchi.
L'anno del Signore 1965
il Clero e il Popolo di Nettuno
in nobile gara di solidarietà cristiana
e con altri Enti sotto la guida dell'architetto Cesare Ottaviani
hanno restaurato e abbellito
questa loro insigne Collegiata
chiesa Madre di Nettuno
Anzio e Conca
(epigrafe posta sulla porta della Sacrestia)
L' interno del nuovo Santuario costruito sul luogo stesso dov'era situata l'antica chiesina di San Rocco. La decorazione fu affidata al, pittore Nazareno Diotallevi, che dipinse le volte, l'abside e il matroneo. Sull'altare maggiore furono costruite tre nicchie: per la statua della Madonna al centro, e per quelle di San Rocco e di San Sebastiano ai due lati. A decorazione delle nicchie un trittico di legno di stile gotico, che doveva essere poi riprodotto in marmo.
Questo Santuario fu inaugurato il 14 maggio 1914. I vecchi Nettunesi lo ricordano con tanta nostalgia.
Mons. Nicola De Franceschi, arciprete della Collegiata di San Giovanni pone sul capo della statua di Nostra Signora delle Grazie la corona d'oro, prima di dare inizio alla tradizionale processione di maggio
E se tornasse in vita l'autor di questo Tempio,
di cui con arte ardita qualcuno ha fatto scempio?
E' ben visibile in questo panorama della Riviera di ponente la pietra arenaria sulla quale è stato costruito il paese. Tutto il sottosuolo della vecchia Nettuno è ricco di lunghe e profonde grotte, comunicanti tra loro e provviste di numerosi sbocchi verso terra e a mare. E' assai probabile che gli antichi Nettunesi vi si rifugiassero in cerca di scampo durante le frequenti incursioni saracene.
Una bella foto del borgo medioevale e del forte Sangallo. Siamo intorno all'anno 1900. La cartolina è indirizzata a "Centi Mario" dal fratello Dante (grazie, Dante per questo panorama che non vedremo più).
"Nettuno - capanna di contadini"
Una capanna a Nettuno? Si, nel passato ce n'erano tante in campagna. Ma questa è una gran bella capanna, fatta non come ripostiglio di attrezzi agricoli ma per comoda abitazione. Alta una decina di metri, a copertura spiovente fino a terra, ben costruita per impedire l'ingresso alla pioggia e al vento e per dare alloggio a una famiglia numerosa, di cui si contano qui non meno di dieci persone.
Il Castello medioevale dopo la restaurazione delle mura ordinata dal Papa Pio IX (la fotografia risale forse al 1880). Non vi sono che pochi scogli alla base, ma una bella sponda marmorea. Notare a destra le poche case in Piazza dei Pozzi (attuale Piazza Mazzini) non più esistenti. Sono appena visibili alcune persone che scendono al mare attraverso una stradina scoscesa sulla quale, più tardi, verrà costruita una scalinata, che verrà poi eliminata e sostituita con un'agevole ed ampia strada asfaltata.
La fortezza Sangallo costruita nel 1501 su progetto dei fratelli Antonio e Giuliano Sangallo. Fu inaugurata da Papa Alessandro VI nel 1503.
Passeggiata Olmata
Il castello medioevale visto da ponente.
Siamo intorno all'anno 1910, il tempo in cui mancava la croce sul campanile di
San Giovanni.
A destra, in lontananza, appena visibile, la chiesina di San Rocco. Pochi villini tra il Forte Sangallo e Belvedere. In mezzo al mare: lo scoglio Criccone e lo scoglio Orlando, tanto cari ai settantenni di oggi.
Una delle più belle panoramiche viste da levante.
Bella anche questa. Siamo intorno agli anni '30, se non erro.
Commissario Prefettizio: Rosario Speciale.
Passa il tram davanti al monumento...o è già passato?
E' diretto ad Anzio o a Nettuno?
Io direi a Nettuno. Perché?
Il Castello medioevale visto da Levante, dopo il restauro delle mura malate di salsedine e danneggiate dalle onde infuriate del mare. Il Papa Pio IX nel 1870 ordinò che fossero restaurate e rafforzate con una sponda di pietra tuttora esistente.
Foto centenaria.
Leli Mariano fra due monumentali buoi sulla spiaggia di Nettuno, sotto le mura del
Castello medioevale.
Al tempo di questa fotografia eravamo poco più di seimila a Nettuno.
I numerosi scogli e i tanti ruderi di vecchie costruzioni che abbondano lungo la fascia costiera del Castello medioevale confermano la tradizione dei vecchi Nettunesi, secondo cui il mare era ben distante dal paese. Nelle piante topografiche dell'Agr. Quaelati. "si vedevano numerose vigne dove ora è il mare" (Matteucci) specie nella zona di Crerarossa, dove gli ottantenni di oggi hanno visto con i propri occhi tante volte franare il terreno durante forti mareggiate.
Carta topografica di Innocenze Mattei, del 1674 (Dall'opera di A.Frutaz: "Le carte del Lazio" - Istituto di Studi Romani - Roma 1972 - volume 2° - tav. 156).
La cartina mostra Nettuno (detta anticamente Antium navale) con le rovine del tempio della dea Fortuna e della villa neroniana nel sito stesso dove sorgeva una volta l'antica città di Antium, che diede i natali all'imperatore Nerone.
Intorno a Nettuno: Tor Caldara, chiesa di San Biagio e, oltre il fiume Loracina, Astura con le rovine della villa di Cicerone.
Nel 1500 lo storico Alessandro Andrea scriveva che tutto il grano occorrente alle armate dei Colonna proveniva dal territorio di Nettuno.
Anche i nostri avi gradivano il ristoro del sole estivo e dei bagni refrigeranti del Mar Tirreno. Quanta strada è stata fatta dagli anni venti della foto a questa parte! Cambiato il panorama, cambiati gli usi e...i costumi.
Bifora quattrocentesca in via del Quartiere.