IL DISASTRO DI VIA DEL BALUARDO
Porta d’ingresso al Borgo alla fine di via del Baluardo
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Via del Baluardo |
Il 21 agosto 1909 un crollo improvviso si verificò in via del Baluardo. “Non pochi cittadini unitamente ai R.R.C.C. compirono atti di coraggio e d’abnegazione commendevolissima tanto che riuscirono a trarre a salvamento presso che tutte le persone coinvolte fra le macerie delle case crollate e fu solo mercé la loro opera se si dovette lamentare una vittima soltanto nella persona della bambina Colozzi Francesca di Raniero.
Dalle informazioni assunte è che i primi ad avvedersi del disastro e ad accorrere sul posto furono i cittadini Cecchini Luigi, Pierimarchi Adolfo, Censi Augusto, Laurenzi Filippo e De Cupis Vincenzo. Questi, parte si dedicarono subito al salvataggio e parte corsero a chiamare iuto e a provvedere delle torce per illuminare la località perfettamente rimasta al buio in seguito alla interruzione della corrente elettrica. Accorsero immediatamente i R.R.C.C. Guadagnino Anarsco e Padovani Federico della locale stazione; susseguirono i cittadini Ottolini Quintino, Grossi Antonio, Taurelli Scipione, Valle Giuseppe, il Tenente Cordaro, il Maresciallo Ruggero Antonino dell’arma di artiglieria.
Il Maresciallo dei R.R. Carabinieri Musso Domenico, l’assistente del genio Troiani Francesco, le guardie Municipali ed il corpo dei vigili.
Tutti con lo stesso spirito si accinsero all’opera difficilissima di salvataggio a motivo della ristrettezza della località nella quale dovevano lavorare, del pericolo che presentavano le parti di tetto e di mura rimaste in piedi; e con ordine ammirevole compirono il loro lavoro.
Esso stesso ebbe a rilevare che tutti agivano con vero spirito d’abnegazione ma oltre a R.R. Carabinieri rilevo non curanti del pericolo e specialmente audaci il Laurenzi Filippo, il Censi Augusto, il Taurelli Scipione ed il Grossi Antonio non che il De Cupis Vincenzo.
La Giunta
Constata che le informazioni date dal Sindaco corrispondono a tutto quanto è affermato dalla pubblica notorietà. Considerato essere giusto segnalare gli atti di abnegazione e di eroismo compiuti in quella circostanza dalle persone che si esposero al pericolo per portare a salvamento gli sventurati che si trovavano sotto le macerie.
Ad unanimità di voti
Prende atto del pronto accorrere di tutte le persone ivi richiamate, comprese le Guardie Municipali ed i Vigili e designandoli tutti alla pubblica riconoscenza, non solo i R.R.C.C. ma anche i cittadini Censi Augusto, Laurenzi Filippo, Grossi Antonio, De Cupis Vincenzo e Taurelli Scipione. Manda pure un plauso a tutto il piccolo presidio dell’Arma d’Artiglieria che accorsa pure prontamente sotto gli ordini del Maresciallo Ruggero Antonino, del Tenente Cordare e in ultimo anche del Capitano Mazzoni che rese un servizio prezioso sia coadiuvando per il salvataggio, sia tenendo a bada la cittadinanza che accorse numerosa e che in momento poteva essere tutt’altro che utile”.
(Delibera di giunta n° 136 del 14-9-1909)
Nettuno, primi del ’900
piazza M. Colonna, il Municipio
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Nettuno, primi del ’900 la vecchia sede
del Palazzo Comunale vista da piazza Umberto I
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Nettuno, 1902 - inizio lavori di
costruzione del nuovo Palazzo Municipale
Porta d’ingresso al borgo medievale
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Le cause del crollo
Come accertarono gli ingegneri delle Miniere e del Genio civile inviati dal Prefetto, il crollo fu causato dallo scavo fatto, con poca sicurezza, sotto le case stesse, in particolare di tre case in via del Baluardo. C’è un particolare non trascurabile da ricordare: l’apertura di un passaggio “attraverso le mura castellane dalla parte di terra a S. Rocco”, così come ricordato nella seguente delibera.
