G. PONZI - Carta geologica dello Stato Pontificio, disegnata durante il Pontificato di Gregorio XVI (1831-1846) |
G. PONZI - Carta geologica della Campagna Romana (1878)
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La storia geologica di Nettuno e zone circostanti risalgono a 200 milioni d’anni fa, quando sul fondo dell’oceano Tetide si depositarono i sedimenti che formarono l’Appennino centrale.
Come si sono formati gli Appennini:
Bacino sedimentario
Movimento tettonico
Formazione appenninica
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30-35 milioni d’anni fa l’Europa e l’Africa si avvicinarono: i depositi marini furono sollevati e sovrapposti, originando la catena montuosa degli Appennini.
L’evoluzione della superficie terrestre risente delle forze dinamiche presenti all’interno della Terra che provocano lo spostamento dei Continenti, comportandosi come zattere che galleggiano su un materiale semiviscoso.
Intorno ai 6 milioni d’anni fa la parte occidentale della catena appenninica si assottigliava, sprofondava e dava origine al mar Tirreno.
Ricostruzione dell’area Romana circa 5 milioni di anni fa
Emergevano il Circeo e le montagne dell’Appennino.
Pianura Pontina nel Pliocene (3 milioni di anni fa)
Pianura Pontina nel Pleistocene (500 mila anni fa)
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L’area su cui sarebbe sorta Nettuno, Anzio, Roma, era totalmente sommersa: in quel mare, tra Tor Caldara e Anzio si depositavano sedimenti terrigeni fini, le argille azzurre e sedimenti sabbioso-argillosi.
Pliocene inferiore (6 milioni di anni)
liocene medio (3 milioni di anni)
liocene medio - superiore (3 milioni - 2 milioni di anni)
Pleistocene (1,8 milioni - 50 mila anni)
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Il mare era profondo 100-120 metri e, man mano che si depositavano i sedimenti, il fondo del mare si abbassava sotto il peso e lo spessore delle argille diventava notevole.
Testimonianza della linea di riva di questo mare sono i fori dei Litodomi (3), che si osservano nella grotta del Fossellone a quota 100-120 metri sul livello del mare, nel monte Circeo.
Grotta del Fossellone vista sul mare
Fori dei Litodomi
Testimonianze fossili nella grotta
Fori di Litodomi all’interno della grotta
Litodomi Pholas dactilus
Litodomi: Lithophaga lithophaga
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Circa 3 milioni d’anni fa, a causa delle forze di compressione dovute all’avvicinamento del continente africano di 2 cm. l’anno al continente europeo, si produceva un rigonfiamento anticlinale, con asse NE-SW passante per Tor Caldara, determinando un alto strutturale trasversalmente alla costa.
Il sollevamento del fondo del bacino determinava una condizione di mare sottile e temperatura calda tale da favorire l’instaurarsi d’insediamenti coralliferi. Detriti di gusci e altri frammenti organogeni -i bioclasti- si accumulavano sull’anticlinale e sui suoi fianchi, a causa di un’erosione.
Nasceva il Macco, calcarenite4 bioclastica giallastra e grigia, in un ambiente di transizione, alla base della spiaggia sottomarina, con abbondanti molluschi: pectinidi a valve intere, ostree, echinidi, briozoi, brachiopodi, balanidi, microfossili, alghe corallinacee.
Il Macco a Nettuno sotto la Divina Provvidenza |
4 Calcarenite: una roccia detritica con granuli calcarei di dimensioni analoghe a quelle di una sabbia.
Alla fine del Pliocene, circa 2 milioni d’anni fa, la parte assiale dell’anticlinale emerse nellazona di Tor Caldara, insieme al Macco e a parte delle sottostanti argille azzurre.
In questa fascia il Macco è stato completamente eroso da successive ingressioni del mare, mentre nell’area di Anzio e Nettuno il Macco si è conservato poiché le falde dell’anticlinale erano meno rialzate.
A Tor Caldara, dopo l’erosione del Macco, emergono le argille azzurre del Pliocene inferiore che a Roma e dintorni si ritrovano a centinaia di metri di profondità.
Anche tra Tor Caldara e Anzio Colonia il Macco è stato eroso, mentre lo si ritrova in superficie dopo Anzio Colonia, a Capo d’ Anzio, Anzio stazione, a Nettuno fino al Comune per poi scomparire immergendosi in profondità. Nella zona del corso d’acqua Loricina e nel quartiere Cretarossa si trova a 27 metri dal piano di campagna.
Trasgressione marina
Regressione marina
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Stratificazione del macco
In alto un blocco integro
In basso rialzamenti (a) e abbassamenti (b)
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La stratificazione del Macco è: N20°-30°E, immersione ESE di 15°-18°.
