CORINALDO
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All'alba in campagna, il sole lascia la notte dimenticando colori intensi sulle foglie e nella rugiada.
Quella mattina la sveglia suona inutilmente, la notte è stata di attesa. Angelo, Marietta, Mariano ed Alessandro sono emozionati: per loro si tratta del primo vero viaggio.
Papà Luigi alle solite raccomandazioni, avrà aggiunto notizie su Paliano, della possibilità di vivere più decorosamente, forse avrà accennato all'acquisto di giocattoli più belli.
Mamma Assunta pensa al resto: le borse da riempire, le scatole da fermare con lo spago, le poche cose da lasciare e i molti sospiri carichi di speranza.
La loro è una storia simile a quella di tante altre famiglie dell'Italia fine '800. Si emigra barattando i sentimenti con una terra meno avara e con quattro pareti tra le quali nascondere i pochi segreti.
Il dramma dell'emigrazione contagia una famiglia su tre dell'Italia di quel tempo. La scia dei vaporetti o lo sferragliare dei treni dimenticano su quelle panchine le tante storie di lacrime e di miseria.
Rimangono impressi nella memoria collettiva quei lunghi gonnelloni e quei fazzoletti bianchi che il vento fa impazzire di nostalgia.
I marchigiani guardano l'Agro Romano come l'Eldorado di casa nostra. A Luigi Goretti ne parla bene Bracceschi, un amico che a Paliano ha fatto fortuna e con la scadenza a giorni del contratto con il proprietario del podere di Pregiagna c'è poco da scegliere.
Un tonfo, quella porta che si chiude, un ultimo sguardo a quelle mura che molti protagonisti di questa storia non vedranno mai più.
All'alba del 12 dicembre 1897 la diligenza in servizio da Corinaldo a Senigallia cammina tra campi arati e brume autunnali: 18 Km. da percorrere tra scossoni e sussulti.
Nei bambini lo stupore si legge negli occhi: il treno, il mare, la folla e mille domande da fare a papa e a mamma. Dai finestrini appannati Ancona, le montagne dell'Appennino, Foligno, Spoleto, Terni, la lussureggiante valle del Tevere ancora accarezzata dalla nebbia.
Mentre i bambini dormono, sul volto di Luigi ed Assunta un velo di malinconia. Come in un film rivedono la contrada di S. Vincenzo vestita a festa in quel 25 febbraio 1886, giorno del loro matrimonio, la terra di Pregiagna ed i fiori del convento dei Cappuccini.
Una vita di semplicità, fatta di stagioni e di raccolti, di speranze e di lavoro. L'emigrazione non è mai stata un'idea straniera tra questa gente che ha ben poco cui attaccarsi.
Il primo figlio nasce presto, lo chiamano Antonio e muore dopo soli 8 mesi. Poi è la volta di Angelo (18 agosto 1888) ed il 16 ottobre 1890 viene alla luce Marietta, il fiore di campo che cambierà radicalmente il destino della famiglia Goretti.
Di quel giorno di festa è rimasta una lapide bianca, sul muro del casolare di Pregiagna. La scritta macchiata di pioggia e di polvere racconta:
QUI NACQUE
IN UMILTÀ
MARIA GORETTI
ANIMA ELETTA
SI NUTRÌ DELLA GRAZIA
SI PLASMÒ NEL SACRIFICIO
SI ESALTÒ IMMACOLATA NEL MARTIRIO
OGGI
BRILLA SUGLI ALTARI
NELLA LUCE DI CRISTO |
Dopo ventiquattr'ore dalla nascita è battezzata nella chiesa parrocchiale di S. Francesco e le sono posti i nomi di Maria e Teresa. Madrina di battesimo è la zia Pasqualina Goretti.
È il tempo della vendemmia e la sera si brinda con il vino nuovo, un rito propiziatorio di prosperità e di lunga vita.
Mamma Assunta descrive così i primi anni di Marietta:
"Passò la sua puerizia come tutti gli altri bambini. L'educazione l'ha ricevuta soltanto in famiglia, da mio marito e specialmente da me; educazione che impartivamo ugualmente agli altri figlioli perché crescessero buoni cristiani...
Finché rimanemmo a Corinaldo, essa fu sempre buona, ma non notai nulla di straordinario nella sua condotta" (1).
A Corinaldo nascono anche Mariano ed Alessandro.
Quando il progetto di emigrare viene definito nei minimi dettagli, i Goretti decidono di celebrare il sacramento della Cresima dei due figli più grandi nella loro Corinaldo, tra i parenti.
Il senso dell'appartenenza è fortissimo ma altrettanto sentita è l'esigenza religiosa: due elementi che torneranno sempre nella storia che stiamo per raccontare.
In relazione all'età, per Marietta viene chiesta una dispensa speciale all'autorità religiosa e così la mattina del 4 ottobre 1896, insieme al fratello Angelo, riceve la Confermazione.
Celebra il rito, nel giorno di S. Francesco, il vescovo di Senigallia Giulio Boschi.
Mamma Assunta racconta per la circostanza un particolare sintomatico circa la personalità di Marietta:
"Alle domande dell'arciprete prima della cresima, là Marietta si vergognava così tanto, che dovette essere presa in braccio dalla mamma del sacerdote per far valere le sue capacità" (2).
In occasione della Cresima la nostra Santa per la prima volta si accosta al sacramento della riconciliazione.
Data la precarietà della situazione, i coniugi Goretti decidono di rinviare l'ingresso dei loro figli a scuola un desiderio che per molti di loro non verrà mai realizzato.
Intanto nel tardo pomeriggio il treno proveniente da Ancona arriva a Roma, dove c'è in attesa il calesse del senatore Scelsi che conduce i Goretti a Colle Gianturco, una località vicino a Paliano.
LA FAMIGLIA GORETTI
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NOTE
(1) PROC. INF. f. 97
(2) PROC- INF. f. 97 in plico n. 3. |