Il sedici novembre milleottocentoottantacinque è convocato il Consiglio Comunale, nella sessione d’autunno, prorogata con Decreto Prefettizio n° 38544 del 30-10, in prima convocazione, in base agli articoli 79 e 80 della legge Comunale e Provinciale 20-3-1869. Presenti i Signori: D’Andrea Giuseppe, D’Andrea Luigi, Ottolini Lorenzo, Ottolini Giovanni, Grappelli Stefano, Colozzi Giovanni, Brovelli Pompeo, Casaldi Francesco, Marafelli Filippo. Assenti: Borghese Principe Don Paolo, Catanzani Bartolomeo, Brovelli Giovanni, Di Pietro Andrea, Andolfi Bartolomeo. Presiede il Sindaco Sig. Giuseppe D’Andrea. Al sesto punto all’ordine del giorno la dichiarazione di pubblica utilità di un passaggio attraverso le mura castellane dalla parte di terra verso S. Rocco, per poter mettere in comunicazione l’interno del paese con detta via.
Il Presidente, vista l’importanza e l’utilità grandissima di detto lavoro che esaudirebbe un voto ripetutamente espresso dall’intera popolazione, presenta relazione e perizia sull’oggetto redatta dall’Ing. Iacometti.
Dopo breve discussione il consiglio ad unanimità delibera di riportare il progetto fra gli altri di risanamento e edilizia che intende sia affidata all’Ing. Tuccimei incaricato dalla Fondiaria per la compilazione del piano d’esecuzione del nuovo Quartiere di S. Rocco e ciò onde il vecchio col nuovo abitato, sotto la direzione di un solo e con un solo criterio ordinativo armonicamente si colleghino. Viene dato l’incarico all’Ing. Tuccimei, accordando un termine perentorio del 15 Dicembre dello stesso anno per la presentazione del progetto e al Cav. Iacometti Ing. Pacifico di presentare le perizie e i tipi delle case da demolire al largo della Marina per la nuova strada per la stazione.
Nella nuova seduta del Consiglio Comunale del ventidue maggio milleottocentonovanta, alla presenza dei consiglieri Comunali Grappelli Stefano, Sisti Carlo, Sindici Luigi, Turchi Salvatore, Trafelli Giovanni, Di Pietro Tommaso, emergono alcuni elementi. Il Presidente Grappelli narra come nel 1886 “minacciando rovina la torre dimezzata delle mura Castellane verso S. Rocco, con pericolo delle case prossime lungo la marciaronda”, fu d’uopo ad urgenza procedere alla necessaria consolidazione effettuata sotto la direzione dell’Ing. Cav. Iacometti.
Per l’esecuzione fu necessario aprire un varco nelle mura stesse, sterrare il bastione e provvedere ad una costosissima sottofondazione alle fondazioni meschinissime della torre. Aperto il varco e vista la spesa sostenuta si ventilò se non era utile quel varco ampliare e sistemare a porta l’ingresso all’interno del paese con molta comodità pubblica ed interesse igienico.
Rappresentata la cosa al Demanio, questi da prima protestò, poi ammise l’utilità pubblica, ma richiese per l’autorizzazione al transito un canone che a mano a mano andò a scemare, fino a lire 8.00 annue.
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Nettuno, via Durand de la Penne, primi del ’900
Nettuno primi del ’900, all’epoca del disastro
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Onoranze funebri per la bambina morta
“Il Sindaco Gaetano Ottolini, secondando il desiderio espresso dalla generalità degli abitanti e dagli stessi villeggianti che tanta parte presero a favore dei danneggiati del disastro, dispose che il cadavere della bambina Colozzi Francesca, rimasta vittima del disastro stesso, fosse trasportata al cimitero col carro di seconda classe senza alcun corrispettivo da parte della famiglia e che fosse pure deposta gratuitamente in un posto distinto”.
(Delibera di giunta n° 127 del 30 agosto 1909).
Spese sostenute
Per la durata di nove giorni ed otto notti furono messi a guardia delle case crollate, i omponenti il Corpo dei Vigili, due di giorno e tre di notte, onde assistere di giorno al invenimento degli oggetti e masserie spettanti alle famiglie che vi abitavano, e guardare di notte che persone malintenzionate asportassero gli oggetti stessi. La giunta, nella seduta del 14 settembre 1909, pur osservando che il servizio prestato dai vigili non fosse previsto dal regolamento, delibera di far liquidare in lire 45 il servizio prestato da due vigili per le nove giornate ed in lire 84 il servizio prestato per otto notti da tre vigili, prelevando l’importo totale al fondo delle spese impreviste. |
Provvedimenti per le case crollate
Poiché via del Baluardo era stata chiusa al pubblico passaggio con non lieve danno degli altri abitanti, per proposta del consigliere Luigi Ottolini, nella seduta del 20 ottobre 1909 n° 148 fu nominata una commissione di tre consiglieri, che in accordo al perito comunale doveva accedere sul luogo del disastro e riferire sollecitamente. Su tredici consiglieri presenti e votanti furono nominati: Ottolini Luigi e Tommaso Tulli con dodici voti e Del Monte Antonio con voti undici. La verifica dei voti fu esperita dagli scrutatori D’Avack Prof. Ettore, Del Monte Antonio e Di Pietro Giovanni.