Nel complesso il Macco non è un blocco unico integro, poiché movimenti post-Pliocenicihanno determinato rialzamenti ed abbassamenti con una struttura a gradinata, gli Hörst e Graben.
Il Macco, per la sua costituzione litologica di materiale semilitoide tenero, sabbioso argilloso coerente, si presta bene ad essere intaccato, scavato.
Ha buoni parametri geotecnici e le superfìci scavate in esso danno buon affidamento per sostenere carichi elevati, purché non troppo vicine alla superficie topografica. Ovviamente il Macco deve essere integro e non presentare grandi spaccature. Così si spiegano le numerose cantine in un territorio che aveva sviluppo prevalentemente agricolo con coltivazioni di cereali e piantagioni di viti.
Stratigrafia, falda freatica, grotte nel Macco a Nettuno
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Fossili nel macco
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Vi sono esempi d’ubicazione delle grotte rispetto ai due tipi principali di terreni: le sabbie della Duna Antica Pleistocenica e il Macco. Il Macco è anche un discreto materiale da costruzione. Gran parte delle case di Nettuno e Anzio aveva, prima della guerra, muri e fondazioni di Macco. Cave di Macco si trovavano un po’ ovunque sul territorio. Il Macco,soprattutto quello litoide, fungeva da barriera antiflutto e da basamento per la costruzione di strade. In epoca romana, oltre che per le costruzioni, veniva usato, dopo cottura, per ricavare la calce. Il Macco è stato utilizzato dai Volsci, dagli Etruschi e dai Romani; è anche un cognome di origine celtica.
Si ritrova a Civitavecchia, Tarquinia, Marina di Palo, Canino. Il Macco si è depositato sulle argille nel Pliocene medio, 2-4 milioni d’anni fa. E’ presente nel borgo di Nettuno fino all’altezza di 12 metri circa sul livello del mare; affiora vicino alla Scuola della Polizia di Stato, a villa Borghese, dietro il Cimitero americano, lungo la sponda destra del fosso Cacamele, nel fosso dell’Armellino, a Cadolino; a Torre del Monumento e alla Campana si trova a debole profondità. Ad un centinaio di metri, ad ovest del Parco Loricina, che è attraversato dal corso d’acqua Loricina, il Macco è quasi affiorante, mentre all’interno del Parco si trova a una profondità di 25-30 metri. Solo una frattura del terreno può spiegare un dislivello fra le due parti per una distanza in superficie così breve. Nella zona di S. Rocco e a Cretarossa il Macco si trova sui 30 metri di profondità. Nella periferia di Nettuno non si può parlare di un aumento costante della profondità del Macco poiché in alcune zone, come Tre Cancelli, Scopone, Borgo Montello, si trova da 0 a 20 metri sul livello del mare, con una superficie topografica di 40-50 metri. In altre zone limitrofe alle precedenti, il Macco è stato asportato via o dall’erosione, o a causa di fratture si trova a maggiore profondità sotto un pacco d’argille del piano Siciliano, successivo a quello di nascita del Macco. Sanno bene gli abitanti della zona dello Scopone, della Verdiana, di Tre Cancelli, quando scavano un pozzo per la ricerca della falda idrica. Incontrano il Macco dai 35 ai 60 metri di profondità, mentre a solo un centinaio di metri di distanza, alla stessa profondità trovano solo le argille del piano Siciliano, per un notevole spessore. Ecco perché è più corretto pensare al Macco come una serie di blocchi fratturati, rialzati tra il fosso Cacamele e il fosso del Quinto, infossati in via Lucania, via Piemonte, via Palermo. Il Macco è notevolmente fossilifero. ANettuno il Macco si presenta sotto diverse facies5 o aspetti: una facies limoso-argillosa-sabbiosa di colore grigio od avana, una facies sabbiosa concrezionata di colore giallino, semilitoide, una facies litoide. Le diverse facies si possono trovare in alternanza. Lo spessore del Macco puo’arrivare fino a 80-100 metri. La permeabilità del Macco per porosità è variabile con il grado di cementazione: ha buona e gran permeabilità ove si trovano spaccature; è semipermabile o impermeabile quando è preponderante la parte limoso-argillosa.
5 Facies è l’insieme dei caratteri petrografici, litologici, sedimentologici e paleontologici che una roccia presenta in un luogo o in una determinata area geografica, che esprimono l’ambiente di formazione. E’ ogni impronta di un ambiente di deposizione o di un resto organico.
CARTA GEOLOGICA DI NETTUNO