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IL BOSCO
DI FOGLINO

Studi e ricerche naturalistiche
2000-2003

 

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INTRODUZIONE Prof. Carlo Utzeri

Quando parliamo di un bosco, per esempio il bosco di Foglino, molti di noi lo pensano come un insieme di alberi e alcuni lo associano alla legna da ardere o al legname da costruzione o alla selvaggina da cacciare. Sotto il profilo ecologico un bosco è molto di più: è l'insieme di tutte quelle piante ma è anche la vegetazione minore ad esse associata e anche tutti gli animali che vi trovano asilo: gli uccelli e i mammiferi (la selvaggina), naturalmente, ma anche gli insetti e una miriade di animali piccoli e piccolissimi che vivono sulle cortecce, nel terreno e dappertutto. Nella stagione piovosa il bosco si allaga e l'acqua si popola di un'incredibile quantità dì altre forme viventi, che trascorrono inosservate il periodo di secca. Tutti questi esseri sono strettamente associati fra loro e costituiscono un ecosistema, cioè un insieme di organismi legali da relazioni importantissime per la loro sopravvivenza e per la vitalità del bosco. In quanto terreno alberato, inoltre, il bosco rappresenta un luogo di produzione di ossigeno ed è pertanto una componente ambientale indispensabile del nostro mondo.
Il bosco di Foglino è uno dei pochi residui della foresta mediterranea di pianura, che fino a poco più di un secolo fa si estendeva quasi continuamente lungo la costa tirrenica dell'Italia peninsulare. E' ormai di estensione assai ridotta ma è un documento importante della fisionomia ambientale di un passato millenario e pertanto è degno di essere conservato. Conservare un bosco non significa necessariamente abolire del tutto le attività di prelievo di legname o di altro, ma piuttosto regolarle in modo da non compromettere il complesso equilibrio che regola la comunità del bosco. Si possono ridurre le attività di prelievo puramente ludico (la caccia, per esempio) e si può regolare il prelievo di legname in modo da permettere al bosco di rinnovarsi continuamente. Così, al tempo stesso, rispettando il bosco se ne usufruisce per un tempo illimitato. Al contrario, distruggere un bosco, specialmente se prossimo a una città, comporta un danno enorme per tutto l'ambiente, inclusi i suoi abitatori umani: con gli alberi tagliati muoiono una enorme quantità di piante e di animali, diminuisce l'ossigeno, e il suolo, seppure l'area viene abbandonata a se stessa, si riempie di cespugli, per lo più poche specie robuste e infestanti, ed eventualmente di pochi altri animali.
Questa cognizione è in genere propria di chi ha compiuto certi studi accademici, ma la consapevolezza della necessità dì rispettare l'ambiente naturale e di conservarne almeno gli aspetti più significativi va fortunatamente diffondendosi anche fra i non iniziati. Oggi un bosco, specie se suburbano, è un luogo dove si possono compiere molte attività ricreative e perfino culturali, dove si può imparare a osservare la natura, e conoscerla in molti aspetti nascosti e a rispettarla. Perciò è un ambiente prezioso. Nel bosco di Foglino, per esempio, molti studenti di scienze naturali hanno svolto e svolgono le loro tesi di laurea. Ciascuno studia un particolare aspetto delle piante o degli animali e con l'esercizio acquista sia padronanza del metodo scientifico di indagine sia consapevolezza della complessità dell'ambiente in cui opera. Noi docenti lavoriamo con loro e li aiutiamo a formarsi come naturalisti (che non vuol dire soltanto amanti della natura, ma soprattutto conoscitori dell'equilibrio naturale). E' un piccolo contributo che forse sembra piccolo anche se moltiplicato per tutti i naturalisti che escono dall'università, ma questi giovani dottori rappresentano per la società un patrimonio di grande valore. Sono loro che, venendo a contatto con molte altre persone, possono trasmettere conoscenza, suscitare interesse per la natura, stimolare gli altri a porsi nei confronti dell'ambiente con un atteggiamento nuovo, non più di sfruttamento e di depredazione ma di osservazione rispettosa e di amore consapevole. E soprattutto sono di grande valore le loro iniziative di trasferire nella scuola dell'obbligo, così avara di educazione naturalistica, quanto hanno appreso sull'ambiente naturale. In una passeggiata nel bosco, sotto la loro guida esperta, perfino i più piccoli trovano tutto un mondo da scoprire, da osservare, da sperimentare personalmente. Possono osservare la diversità degli esseri viventi, guardare da vicino tanti piccoli animali, raccoglierli, toccarli quando è possibile, trasferire i più minuti a scuola per osservarli al microscopio e fare tante altre esperienze impossibili in città. In sintesi, sviluppare un atteggiamento di rispetto consapevole per l'ambiente naturale, che è la nostra vera casa.

Prof. Carlo Utzeri
Dip. di Biologia Animale e dell'Uomo
Università di Roma "La Sapienza"

 



OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizione del Gonfalone 2001
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