La commissione, nella seduta consiliare del 4 novembre 1909, suggerì di acquisire l’area delle case crollate, per farla diventare di pubblica utilità. Ad unanimità di voti fu delegato il Sindaco a chiamare i proprietari per concordare il prezzo di acquisto e l’Ingegnere comunale a completare la relazione presentata corredandola con la parte tecnica e con l’accertamento preventivo della spesa occorrente a sistemare la località. Nella seduta del 30 novembre fu presentato lo stralcio del progetto di sistemazione della via del Baluardo con un importo di lire 7.940,92.
Poiché nel progetto mancava la spesa per la puntellatura, detta sbatacchiatura dei fabbricati, il progetto fu rinviato all’Ingegnere per analoghe spiegazioni ed eventuali modificazioni. Il 9 Dicembre si stabilì di bandire l’asta per l’appalto dei lavori di sistemazione delle vie del Baluardo e Via Romana. L’appaltatore stradale Alfredo Fioravanti fece pervenire una sua domanda per la concessione del lavoro a privata trattativa.
Il consiglio comunale, nella seduta del 23 dicembre, fermo restante la necessità e urgenza di eseguire il lavoro per il miglioramento delle condizioni igieniche e edilizie delle due contrade e, considerando che la Ditta dava sicuro affidamento di una buona esecuzione del lavoro e un ribasso del due per cento sul prezzo di lire 13.813,92 stabilito per base preventiva del lavoro, ad unanimità di voti, revocò la delibera del 9 dicembre con la quale venne stabilito di procedere all’asta pubblica e si chiese all’Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia la facoltà di concedere il lavoro per privata trattativa al Sig. Fioravanti Alfredo, in base alle condizioni contenute negli art. 3,5,6,7,8,9 e 10 del Capitolato approvato dalla Giunta Comunale nella seduta del 22 Dicembre. Il 10 Febbraio 1910 fu letta in Consiglio Comunale la relazione dell’Ing. Talenti così come stabilito nella deliberazione del 4 Novembre 1909 che prevedeva un’espropriazione parziale della zona di demolizione di via del Baluardo in via amichevole.
Nettuno primi del ’900, via Durand de la Penne
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Sulla destra il Comune in costruzione
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Ci fu un’animatissima discussione che terminò con una proposta di rinvio della perizia all’Ing. Talenti, invitandolo a concordarla con la Commissione Consiliare precedentemente nominata. Sulla proposta di rinvio, alla votazione per appello nominale, risposero affermativamente dodici Consiglieri, negativamente uno, essendosi astenuti i Consiglieri De Franceschi Angelo, Della Millia Guglielmo ed Ottolini Luigi, perché parenti o affini ai proprietari delle case diroccate.
Nella seduta del 31 marzo 1910, ad unanimità di voti, il Consiglio Comunale approvò la relazione complementare dell’Ing. Pietro Talenti dalla quale si rilevava che l’area da espropriare era di mq. 81 e che a lire 15 il mq. importava una spesa di lire 1.215; deliberò di assegnare ai proprietari delle case diroccate il termine di giorni trenta per presentare i progetti e disegni di ricostruzione dei fabbricati stessi, autorizzando in difetto l’espropriazione per pubblica utilità di quelle aree per ridurle a pubblico suolo, offrendo ai proprietari il prezzo di lire quindici a metro quadrato. L’ordine del giorno fu approvato con voti favorevoli unanimi dieci ed astensione dei Consiglieri Della Millia Guglielmo ed Ottolini Luigi per gli effetti dell’art. 292 della Legge Comunale e Provinciale. Nella seduta del 15 luglio 1910, il Consiglio comunale, considerato che ogni decisione su via del Baluardo era prematura se prima non aveva luogo l’espropriazione delle aree già occupate dalle case demolite; tenuto presente il silenzio dei proprietari di fronte all’intimazione; ritenuta l’urgenza di provvedere a rimuovere lo sconcio che presentavano le case crollate; deliberava di procedere alla espropriazione per pubblica utilità delle aree già occupate dalle case stesse, offrendo il compenso di lire 15 al mq. quadrato ed autorizzava la Giunta ad espletare tutti gli atti occorrenti. Non prendeva parte alla votazione il Consigliere Ottolini Luigi perché genero della signora Mariani Teresa in Trafelli, proprietaria di una delle case crollate.
Nettuno, il nuovo palazzo municipale, 1910
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Il Palazzo Municipale anni ’20
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Nettumo, Il Palazzo Municipale nel 1930
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Nettuno, il Palazzo Municipale anni ’40
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Nettuno, il Municipio negli anni ’50
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Nettuno, Il Municipio negli anni ’60
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Provvedimenti per le grotte
Nella seduta Consiliare del 27 ottobre 1910 il Presidente comunica che “la Prefettura con nota del 17 settembre del 1909 n° 57349 ordinò che si faceva un esatto rilievo altimetrico e planimetrico di tutte le grotte, allo scopo di stabilire il loro sviluppo attuale e le opere di consolidamento necessarie per garantire la pubblica incolumità, opere che dovevano essere fatte dagli utenti delle grotte stesse obbligandoli, in caso di rifiuto a chiuderle”.
Per quanto poi riguardava l’escavazione delle grotte stesse sotto il suolo Comunale la stessa Prefettura riteneva conveniente chiedere ai proprietari il pagamento di un canone annuo ed una dichiarazione che l’occupazione abusivamente fatta si doveva intendere ulteriormente concessa a titolo precario.
Contemporaneamente, disponeva che fatte d’urgenza le indicate ispezioni la cosa si sottoponesse al Consiglio per le sue determinazioni. Le ispezioni furono subito eseguite e dove l’urgenza richiedeva dei provvedimenti subito si adottarono, ma intanto si rendeva indispensabile che il Consiglio desse il suo parere sull’argomento.
Il Consigliere Catanzani Bartolomeo faceva notare che le grotte “sono antichissime” e non giusto che i proprietari sarebbero stati assoggettati al pagamento di un canone. Catanzani Venceslao osservando che le grotte occorrevano per ricoverare il vino, principale, anzi l’unico prodotto del territorio, non trovava giusto il pagamento di un canone, giacché lo stato esonerava i fabbricati agrari dalle imposte.
Ottolini Luigi era del parere che le cose dovevano rimanere come si trovavano e piuttosto si preoccupava delle spese fatte per la verifica, non ritenendo giusto che le spese stesse “facciano carico a quei proprietari che si trovano in regola con la grotta sia col sottosuolo comunale sia nei rapporti con la sicurezza”. Intanto raccomandava una scrupolosa sorveglianza per il caso di scavamento di nuove grotte. Ceccarini Giuseppe non dissentiva dal concetto generale e faceva osservare l’opportunità di lasciare le cose inalterate: un vero e proprio atto di riconoscimento dello status quo. Il Consiglio ad unanimità di voti approvava il seguente ordine del giorno: “considerato che il Comune di Nettuno è assolutamente vinicolo e che le grotte sono indispensabili per la nuova conservazione del maggior prodotto del territorio, ritiene opportuno di non imporre per ora canone di sorta ai possessori di grotte scavate nel sottosuolo comunale”.
Avviso pubblico
In data 6 ottobre 1909 con un manifesto il Sindaco invitava i proprietari delle grotte
a farne denuncia all’ufficio comunale.
La risposta dei cittadini
Ecco alcune comunicazioni dei cittadini di Nettuno che dichiaravano di possedere
la grotta e in alcuni casi l’attività che svolgevano.
NETTUNO
In relazione all’avviso pubblicato da codesto Municipio, in data 6 corr.
Le significo che io posseggo tre grotte e cioè: due in piazza Giovanni Torretta,
e precisamente nella cantina e giardino ritenuto da Valeri Filippo,
ed una in piazza delle Rimesse, annessa alla cantina che ritengo per mio esclusivo uso.
Faccio osservare che sopra la grotta annessa al giardino, non esiste costruzione di fabbricati.
Con stima
DEV.MO GIOVANNI TRAFELLI
Nettuno, lì 18 ottobre 1909
Dichiarazione di Giovanbattista De Luca
Ill.mo Signor Sindaco del Comune di Nettuno
II sottoscritto dichiara di possedere una grotta in Via S.Maria divisa in due parti,
per uso vendita osteria, e uso casa.
Nettuno, 19 ottobre 1909
DEV.MO GIOVAN BATTISTA DE LUCA
Dichiarazione di Giovanni Zamperini
Gentilissimo Signor Sindaco
Come dall’avviso del 13 corrente, la prevengo che nel locale uso osteria
posto in via Vittorio Emanuele III, nominata osteria della Ferrovia
ciò annessa anche la grotta.
DEV.MO ZAMPERINI GIOVANNI
Nettuno 19 ottobre 1909
Dichiarazione di Angelo Combi
Ill.mo Signor Sindaco
In conformità dell’avviso pubblicato avverto V.S.
che io sono possessore di tre grotte:
una in via delle Rimesse, una in piazza Giovanni Toretta, l’altra in via S. Giovanni,
precisamente dove abbita(sic) Mariano Baruffa
che finiti “li trasporti” dell’uva viene riempita.
Nettuno 20 ottobre 1909
ANGELO COMBI
Dichiarazione possesso grotta di Ercole Visca
Ill.mo Sig. Sindaco
Nettuno
II sottoscritto avverte la S.V. che possiede una grotta in Via Romana,
e precisamente annessa al locale della già Trattoria Romana,
nonché un’altra piccola nicchia sotto la casa di sua proprietà in via Sacchi.
Nettuno, li’ 20 ottobre 1909
ERCOLE VISCA
Dichiarazione possesso grotta di Bartolomeo Catanzani
Ill.mo Signor Sindaco Nettuno
II sottoscritto riferendosi alle disposizioni dell’avviso pubblicato in data 6 corrente
avverte la S.V.I. che egli possiede una grotta in Via Romana, 6.
Nettuno, li’ 21 ottobre 1909
Per CATANZANI BARTOLOMEO
GIUSEPPE MARUFELLI incaricato
Dichiarazione possesso grotta di Lorenzo Ottolini
Ill.mo Sig. Sindaco Nettuno
II sottoscritto riferendosi all’avviso in data 6 ottobre u.s.
denunzia alla S.V.I. che egli possiede due grotte: una in via dei Volsci
ed un’altra in via Vittorio Emanuele III nel locale “Trattoria dell’antica Campana”Nettuno, li’ 5 Dicembre 1909
LORENZO OTTOLINI
Dichiarazione possesso grotta di Anselmi Raniero
Ill.mo Sig. Sindaco informo la S.V. ill.ma
che il sottoscritto è proprietario di una grotta sita Strada V.E. III°
nel proprio esercizio di pizzicheria.
Nettuno 22 Dicembre 1909
ANSELMI RANIERO
Nella seguente comunicazione è da notare la sottolineatura nettunese che per gli indigeni è ancora oggi motivo di prestigio e d’orgoglio.
Dichiarazione possesso grotta di G. Fiorilli
Ill.mo Signor Sindaco del Comune di Nettuno
Il sottoscritto Nettunese, denunzia a V.S.
che la Grotta che esiste alla Piazzetta
della fontana vecchia n° 8 - ora Stefano
Porcari, e di sua proprietà, già visitata
dall’Ill.mo Ingegnere Talenti.
Nettuno 18 Ottobre 1909
DEV.MO GIOV.BATTA FIORILLI
Piazza Stefano Porcari
Dopo la segnalazione dei cittadini, il Municipio incarica l’Ing. Pietro Talenti di iniziare i rilievi delle grotte.
L’Ing. Pietro Talenti inizia il lavoro di rilevamento già nel 1909 e lo termina probabilmente nel 1911. Per ogni grotta porta a termine il rilevamento, un disegno su tela, 3 copie su cartoncino e una comunicazione al Comune su carta bollata.
Ecco un tipico esempio:
Ordinanza Comunale per lavori da eseguire in grotta
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LA RISPOSTA DI UN CITTADINO
Nettuno 14 Marzo 1912
Egregio sig. Sindaco
Ieri ricevetti ordinanza dalla S.V.I. per fare delle riparazioni nella grotta
annessa sulla cantina in Via delle Rimesse.
Posso assicurarla che da circa due anni sono stati fatti detti lavori
con la direzione dell’Ingegnere Pietro Talenti.
Salutandola distintamente in segno suo devoto
ANGELO COMBI
NEL CASO DI QUALCHE INCONVENIENTE SI PROCEDEVA COSÌ
Il sottoscritto informa la S.V. Ill.ma che nella pizzicheria.
Strada V.E. III° e possessore di una grotta, e nella sottostante strada,
in una nicchia cade acqua abbondante senza sapere da dove viene,
o dalla fogna o dalla presa dell’acqua potabile quindi è necessario
mandare al più presto possibile persona competente a scanso di spiacevoli
inconvenienti che potrebbero recare.
Nettuno il 2 Marzo Mille912
ANSELMI RANIERO
L’INTERVENTO DELL’ESPERTO
Il Fontaniere Comunale
Dichiara che ieri fu chiamato dal sig. Anselmi Raniero la quale mi diceva che ciè
un danno d’acqua nella conduttura, invece avverto la S.V. che
è una perdita nella fogna e bisogna pigliarne provvedimento subito che potrebbe molto
danneggiare
IANNOZZI GIOVANNI
Stagnaro e Vetraro Fontaniere Municipale
Nettuno
IL PAGAMENTO DEL CANONE GROTTE
Dal 1909 al 1911 i cittadini nettunesi furono esonerati dal pagamento della tassa sulla grotta, ma con due comunicazioni successive, in base a due deliberazioni del 13 luglio 1913 n. 94 e 22 giugno 1916 n. 137 furono obbligati al pagamento.
PROVINCIA E CIRCONDARIO DI ROMA
MUNICIPIO DI NETTUNO
IL R. COMMISSARIO
Veduta la propria deliberazione 22 giugno 1916, n. 137, approvata dalla Giunta provinciale amministrativa, con decisione del 7 corrente, n. 2074;
NOTIFICA
Al Sig................................................................................utente della grotta scavata nel sottosuolo comunale
in via...........................................................................................................
1° che per l’uso precario della grotta stessa, è stato stabilito definitivamente, un corrispettivo
di affitto di centesimi 30 annui al metro quadrato;
2° che il detto pagamento debba decorrere dal 1° gennaio 1912, avendo il Comune rinunziato a qualunque indennizzo per gli anni precedenti, come compenso, agli Utenti delle spese sostenute per l’escavazione;
3° che l’affitto debba ritenersi valido per anni cinque da rinnovarsi di cinque in cinque anni, dovendo in mancanza chiudersi le grotte scavate, ed adottare a spese dell’Utente tutti i provvedimenti tecnicamente riconosciuti necessari per assicurare la solidità del soprassuolo;
4° che rimangono a carico dei singoli Utenti le spese tutte di conservazione e manutenzione; e conseguentemente la responsabilità di qualsiasi danno potesse derivare alla proprietà soprastante per trascuratezza della detta manutenzione;
5° che è riservato al Municipio il diritto di ispezionare in ogni tempo le Grotte, per accertarne meglio la solidità e lo sviluppo, e per provvedere, occorrendo, anche d’Ufficio, alle spese di consolidamento, ove per ragioni di sicurezza non se ne dovesse ordinare la chiusura;
6° che a partire da oggi è vietata qualunque nuova escavazione nel sottosuolo comunale, avvertendo che in caso di contravvenzione, i proprietari od utenti dovranno soggiacere ad un ammenda da lire 100 a 500 e chiudere e riempire immediatamente la fatta escavazione;
7° che dovendosi in occasione di opere pubbliche occupare, in tutto od in parte, le grotte costruite nel sottosuolo comunale, il Comune avrà il diritto di farlo, dando un preavviso di tre mesi senzachè gli Utenti possano opporre diritti di sorta e chiedere compensi;
8° che debbono essere rimborsate al Comune le spese anticipate per le verifiche eseguite;
9° che il sottosuolo comunale occupato dal nominato........................................
venne accertato dall’Ing. Pietro Talenti in metri quadrati.................... ai quali corrisponde l’annuo corrispettivo di lire...........................................
10° che il pagamento per gli anni 1912 a tutto il 1916 in complessivo L...........
unitamente alle spese di verifica in L........................................ debba essere fatto in due rate al 10 ottobre e 10 dicembre prossimo;
11° che per gli anni successivi il pagamento del corrispettivo di affitto in L......
debba essere fatto il 1° novembre.
Invita lo stesso................................ a prestarsi entro il termine di giorni dieci alla stipulazione dell’atto di cui al n. 3, presentando all’Ufficio comunale la ricevuta dell’Esattore giustificante l’eseguito deposito della somma a calcolo di lire 10 per le spese dell’atto stesso.
RICORSI AVVERSO IL PAGAMENTO
Il Commissario straordinario Giovanni Ortolani l’11 luglio 1916 risponde così al
reclamo del Sig. Cav. Pirri Saverio contro il ruolo per il pagamento del canone di affitto
delle grotte.